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Lapide sepolcrale di Giovanni Procacci a Pistoia (1887)

Editore:
EUM – Edizioni Università di Macerata
Luogo di pubblicazione:
Corso della Repubblica, n. 51, 62100, Macerata (Italia)
Codice ISSN:
2785-3098
Autore della scheda:
DOI:
10.53218/305
Scheda compilata da:
Valentino Minuto
Pubblicato il:
15/10/2021
Tipologia:
Autore dell'epigrafe:
Isidoro Del Lungo
Data di inaugurazione:
1887
Materiale:
Marmo

Ubicazione

Indirizzo:

Via dei Campisanti snc
51100 Pistoia PT
Italia

Toscana
Dettagli sull'ubicazione spaziale:
La lapide è posta sulla tomba di Procacci, al Cimitero della Misericordia
Credits:

© Cimitero della Misericordia di Pistoia

Testo dell'iscrizione:
MEMORIA DI DOMESTICO E CITTADINO COMPIANTO
AL CAV. GIOVANNI PROCACCI
NATO IL 4 AGOSTO 1836
MORTO IL 18 MAGGIO 1887
CHE PRIMA NELL’ESERCIZIO FORENSE
POI NELL’INSEGNAMENTO
COME PROFESSORE NEL LICEO E DIRETTORE DEL GINNASIO
DELLA SUA PISTOIA
SERVÌ SEMPRE UTILE E OPEROSO CITTADINO
LA PATRIA ITALIANA AMATA DA LUI E VOLUTA
ANCHE QUANDO CIÒ NON ERA SENZA PERICOLO
ARTEFICE DI PROSA E DI VERSO
TOSCANAMENTE ITALIANI
CRITICO DI PENSATO ACUME
ANIMA ENTUSIASTICA D’OGNI BELLA E BUONA COSA
CHE A’ FIGLIUOLI LASCIÒ
SCRITTO NE’ LIBRI E NELLA SUA VITA
"ABBIAN LA PATRIA E DIO
NON SULLE LABBRA MA NEL COR PROFONDO"

La lapide posta sulla tomba di Giovanni Procacci reca incisa un’iscrizione dettata dal letterato Isidoro Del Lungo, ex compagno di studi universitari del defunto: l’impegno di Procacci per la «sua Pistoia» nel ruolo di professore nel Liceo Niccolò Forteguerri e di «direttore nel Ginnasio» è additato dall'epigrafista come esempio di civismo «sempre utile e operoso» a servizio della «patria italiana amata da lui e voluta». Per l’esattezza, Procacci ebbe la direzione di tutte le Scuole comunali pistoiesi, che comprendevano i corsi elementari e quelli secondari ginnasiali e tecnici. In chiusura dell’epitaffio suona come un imperativo civico ai giovani la citazione di questo «artefice di prosa e di verso toscanamente italiani»: «abbian la patria e Dio non sulle labbra, ma nel cor profondo».

Commemorato

Giovanni Procacci

Giovanni Procacci nacque a Pistoia il 4 agosto 1836. Si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Siena. Negli anni universitari iniziò a scrivere in prosa e versi. Laureatosi nel 1858, non esercitò per quattro anni la professione forense perché colpito da oftalmia. Una volta guarito, tenne uno studio legale a Firenze. Nel 1866 gli venne affidata la cattedra di Filosofia al Liceo Niccolò Forteguerri di Pistoia. Nel 1867, riammalatosi agli occhi, lasciò l’esercizio dell’avvocatura per dedicarsi all’insegnamento delle Lettere italiane nel Liceo della città natale. Sempre nel 1867, in veste di membro della Commissione comunale per l’istruzione, concorse al riordinamento del Ginnasio, alla riforma dei corsi elementari e all’istituzione delle Scuole tecniche. Nel 1868 all’incarico di insegnamento si aggiunse l’ufficio di direttore delle Scuole comunali pistoiesi. In uno studio dal titolo Le Scuole comunali di Pistoia dal 1867 al 1873 propugnò la diffusione dell’istruzione come strumento di ascensione dell’Italia al ruolo di potenza europea. Per quanto concerne la produzione letteraria, si segnalano: un saggio su Niccolò Forteguerri e la satira toscana dei suoi tempi (1877); il volume Vecchiumi, in cui sono riuniti i suoi versi (1879); la raccolta di Novelle toscane (1886). Procacci morì a Pistoia il 18 maggio 1887.

Fonti bibliografiche:
  • D. Camici (a cura di), Per Giovanni Procacci. XVIII Maggio MDCCCLXXXVIII, Pistoia, Tip. Cino dei F.lli Bracali, 1888
  • E. Ghidetti (a cura di), Giovanni Procacci, in Id., Toscani dell’Ottocento. Narratori e prosatori, Firenze, Le Lettere, 1995, pp. 357-358

 

Fonti

Fonti bibliografiche:
  • D. Camici (a cura di), Per Giovanni Procacci. XVIII Maggio MDCCCLXXXVIII, Pistoia, Tip. Cino dei F.lli Bracali, 1888
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