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La supplente

Editore:
Roma TrE-Press - In collaborazione con il Museo della Scuola e dell’Educazione “Mauro Laeng” (MuSEd)
Luogo di pubblicazione:
Piazza della Repubblica, n. 10, 00185, Roma (Italia)
Codice ISSN:
2785-4485
Autore della scheda:
DOI:
10.53167/1989
Scheda compilata da:
Luca Silvestri
Pubblicato il:
28/12/2022
Tipologia:
Anno scolastico:
1972/1973; 1973/1974; 1974/1975

Edizione

Titolo prima edizione:
La supplente
Editore prima edizione:
La Nuova Italia
Città di pubblicazione prima edizione:
Firenze
Anno di pubblicazione prima edizione:
1975
Numero di pagine:
147

Tra i diari pubblicati da Albino Bernardini, La supplente è forse uno dei meno noti. Introdotto da Gianni Rodari, il libro ripercorre in forma autobiografica gli anni scolastici dal 1972/1973 al 1974/1975, un periodo in cui il maestro sardo fu in servizio presso l’istituto elementare di Bagni di Tivoli. Dopo i primi giorni di attività nella classe terza che gli era stata affidata, Bernardini dovette lasciare la scuola per motivi di salute. Tornò in classe solo all’inizio di maggio. In sua assenza, la supplente aveva impostato il lavoro secondo una didattica passiva e direttiva, utilizzando i "voti" come strumenti di minaccia, esclusione e differenziazione sociale. Anche la disposizione della classe era abbastanza esemplificativa: gli alunni erano stati divisi in tre distinte bancate, nelle quali sedevano rispettivamente i diligenti, le bambine e i "delinquenti", così appellati dalla stessa supplente. L’arrivo di Bernardini fu un terremoto. Dopo alcuni giorni di osservazione e conoscenza, il maestro sardo mandò all’aria il sistema di chi lo aveva preceduto, suscitando lo scandalo degli alunni e dei genitori. All’inizio della quarta, Bernardini riprese il suo lavoro privilegiando il dialogo, l’autogoverno dei gruppi, una didattica interessante e aperta al mondo. Nelle sue memorie, il maestro descrisse le varie tecniche sperimentate: il cartellone delle regole, il giornale di classe, la produzione poetica, la corrispondenza tramite magnetofono con le classi di Mario Lodi, le interviste a personaggi significativi, come il sindaco di bagni di Tivoli, il regista Luigi Comencini, il padrone della cava del paese, ma anche un operaio che partecipava ad un’occupazione. Dopo un primo scontro, anche la supplente fu invitata in classe a confrontarsi sul suo metodo didattico, sino a metterne in dubbio i presupposti. Ma il diario ha un finale amaro: per i suoi alunni l’arrivo alle scuole medie fu traumatico e uno dei bambini che il maestro era riuscito a “salvare” fu bocciato. L’esperienza di Bernardini restava un’eccezione in una scuola ancora “nemica”.

Contenuto pubblicato sotto licenza CC BY-NC-ND 4.0 Internazionale