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All'avviamento, le penne biro. Memorie d'infanzia

Editore:
Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze
Luogo di pubblicazione:
Via Laura, n. 48, 50121, Firenze (Italia)
Codice ISSN:
2785-440X
Autore della scheda:
DOI:
10.53221/1452
Scheda compilata da:
Chiara Martinelli
Pubblicato il:
28/02/2022
Nome e cognome dell'intervistatore:
Adele Benetti
Nome e cognome dell'intervistato:
Mauro Provinciali
Anno di nascita dell'intervistato:
1940
Categoria dell'intervistato:
Studente
Livello scolastico:
Scuola primaria
Scuola secondaria di primo grado
Istruzione professionale
Data di registrazione dell'intervista:
22 maggio 2020
Regione:
Toscana

Indicizzazione e descrizione semantica

Identificatori cronologici:
1940s 1950s

L’intervista, della durata di 39:39 minuti (link: https://www.youtube.com/watch?v=EdGT2L86Htw&t=1727s), ripercorre le memorie scolastiche e infantili di Mauro Provinciali. Nato nel 1940 a Rosignano Marittimo, in provincia di Firenze, ha trascorso la sua infanzia con i genitori e due sorelle minori. Il suo percorso scolastico si è snodato dal 1946, anno in cui ha cominciato a frequentare le scuole elementari, e il 1956, quando ha conseguito la licenza della scuola dell’avviamento al lavoro. Ha dunque studiato negli anni dell’immediata ricostruzione postbellica, del centrismo democristiano e della presenza della scuola come istituzione validatrice dei ruoli sociali (de Giorgi 2016, Galfrè 2017). Fino al 1962, quando, con la Legge 1859/1962, il segmento di istruzione post-elementare venne unificato e venne abolito l’esame di ammissione alla scuola media, unico istituto a consentire la prosecuzione degli studi superiori e universitari, dopo la quinta elementare era possibile optare tra le scuole medie e la scuola d’avviamento al lavoro, parimenti triennale ma che consentiva la prosecuzione solo alla scuola tecnica, biennale (Oliviero 2007, Galfrè 2017). Ha frequentato un corso d’avviamento a indirizzo industriale: nell’istituto da lui frequentato vi erano anche delle classi femminili, che tuttavia erano dislocate in un altro plesso e seguivano il corso femminile, incentrato sui lavori donneschi e sull’economia domestica.

Per quanto riguarda le scuole elementari, Provinciali rammenta soprattutto l’avvicendamento continuo degli insegnanti, che cambiarono a ogni anno nuovo. A suo dire, mutò anche la composizione della classe, interamente maschile dalla prima alla terza elementare e in quinta, mista in quarta. Abbastanza numerose le classi, tanto alle scuole elementari che successivamente – sui venticinque alunni circa. Presenti i doppi turni, in quanto, in seconda elementare, la frequenza delle lezioni fu esclusivamente pomeridiana. Per quanto riguarda gli aspetti materiali, il videointervistato rammenta la cartella di cartone e le forti disuguaglianze sociali nelle disponibilità di suppellettili scolastiche. Da questo punto di vista, Provinciali sostiene che le differenze sociali, estremamente visibili, erano parte integrante dell’esperienza scolastica. Importante, nel suo resoconto, è, da questo punto di vista il passaggio, dalle scuole elementari alle scuole d’avviamento, segnato dall’introduzione delle penne biro. Frequenti, tanto nel primo quanto nel secondo segmento, le ripetenze. Per quanto riguardava il vestiario, alle elementari era obbligatorio indossare un grembiule grigio, mentre negli anni successivi l’abbigliamento era libero, a eccezione delle ore di officina in cui era richiesta una tuta.

Indagati sono anche gli aspetti relativi al cibo e all’immaginario collettivo. Provinciali era solito consumare una merenda solo negli anni dell’avviamento, quando, a ricreazione, giungeva un pizzaiolo che vendeva i cosiddetti “cinque e cinque”, un tipico piatto livornese costituito da panino farcito con schiacciata di farina di ceci (chiamata anche cecina). A casa, invece, era solito consumare pane burro e acciughe o pane con la cioccolata. Provinciali, che non si definisce un buon lettore, rimarca anche la scarsa influenza del cinema sulla sua infanzia: cominciò a vedere film solo dai tredici-quattordici anni, e si trattava perlopiù di lungometraggi con Amedeo Nazzari.

Nella conclusione della videointervista sono brevemente rievocati gli esami di quinta elementare e di terza avviamento, affrontati con un differente stato d’animo.

Fonti

Fonti bibliografiche:

F. De Giorgi, La Repubblica grigia. Cattolici, cittadinanza ed educazione alla democrazia, Brescia, Morcelliana, 2016.

M. Galfrè, Tutti a scuola! L'istruzione nell'Italia del Novecento, Roma, Carocci, 2017.

S. Oliviero, La nascita della scuola media. Un accidentato percorso legislativo, Pisa, CET, 2007.

Fonti normative

Legge 31 dicembre 1962, n. 1859, Istituzione della scuola media statale (GU Serie Generale n. 27 del 30-01-1963), permalink: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1963/01/30/062U1859/sg

 

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