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"Bambini senza nessun supporto". Memorie d'infanzia

Editore:
Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze
Luogo di pubblicazione:
Via Laura, n. 48, 50121, Firenze (Italia)
Codice ISSN:
2785-440X
Autore della scheda:
DOI:
10.53221/150
Scheda compilata da:
Chiara Martinelli
Pubblicato il:
26/10/2021
Nome e cognome dell'intervistatore:
Sara Romeni
Nome e cognome dell'intervistato:
Vera de Simone
Anno di nascita dell'intervistato:
1947
Categoria dell'intervistato:
Studente
Livello scolastico:
Scuola primaria
Scuola secondaria di primo grado
Liceo
Data di registrazione dell'intervista:
19 giugno 2021
Regione:
Toscana

Indicizzazione e descrizione semantica

Identificatori cronologici:
1950s 1960s 1970s

siamo qui con con vero de simone è la mia nonna per un progetto memorie d'infanzia nell'ambito di storia dell'educazione per bellezza di firenze quindi intanto si vuole presentare come ti chiami simone e sono nata a siena nel 1947 o 73 anni era una comunità numerosa nonno era praticamente composta anche da subito amica la mamma perché mio padre molto pasini subito dopo la nascita io sono stato assieme alla mamma fino a quattro anni poi ci siamo trasferiti a contare stato che sono andate al collegio perché la mamma e che ricordi hai di quel periodo la prima infanzia felice sì anche se ero in collegio io odio bellissimo della mia vita anche perché noi eravamo bambine in questo problema è affidata delle suole e vivevano una vita lasciamo agli solidal mano di donna nella villa c'erano mosaici affreschi e [Musica] quindi non più piacere è un immenso parco in una villa dove trascorrevano da tante ore non fa primavera e poi il palco aveva degli alberi secolari delle aiole fiorite non conteggiare profumatissimi è la cosa che più di tutte era un altro difficile sul tampone c'è la carta velina e io su questa farina tante ore mi spingevo da sola a dover ricorrere un gatto per acchiapparlo poi magari a che a pago anche dei bus con i neuroni qualche volta di catania zampe particolare ma più che altro il direttivo le atlanti né a costruire vestiti con le foglie di magnolia oppure a fare a nascondino a carpino e il mio dovere grandi corse davanti alla tele pavoni oppure fino a una grotta che si trovano in fondo a questo palco e questa volta all'interno delle realtà battiti sarà miti e una fortuna fontana centrale che poteva sfruttare da un momento all'altro poi sopra questa grotta cioè un bel vedere dove io salivo spesso edilizi dominavano stamane a mano infilata e e anche ferrovia per cui passavano stesse geni e comunque che io mi rivolgo con più piacere sono anche per esempio desideri nelle mani dei contadini perché tesori e oltre alla vita che non è arrivato anche una fattoria mutanti che venivano coltivati dai contadini con il sistema della mezzadria cioè loro che devono vedere accolto liste ci sono tra meta e io andavo spesso questi contadini perché conoscevo delle bambine e mi ricordo dove tre grandi case economie con degli ambienti bellissimi più che altro mi rivolgo la cucina dove un'enorme distanza con una maglia dove non lo tenevano il pane che capita una volta a settimana cioè un grande sa colore ea cui pago la cena di capoccia cioè il nonno poi torino c'erano i fili con le mogli nipoti ed erano persone a cui non mancava nulla perché avevano bisogno di occupare continente produce polli maiali avevano il grano per fare il pane l'olio il vino la frutta la verdura e quindi erano erano sufficienti poi c'erano delle sedie giornate belle una ribelle era la sua natura quando quando al 30 di milano poi il piano veniva steso sull'aria della fattoria in questi monaci ha ancora davanti agli occhi il profumo del grano questo colore dorato e anche nelle sensazioni proprio che mi ricordo ancora averlo toccato avrei protestato e una giornata bellissima caterina anche della vendemmia perché quando c'è una ventenne anche due bambine ad a mano con grappoli tra le viti dimetteranno le richeste poi sul trattore salivano andranno alla fattoria dove c'erano le macchine che dirà spalavano curva ea volte ci permettevano anche di fisarmoniche è proprio il divertimento quindi mi pare di capire fa proprio come al periodo dello storico e in generale però gli anni 50 e 60 anni erano gli anni 50 due anni problematici perché adesso dico dopoguerra non c'era tanto lavoro non c'erano tante fabbriche cui le persone lavorano magari così perdi passi la persona solare stabilità e quindi incontrato soltanto l'indispensabile rivolta anche una piccola bottega in questo paese dove la gente andava a fare la spesa e con pochi spiccioli comprava un proprio essenziale e comunque poi ecco questo negli anni cinquanta sicuramente è cambiato qualcosa alla fine degli anni 50 forse alimenti degli anni 60 perché in poi hanno aperto molte confezioni di impermeabili e le ragazze lavorano a casa c'erano gli impermeabili e poi il sabato a consegnare le artiste il loro lavoro guadagnavano sia risalgono la famiglia si mettevano qualcosa da parte e questa è una bella risorsa ho capito ma è invece per quanto riguarda il percorso scolastico che ricordi un po mezzi ausiliari volgari per periodo il periodo mi ricordo praticamente tanto e mi rivolgo che ho iniziato a sei anni la scuola elementare però non sono andate di chi possa andare direttamente in seconda perché avevo fatto la prima come gigante lista in collegio seguita dai suoni e mi ricordo che tra scuola in mezzo nel verde dove noi andavano avanti e che la nostra già vicina e poi arrivano a camminare e com'era questa scuola era un ambiente accogliente si scuola mente composta da cinque grandi aule una per ogni classe e un lungo corridoio con una stufa e mezzo e la custode è il market inverno ci metteva asciugare alla stufa belli e sciarpe poi le aule erano piuttosto grandi dell'economia molto spaziosa con grandi finestre e con convogli alle pareti praticamente c'è la parte della maestra come assetto che ne teme registro terra da parte nella sua parigi cell un crocifisso e darò interattiva c'erano cinque file di banchi in cui io se ne vanno per banco eravamo in tutto con sé più di 30 bambini maschi e femmine e unibanco un calamaio perché come scrivevamo con delle penne alla cucina sei un pennino difeso separano e con quello scrivevano e poi avevamo soltanto un sussidiario di lettura dei quaderni forse aveva qualche matita colorata e questi temi non definibili in ambio e poi mi ricordo c'era anche una grande carta geografica in alto e o questo ricordo che quando c'era l'interrogazione di giocarsi all'amarezza chicago bastone ideali città fiumi monti io ero piccolina un altare lato vero niente diamo a caso e la maestra mi correggeva però tempi belli avevamo sotto il 2 nei o con un colletto bianco ritocco è anche la gestione questo augurio e com'era a grandi linee organizzata la giorno mostrate come come l'ha scandito il tempo intanto noi andavamo a scuola solo la macchina da gol tettine cambio turno nei trenta e quando si entrava al 30 eravamo tutti in piedi di salve sono una maestra dicevamo la preghiera poi ci sentivamo è rivolto a un orario settimanale di massima che veniva abbastanza seguito per cui la maestra e c'è una spiegazione e quindi una certa materia e poi leggevamo informazioni ha spiegato sul libro e poi cercato di studiare a casa facevamo delle creazioni lei storica nella lavagna e poi ricordo degli anti ripetizioni in memoria di sabellini di regole che macchia la tipica chitarra lì è però per fortuna poi c'e anche un intervallo di lecce 30 e quindi a primavera uscivano fuori c'è un milan vetrato e jonathan si orientano sempre abbastanza in disordine perché ero vivace daytona nella più piani con le scarpe di bracciate però mi ricordo che anche a scuola mi sono divertita e ti ricordi particolar modo qualche compagno di palco l'insegnante si io compagni che ti ricordo su tutti poi all in al tg di rete o sulle foto e e chiedo magari o due amici con cui sono rimasta in contatto positivo loro anche di questi gli ex compagni di scuola e la maestra ma il ricordo bellissimo era una signora che veniva da firenze col treno tutti gioco come si chiamava rita e amore avrebbero stretto era abbastanza paziente qualche volta ci riproverà va ma ecco mi ricordo che non aveva tempo per dedicarci individualmente passava fra i banchi con leggera ma ho questo rivolge con i veri piuttosto partenti bella e successivamente venga la scuola primaria poi hai avuto modo di proseguire di continuare gli studi sì io ho continuato per fortuna perché non era scontato che ottimale in quel periodo perché mi ricordo che era mike che consigliava le famiglie nel mio padre le suore se far continuare o meno i bambini della scuola media io ho lo studio e la maestra per fortuna un giro di continuare le sue opere hanno ascoltato il consiglio quindi sono andata alla scuola media a empoli e si chiamava renato fucini e poi sono andata alla scuola magistrale sembrano procedure carducci e asta miniato alto e c ecco per esempio la scuola per andare alla scuola media è abbastanza lontana prendi una non so forse è per andare alla scuola magistrale esaminato alto prendevo prima un incidente e poi il 2 anno su se e quando tornano a ridurre passate in collegio avevo tantissimi compiti da fare quindi era un giornate molto impegnate e quindi che ricordiamo complessivamente nel periodo della scuola media e della scuola magistrale io e tutto sommato ho dei bei ricordi anche se la scuola alle quali è abbastanza difficile impegnativa anche la scuola media perché intanto per essere ammesse era solamente a bisognava parlamentare la missione poi troviamo neanche della scuola media erano piuttosto condensati e grate livello abbastanza alto e ricordo aver fatto latino approfonditamente ma anche grammatica oppure anche altre materie come francese e [Musica] ha preso meno a matematica ma c'è un motivo perché il mio insegnante di matematica mi ricordo perfettamente si chiamava scrizione è alto e aveva sempre una faccia di circostanza vanno centrocampo perché sinceramente la maggior parte a matematica non andava bene però io sono sincero mi rivolgo anche negli speciali sommariamente se qualcuno lo capivano nella pancia disponibile a dispiegare per cui dovevamo andarci con i libri da soli perché poi a caldo alle famiglie non ci potevano aiutare però per fortuna anche gli ho fatto delle amicizie e due mie amiche sono rimaste ancora il tempo ci tentiamo ci vediamo qualche volta non stampiamo siano ancora fondare il lavoro e sono giuliana e lucia e con voi gli ho fatto anche le magistrali e il tuo persone il tuo percorso scolastico quindi ha intuito poi sulle scelte intraprese successivamente sul tuo lavoro sì sicuramente perché io mi sono diplomata appunto come maestra nel 1965 e per fortuna come la maggior parte delle ragazze si fermavano natura distorcerà una natalità importante all'epoca si trovava sull'isola volo prima magari commento su scuola delle scuole serali io però penso 23 anni ho trovato lavoro nel comune di firenze la scuola elementare e la scuola dove sono stato di più che mi ricordo con più piacere è la scuola con cambiamola silenzi e mi ricordo appunto che erano anni di cambiamento della scuola c'erano state tante riforme importanti per l'anno in atto sperimentazioni e la scuola dov'ero io era abbastanza all'avanguardia per cui mi sono trovata a dover mi impegna rivolto anche perché erano anni appunto non nei segmenti importanti come più creare seri per il rito il libro lettera non professoressa di don milani e pagato della scuola di barbiana e inoltre eravamo gruppo disegna anche molto giovani e molto potente rossi molto impari io poi inserita in un gruppo particolarmente buono di lavoro con degli insegnati giovane come me e che tentavano di fare qualcosa di innovativo ma per quello dovevamo studiare molto ci siamo impegnati tantissimo ci confrontavamo spesso e poi chiamano se il lavoro che abbiamo iniziato a progetto però sono state anni molto formativi io a posto numero proprio tanto d'accordo su su queste sperimentazioni totali perché secondo me è importante anche che i ragazzi riuscivano alimentari avessero nelle pause e poi non avrebbero acquisito più come ad esempio una buona base di ortografia o saper vendere un testo delle basi di mastrandea abbastanza solide e 15 confrontavano però altro degli anni abbiamo imparato tanto e io mi sono formata in quegli anni di i propri e ricordi nelle differenze sostanziali il tuo meglio interamento e quello che hai sperimentato in quanto a verona 4 almeno c'era qualcuno ha visto sicuramente perché quando andavo a scuola io niente io mi ricordo queste lezioni frontali e la ministra a tutta la classe e sinceramente le classi erano erano disomogenee e c'erano dei bambini che venivano dalle famiglie torturati dell'inter prelevate le hanno inviato inseguirli per cui erano giunti anche nelle interrogazioni ha esaminato come tempi è però c'erano anche molti bambini che a casa non avevano nessun supporto e quindi si vede ad una che delle bruciature ragazze ripetevano l'hanno poi mi ricordo di aver fatto a partire un'uscita non da riuscite latine si fece sono uscita per andare a presentare una fabbrica di prodotti chimici il cui titolare era un genitore della notte e per il resto poi non mi ricordo altro anche perché appunto la ricevitori si affidarono molta gli insegnanti perché non erano in grado di valutare percorso scolastico dei figli è il metodo era completamente diverso perché io appunto sono di una ministra nel 1965 a vita segnali negli anni 70 ecco lì erano un sistema completamente diverso praticamente c'erano di ritarsi che si arrivano due volte alla settimana perché i bambini andavano nei laboratori qualche classe aveva addirittura sostituito che il pd testo con delle biblioteche o cognitivi acquistate ad hoc oppure avevamo tutti una biblioteca scolastica abbastanza fornita a cui attingevano con i bambini per avere più fonti di informazioni e poi c'erano molte uscite didattiche sul territorio per esempio a musei ambienti caratteristici velocità ma anche il quartiere e queste visite servirono più che altro a ricostruire anche attraverso le testimonianze dei nodi nei genitori o dei luoghi e non lo avevano vissuto attraverso reti si ricostruiva anche per la storia del quartiere della in modo di vita delle vecchie generazioni ed era un interessantissimo merit ringrazio molto per questo testimonianza questa preziosa testimonianza e spero che si possa fare una ulteriore intervista a me è piaciuta per cui mi ha fatto piacere grazie

Scarica trascrizione

L’intervista, dalla durata di 20:55 minuti (link: https://youtu.be/Gt5bMcrDbLU), si concentra sui ricordi scolastici di Vera de Simone. Nata a Siena nel 1947, ha lavorato come maestra a Firenze, dove risiede tutt’ora. La madre, rimasta vedova pochi mesi dopo la sua nascita, si trasferì a Ponte a Elsa e qui, costretta a lavorare per mantenersi, decise di iscrivere la figlia in un collegio gestito da suore. L’intervistata afferma di avere ricordi bellissimi della sua infanzia: il rapporto con le suore e le compagne del collegio era molto buono, e l’istituto, ospitato in una villa nobiliare, disponeva di un ampio parco con una grotta e un belvedere dove lei e le sue amiche giocavano nel pomeriggio. Oltre alla villa le suore gestivano anche alcuni poderi dati a mezzadria: qui l’intervistata e le sue compagne si recavano spesso, sia per giocare con le figlie dei contadini, sia per partecipare alla trebbiatura e alla vendemmia.

De Simone ha frequentato le scuole elementari a Ponte a Elsa. Avendo studiato il programma di prima elementare a cinque anni, da privatista, con le suore, accedette direttamente alla seconda elementare. Nonostante fosse stata iscritta in una scuola di campagna, qui non vi erano pluriclassi, ma classi singole per ogni coorte di età. Ricorda la scuola come un edificio molto spazioso; l’aula, ben illuminata, era disadorna, ad eccezione di una grande carta geografica posta in alto che la maestra utilizzava durante le interrogazioni di geografia, quando chiedeva agli alunni di indicarle, con un bastone, la posizione di città, nazioni ed elementi orografici. La classe, mista, era molto numerosa: vi erano almeno, secondo i ricordi dell’intervistata, trenta bambini. La sua maestra, Edda, proveniva da Firenze, dove ancora abitava: de Simone la ricorda come un’insegnante paziente, ma poco attenta, a causa della numerosità della classe, ai bisogni dei singoli alunni. Le lezioni erano eminentemente frontali; nel corso dei cinque anni fu organizzata una sola uscita didattica presso una fabbrica di prodotti chimici gestita dal padre di uno dei suoi compagni di classe. Molto frequenti erano le ripetizioni mnemoniche collettive di regole grammaticali, tabelline, nomi di città (Galfré 2017).

De Simone si descrive come una bambina abbastanza vivace e disordinata, ma studiosa. In virtù dei suoi buoni voti, la maestra consigliò alle suore dell’istituto di farle proseguire gli studi, consiglio che le suore seguirono iscrivendo l’intervistata alla scuola media “Fucini” di Empoli e, successivamente, all’Istituto magistrale “Giosuè Carducci” di San Miniato Alto. Poiché entrambi gli istituti erano lontani dal collegio, l’intervistata li raggiungeva utilizzando l’autobus. L’intervistata conserva dei ricordi piacevoli della sua esperienza scolastica post-elementare, nonostante la rigidità e la severità dei professori (Oliviero 2007). Tra le discipline che ricorda di aver studiato più approfonditamente, ricorda, vi erano francese, latino e grammatica. Ha invece riscontrato delle difficoltà in matematica durante le scuole medie, perché il docente, a suo parere, spiegava in maniera poco chiara e non era disponibile ad aiutare gli studenti. Sempre alle scuole medie ha stretto amicizia con due compagne di classe con cui ha proseguito gli studi superiori e con cui, ancora adesso, è in contatto.

Diplomatasi nel 1965, afferma di aver trovato subito lavoro grazie al coevo boom delle nascite. Ha lavorato soprattutto a Firenze, in particolare nella scuola “Montagnola” dove, durante gli anni Settanta, ha partecipato con le sue colleghe a numerose sperimentazioni didattiche (Galfré 2017). Rievoca, a questo proposito, il tentativo di sostituire la biblioteca di classe al sussidiario, la didattica laboratoriale che coinvolgeva le classi per due giorni alle settimane e le numerose uscite didattiche che portavano maestre e alunni a interagire con la comunità e il territorio. Frequenti erano soprattutto le interviste ai nonni dei bambini, attraverso cui le classi cercavano di ricostruire la storia del quartiere. L’intervistata conclude paragonando la sua esperienza scolastica con quella lavorativa ed evidenziando le discriminazioni sociali e culturali che, negli anni Cinquanta, ostacolarono i compagni di classe più poveri: «c'erano molti bambini che a casa non avevano nessun supporto, e quindi si verificavano anche delle bocciature, ragazzi che ripetevano l'anno» ricorda a questo proposito al m. 18.21 (Roghi 2017).

Fonti

Fonti bibliografiche:

G. Bandini, S. Oliviero, Public History of Education: riflessioni, testimonianze, esperienze, Firenze, Firenze University Press, 2019.

L. Bravi, La televisione educativa in Italia. Un percorso di storia sociale dell'educazione, Roma, Anicia, 2021.

M. Galfrè, Tutti a scuola! L'istruzione nell'Italia del Novecento, Roma, Carocci, 2017.

S. Oliviero, La scuola media unica: un accidentato iter legislativo, Firenze, CET, 2007.

V. Roghi, La lettera sovversiva. Da Don Milani a De Mauro, il potere delle parole, Roma-Bari, Laterza, 2017.

 

 

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