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"Cominciava l'era dello studio". Memorie d'infanzia

Editore:
Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze
Luogo di pubblicazione:
Via Laura, n. 48, 50121, Firenze (Italia)
Codice ISSN:
2785-440X
Autore della scheda:
DOI:
10.53221/1329
Scheda compilata da:
Chiara Martinelli
Pubblicato il:
20/02/2022
Nome e cognome dell'intervistatore:
Elena Conti
Nome e cognome dell'intervistato:
Danilo Conti
Anno di nascita dell'intervistato:
1969
Categoria dell'intervistato:
Studente
Livello scolastico:
Scuola primaria
Scuola secondaria di primo grado
Istruzione professionale
Data di registrazione dell'intervista:
15 agosto 2021
Regione:
Toscana

Indicizzazione e descrizione semantica

Identificatori cronologici:
1970s 1980s

L’intervista, della durata di 1:30:55 minuti (link: https://www.youtube.com/watch?v=LMG70yuIEvY), si focalizza sulle memorie scolastiche e infantili di Danilo Conti. Nato a Firenze nel 1969, lavora come autista di linea. Ha vissuto la sua infanzia con i genitori, i fratelli minori e i nonni. Il padre, operaio, lavorava presso la nuova Pignone; la madre, ricamatrice e tappezziera a domicilio, aveva lasciato il lavoro con la sua nascita. Il suo percorso scolastico si è svolto dal 1975 – quando è stato iscritto in prima elementare – al 1989, quando ha conseguito il diploma presso l’Istituto professionale “Leonardo Da Vinci” di Firenze. Ha dunque studiato nel corso degli anni Settanta e negli anni Ottanta: decenni caratterizzati dall’acuirsi delle tensioni socio-politiche, da un lato, e dal successivo riflusso nella vita privata (Panvini 2018, Oliviero 2018 a). Ha frequentato la scuola materna dall’aprile al giugno 1975: «per approcciarmi un po’ alla scuola i miei genitori mi mandarono gli ultimi tre mesi all’asilo», afferma al m. 2.55. Ricorda con piacere quei giorni, perché aveva la possibilità di giocare con gli amici del vicinato. Ha frequentato una scuola parificata, scelta consapevolmente dai genitori in quanto annessa alla scuola elementare (ugualmente parificata) a cui desideravano iscrivere Conti: la legge 444/1968, infatti, aveva introdotto le scuole materne statali.

Per quanto riguarda le scuole elementari, i suoi ricordi sono legati alla maestra, una religiosa descritta come  molto serena ed empatica nei confronti degli alunni. Scarse erano le punizioni, e non corporali: «però certamente poteva buttarti fuori di classe se ti buttava fuor di classe era vergogna era grossa vergogna perché ti vedevano anche gli altri» (m. 14.51 e ss). I banchi erano solitamente disposti a file di due; raramente la maestra utilizzava la disposizione a ferro di cavallo, perché gli alunni posti alle estremità non riuscivano a leggere quanto scritto sulla lavagna. Riservava così questa soluzione ai lavori di gruppo e ai collage che organizzava per le festività natalizie. Ogni anno era organizzata una gita che coinvolgeva il biennio e il triennio delle scuole elementari: tra queste, Conti nomina un viaggio a Populonia e Baratti compiuto in prima elementare. L’istituto prevedeva la possibilità di frequentare un doposcuola, di cui tuttavia il videointervistato non ha usufruito: gli alunni che vi restavano tuttavia non potevano usufruire di una mensa, ma portavano il pranzo da scaldare. L’intervista si sofferma anche sugli aspetti materiali dell’esperienza scolastica: dal mezzo di scrittura, che era il lapis in prima elementare e la penna biro in quelli successivi, alla merenda, ambito in cui cominciavano a essere impiegati i cibi confezionati (Oliviero 2018 b).

Per quanto riguarda la fruizione del tempo libero, Conti ricorda di aver trascorso molto tempo a giocare, insieme al fratello, con i soldatini, le macchine giocattolo, il Monopoli, e successivamente il Risiko, il Meccano, i modellini di treni e automobili elettriche, coinvolgendo anche il padre. Molto utilizzata era anche la bicicletta. Con i compagni di scuola, a ricreazione, scambiava le figurine degli album di calciatori della Panini. I genitori acquistano un televisore in bianco e nero nel 1976: oltre ai canali nazionali, Conti cita le emittenti private fiorentine, predilette dai nonni e dalla madre per le recite in vernacolo che erano solite trasmettere.

L’intervista si sofferma poi sulle scuole medie e sulle scuole superiori. Delle prime il videointervistato ricorda soprattutto la differenza rispetto all’aria “familiare” della scuola elementare e la maggior formalità degli orari. Un secondo impatto fu rappresentato dal passaggio dalle medie all’istituto professionale “Leonardo Da Vinci”: «insomma c’eran diverse cose molti cambiamenti anche rispetto anche dei prof prima alle medie i primi giorni eran d’impatto ma poi ti sembrava d’essere in famiglia con degli altri babbi acquisiti con delle altre mamme acquisite alle superiori no alle superiori sentivi il distacco» (m. 56.45 e ss). Molte le ore trascorse in officina: le giornate scolastiche duravano fino alle cinque del pomeriggio. Se la scuola metteva a disposizione i macchinari, non così era per attrezzi: calibro, lime e tenaglie dovevano essere acquistati dagli studenti. Dopo la qualifica, racconta, fu tentato di interrompere gli studi in quanto anche i docenti tecnico-pratici gli prospettavano possibili futuri impieghi in aziende meccaniche, ma i suoi genitori lo convinsero a proseguire fino al diploma. Da questo punto di vita, Conti afferma che quest’investimento, lungi dall’essere un’eccezione, costituiva un tratto dei tempi in quanto «cominciava l’era dello studio cioè cominciava l’era in cui anche i genitori eran più convinti di mandarti avanti di mandarti avanti il più possibile perché tu conseguivi questo diploma delle superiori che cominciava ad avere un peso grosso» (1.15.12 e ss).

Nella conclusione dell’intervista, Conti ricorda lo svolgimento del suo esame di maturità, di cui conserva un ricordo positivo, e l’esperienza dell’anno di leva, per lui rilevantissima in quanto gli consentì di conseguire quelle patenti di guida di categoria C, D ed E con cui, successivamente, avrebbe lavorato.

Fonti

Fonti bibliografiche:

S. Oliviero, Crescere negli anni Ottanta, «Pedagogia oggi», n. 2 (2018), pp. 119-36.

S. Oliviero, Educazione e consumo nell’Italia repubblicana, Milano, Carocci, 2018.

G. Panvini, Ordine nero, guerriglia rossa. La violenza politica nell'Italia degli anni Sessanta e Settanta (1966-1975), Torino, Einaudi, 2018.

 

Fonti normative

Legge 18 marzo 1968, n. 444, Ordinamento della scuola materna statale (GU Serie Generale n.103 del 22-04-1968), permalink: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1968/04/22/068U0444/sg.

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