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Con l'ultima tradotta. Memorie d'infanzia

Editore:
Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze
Luogo di pubblicazione:
Via Laura, n. 48, 50121, Firenze (Italia)
Codice ISSN:
2785-440X
Autore della scheda:
DOI:
10.53221/1406
Scheda compilata da:
Chiara Martinelli
Pubblicato il:
28/02/2022
Nome e cognome dell'intervistatore:
Francesco Caldara
Nome e cognome dell'intervistato:
Franca Larini
Anno di nascita dell'intervistato:
1936
Categoria dell'intervistato:
Studente
Livello scolastico:
Scuola primaria
Scuola secondaria di primo grado
Istruzione tecnica
Data di registrazione dell'intervista:
22 luglio 2021
Regione:
Emilia-Romagna

Indicizzazione e descrizione semantica

Identificatori cronologici:
1940s 1950s

L’intervista, della durata di 51:08 minuti (link: https://www.youtube.com/watch?v=333kvltTcuE&t=624s), si focalizza sulle memorie di Franca Larini. Nata nel 1936 a Modena, era figlia di un dipendente della Banca commerciale Italiana; con la famiglia si è trasferita a Parma, per motivi lavorativi. Ha lavorato come impiegata e responsabile di negozio, fino al matrimonio. Il suo percorso scolastico si è svolto dal 1941 – anno in cui ha cominciato a frequentare la scuola elementare – e il 1957, quando ha conseguito il diploma presso l’istituto femminile, un corso quinquennale superiore che abilitava all’insegnamento della disciplina di applicazioni tecniche. Rispetto a molti altri percorsi femminili, Larini consegue un’istituzione ragguardevole, sicuramente dovuta al fatto di provenire da un ceto medio-alto e di essere figlia unica (Bracke 2019, 34-7). Ha quindi studiato negli anni Quaranta e Cinquanta: gli anni del conflitto bellico, dell’occupazione tedesca e della Ricostruzione, con tutte le difficoltà che, soprattutto nei primi anni, si ripercuotevano sulla frequenza scolastica (Gabusi 2018). Proprio durante il conflitto venne richiamato il padre: inviato in Russia, fu tra i pochi a poter tornare grazie all’ultima tradotta verso l’Italia. Impossibilitata a frequentare la scuola in seconda elementare a causa del conflitto e dei possibili bombardamenti, Larini sostenne l’esame per l’ammissione alla terza da privatista, dopo esser stata seguita da un insegnante privato.

Dell’esperienza scolastica, Larini ricorda soprattutto la scarsità di suppellettili e di beni materiali: di giocattoli, poco presenti negli anni del conflitto e della Ricostruzione; di materiali, come la pelle per confezionare le cartelle scolastiche, che diventavano, allora, inderogabilmente di cartone pressato. Come molti altri intervistati suoi coetanei, conferma il maggior benessere raggiunto verso la seconda metà degli anni Cinquanta, dimostrato, ad esempio, dalla possibilità di acquistare abiti confezionati durante gli anni delle scuole superiori (Crainz 1996). È su quest’ultimo segmento scolastico che Larini si sofferma maggiormente, affermando che è stato in quegli anni che ha stretto i rapporti più forti con le compagne di classe. Ha frequentato le scuole a Parma, in un collegio gestito da un ordine religioso: il corso, mattutino e pomeridiano, prevedeva la mensa e terminava alle quattro del pomeriggio. Ricorda inoltre l’esame di ammissione alle scuole medie, descrivendone la preparazione come lunga, estenuante, e costosa, in quanto si trattava di andare a lezione privata per quasi un anno, dal momento che buona parte del programma su cui si fondava la prova non era contemplato dalla scuola elementare. Solo con la Legge 1859/1962 l’esame d’ammissione sarebbe stato abolito, e tutti coloro che avevano conseguito la licenza elementare ammessi a frequentare la scuola media unica (Oliviero 2007). La tassa di iscrizione peraltro in quegli anni immediatamente successivi al regime fascista, come ricorda Larini, non era stata ancora parificata: le studentesse continuavano a pagare più dei maschi (de Grazia 1992).

Per quanto riguarda le modalità di fruizione del tempo libero, Larini ricorda soprattutto il cinema, dove si recava con le amiche la domenica pomeriggio. Tra i film visti, figurano Poveri ma belli e Le ragazze in piazza di Spagna. Il televisore apparve piuttosto presto in casa: già nel 1955, asserisce, suo padre lo aveva acquistato. Ancora prima lo acquistato il cugino, presso cui si recava per guardare la trasmissione Lascia o raddoppia?

Fonti

Fonti bibliografiche:

M. A. Bracke, La nuova politica delle donne. Il femminismo in Italia, 1968-1983, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2019.

G. Crainz, Storia del miracolo italiano: culture, identità, trasformazioni tra gli anni Cinquanta e Sessanta, Milano, Donzelli, 1996.

V. de Grazia, Le donne nel regime fascista, Venezia, Marsilio, 1992.

D. Gabusi, I bambini di Salò. Il ministro Biggini e la scuola elementare di Salò (1943-5), Brescia, Morcelliana, 2012.

S. Oliviero, La nascita della scuola media. Un accidentato percorso legislativo, Pisa, CET, 2007.

 

Fonti normative

Legge 31 dicembre 1962, n. 1859, Istituzione della scuola media statale (GU Serie Generale n. 27 del 30-01-1963), permalink: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1963/01/30/062U1859/sg

 

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