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Corsi di Alfabetizzazione per adulti, Dopo scuola e Tempo Pieno: i ricordi della maestra Migliori

Editore:
Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze
Luogo di pubblicazione:
Via Laura, n. 48, 50121, Firenze (Italia)
Codice ISSN:
2785-440X
Autore della scheda:
DOI:
10.53221/629
Scheda compilata da:
MONICA DATI
Pubblicato il:
26/10/2021
Nome e cognome dell'intervistatore:
Diletta Mannelli
Nome e cognome dell'intervistato:
Daniela Migliori
Anno di presa di servizio dell'intervistato:
1972
Categoria dell'intervistato:
Insegnante
Livello scolastico:
Scuola primaria
Categoria professionale dell'intervistato:
Insegnante scuola elementare
Data di registrazione dell'intervista:
20 febbraio 2020
Regione:
Toscana

[Musica] ho deciso di fare la maestra per due motivi primo perché quando presi la licenza di terza media i professori concilia rono i miei genitori di farmi fare rima lista e in effetti di poi c'era l'altro motivo che era quello che adulti cotanto socializzante mi piaceva stare con i compagni e le piaceva stare con i bambini e quindi loro i temi di una scelta giusta anche da parte dei genitori quindi ho frequentato le magistrali a castiglion fiorentino ok quindi il percorso è stato leggiamone leva delle elementari e poi l'attesa ok poi i casi gli obiettivi di istituto che effetto che è cinque anni no allora la 4a ok oggi 5 oggi cinque anni quindi da lì e poi è potuto accedere al concorso un corso a una graduatoria propri ghetti e quindi ho fatto all'inizio non diversi le supplenze e una di cose che oggi seguiranno anche ridicole ho fatto tre anni di scuola d arte arte ben sapete da che parte da dirti e c'erano parecchie persone analfabete e insieme analfabeti ti avevano della licenza della quinta e quindi io feci la domanda di cura segnata la fratta io tutte le sere escluso il sabato facevo scuola a un gruppo di persone di una certa età ma anche giovani ma anche anziani che non sapevano nemmeno firmare per andare per dire alla posta di suoni e quindi ho fatto che sui tre anni di questa alfabetizzazione poi ho fatto dei doposcuola in perché tutto questo le serviva per ottenere un punteggio che poi ha sommato ai voti del concorso a non avrebbe potuto aiutare per prendere il ruolo che ho capito è quindi questo è il percorso distruggerà la domanda un pochino più così più curiosa il primo giorno o comunque i primi giorni c'è la sensazione di paura di ricordo che le prime esperienze che ho fatto nella scuole che in italia non supplenze su pensi che i giorni una settimana tre giorni e mi ricordo che la prima volta che gli preparare per andare a fare la prima su pensa io la notte non dormì rimane e poi ero prima anche una certa esperienza che faris parti una quindicenne 12 makoun e farò ma come mi comporterò come si comporteranno i ragazzi invece devo dire che il primo giorno di scuola entra in una punta e ne trovai tra ragazzi di campagna ragazzini semplici affettuosi sono mi trovai quello di lasciava senza ero entrata con intesa e poi parlando con loro facendo divenire quello che avevano fatto di nuovo il momento si cominciò a lavorare in una maniera silena tant'è vero che mi ricordo sempre questa è stata una cosa che veramente non non dimenticherò la prima supplenza che feci questa punta dopo quanto dopo una ventina di giorni cade non è cessato la sofferenza ma arrivò la lettera una rete la dell'insegnante che mi ringrazia per il lavoro che avevo scritto bello e quindi anche questo video è una spina certa insoddisfazione delle forze maglia cioè è il mio lavoro peggiorano e quindi da lì poi il varesino ero debole supplenti fra nigol vi compose nel 72 e scelsi volontariamente il tempo pieno ok perché c'era già appunto il tema pedro e il vigore l'anno si ok e lettini non lo vollero assolutamente il nord volevano perché era diciamo faceva paura una paura queste ore la compresenza di altri insegnati toma io invece lo scelsi proprio come diciamo una scelta spontanea se se se se ne andai a capizzi e sono stata capezzine qualche anno e quindi come ti sei trovata benissimo subito con questo tempo che è ma si sa benissimo nel tempo pieno anche perché era organizzato diversamente da come era organizzato poi quando sono venuta poi cambiato diciamo un posto di lavoro era un verità perché eravamo in due in ogni classe sennò facevamo la mattina le materie curriculari e nel pomeriggio invece facevano diciamogli maher ieri arte cultura musica attività manuali facevamo tutti alternative alle curriculari e invece sotto l'altra tanto bene anche per per il carattere che cerco di andare la polizia però si è troppo dire colleghi che ho trovato a capezzine dove erano una famiglia loro e chi faceva musica era pronta a per tutte le classi chi faceva attività manuali era pronta a cogliere tutte le classi quindi c'è stato uno scambio di competenze e di solidarietà che ha lasciato tracce e mai imparato tanto anche per quanto venuta la faccia quindi nel senso il momento in cui si è entrata in ruolo ci sono stati poi però di percorsi di formazione che hai fatto perché mi hai chiarito quello che ha insegnato il traghetto con lo studio nico ha fatto un un papi è altissimo vi diciamo ricorsi ok corso di come ti ripeto educazione linguistica rievocazione storica geografica ho fatto una serie di corsi infiniti e vi dico che alcuni lasciamo il tempo che mentre altri immigrati da professori da anna moderni che levano la scuola del tempo pieno a favore quindi credevano in questo questo nuovo tipo di scuola provato tanto ma di certo non fatte per questo informazione continua quello resistenze stia votando anche a verde a chi vuol dire tagli segnate non ti lasci solo prendere dall'entusiasmo di insegnare ma deve aggiornarsi continuamente deve studiare deve vedere i nuovi processi perché è talmente difficile oggi insegnarli dispersa una volta che bisogna essere proprio veramente serrati nelle attività che si tutte si fa che sia da la sicurezza di poter affermare in modo ottimale cioè rampi perché poi il bambino sente un popolare tra i bambini lo sentono e come lo saranno tutti seguono e che se tu su siti non rende le s la voglia di sapere i bambini ti rispondono e parlando più dal punto di vista legislativo qualche legge che ti ricordi principalmente qualche cambiamento maggiore che ha risposta in questo lungo percorso quindi non solo viene in mente l'introduzione del maestro il cambiamento dal maestro unico ai moduli l'inserimento dei bambini con disabilità quindi insegnanti di sostegno non so qualche come il ripeto quando sono entrata a fare le supplenze eroina segnati unica ero tutti liberi poi quando nel 72 sono entrata di ruolo nel tempo pieno avevamo questa decisione e mattina curriculari e nel pomeriggio creatività della tv poi mi sembra nel 90 91 delle riprodotti moduli vengono introdotti moduli e quindi con l'introduzione di mobili di moduli di moduli anche diciamo l'introduzione di alcune figure come insegnati l'inglese come l'insegnante di religione che come l'insegnante d'appoggio in allora rapporto che avevamo fatto noi però devo dire che un insegnante che ha fatto diversi anni di esperienza personale credo che si avverte studiare le difficoltà come si può perire incontro soprattutto diciamo la vicinanza a questo bambino per me era importante tant'è vero che quando le prime insegnanti da cogliere non tutte erano laureati e dottori avevano questa specializzazione e quindi mi chiedevano come potevano aiutare vabbè io mi ricordo che progettava con loro quando eravamo dell'unione presentano con loro il programma e poi insieme debiti calamo se questo tipo di lavoro poteva andare non tanto di grado io mi sostituivo all'inserimento in appoggio e l'insegnante d'appoggio veniva sostituito minima classe questa bella cosa io che rimesta fanno cosa che a giocarla qui i bambini certo e che non vedevano più la figura dell'insegnante il rapporto come qualcosa solo per loro ma venendo che insegnava anche a tutta la classe e che io leggo la maestra e creo cinema questo bambino il distacco e dall'inerzia c'era un integrazione comunque e quindi i metodi di valutazione che sono cambiati tantissimo nel corso del tempo e quindi dove ti sei collocata the insomma in questa in questi cambiamenti e cosa ne pensi anche del io dico che allora quando ci fu questo repentino cambiamento dal volto alla presenza alla valutazione con i giudizi e liberi credo tutti e tutti noi si disse mamma mia ma come faremo perché era un problema nuovo poi dopo magari il primo anno diciamo così dopo il primario io personalmente mi sono accorta che era una cosa molto positiva perché il voto era un numero e quindi secondo me non deliberi il processo di aprile il bambino si va bene va bene e no come come ha raggiunto questo obiettivo come ha applicato il metodo che la scuola gli ha dato e secondo me questo non è da sottovalutare sono è vero che un lavoro un lavoro diciamo al tecnico faticoso perché lasciare una classe numerosa per il varo dio per ogni materia devi fare tutti questi giudizi però secondo me ho anche un modo proprio per aiutare meno aiutare sia le famiglie e la mia ma poi anche aiutare a te stessa perché io faccio un diciamo un diario dove ancora conservati molti dei giudizi che la dirigendoli leggerci ma guarda come rowe brera a sutri nel valutare effettivamente poi ha riscontrato che crescendo questi ragazzi hanno rispecchiato un po i dieci mesi e quindi credo che veramente il voto sia rispettivo non molto restrittivo poi sai il programma italiano e 15 siriani adegua certo forse sarà giusto opportuno specificare meglio nel giudizio finale queste varie tappe perché finale almeno rispetto al volto simbolo almeno i genitori e altri professori che prenderanno questi ragazzi avranno di sangue una linea guida un arriva un pochino più diciamo logica certo però come ritengo come ti dico io li devo che il voto non sia secondo me molto una prospettiva molto positivi dei premi delle punizioni non so non vino fa bene c'è un qualcosa che stimolare anche al risultato io ho sempre cercato di valorizzare il bambino in modo che si sentisse valorizzato e che forse sicuro di sé e che praticamente si sforzasse di dare il massimo certo non non posso dire che non ha politici per anni una punizione sempre inerenti a a far capire al bambino a fargli perdere consapevolezza di ciò che aveva sbagliato e di cercare insieme la motivazione e quindi anche la conseguenza della collezione un dialogo con doveva essere una posizione costruttiva credo che nella mia carriera ho valutato momento di più devo cercando di aiutare molto in più i bambini con difficoltà elogiandoli il usando ogni loro piccolo progresso perché non solo trovata anche una delle situazioni in cui notavo la possibilità di questo bambino di emergere e non ci riusciva le cause potevano essere molteplici però 1 secondo e una delle medicine più importanti e renderlo sicuro di se stesso e la sicurezza non c'è diciamo un modo [Musica] di tornare indietro e di la sicurezza c'è il modo di amare summit e con i genitori rapporto ma ci sono state delle incomprensioni con i genitori ecco facendo ora io tutto percorso di concerto e tanti anni fa scuola però con i genitori mi ricordo d'aver avuto sempre un diciamo di essere sempre stata corretta e poi andavano bene la lingua avevo sempre bisogno in modo educato perché ovviamente se no che l'insegnante sarei stato ma di dire quello che pensa e una raccomandazione che facevo sempre genitori se avete dei problemi siamo disponibili ad ascoltarli siamo disponibili ad allentare però della comanda dicevo suoi [Musica] io non è che cosa diciamo avere un'idea ben precisa di come si svolge oggi la scuola mi però ecco ho dovuto aiutare spesso i miei nipoti la più grande di ne va con me quindi aveva diciamo l'appoggio di una maestra cassin è anche la più piccola ha bisogno della nonna quello che io rilevo è che è difficile oggi fare scuola più di una volta più di una volta perché non bisogna assegnare compiti non bisogna far capire ai ragazzi che hanno sbagliato non vi sono insomma io vedo alcuni aspetti negativi che non sono colpa dell'insieme ma che sono colpa diciamo di dell'istituzione tal altro che effettivamente a volte è stata minata anche la gente che la scuola non l'ha mai vissuta in prima persona quello che noto di più però ci sono tanti tanti aspetti positivi per carità c'è nuovi modi di usare il computer quindi accrescimenti che non sono da sottovalutare quello che però è una difficoltà nell'acquisire in metodi quello che io notavo nipoti per esempio se io facevo una lezione di grammatica e in quel momento era stato spiegato l'aggettivo ecco io ero abituata nella mia classe che non ha risentito solo l'aggettivo mari partivo da a e cioè dalle prime nozioni di camastra e fino alla fine dell'anno per cui chi veniva interrogato alla fine dell'anno veniva interrogati su tutti in programma e questo secondo guidi fa sì che le competenze rimandi è un arricchimento continuo da riprendere continua meglio ecco io quello che più mi disturba ma dico senza colpevolizzare nessuno perché ovviamente avranno anche tanti altri lati positivi e privati che mi preoccupa di più è la posizione nel metodo di studio che poi uno si porta dietro perché è uno si porta dietro per tutta la vita e se uno ha un buon metodo lo 0 e lo studio questo meccanismo diciamo poi lo aiuta in ogni aspetto della vita nella futura nel diciamo nel nella socializzazione nella realizzazione di alcuni progetti personali proprio perché il metodo di studio ha veramente e ti ti fa diventare competente ma non come una competenza che tiri ma lo chiederò al consiglio prima di tutto di avvicinarti coni ed entusiasmo alla scuola perché la scuola si è fatta con un entusiasmo che dà più soddisfazioni e diventa meno facoltosi però questo non è tutto piacevole effettivamente la competenza studia con ho fatto io quale metodo di studio ai migliori per i bambini di questa insiste su questo metodo perché come togliere tognazzi il metodo è la strada che riaprì poi ornamenti studia le tue materie di competenza sì sempre solidali con i coltelli e aperta perché c'è sempre da dare ma c'è sempre anche tanto da imparare dai polli e vista cento in quelli che hanno l'esperienza mantini [Musica]

Scarica trascrizione

 

L’intervista (durata 20:52 minuti,https://www.youtube.com/watch?v=mmxb2xaglNM) ha per oggetto la testimonianza della maestra Migliori, entrata di ruolo nel 1972 nella piccola scuola di Fratta, frazione di Cortona, dopo aver frequentato l’Istituto Magistrale. Dal 2015 è in pensione.

Emblematico il ricordo dell’insegnante, quando, nel ripercorrere la sua storia professionale, menziona le sue docenze nei doposcuola e gli anni passati nelle scuole per l’alfabetizzazione degli adulti:

"Ho fatto tre anni di scuola di alfabetizzazione, c'erano parecchie persone analfabete e semi-analfabete che avevano bisogno della  Licenza della quinta Elementare quindi io feci la domanda, lavoravo tutte le sere escluso il sabato e facevo scuola a un gruppo di persone di una certa età ma anche giovani ed anziani che non sapevano nemmeno firmare per andare per dire alla posta. Quindi ho fatto questi tre anni di questa alfabetizzazione poi ho fatto dei doposcuola perché tutto questo mi serviva per ottenere un punteggio che poi ha sommato ai voti del concorso e mi avrebbe potuto aiutare per prendere il ruolo".  

Una memoria che evidenza sia quanto il precariato costituisse l’habitus professionale dell’insegnante (Causarano, 2018) sia quanto ancora in quegli anni fosse vivo il problema dell’analfabetismo le cui percentuali restavano allarmanti.

Entrata di ruolo l’insegnante sceglie volontariamente il tempo pieno, un’innovazione entrata nella scuola proprio nel periodo in cui la docente iniziava il suo incarico, dopo che negli anni precedenti un ricco dibattito culturale e la nascita di diverse esperienze locali gli avevano preparato il terreno:

"A Capezzine era organizzato diversamente da come era organizzato poi quando ho cambiato posto di lavoro a Fratta perché era  organizzato che eravamo in due, facevamo la mattina le materie curriculari e nel pomeriggio invece facevamo arte, cultura, musica, attività manuali, facevamo tutte cose alternative alle curriculari". 

Un modello che sopravvive ancora oggi: l’attuale normativa italiana, secondo quando definito dall’art 4, comma 3 del Decreto del Presidente della Repubblica n. 89 del 2009, prevede che la Scuola primaria possa essere organizzata secondo diversi modelli tra i quali appunto il “tempo pieno”, caratterizzato da 40 ore settimanali di attività scolastiche, comprensive delle ore di mensa. L’insegnamento, in questo caso, è svolto principalmente da due docenti, che si alternano nella presenza in classe, ma alcune attività, come l’insegnamento della lingua inglese e della religione cattolica, possono essere svolte da insegnanti con specifica qualifica.

 

Nell’intervista si affrontano altri temi importanti come il passaggio alla “scuola dei moduli" e  della pluralità dei docenti , nata negli anni ’90 con la Legge 148. Dopo oltre un secolo di storia della scuola elementare italiana, scompariva il maestro unico e da quel momento in classe si sarebbero avvicendati tre o più insegnanti titolari di ambiti disciplinari differenziati.

L’intervista si conclude affrontando il problema della valutazione nella scuola primaria, il tema del passaggio dal voto ai “giudizi”:

"quando ci fu il repentino cambiamento dal volto alla valutazione con i giudizi, credo tutti, tutti noi si disse -mamma mia ma come faremo- perché era un problema nuovo. Poi dopo il primo anno  io personalmente mi sono accorta che era una cosa molto positiva perché il voto era un numero e quindi secondo me non delinea il processo di apprendimento del bambino,  come ha raggiunto questo obiettivo come ha applicato il metodo che la scuola gli dato. Il voto non è esaustivo".

 

Come consiglio alle future generazioni di docenti la maestra consiglia entusiasmo, competenza, metodo,  condivisione e solidarietà con i colleghi.

 

 

 

Fonti

Fonti bibliografiche:

G. Bandini, S. Oliviero, Public History of Education: riflessioni, testimonianze, esperienze, Firenze, Firenze University Press, 2019.

P. Causarano, Riforme senza storia. Insegnanti di storia e reclutamento professionale nella scuola italiana all’inizio del millennio, «Italia contemporanea», vol. 286, 2018, pp. 239-256

D. Capperucci. "La valutazione degli apprendimenti in ambito scolastico." Promuovere il successo formativo a partire dalla valutazione, Milano, Franco Angeli (2011).

T. De Mauro, Storia linguistica dell'Italia unita, Roma, Laterza & Figli Spa, 2017.

M. Galfrè, Tutti a scuola! L'istruzione nell'Italia del Novecento, Roma, Carocci, 2017.

S. Oliviero, La scuola media unica: un accidentato iter legislativo, Firenze, CET, 2007

P. Triani, "Il tempo pieno nella scuola primaria italiana." STUDIUM EDUCATIONIS-Rivista quadrimestrale per le professioni educative 2 (2017): 81-92.

 

Riferimenti normativi

 

Legge 5 giugno 1990, n. 148. 1. La scuola elementare, nell'ambito dell'istruzione obbligatoria, concorre alla formazione dell'uomo e del cittadino secondo i principi sanciti dalla Costituzione e nel rispetto e ne1la valorizzazione delle diversità individuali, sociali e culturali

Decreto del Presidente della Repubblica n. 89 del 2009 Revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione

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