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Da precaria, sempre ai margini. Memorie di un'educatrice

Editore:
Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze
Luogo di pubblicazione:
Via Laura, n. 48, 50121, Firenze (Italia)
Codice ISSN:
2785-440X
Autore della scheda:
DOI:
10.53221/1469
Scheda compilata da:
Chiara Martinelli
Pubblicato il:
27/02/2022
Nome e cognome dell'intervistatore:
Giulia Mascagni
Nome e cognome dell'intervistato:
Valentina Becatti
Anno di presa di servizio dell'intervistato:
1996
Categoria dell'intervistato:
Educatore
Livello scolastico:
Nido d'infanzia
Categoria professionale dell'intervistato:
Educatore servizi per l'infanzia
Data di registrazione dell'intervista:
21 novembre 2021
Regione:
Toscana

Indicizzazione e descrizione semantica

Identificatori cronologici:
1990s 2000s

nome cognome luogo di nascita e da di nascita valentina bè mattinata siena 29 se 1973 quale sposa il suo percorso di studi dunque ho fatto l'istituto magistrale il primo corso quinquennale sperimentare mi sono ritrovati al 92 poi ho fatto l'università ho fatto la facoltà di lettere e filosofia indirizzo filosofia filosofia a indirizzo antropologico quindi una laurea vecchio ordinamento in quale anno inizia a lavorare e quale ruolo rivestiva nell'ambito educativo giusti allora ho iniziato a lavorare in ambito educativo intorno al 96 97 ho fatto le prime supplenze per il comune di siena nel materne e nei miti del comune poi dal 1999 ho creato una operativa sociale un altro due soci e ho aperto da zero nido dove ancora lavoro quindi solo all'attuale e questo dunque sì il mio ruolo è sempre stato quello di educatrice comunque ho anche quando facevo le supplenze ovviamente di maestra nella scuola dell'infanzia qui ho sempre avuto il ruolo di educatrice dal quando l'asilo nido è stato accreditato quindi direi da fare 2016 ricopro anche il ruolo di coordinatore pedagogico i primi servizi in cui ha lavorato e tipi di servizi per l'infanzia erano allora dunque avendo lavorato comunque nella seconda metà degli anni 90 c'era già una forte interesse all'aspetto educativo non come ora però comunque direi l'aspetto educativo era comunque abbastanza considerato certo c'erano aspetti educativi diversi anche nella scelta dei materiali mi viene in mente mi viene in mente nel per quello che riguarda giochi strutturati insomma c'era ancora parecchio nella fase per esempio del lavoretto anche nel nido oppure dei giochi di plastica c'era ancora l'idea e il colorato per esempio potesse attrarre l'attenzione cioè diciamo che [Musica] mi viene in mente come se ci fosse stato come se fosse anacronistico quello che si vive ora c'è una sorta di ritorno all'educazione naturale che è antecedente a quello che succedeva nella anni fine anni 90 primi anni 2000 dove appunto c'è stato un l'esclusione del colore l'esplosione di tante altre cose e poi siamo ritornati i cerchi in un certo qual modo indietro ora che ora rifacevano questi servizi allora le materne ora ci fa memoria mi sembra che facevano dalle 8 e qualcosa fino alle 16 e 15 16 e 30 e forse erano già chiuso il sabato mentre il nido faceva dalle 7 40 alle 15 e 40 sono quasi sicura e era aperto anche il sabato mattina 7 40 13 e 40 da quali figureranno un posto il personale e di quale sesso allora il personale era un polso io ho sempre incontrato colleghe donne non ho mai avuto un collega uomo nella figura dell'educatore soltanto per quello che riguardava gli ausiliari nella man e le materne ho incontrato due volte figure maschili però in realtà diciamo che sia sugli educatori sulle maestre per quello che riguardava l'infanzia e anche sul sugli ausiliari e c'era una netta proprio predominanza di sesso femminile assolutamente checa pianta aveva sia riguardo bambini e personale allora avendo non avendo avuto io comunque posto fisso dove lavoravo prima di comunque di lavorare nel privato e girando vari servizi diciamo le capienze erano diverse comunque per quello che riguardava le strutture comunali erano sul tia al grande capienza insomma si parlava di nell'ordine delle 3 4 sezioni sia sul nido e che sulla materna mi pare insomma sui media minimo c'erano la tanti diversi semi divezzi più si saliva con l'età e più sezioni c'erano insomma anche nella materna genere si navigava sull'e45 sezioni appieno areo di 25 28 bambini quindi si parla di strutture piuttosto grosse come era il rapporto con le con le colleghe c'era una struttura gerarchica allora ovviamente il punto di vista di chi ha sempre fatto sostituzioni un punto di vista diverso di chi comunque ha un incarico anche magari di sostituzione va annuale perché imposte comunque un lavoro sul lungo periodo io un povero giovane però le prime esperienze un po non ho mai fatto supplenze più lunghe del mese mese e mezzo diciamo che uno era coinvolta nell'aspetto educativi cioè mi dicevano quello che si doveva fare e quello facevo questo ricordo particolare per esempio della supplenza nel nido di una supplenza del nido in cui mi sono fatto fare 740 credo per 2 3 settimane di fila all'apertura proprio perché comunque quindi diciamo e non posso parlare li di collegialità né di lavoro dei assolutamente questo è venuto dopo quando lavorava un proprio quando lavoravo nel mio e credo che comunque sia anche una scoperta relativamente recente perché norma fa noi ci sarà un percorso particolare perché ci sarà un percorso che nasce prima da un'amicizia e di conseguenza siamo sempre stata abituata al dialogo al confronto e quindi anche prima che poi fosse normato però dire che l'esperienza d'uso in ambito lavorativo estra imprenditoria tra virgolette non è stato sicuramente non è stato sicuramente costruttivo più che altro quindi come veniva preparato il programma educativo a io questo non partecipano io ho trovato sempre vi ricordo sul nido la sezione dei diversi c'era un interessante progetto sul colore sulla scoperta del colore e io avevo anche fatto qualche domanda insomma sempre stata abbastanza tenuta a margini soltanto un ricordo piacevole ed un educatrice che faceva una sostituzione annuale che poi lo incontrava nella miele tra l'elementare un concorso che aveva un po preso sotto la sua ala protettrice e mi raccontava quello che veniva fatto perché lei ovviamente era più inserita all'interno del collettivo dovendo fare una sostituzione di un anno invece a una materna mi ricordo di essere stata lasciata sola con una sezione di tanti bambini nel momento del pranzo e io non sapevo che mette le mani e ho trovato un'ausiliaria e s'è reso conto delle difficoltà che avevo e mai aiutato parecchio di altre colleghe assolutamente quali erano le proposte educative facevano i bambini se ci partecipa v ma allora io le proposte educative erano abbastanza dunque una volta sono stata su con i lattanti per esempio e con tanti era tutto un po proprio poco programmato proprio abbastanza legato esclusivamente alle lusinghe e tra l'altro io quando sono sta nella sezione lattanti si parla di oltre metà anno educativo e non è che era il momento dell'ambientamento e quindi ci poteva essere quella fase di transizione dove proprio non lo stai così ha attaccato anche a un discorso di progettazione ma appunto porti daddy proprio di più a quelle sono le abitudini per traghettare questi bambini all'abitudine coi della vita in comunità in realtà progettazioni io non ne ho non ho mai vista insomma era tutto però dare peso essendo comunque un'esperienza di supplenza e nemmeno nel lungo periodo probabilmente la d'uso a questo capo giocatori o formatori esterni e si occupavano di realizzare progetti e laboratori allora qua nella materna sicuramente ho il ricordo di una di un laboratorio musicale fatto con una maestra di musica e veniva da fuori questo assolutamente proprio me lo ricordo bene e oltre oltre no gli subito specialmente proprio non non ricordo di figure esterne potessero essere venuti a fà qualsiasi tipo di cosa se ti è capitato come venivano coinvolti i bambini con difficoltà allora bambini con difficoltà francamente l'ho incontrato uno nella materna ma si parla di un handicap grave che aveva il proprio non avevo sono mi ha addirittura era sì proprio un handicap grave in sedia a rotelle 15 aveva una figura di riferimento per tutta la durata della permanenza nella struttura quindi altre esperienze non ci ho mai avute nel nel pubblico come si sviluppava una giornata tipo allora la giornata tipo francamente non era molto dissimile da quella e poi noi abbiamo sviluppato nel nel nel privato e neanche troppo dissimile da quello che poi si fa ora quindi direi che forse la cosa è rimasta più invariata nel tempo è cambiata meno perché comunque la punta sul nido specialmente gli appuntamenti routinari rimangono e quelli ci sono ci sono comunque lo rare io l'ho rari e trovavo nel mito 25 anni fa quasi 30 sugli stessi orari d ora per esempio mi viene in mente l'orario della colazione l'abitudine della colazione con la frutta fresca l'orario del pranzo sempre veniva sempre fatto comunque all'indice e mezzo quindi direi in questo senso l'organizzazione della giornata è cambiata poco chi si occupava dell'igiene dei bambini dell'igiene dei bambini si occupavano le educatrici o anche questa cosa che non è mai che non è mai cambiata nel tempo venivano affidati compiti di responsabilità i bambini allora no francamente anche l'abitudine delle abitudini e sono abbastanza recenti del presente di coinvolgere bambini nel momento dell apparecchiare del momento nel momento sporzionare no l'undici compiti e venivano affida a bambini erano i mettere a posto su con i diversi c'era dice all'abitudine quando si buttava l'area mettevano a posto e poi c'è una cosa in questo nido c'era la palestra la prima piscina di palline e i bambini erano stati abituati a togliersi le scarpe per entrare dentro la dentro la palestra perché non c'era ancora l'abitudine di togliersi le scarpe né dealing mettendosi e antiscivolo ma neanche mettendosi delle pantofoline bambini all'ingresso entrano le scarpe rimangano le star pensione come si sviluppava il momento del sonno allora al momento del sonno anche questo è un momento che non dove io non ho trovato nessuna variazione ecco i bambini quando sono stata lì la tanti i sonnellini della mattina c'era già la discutere di per esempio a volte addormentarli nel passeggino perché era un modo più per darli in maniera più diretta per farli sentire più contenuti 6 se vi sono delineeranno brevi altrimenti verranno portando il dormitorio e dunque la il dormitorio per i piccoli ci aveva lettini con le sbarre mentre penne quando sono stata con i diversi avevano le brandine come quelle del della materna forse una cosa è cambiata è stata l'abolizione delle signore sbarre era una cosa e anche noi nel privato appena aperti avevamo questi obiettivi da campeggio perché ancora c'era l'idea del comunque del contenimento l'idea anche del dell'essere pericoloso comunque dormire in un lettino e non avesse anche una prossima donna piccolina di a protezione quindi questo direi è stata una conquista del tempo gli oggetti utilizzati per il riposo erano messi a disposizione dal nido quindi gli oggetti utilizzati per ricorso erano mi sembra erano tutti messi a disposizione dal nido nel nella materna no nella madre una notte c'erano i sacchi già mentre nel nido si era tutto messo a disposizione i bambini dopo veniva da una merenda già 20 anni fa i bambini facevano merenda facciamo e renda sia nella nel mito che nella materna c'era proprio l'abitudine della colazione a metà mattina a pranzo e poi e poi merenda e vedo che si sia persa poi questa abitudine nel tempo e meno della materna sono quasi ora parlo da mamma i consumi e la cultura della televisione entravano all'interno del nido tipo ad esempio indumenti di cartoni animati giocattoli costosi vestiti di marca era presente erano presenti nei bambini allora diciamo che io qui si sta parlando di credo che la cultura del bambino griffato sia più un retaggio del degli anni duemila una cosa da millenni come va di moda ora penso che prima fosse stato meno cio era più più raro vedere il bambino certo si vedevano le differenze c'era il bambino che veniva all'asilo vestito in un certo modo e il bambino che veniva vestito all'asilo con la scusa perché si premiava la comodità alla materna usava ancora il grembiulino quando io facevo che poteva essere un modo per uniformarli da una parte anche se secondo me aveva degli svantaggi degli svantaggi no secco in definitiva c'era una cosa curiosa che quando bambini sempre ritornando a questa scoperta a questo progetto di scoperta del colore gli venivano messi i grembiulini sopra questi grembiulini e ci aveva il nido in dotazione un po più drastico e ripensandolo col senno di poi era una cosa cioè era quasi un passarmi indirettamente il messaggio che quando si giocava non ci si deve sporcare e mi viene da ridere perché poi dopo se lottato per superare proprio il tabù dello sporcare devo sporcarsi quindi direi anche l'educazione è stata fatta di corsi e ricorsi storici faceva riuscire all'esterno uscite scusa facevate uscite all'esterno del nido allora io sinceramente le uscite all'esterno del nido quando ci sostanza ma state fatte non è che c'erano e francamente anche se non ho nemmeno mai sentito parlare dalle colleghe o pianificare però ripeto probabilmente è stato un periodo poi era era la metà dell'anno educativo tutte e due le volte e quindi forse sul finire anche a mo di digitare da questo non me ne rendo conto come era il rapporto con le famiglie facevano incontro al sostegno della genitorialità allora anche questo è una cosa di cui e nel periodo ci sono stata io perché diciamo che l'esperienza più lunga l'ho avuta comunque nella materna e non tanto nel nido però francamente io non ne ho non ho mai sentito parlare quindi diciamo e non sa 3 non c'era da rispondere posso dire nel privato già prima degli anni 2000 quando noi già subito si è iniziato e ci siamo subito appoggiate a una psicologa che oltre a essere d'aiuto a noi perché ci ha formato sul come tenere rapporti proprio le famiglie coi genitori poi già dai primi anni se qui s'è preso l'abitudine di fare comunque una tavola rotonda all'anno con i genitori prima più ad impronta psicologica ovviamente poi nel tempo ci sono state e chesta la specializzazione delle figure professionali con il fisioterapista odia chiuso per le divise da però ecco all'inizio già comunque c'era un sostegno alla genitorialità questo indubbiamente un delle figure di riferimento che viene in mente un anno dove si è fatto si affronta una gelosia fra fratelli perché c'erano diverse mamme incinta del secondo figlio oppure sempre con la prima psicologa 2 st affrontato il tema dell'allattamento prolungato perché erano i primi anni in cui i pediatri iniziavano a caldeggiare l'allattamento a richiesta e quindi l'allattamento a richiesta poi portava che se il bambino lo richiedeva fino a 18 24 mesi diciamo sono stati i primi anni in cui e quindi ci sono state né mai c'erano delle mamme confuse insomma sostegno alla genitorialità noi era iniziata a farlo con i primi anni quindi presumibilmente forse anche i nidi comunali iniziavano come era la festa di fine anno scolastico arriva la festa non ne hanno non sinceramente neanche alla pianificazione ma partecipato però certo un tagliando che ci sia penso che ci sei ci si sia stata io lo posso dire è che già sul privato ecco noi è un'abitudine che se sempre avuto sia già al primo anno e si è aperto tra iniziato sul mero quindi con la festa di natale con la festa di fine anno ecco faceva le formazione fuori o dentro al mido se veniva fatto allora ovviamente io essendo supplente non avrei neanche potuto partecipare presumo alla formazione posso dire che l'esperienza sul privato i primi anni di privato sono state anni di totale abbandono misura addirittura non c'era neanche una legislazione di riferimento non si è aperto nel 99 la prima legislazione di riferimento mi pare sia di fine 2001 primi 2002 ecco noi dall'ice iniziato a essere normale l'obbligo di formazione e addirittura molto posteriore e tra l'altro credo che ancora oggi riguardi solo nidi accreditati non so neanche se i nidi solo autorizzati hanno comunque un obbligo normativo probabilmente sì comunque sia diciamo noi i primi anni non ci siamo cioè non si facevano formazioni specifici specifiche o aggiornamenti era proprio una cosa e partiva da noi con del appunto con questa psicologa in cui nome sarà iniziare un rapporto professionale e che ci ha seguito sotto vari aspetti però non si parlava di aspetti precisi dell'educazione la formazione più legata all'educazione è una cosa di una decina 12 anni fa all'inizio si è iniziato da sole appoggiandosi a professionisti privati e poi dopo col tempo abbiamo iniziato a questa prosa degli ultimi anni a partecipare alla formazione zona le quali sono stati i contenuti che sono poi entrare a far parte del suo bagaglio professionale o anche personale in merito alla formazione però quindi degli ultimi anni allora assolutamente ogni formazione e arricchente io credo che però specialmente quando e tanti anni e si fa questo lavoro che ci tengo a dire si impara a come tutti i mestieri assolutamente con l'esperienza più che con la teoria perché la teoria si supporta è utile indispensabile necessaria assolutamente però poi di fatto quello è fondamentale è la pratica e quindi con gli anni la formazione impari anche a prendere le formazioni come un bagaglio ma a leggerlo e un occhio rischio cioè a non prendere come oro colato tutto belletti viene detta le formazioni se posso fare un esempio vi viene in mente il progetto della regione reggere forte dove io ero molto scettica sul potere avere un incremento del tempo da attenzione abituando bambini alla lettura in realtà quello che diceva chi ci formava sulla frase a è stata una cosa e ha premiato è in realtà i bambini sia bifano a leggere di più però per esempio gli stessi formatori si dicevano che l'educatore deve leggere se i bambini se ne vanno non importa se bambini giorno non importa tanto ascoltano comunque tanto prima o poi ritornano l'esperienza per esempio invece insegna che i bambini certamente non ci vanno tenuti con la forza sedute ascoltare un libro però di vanno limitate comunque i momenti le cose comunque le possono ritrarre ecco quindi l'esperienza ti insegna xvi la formazione arricchisce però è anche vero che ci metti del tuo veniva fatta rete con il territorio tipo con associazioni ma la rete con il territorio credo che sia io lumi ci sono ma ritrovata ma credo per esperienza che sia una cosa molto recente insomma tutto quello e verticali fa ho scoperto recenti anche se poi di fatto da scoprire c'era niente insomma era una cosa che per riparo da una risorsa si sapeva però non regge un osso però non veniva promossa appunto venivano documentate le giornate o le attività educative allora io assolutamente ricordo di è questa la trovo una cosa molto attuale una cosa che non è cambiata o ricordo proprio di questa esperienza sul colore era stata fatta in questi bambini tutta documentata con delle fotografie all alle pareti della sezione quindi direi assolutamente è un modo di documentare molto attuale no di fatto però è anche vero che la fotografia poi di fatto è sempre stata il momento che immortalava quell'attimo e anche nel privato cioè noi quando s'è aperto si è preso da subito l'abitudine di far portare ogni bambino una macchinetta fotografica di difesa e getta e venivano poi esatto venivano restituite centro che le facevano stampare ogni bambino ci aveva la sua con nome e l'attimo come ora si fa magari un telefono però c'era comunque una voglia di documentare di restituire di far uscire a voi la mens quali erano gli strumenti per osservare i bambini nel percorso educativo ma gli strumenti diciamole fondamentalmente sono sempre rimasti restituiti e forse erano meno normativi quanto sono normati ora però lo strumento principe io credo e che è vecchio come come l'uomo è l'osservazione si osserva la punta si discute e cioè almeno per quello che riguarda la mia esperienza più viva che è quello del privato comunque un'abitudine sta sempre avuto insomma non era meno normata era più lasciata a se stessa però di fatto era è sempre stato così no perché era naturale alla fine per durare perché l'osservazione nota una frase insomma di fatto no si ricorda di particolarità che possono essere definite peculiari del servizio educativo in cui lavorava ora prima dice vide della documentazione erano forse sì una delle cose è con me ma ma proprio un ha colpito di più è stato questo modo di documentare e di attaccare alle pareti e poi a staccare la fotografia dei paesi a quella d'ufficio duplice valenza e mi viene poi di fatto riconosciuto anche ora perché da una parte è vero che i documenti rendiconti alle famiglie ma è anche vero e dai al bambino modo di rivedere 11 un'attività passata e questori consente di far gioco sulla sua memoria e quindi di rivivere nella sua testa l'esperienza e di rielaborarla quell'accordo insomma quindi quella la trovavo sicuramente rosa molto attuale assolutamente un'altra cosa molto attuale era l'uso del fuori perché già all'epoca i bambini vengono portati fuori anche d'inverno da questo mentre questa è una differenza voi privato privato ha sempre la necessità di compiacere purtroppo di più le famiglie perché comunque se non c'è urgenza cioè per timore o esatto e quindi quando le famiglie diciamo una cosa relativamente recente quella di uscire con tutte le temperature uscire con tutte le situazioni di mate prima le famiglie avevano piacere se raffreddarsi stare dentro e quando 66 privato devi anche fino a un certo punto con piacere le famiglie poi ovvio vederli anche portare dalla sua parte senza scontro però in genere portare le persone dalla propria parte convincendole richiede tempo e quindi e come memoria della vs o noi per per anni si sono fatti i lavoretti cioè il genitore ci va un pochino tra che traghetta né che dallo già domani poi ovvio allora non si fa più nessun lavoretto perché noti contri a metà strada atto esatto ecc e le devi devi accompagnare piano piano cosa che il pubblico si permette anche di non fare perché se tenta un giorno all altro fare un cambiamento la reale ne sono sì sì esatto grazie valentina 31 minuti come stato bravissimo

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L’intervista, della durata di 31:40 minuti (link: https://www.youtube.com/watch?v=qelh2OToEEY), ripercorre le memorie professionali di Valentina Becatti. Nata nel 1973 a Siena, ha conseguito il diploma presso l’Istituto magistrale a sperimentazione quinquennale. Ha successivamente proseguito gli studi, conseguendo una laurea in Filosofia a indirizzo antropologico. La sua esperienza professionale si è sviluppata dal 1996-97, quando ha cominciato a lavorare come supplente nei nidi d’infanzia e nelle scuole d’infanzia. Sono state tutte e sperienze brevi, non superiori al mese, caratterizzate da scarsa continuità educativa. Nel 1999 ha aperto, insieme a due sue colleghe, un nido d’infanzia privato, di cui dal 2016, in seguito all’accreditamento, è stata nominata coordinatrice pedagogica. Il coordinatore pedagogico, con il D.Lgs 65/2017, è diventato del resto una figura obbligatoria nei nidi d’infanzia.

Interessanti sono i confronti compiuti da Becatti tra l’esperienza svolta da precaria nel pubblico e quella, a tempo indeterminato, compiuta nel privato. L’esperienza di supplente non si configura, complessivamente, come un momento arricchente e positivo: spesso la videointervistata rimarca di esser stata tenuta ai margini dalle colleghe, che talvolta le imponevano i turni più gravosi senza interpellarla. Sintomatico, ad esempio, che nel corso di una supplenza presso i nidi d’infanzia sia stata sempre inserita nel turno mattutino che cominciava alle 7.40. Tale posizione marginale si ripercuoteva anche nelle occasioni di apprendimento, estremamente limitate: quando talvolta provava a chiedere ragguagli su progetti che comunque era chiamata a eseguire, o non le venivano fornite risposte o le veniva detto esplicitamente di non porre domande. Le eccezioni erano dovute a figure episodiche – tra queste, Becatti cita una supplente annuale in un nido d’infanzia e un’ausiliaria in una scuola d’infanzia. Tale situazione, oltre ad aver presumibilmente condotto Becatti sulla strada dell’imprenditorialità privata, getta una luce sinistra sulla formazione in servizio e sulla collegialità della scuola degli anni Novanta: «non posso parlare di collegialità né di lavoro d’equipe», afferma infatti al m. 7.40.

Per quanto riguarda la gestione e la quotidianità del nido che gestisce da più di venti anni, Becatti rammenta la marginalità del settore privato, per il quale non era prevista nemmeno una specifica normativa: «i primi anni di privato sono stati anni di totale abbandono addirittura non c'era neanche una legislazione di riferimento noi s’è aperto nel ‘99 la prima legislazione di riferimento è del 2001 2002» (m. 22.02 e ss), afferma, citando la Legge Regionale 26 Luglio 2002. In questo abbandono rientrava anche la sfera della formazione, perseguita, nei primi anni, in maniera estemporanea e su spinta personale, attraverso la collaborazione con una psicologa che curava le azioni di supporto alla genitorialità (Catarsi 2009 a). Solo recentemente, i nidi accreditati sono stati inglobati nei piani di formazione in servizio previsti per i nidi comunali.

Mentre gli orari e le scansioni della giornata sono rimasti invariati, a mutare sono state le attività proposte ai bambini e le strutture utilizzate. Sul primo fronte, infatti, Becatti sottolinea la maggior insistenza sullo sviluppo delle autonomie attraverso attività come la preparazione della tavola per il pranzo (Macinai e Oliviero 2019, 164); rimarchevole è inoltre la riflessione sul diverso atteggiamento che, nel corso degli anni, è stato sviluppati nei confronto dello sporco: «ripensandolo col senno di poi era una cosa cioè era quasi un passare indirettamente il messaggio che quando si giocava non ci si deve sporcare e mi viene da ridere perché poi dopo si è lottato per superare proprio il tabù dello sporcare dello sporcarsi l’educazione è stata fatta di corsi e ricorsi storici» (m. 17.48 e ss). Per quanto riguarda le strutture utilizzate, la videointervistata insiste sui giochi in materiali naturali e sulle brandine, che hanno sostituito i letti con le sbarre: «perché ancora c'era l'idea del comunque del contenimento l'idea anche del dell'essere pericoloso comunque dormire nel in un lettino che non avesse una sbarrina piccolina di protezione» (m. 15.12).

Nella conclusione dell’intervista, Becatti sottolinea il diverso rapporto con il genitore che il nido privato deve stabilire rispetto al nido d’infanzia pubblico: mentre nel secondo è più facile introdurre cambiamenti radicali, nel primo i genitori devono esservi abituati e, progressivamente, traghettati (Catarsi, 2009 b).

Fonti

Fonti bibliografiche:

G. Bandini, S. Oliviero, Public History of Education: riflessioni, testimonianze, esperienze, Firenze, Firenze University Press, 2019.

E. Catarsi, L’educatrice della prima infanzia in Italia. Professionalità e formazione, in Fortunati A. (a cura di), Il sistema integrato dei servizi educativi per la prima infanzia, Junior, Bergamo, 2009 a.

E. Catarsi, I genitori crescono con i figli: l’esperienza del nido e dei servizi per l’infanzia, in Fortunati A., Tognetti G.  (a cura di), Famiglie, servizi per l’infanzia e educazione familiare, Junior, Bergamo, 2009 b.

 

Fonti normative

Decreto Legislativo 13 Aprile 2017, n. 65, Istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino ai sei anni, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera e), della legge 13 luglio 2015, n. 107 (GU Serie Generale n. 112 del 16-05-2017 – Suppl. Ordinario n. 23), permalink: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2017/05/16/17G00073/sg

Legge Regionale 26/07/2002, Testo unico della normativa della Regione Toscana in materia di educazione, istruzione, orientamento, formazione professionale e lavoro (Bollettino Ufficiale n. 23, parte prima, del 5 agosto 2002), permalink: http://raccoltanormativa.consiglio.regione.toscana.it/articolo?urndoc=urn:nir:regione.toscana:legge:2002-07-26;32

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