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Dal Consorzio al Comune. Memorie di un'educatrice

Editore:
Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze
Luogo di pubblicazione:
Via Laura, n. 48, 50121, Firenze (Italia)
Codice ISSN:
2785-440X
Autore della scheda:
DOI:
10.53221/131
Scheda compilata da:
Chiara Martinelli
Pubblicato il:
26/10/2021
Nome e cognome dell'intervistatore:
Lucrezia Bozzolo
Nome e cognome dell'intervistato:
Beatrice Gori
Anno di presa di servizio dell'intervistato:
1979
Categoria dell'intervistato:
Educatore
Livello scolastico:
Nido d'infanzia
Categoria professionale dell'intervistato:
Educatore servizi per l'infanzia
Data di registrazione dell'intervista:
17 febbraio 2020
Regione:
Toscana

Indicizzazione e descrizione semantica

Identificatori cronologici:
1970s 1980s

allora quale percorso di formazione sia come ha iniziato lei tramite già fatto concorso sono entrata tramite concorso io non avevo il diploma magistrale ma il concorso era aperto che aveva comunque o diploma di scuola media superiore io nel periodo stavo facendo l'ultimo anno universitario di pedagogia firenze quindi diciamo era erano materie che come volevo e trattano settore e quando ha iniziato lei a fare l'educatrice quando è stata del primo concorso che facevo nella pubblica amministrazione lì era bandito dal consorzio socio solitario e era io sono entrata che sembra lavoro a ottobre c'è tanto così ho fatto visto aperto il 7 ottobre del salento è terra lavorato a ottobre versi e taxi e poi nel nell'ottanta ho visto è passato al nero se talora pubblica istruzione dell'amministrazione comunale vedi è passato dal consorzio socio sanitario all'amministrazione comunale e ha sempre lavorato in quel nido ho lavorato per pochi anni perché poi feci richiesta per andare a lavorare in biblioteca e ed ottenne di andare a lavorare biblioteca poi anni anni dopo ho fatto concorso per direttrice della biblioteca e poi sono diventata responsabile dell'unità operativa istruzione e cultura del comune di ceci con capito quindi ci sono gli anziani per le cose belle epoque e circa si ricorda anche anni avvenuta vicino magazzino dunque io penso non me lo ricordo esattamente nei primi anni 80 mila mentre si è il contesto politico del periodo si ricorda un po il sindaco persone e quando entrai all'asilo nido del consorzio socio sanitario c'era luciano caduti e poi invece quando dalla seriamente sono passate al comune sindaco era riccioni assessore e b se non mi ricordo se era gia il professor piero neri con furia se lui è stato dopo non me lo ricordo i cambiamenti così la vetta lambardi or do io sono entrata era assessore alle istruzioni e i cambiamenti politici hanno influito un po sul sistema del nido sono stati cambia miglio che altro ha pulito diciamo l'esperienza nostra e quindi poi in accordo con la pole con la politica e con le organizzazioni sindacali del comune abbiamo dato un'impostazione lavoro ad un certo tipo perché quando siamo entrati a lavorare all'asilo nido eravamo tutte molto giovani avevo 24 anni e le altre qualcuno era di un giovane ho alcuna avevo qualche anno più di me ma li fa era più o meno quella ea parte un forse una due persone aveva fatto concorso di natura teorica e non avevamo esperienza pratica eravamo state vi ricordo dopo aver vinto il concorso e prima che aprisse eravamo stati portati in un asilo nido di livorno per vedere più o meno funziona ma insomma diciamo che avevamo bisogno poi rifarci sul campo sì ma se non è semplice le relazioni con l'esterno no abbiamo avuto problemi ci seguivano molto e mi ricordo molte riunioni dove ci chiedevano di zuma relazioni dove si interloquiva sempre in funzione del miglioramento del servizio di cerano attenzione c'era una grande attenzione che si sia anche sia dal consorzio socio sanitari all'inizio che poi a maggior ragione dall'amministrazione comunale che aveva poi ci aveva di ricette della produzione che aveva proprio la formazione specifici ma da diciamo e ci sono stati scambi l'interesse con altre regioni qualcosa o l'emilia romagna ma non me lo ricordo mi ricordo la posa delle via romagna che era già all'epoca all'avanguardia per il discorso dei miti no ma eravamo seguiti molto sono sempre stati molto seguiti corsi di aggiornamento stati seguiti tantissimo sì sì per questo ne ho un buon un buon ricordo i ruoli come erano certo c'è la coordinatrice c'era in realtà no c'erano c'era c'è stato un core di c'era un coordinamento ma era rovinato da noi diciamo che non c'era un vero e proprio responsabile all'interno della struttura c'era il dirigente del settore scusami si ricorda di orario ricopriva le all'incirca facevamo dei turni dunque mi sembra che erano sei ore quindi che entrava alle 10 usciva faceva all'ultima uscita chiara alle quattro del pomeriggio e che entrava alle 8 usciva alle 22 era fino alle 16 l'asilo copriva l'orario fino alle sedie c'erano due uscite insieme a mezzogiorno un'ora e mezzo per la prima uscita e poi la sandrucci cara dalle tre e mezzo alle quattro del pomeriggio per rivivere rimanevano a dormire a quanti bambini all'incirca seri ma veramente 30 30 sul nuovo all'inizio mi sembra cinque insegnanti con trenta bambini sono delle difficoltà che porta al numero c'erano delle difficoltà per la mancanza di esperienza nostra non mi ricordo che non abbiamo fatto un grande inserimento negli anni successivi è stato fatto un grosso lavoro sull'inserimento dei bambini che continua tuttora in maniera tale da inserirli gradualmente invece li in vennero inseriti abbastanza velocemente e quindi diciamo sì ci furono delle difficoltà questo senso per noi ed è più che altro brivido perché abituarsi improvvisamente vada lì all'altezza un orario abbastanza lui non me lo ricordo ma mi sembra di ricordarmi che non c'era per bell inserimento graduale per cui ora prima venga autore assistano genitori poi dopo vengano in maniera tale che abitano all'ambiente familiarizzano che fu abbastanza che mi ricordo fu abbastanza brutale insomma a ricordi di bambini con disabilità cassandra no no no no no mi ricordo un miliardo se bambini che venivano dal primo giorno ci stavano volentieri e altri che invece ma era molto individuale altri che invece avevano più difficoltà ad adattarsi all'ambiente perché ciò che erano parecchi bambini tutto il personale e non erano ne sta a casa con la mamma con il vestiario dei bambini stavano dentro le scarpe calzini allora ora io sono tantissimi anni che ho cambiato lavoro quindi non conosco le nuove tendenze diciamo rispetto alla concezione dell'asilo nido ma mi ricordo bene quelle dell'epoca era considerata la prima scuola non un presidio sanitario è nemmeno era considerata diciamo un parcheggio per genitori bisognosi diritti di libertà per lavorare o per qualsiasi altra cosa era considerata una prima scuola proprio come una vera e propria socializzazione democratica che desse a tutti i bambini di qualsiasi estrazione sociale fossero la possibilità diciamo di iniziare un percorso di possibilita uguali per tutte con questo questa concezione chiaramente che non prevedeva grandi cose si può levare miliardi non lo ricorda se si invento le scarpe se l'è levassero ma insomma diciamo che non era impostata in maniera ospedalizzata era impostato come una prima sola volta peso e la giornata si ricorda un po era suddivisa le attività che all'epoca era suddiviso in sezioni quindi c'era la sezione lattanti poi c'è una sezione semidivezzi e la stessa dei diversi e diciamo ognuna di noi avevamo la propria sezione e avevamo poi nei momenti comuni ma erano magari il momento del pasto ecc però diciamo ognuna quindi svolgeva le proprie attività quarta chiaramente erano tutto astori dotte mentre già costruiti pezzi venivano fatte tantissime attività l'asilo nido era rifornito di tantissimi tipi di materiali per il gioco sia interno che sia all'interno che all'esterno un ricordo di odio una struttura molto accogliente e la giornata era suddivisa in cera c'era il diciamo la mattina venivano ricevuti i bambini e poi iniziava va bene la fase di gioco con i b b a seconda delle fasce d'età e dopo di che c'era poi il momento il momento del pasto il pasto veniva cucinato direttamente dal nell'asilo nido c'era cuoco era giovanni ricucci e quindi era un ambiente anche molto familiare perché i bambini avevano anche accesso alla cucina qualcuno mentre lui lavorava insomma diciamo non c'era era ora il passo lo portano da fuori c'è una ditta che fornisce pasti all'epoca il posto veniva fatto direttamente liero era più un ambiente era un ambiente molto familiare diciamo e poi venivano organizzate delle attività venivano mi ricordo organizzate delle mostre veniva fatto molte cose anche perché per tenere dei bambini li deve far fare delle cose perché se non svolgano attività è un problema certo che si ricorda quegli angoli come erano se c'erano degli angoli sono anche simbolico non me lo ricordo mi ricordo che c'era i giochi poi c'era tutti i vari tavolini ci si faceva la pasta e farina mi ricordo insomma tutta da sempre tutte cose per dipingere c'era alle pareti venivano me sembra messi dei fogli dove potevano liberamente disegnare ecco insomma è questo sia con il consorzio socio sanitario che è dura un rimorso è consorzio socio sanità del sì ma che il consorzio socio sanitario di cial e che comunque ha vissuto sia il conto se alla prima per anche seedorf erano tutti molto attenti però è chiaro che il passaggio alla messa azione ormonale qui con un'impostazione più sull'istruzione diciamo sia comportato segue la tensione maggiore a quella che può essere stata la didattica chiamiamola di dati anche se diciamo nel fronte byblos i piccoli comunque l'animazione i giochi ecco c'era più attenzione chiaramente c'era un progetto educativo posto c'era e non mi ricordo se alle poi c'erano gli psicologi che seguivano no forse no sono venuti dopo no mi ricordo corsi d'aggiornamento miliardo delle cose mi viene a mente un corso anche parecchio mettete sul mimo corsi sul col minimo per la corporeità cioè per il rapporto proprio fisico diciamo che venivano fatti questi corsi colle con le insegnanti poi venivano fatti bambini io poi ora nello specifico il numerino quindi non solo per voi durissima che poi c'è la di interazioni hanno bambini si era non avvenivano fattiva rico così corsivi your door tappeto dove poggiare dove potevano giocare insomma sì e mi ricordo che c'era essendo un'esperienza diciamo nuova c'era molta attenzione c'era uno spazio esterno sì sì c'era giardino e giardino c'era l'arena cioè all'altalena c'erano tutte i giochini c'era gite quello che che girava gibellino e per quanto riguarda invece il rapporto con i genitori come come era con alcuni molto buoni un altro magari anche un po più click era un po più critico comunque genitori i due bambini avevano più difficoltà di inserimento e che si separavano diciamo più con più difficoltà dai dai genitori mentre altri invece c'erano vederci venivano proprio volete aree arrivavano arrivano saltavano e allora o quelli diciamo problemi problemi in generale non c'è non ce n'erano che come li odi io non ce ne sono solo così facevate delle attività con i genitori venivano no c'era un consiglio di gestione dell'asilo nido dove c'erano i genitori anche loro rappresentanti che si riuniva per i ovviamente 15 da questo questo c'era le riunioni del collettivo delle insegne anche poi c'è la riunione del ricevitore progetto attività magari che parteciparono all'asilo no no no venivano velino qualcuno magari si tratterà poi più ma poi generano anche per l'impostazione erano tutte persone poi andavano a lavorare c'erano delle giornate aperte e magari no me lo ricordo mi sembra di no no no all'inizio e per quanto riguarda invece le relazioni con i colleghi come è stato un'esperienza lavora alcune molto buone con arte un po più conflittuali come tutti gli ambienti di lavoro ovunque li al massimo al collettivo lavorava eravamo comunque generazione diverso un po come diceva l'inter no eravamo tutte giovani diciamo tranne qualcuna del personale che all'epoca si chiamava inserire le inservienti che poi sono diventati assistenti all'infanzia nel corso degli anni hanno abbaiato voli che all'epoca facevano le pulizie si occupavano anche però dell'accoglienza e bambini e partecipavano collettivi no direi sì qualcuna magari avevo 24 anni ma ce n'era o magari un e l'aveva 33ª ciò ma voglio dire era comunque se non è come ora anche su tutti i membri al lavoro alla sera tutti i giovani anche il comune che ripiegati di riservate mai per l'appunto parlare dei college si regolarmente vi sembrano tutte le settimane mi sembra di ricordarmi tutte le settimane se non erano tre settimane sarà una settimana su una settimana ma torcere a tutte le sette partecipate cui gli insegnanti e a morte barche a morte il responsabile dell'amministrazione comunale però spesso noi quasi sempre il collettivo era roba nostra l'aggiornamento in servizio ha detto veniva famose e per quanto riguarda invece educatori maschio c'è mai stato no in questo fungeva faceva questa funzione il cuoco la figura maschile sono e com'era mera vista la figura maschile da alcuni b b lo ha certo facevano stabilito proprio dei rapporti molto stretti perché viste un po più alto diciamo una figura maschile un po più era concluso se accolte ragazzo per risse si può che lui era molto era molto carino con le bimbe ritieni che sia un lavoro un po sottovalutato conosciuto è un lavoro abbastanza sottovalutato perché è un lavoro è sottovalutato perché sostanzialmente la famiglia non saprei dire venderebbe fa un'indagine volte famiglie ci si rivolgono perché ci credono credono che sia effettivamente utile per il loro figlio o semplicemente perché ne hanno bisogno ecco appartiene a quei tipi di servizi che sono diciamo borderline e fra l'educativo e la e invece l'assistenza ai genitori che non che diversamente non sanno dove mettere e ricorda per caso un fatto una situazione che ha segnato un cambiamento comunque qualcosa nella sua storia professionale fatto no sinceramente no esperienza magari un po nell'atto casa un po brutto qualche ricordo per il nord sia team oreca perché un bambino che non mangiate questo ma ricordo che ci aveva gli era nato un film mi sembra di ricordare però che gli era nato un fratellino o una sorellina non ricordo bene e che però aveva che non mangiava è però stava tanto cucina in cucina dal riusciva a mangiare insomma piano piano li a casa non mancava ma piano piano poi in un modo e nell'altro aveva cominciato a mangiare qualcosa e invece la più bella che si porta magari dietro contenimenti di qualcosa di quegli anni del lavoro eravamo tutte tanto giovani si no non ricordo niente ci sono stati ci sono stata bene ma poi per il tipo di formazione che avevo desideravo fare altro insomma c'è stata tanta magari teoria e poca e poi fa quadrati è stato vedo un po lo diciamo lo scotch è la cosa più è stata vela cioè che di the holy teoria si sapeva tutto sullo sviluppo psicofisico del bambino da 0 a 3 anni però poi magari non ha l'impatto con la pratica con quello ci penso non è un lavoro e mi è dispiaciuto però diciamo io personalmente avevo poi altre altri interessi non so qualcosa l'ho chiesto io legali mentale per dire di importante che che set che tanti anni fa c'è stata una festa dove hanno chiamato anche noi che eravamo le prime che avevamo aperto il nido e alcuni dei b e c hanno partecipato alcuni dei bimbi che che avevamo all'epoca che etico e tanti anni fa ma comunque erano già grandi bari si erano già jovanotti e ragazze se li è stata un'esperienza piacevole e vedere le colleghe rivedere il dvd ma guarda queste queste aeree era beppe che data da tre anni magari a 18 è un bel cambiamento si se va bene d'accordo niente o figurati

Scarica trascrizione

L’intervista, dalla durata di 20.49 minuti (link: https://www.youtube.com/watch?v=1f349Rh98_Q), si concentra sul percorso professionale di Beatrice Gori, educatrice degli asili nido di Cecina tra gli Anni Settanta e Ottanta. Successivamente, la sua traiettoria si è allontanata dal mondo educativo: trasferita in biblioteca, ha sostenuto un concorso come istruttrice di biblioteca ed è stata nominata direttrice della sezione “Cultura e istruzione” del comune di Cecina. In quanto educatrice non ha svolto periodi di precariato: studentessa all’ultimo anno del corso di Pedagogia dell’Università di Firenze (ma priva del titolo dell’Istituto magistrale), poté partecipare al concorso per educatori perché tra i requisiti d’accesso figurava il possesso di un qualunque titolo di studi medio superiore. Nominata in ruolo il 7 ottobre 1978, fu tra i primi assunti di un servizio che, all’epoca, era gestito dal consorzio socio-sanitario; con il 1980 il servizio passò sotto la gestione del Comune di Cecina.

L’intervistata ricorda di essere stata inserita in un team di colleghe molto giovani sue coetanee: lei stessa, all’atto della nomina, aveva 24 anni. Lo scoglio principale nell’esercizio della loro attività, racconta, consisteva nel divario tra la teoria e la pratica: pur essendo edotte di psicologia dello sviluppo e pedagogia, lei e le sue colleghe erano sprovviste di qualunque nozione pratica (Catarsi 1997). Beatrice Gori imputa tale mancanza alla natura esclusivamente teorica del concorso, che non contemplava lo svolgimento di prove pratiche (Catarsi 2009a). Prima dell’apertura del nido il team di educatrici era stato condotto a Livorno, dove aveva potuto assistere al funzionamento e alla gestione di una struttura analoga; questa attività di pochi giorni non si era rivelata, tuttavia, sufficiente per rendere il team capace ed efficiente. L’intervistata tuttavia ammette che, nel giro di poco tempo, lei e le sue colleghe si siano giovate dell’esperienza per diventare molto più competenti. Tra gli ambiti, a suo dire, intaccati da questa mancanza di competenze pratiche figurava quello dell’inserimento dei bambini, molto più veloce e frettoloso rispetto a quello poi divenuto canonico: la mancanza di gradualità dell’inserimento, confessa, si è ripercossa sul benessere dei bambini, incrinando i rapporti con i genitori i cui figli incontravano problemi nel restare all’asilo nido (Catarsi 2009b).

L’intervistata ricorda la divisione del servizio in tre “reparti”: il primo, dedicato ai “lattanti” (tre mesi-un anno), il secondo, per i “semidivezzi” (uno-due anni) e il terzo per i “divezzi” (due-tre anni). I turni di lavoro erano di sei ore: le educatrici cominciavano a lavorare alle otto o alle dieci del mattino, per staccare alle due o alle quattro; i bambini entravano al nido tra le otto e le nove del mattino; la prima uscita era posta alle 12.30, la seconda alle 15.30/16. All’apertura del nido, vi erano trenta iscritti per cinque educatrici, ognuna delle quali assegnata a uno specifico reparto. A eccezione di alcuni momenti comuni (come quelli del pasto) le principali attività avevano luogo all’interno di ciascun reparto. A questo proposito, Beatrice Gori ricorda l’accoglienza della struttura, dove erano presenti molti strumenti per educare e impegnare i bambini. Molte erano le riunioni con l’USL, che secondo l’intervistata seguiva molto le attività del nido. Oltre all’attenzione del presidio sanitario, Beatrice Gori ricorda quello del consorzio e quello, se possibile ancora maggiore, profuso dall’amministrazione quando il servizio passò sotto le dipendenze del comune e testimoniato dalla formazione specifica di cui era munito il dirigente. Particolarmente proficui si rivelarono, a questo proposito, i corsi d’aggiornamento e gli scambi con altri nidi, quali ad esempio quelli emiliani. Forte nell’intervista è la rivendicazione dell’impianto educativo, e non assistenziale, del nido, qui concepito come presidio di socializzazione democratica che desse ai bambini di qualunque estrazione sociale di intraprendere un percorso formativo di alta qualità.

Fonti

Fonti bibliografiche:

G. Bandini S. Oliviero, Public History of Education: riflessioni, testimonianze, esperienze, Firenze, Firenze University Press, 2019.

E. Catarsi, L'asilo e la scuola materna. Storia della scuola "Materna" e dei suoi programmi dall'Ottocento ai giorni nostri, Firenze, La Nuova Italia, 1994.

E. Catarsi, Nascita e sviluppo degli asili nido in Toscana, in Catarsi E., Faenzi G. (a cura di), Asili nido e nuovi servizi per l’infanzia in Toscana, Junior, Bergamo, 1997.

E. Catarsi, Socialità del bambino e sistema integrato dei servizi per l’infanzia, in E. Catarsi, A. Fortunati, I nuovi servizi per l’infanzia in Toscana, Junior, Bergamo, 2008.

E. Catarsi, L’educatrice  della  prima  infanzia  in  Italia.  Professionalità  e  formazione, in A. Fortunati (a cura di), Il sistema integrato dei servizi educativi per la prima infanzia, Junior, Bergamo, 2009a.

E. Catarsi, I genitori crescono con i figli: l’esperienza del nido e dei servizi per  l’infanzia,  in  A. Fortunati,  G. Tognetti  (a  cura  di), Famiglie, servizi per l’infanzia e educazione familiare, Junior, Bergamo, 2009b.

 

Fonti normative

Legge 6 dicembre 1971, n. 1044, Piano quinquennale per l'istituzione degli asili-nido comunali con il concorso dello Stato (GU Serie Generale n. 316 del 15-12-1971), permalink: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1971/12/15/071U1044/sg 

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