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Dalle esigenze del bambino a quelle dei genitori. Memorie di un'educatrice

Editore:
Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze
Luogo di pubblicazione:
Via Laura, n. 48, 50121, Firenze (Italia)
Codice ISSN:
2785-440X
Autore della scheda:
DOI:
10.53221/139
Scheda compilata da:
Chiara Martinelli
Pubblicato il:
26/10/2021
Nome e cognome dell'intervistatore:
Donatella Arena
Nome e cognome dell'intervistato:
Sara Bersani Berselli
Anno di presa di servizio dell'intervistato:
1983
Categoria dell'intervistato:
Educatore
Livello scolastico:
Nido d'infanzia
Categoria professionale dell'intervistato:
Educatore servizi per l'infanzia
Data di registrazione dell'intervista:
2 novembre 2020
Regione:
Emilia-Romagna

Indicizzazione e descrizione semantica

Identificatori cronologici:
1980s 1990s 2000s

[Musica] oggi il 2 novembre e siamo qui in compagnia di donatella se poi iniziare a presentarti come ti chiami dove risiede attualmente quanti anni hai bologna e ho 56 anni qual è il tuo percorso di studi formativo fino ad oggi a lato di questi anni quindi il lavoro attuale in cui si è occupata educatrice poi il ruolo quindi è proprio quello dell'educatore in una sezione sei sempre stata in un comunale oa se hai anche incontrato i privati a ok ok ok però si di di ruolo solo nel nido si è come era organizzato una giornata educativa negli anni all'inizi diciamo quando hanno iniziato un po tutto quindi negli anni 80 [Musica] le nove e le dieci dita generati bambini [Musica] riposo e poi che rimanevano fino alle 6 è aperto dalle 7 alle sette di sera alle 18 e a quindi si venivano utilizzati e giochi che utilizzava la veroni erano diversi da quelli di adesso anche per quanto riguarda i materiali tutti i giochi è un gioco interattivo a tavola interattivo e queste sono le valigette sonore plastica italia mentre l'indice di passaggio da gioco a qualcos'altro materiali naturali migliore ceca finalino altra si è iniziato proprio infatti cambia invece per quanto riguarda gli spazi interni esterni come erano organizzati di circa la socializzazione per cui degli fatti marginali relativa c'era un grande salone e poi su questo si organizzano degli accordi eppure c'era l'aria notte che variano piano sono preparata la separazione inizialmente alle vicine al 70 la visione rieti non è così definita c'era più belle e scorrevoli ed entra diciamo così un corridoio questo cioè di creare suddiviso è divisa su no si indipendenti quindi è anche gli spazi esterni erano spesso anche la recinzione le attività non frontali quindi era molto socializzazione c'erano molte attività non indirizzate però c'erano anche alle attività l'acqua una piscina e versate la relazione quindi il tema della cura e la relazione con la famiglia i genitori come veniva gestita [Musica] [Musica] [Applauso] [Musica] [Musica] di questi rapporti comunque sono cambiati ad oggi sono controllati si può dire più si controllati raccolti dalla cina l'evento inizierà in questi termini ma viene organizzata su chi viola si organizza laboratori lato oppure le famiglie e per i danni il gruppo di lavoro da chi è quel posto di lavoro è sempre stato cioè sempre impostato così dagli inizi subito dei cambiamenti anch'esso cosa intendi per cambiamenti ci sono sempre state queste figure all'interno del gruppo di lavoro o se ne sono aggiunte di nuove iniziative esistenti all'interno di lui me lo ricordo per esempio che una volta unito a faccia a visitare i bambini contrari a pelle e che ci si sente sanitaria che anche lei aveva appunto sempre dentro questo studio obbligatorio che mi sa che le cartelle dei bambini le vaccinazioni contro i bambini all'interno sono sicuro mi ricordo cucina dell'area la bonino un contatto esterno le sostituzioni del personale dove era contorno e reperire il mangiare a ordinare il legale gli ordini e paga anche temiamo anche tutta la contabilità questa figura ci sono tutte queste figure sono risolte solo con contenuti rosario a la persone cadute sulla scolmatori finiti le prove tecnologie comunque hanno influito anche da questo è certo questa figura qui all'interno dell'universo mi sono capo all'interno del quartiere e nuove di nessuno al reperimento del personale educatore un'altra sicura però è colei che decise è l'attrice mi fate associzioni corsi di formazione per gli educatori e durante questi corsi che tematiche che non trattate comunque quasi hai trattato to dovendo fare i corsi scritte se ne comincia in poi chico logici più unito e proprio a proposito dei bambini con handicap così agli inizi erano ben accettati comunque c'è stata difficoltà e stata una socialità anche bambini che non necessariamente i bambini rispetto alla documentazione comunque il supporto i materiali che venivano utilizzati che magari sono cambiati sempre rimasti gli stessi all comunque all'interno del mit quindi progetti che venivano fatti tutte le azioni che il micro a livello di mingo di farlo i costi di formazione che a livello individuale gruppo t che gli orari piu diciamo così più elaborato un argomento a gennaio quello che si fa entrare sicure spero proporre delle cose e quindi si è più seguita anche in questo senso prima non era dimostrato diciamo insomma nel corso degli anni si è affinato scusa interno del voto di lavoro portata e ridiscusso insieme all'attrice sempre istante ok quindi sì ci sono stati comunque un'evoluzione dagli inizi ad oggi assolutamente assolutamente in senso positivo che magari qualcosa anche in negativo ovvio va bene ti ringrazio per questa intervista ma ci sono altre caratteristiche [Musica] diverse che si sono evolute non so si sente magari viene in mente qualcosa che mette la possibilità di lettura dell'attualità con i bambini è restia hanno lavorato come farina e in acqua un passaggio oggi stiamo un risultato assolutamente improponibile non si può la farina si inizi una maggiore sorta di libertà raramente e vagamente inter sabile proponibile protocollo a rispettare quindi si sia per le attività che in generale appunto come dicevamo prima anche per il giardino e per le feste intesa attivo usato sia un momento di aggregazione per i genitori di partecipazione perché non vai la propria comunque quando caso ci chiede perché la necessità quindi si è così il comune e il comune negli anni siete l'evoluzione senso ha modificato un po la sua parte o poi è rimasta più o meno sempre quella cioè il suo modo di rapportarsi penso si è cioè aggiunto restrizioni comunque ci sono state più restrizioni rispetto cinquecento e quindi anche gli insomma quindi si rimpiange un per questa ri libertà che c'era prima del comune savona materiali accedere 10 di quei passaggi che appunto c'è qui più passaggi di una cosa molto diretta aveva i panini e centomila dire ok non aveva il comparto allora eravamo noi acquistare i libri dei giochi di kakà che adesso per pratiche da svolgere che quindi si anche esatto era più cioè pensare tipo la differenza era più centrato cioè la penso che il bambino comunque sia sempre stato al centro del tutto però prima magari era più naturale non so come appunto siano o no problemi che essi io sono sbagliato che sia un rose dire però questa follia della della della che può far male ai analogico indizianti appunto i genitori comunque esistono cioè son cambiati che ha più paura [Musica] mattino dell'accettazione si mangia un discutere insieme quelli che pesano anche il sionista che dal genitore stesso che c'è quello che ma l'alcol va bene che male un biscotto quello che sono cose valutarie punto di giannatale diversità fuori che a prendere tutto tutte le esigenze prima togliere quindi si dicendosi comunque l'evoluzione eseguita in generale come stava evolvendo di tutto quindi sia il genitore ora ma si è cambiato e quindi giustamente anche il servizio dei veramente deve rispondere ma che si sia più incentrati cioè non dà ragione sul genitore ascoltare un bambino invece prima era più l'esigenza del bambino del bambino sì sì volentieri grazie mille

Scarica trascrizione

L’intervista, dalla durata di 30:38 minuti (link: https://www.youtube.com/watch?v=zae1M-98lyM), si concentra sul percorso professionale di Donatella Arena, educatrice negli asili nido comunali di Bologna. Dopo gli studi magistrali e il quinto anno integrativo, l’intervistata si è iscritta nelle graduatorie per le supplenze negli asili nido e nelle scuole materne, cominciando a lavorare come precaria in ambedue gli ordini scolastici. È entrata di ruolo come educatrice nel 1997, e continua ad oggi a svolgere la stessa mansione. L’anzianità di servizio dell’educatrice intervistata, molto corposa se rapportata a quella conseguita da buona parte delle educatrici dei nidi, le consente dunque di tratteggiare differenze e cambiamenti intervenuti dagli anni Ottanta a oggi, permettendole di elaborare riflessioni sul medio-lungo periodo (Catarsi 1997).

A questo proposito, l’intervistata si sofferma soprattutto sui mutamenti intercorsi negli orari di lavoro, nella gestione degli spazi, nella didattica e nel rapporto con i genitori. Per quanto riguarda gli orari di lavoro, riconosce che erano molto più dilazionati: nei primi anni della sua carriera non era infrequente che un nido restasse aperto dalle sette del mattino alle sette di sera, anche se riconosce di aver lavorato in strutture che chiudevano usualmente alle sei di sera (Catarsi 1997). L’ingresso dei bambini era consentito dalle sette alle nove; dalle 9.30 alle 9.45 aveva luogo la colazione, a base di frutta o di biscotti (all’epoca ancora consentiti); dalle 9.45 alle 10 iniziava, per i “medi” (da uno a due anni) e per i “grandi” (dai due ai tre anni) la cosiddetta attività strutturata; dalle 11 alle 11.30 le educatrici cambiavano i bambini e li preparavano per il pranzo, che si svolgeva dalle 11.30 in poi; dall’una alle tre del pomeriggio i bambini riposavano, quindi venivano cambiati e mangiavano la merenda. I genitori potevano entrare nel nido per ricondurre i bambini a casa dalle quattro-quattro e mezza del pomeriggio. L’inserimento, che nei suoi primi anni di lavoro era preceduto da un colloquio con la famiglia a casa del bambino, adesso si svolge interamente tra le pareti del nido.

Per quanto riguarda la gestione degli spazi, l’educatrice sostiene che negli anni Ottanta e Novanta maggiore attenzione era dedicata alle sale comuni, perché progettisti e pedagogisti insistevano molto, rispetto a oggi, sulle esigenze di socializzazione dei bambini (Catarsi 1997). La divisione in reparti e per età, preminente nei primi nidi costruiti tra fine anni Settanta e inizi anni Ottanta, è stata recuperata in questi anni, con i cosiddetti nidi di ultima generazione. Nei suoi primi anni di lavoro ricorda uno spazio destinato specificatamente all’ambulatorio in cui, periodicamente, si recavano pediatra e assistente sanitaria, figure poi scomparse dalla quotidianità dei nidi. Un’altra figura assorbita dalla digitalizzazione era la segretaria, che negli anni Ottanta e Novanta presiedeva alle sostituzioni delle educatrici e all’ordinazione dei pasti. Per quanto riguarda gli spazi esterni, vi sono sempre stati, e l’intervistata ricorda di aver visto nidi immersi nei parchi. Anche i giochi acquistati sono cambiati: se dei suoi primi decenni di lavoro ricorda la presenza di molti giochi di plastica della Fisher Price come le valigie sonore o le nuvolette interattive per i cosiddetti “lattanti”, adesso gli oggetti presenti nel nido sono in materiali naturali.

La didattica ha conosciuto invece un’ampia formalizzazione. A questo proposito, l’intervistata afferma l’esistenza, fin dai primi anni del suo lavoro, di una progettualità didattica che, pur condivisa con il gruppo di lavoro e con il pedagogista, non trovava riscontro nella documentazione scritta. Oltre a educatrici e al pedagogista, il gruppo di lavoro ha sempre incluso anche gli operatori, figure raffrontabili ai collaboratori scolastici delle scuole statali che però, oltre alla pulizia dei locali, nei nidi comunali bolognesi presiedono anche all’ordinazione e alla preparazione dei pasti. Altra figura con cui il contatto è frequente, rammenta l’educatrice, è la nutrizionista, che cura le diete dei nidi. Rimpiange tuttavia la maggior libertà d’azione, così come i rapporti più stretti con la comunità e i genitori, con cui organizzavano feste scolastiche di fine anno che, per il numero di persone coinvolte, non possono al giorno d’oggi essere più replicate. Da questo punto di vista, l’intervistata conclude il suo dialogo affermando che, mentre nei suoi primi anni di lavoro il servizio educativo era veramente centrato sul bambino, adesso il focus sulle esigenze familiari porta a dimenticare i bisogni e i desideri dei più piccoli: «fino agli anni Novanta, alla fine degli anni Novanta, la centralità del bambino era al cento per cento, adesso la centralità è la famiglia, i genitori» afferma al m. 29.52.

Fonti

Fonti bibliografiche:

G. Bandini, S. Oliviero, Public History of Education: riflessioni, testimonianze, esperienze, Firenze, Firenze University Press, 2019.

E. Catarsi, Nascita e sviluppo degli asili nido in Toscana, in Catarsi E., Faenzi G. (a cura di), Asili nido e nuovi servizi per l’infanzia in Toscana, Junior, Bergamo.

E. Catarsi, Socialità del bambino e sistema integrato dei servizi per l’infanzia, in Catarsi E., Fortunati A., I nuovi servizi per l’infanzia in Toscana, Junior, Bergamo.

M. Galfrè, Tutti a scuola! L'istruzione nell'Italia del Novecento, Roma, Carocci, 2017.

 

Fonti normative

Legge del 6 dicembre 1971, n. 1044, Piano quinquennale per l'istituzione di asili-nido comunali con il concorso dello Stato, (GU Serie Generale n. 316 del 15-12-1971), https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1971/12/15/071U1044/sg

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