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"La povertà non è una cosa che facciamo noi". Memorie d'infanzia

Editore:
Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze
Luogo di pubblicazione:
Via Laura, n. 48, 50121, Firenze (Italia)
Codice ISSN:
2785-440X
Autore della scheda:
DOI:
10.53221/1263
Scheda compilata da:
Chiara Martinelli
Pubblicato il:
14/02/2022
Nome e cognome dell'intervistatore:
Francesca Zito
Nome e cognome dell'intervistato:
Maria Bongiorno
Anno di nascita dell'intervistato:
1949
Categoria dell'intervistato:
Studente
Livello scolastico:
Scuola primaria
Data di registrazione dell'intervista:
19 giugno 2021
Regione:
Sicilia

Indicizzazione e descrizione semantica

Identificatori cronologici:
1950s

[Musica] [Applauso] [Musica] [Musica] [Musica] [Musica] [Applauso] [Musica] [Musica] [Applauso] [Musica] io mi chiamo maria buongiorno sono amata in 97 49 in via neve numero 56 ganci provincia palermo mia mamma erano contadini avevamo un pezzettino di x men e vivevamo in campagna però periodo estivo di scuole stavamo fino a quando accedo la scuola a gangi che può essere sì ritornare in campagna era una famiglia modesta dei laboratori io da piccoline sempre ho lavorato e prima che andava a scuola se comma prima acqua a casa non genera e c'era vero solo una vicina di casa per ora prima di andavo a scuola prendevo che ti posso dire come si chiamano borracce veramente a gangi gange si chiamano guardate anno riprendeva un acqua se anni deve riempire questo con l'acqua mi portava a casa poi mip olivo aveva le bellone nero il colletto bianco cantava scuola che quindi ogni mattina andava a giudicare la vita andrò a prendere l'acqua prima e andavo a scuola perché mia mamma aveva un figlio piccolo e noi ce l'abbiamo sei anni con mio fratello aveva di bisogno prima non giorno una lavatrice non c'era niente si doveva la mano si doveva riscaldare l'acqua si sta facendo un po di fatica si faceva il pane a casa non c'erano tutte le como d'italia oggi però si stava bene tutto sommato in quei tempi si stava bene e altri lavoretti altro lavoretto e tenevo a mio fratello quando venivo da scuola perché la mamma dopo per il pane la bomba doveva stirare e con un con una mano tenevo a mio fratello con una mano leggevo quello che potevo fare una volta dovrà imparare una poesia ci sono riuscita se riuscirà no no è riuscita e perché perché venendo il bambino non potevo studiare bene la poesia mario buongiorno deve dire la poesia marie buongiorno questi non lo sapeva e come castigo con i genetisti ginocchi ecco che non arrivare fuori dal corridoio fuori una glassa quali jackie sotto i ginocchi abbia hai capito c'era una severità propria terribile però tutto sommato nella zona cavata e la tua scuola dove si trovava e come ci andavi io abbiamo spesso andava pietro piovevano dei cava che non c'erano ombrelli avevo solo una giratina si chiamava un cappottino di girata che si metteva solo mia pelle e poi non ci hanno scarponcini le scarpe che avevamo un paio di stivali in quelle di gomma piccolini e se andava a piedi in via castello e dalla lontana la scuola era un pochino si no vg l'ultima era lontano quando abbiamo in questi paesi purtroppo come si bagna sono gli chef che cosa c'era l'acqua zona c'era la neve non si vuole darsi uccidere l'animale ci si dovrà andare a scuola poi erano tutti sentiamo freddo mangelli riscaldamento a scuola e c'erano i bracieri anche a scuola a scuola aveva solo la maestra a turno che non potevamo scrivere che ci si prenderanno le mane si riscaldavano lehmann attorno ai bambini e quante ne vado in classe e prima era la classe dei 25 28 pure 30 bambini perché c'erano i figli c'erano i bambini se facevano i figli che non aveva gene che qui aveva quattro la scuola e la guerra per esempio c'erano quattro prime quattro ii iv iii giornata perché c'é lerno ragazzine ce n'era maschi e femmine si no prima no rimasti che pende però divisi no scuole miste a quando hai iniziato e quando hai terminato percorso scolastico allora e o raziato al 55 sono andate in prima sono il 49 è poi apparso il percorso fine in quinta ok quindi ti sei fermato comunque ad ascolta una frenata scuola e quinte perché non era obbligatoria però se si poteva continuare si dove quando un'arpa non c'erano i mezzi di oggi già i libri si dovevano comprarsi dovevo comprare tutto la possibilità mangerà allora di poter studiare chi studiava proprio era fortunatissimo però noi non lo potevamo fare di studiare e poi mi sono messa a casa andavo della sarta a imparare qualche mestiere aiutava la mamma poi a fare il pane a casa che saldi note lo davano no no no non mi davano a niente perché è peccato imparato quello quel mestiere e non ti davano niente davvero imparare basta andare ma per imparare basta soldi addirittura se qualche volta avevamo i soldi di poter cucire un vestito con un cappottino noi dovevamo pagare la sarta con tutto il lavoro che si faceva per la mattina di natale ci dona dare pure 5 me a dire allora per fare la sarthe perché aveva cucito quel vestito quel che apposito come ricordi l'acqua scuola come era la tua aula la mia una era bellissima eravamo poi c'erano ascolta poi c'è una famiglia ancora più povere purtroppo i bambini alcuni soffrivano non erano vestite bene io non è che avevo tanti vestiti però c'era la mia mamma che riceve sempre a lavorare la mattina andavamo a scuola oppure che avevamo lo stesso vestito quella sempre pulito sembra ordinati ma c'erano dai ragazzini che non erano l'unica cosa che ti racconto che ci sono rimasta male l'ho scritto nel mio diario che era una volta natale c'erano le vacanze di natale poi l'indomani quando finiscono le vacanze rientra scuola maestre chiede cosa avete ricevuto di babbo natale della befana io purtroppo quell'anno non ho ricevuto niente perché mangiano solo cominciamo a messa a piangere quelli che non potevano fare mi guardavano c'è stata una ragazzina una mia compagna di scuola che l'indomani è venuta mi ha portato un piccolo panettone a che dolce air lo ricorda ancora e ho scritto nel mio diario mi sono promessi sé stesso che se io un gioco cresco arriva a crescere e lavoro c'è qualche soldino io farei rilevare a tutti nel mio piccolo e così è stato di quello che posso fare lo faccio e voglia imparare pure il mio figlio così tanto a me tante cose non serva se io posso fare una cosa una bambina un vecchietto gliela faccio perché è bello così aveva un difetto a scuola come stai quale perché io scambiavo quando facevamo i bettati oppure facevamo e tradizione cos'è la c collegi e melo sono portate fino al vecchia 70 anni non è sempre però questo difetto e me lo sono portato la maestra poi non ne poteva più nemmeno mi metteva il viaggiare a ecco però la sono cavata poi è venuto il direttore un giorno io andavo in terza elementare che ha spiegato la divisione a due cifre e'una bravi in matematica 123 che chi è che sa spiegarmi dico io toni preside tutela che guardava sa io non è come questi tempi una sempre attive da una ragazzina timida ha fatto quella decisione gravissima e mi hanno generato un libro peccato che non lo trovate se lo trovo poi equilibrio con la card è un libro di scuola d'italia quanto come avesse vinto la borsa di studio di questi tempi ai capi che invece io ho visto tanti insegnanti intanto insegnante perché perché c'era un alcune di foce e andavano e venivano alcuni erano bravissime cioè di mettere uno vicino facevano capire le cose che devi studiare come dovevo scrivere quella alcune erano come i cani bacchettate delle mani ecco e ceci sotto i ginocchi quello non lo dimenticherò mai [Risate] purtroppo le insegnanti per ogni materia o no no ero una sola insegnante tutte le materie non è come ore per esempio che c'è che educazione fisica e c'è gracie legion e c'è la storia ha un giorno si faceva fare sembra matematico un giorno spiacevole turgide fatto giorno un problema si organizzavano così poi ci lasciamo i compiti per casa e ci lasciavano le poesie ci lasciano tutte queste cose però bello imparare le cose bello belli quei tempi poi per bellezza fido bene la sua materia preferita era una tematica la sì ma di solito dicono io non sono esperto ma di solo dicono che matematica e italiano devono andare bypass tutte dovesse per a me piaceva a matematiche hai portato quante due quaderni matematica eletto 3bettato dettature dettature questi qua va bene poi dopo averci mandare le foto in casa cioè mandate tutto quello che vuoi e ci sono dieci ci sono la bella prima pagina così a caso tutto è prevista poi sta un po ok non leggo le dici qualcosa e allora che ti devo dire che una di letture queste cose di matematica vediamo ancora leggevano belle scritture e si scriveva coniglio sto del banco non è che avevamo le tele di lecce il materiale scolastico che si usavano peste avevamo le penne con il pennellino di punta si bagnava e si scriveva doveva stare attenti non fare marcia su pareri sbagliati se sbagliavi erano guai e specialmente nei quaderni di classe non potevi sbaglia non potete sbagliare allora ti dico questo è il primo giorno di scuola crescente con l'autunno siamo di nuovo a scuola in questo incontro con i bambini noi maestri sentiamo la gioia di qualche cosa di che nasce la bellezza di una via che si apre è tempo di letizia e di riflessione e noi circolare ci guardano sono sono tornate piene di entusiasmo hanno molto da comunicare da offrire il compito di noi maestri e difficilissimo ma è vera gioia ricambiate con amore con gelo con sacrificio e il dono che ci offrono e chiedono il nome nostro aiuto questo è il primo giorno e poi c'è san francesco poi c'è essere buoni e poi il risparmio la bella scrittura laura labella scrittura è così ovvero tutto preciso insomma il risparmio tante belle cose la patria dai campi si scriveva un po di tutto la di alle foglie e giuseppe se vuole tutte queste cose te li può fare bene l'infanzia non è stata bella belle gioie perché quei tempi erano quei tempi non è che come oggi era un po di sacrificio mi ricordo una volta che io ero nel canto e dovevamo avere tutte le scarpe bianche con i calzini bianchi fa parte del camet doveva avere la voce e deve essere vestite per sé grembiule meno collettino bianco come sono come sono io fra quasi ex alta alta un po di più foto ecco qua col fiocco in testa perché in testa con lettino sempre pulito e le scarpe bianco con i calzini bianchi e hanno rio non ce l'avevo però non potevano fare a meno di me per riavere una merda mangiare come facciamo e ci diamo una zia a casa dei porti un paio di scarpe bianche prima le scarpe bianche si passavano come quando che lo sai un cerotto bianco non avermi ge questo assieme a che ha procurato pescato al mio numero come ha fatto non lo so è procurato queste scarpe io dice stiene gioia mitra preparazione i tuoi no pulite quelle scarpe sono andate allora abbiamo fatto la ginnastica abbiamo cantato abbiamo bellissima che avevo sei anni mia mamma faceva la marmellata di fichi mangiarmi barattoli di ore allora c'erano i barattoli e terracotta grandi c'hanno avrà due chi le tre cube riferimento nata a soffrire del mal di testa poverina il pomeriggio eravamo la merenda mario vai in uno stanzino prende c'è questo barattolo le cose prendi la marmellate che vi faccio il pan io ero piccolina joy vedo così via appresi barato uno slot il mia mamma si è messa a piangere perché diceva ora pomeriggio cosa vi da mangiare non girano giocato aveva solo una bambola che mi hanno mandata all'america dall'america all'america perché mia mamma aveva dei parenti in america e ogni tanto avevamo un bar in questo parco c'erano a bambolina vestite da sposa mia mamma me la dava sola per pende cost ferragosto per giocarci perché è quella conservata hai capito perché se si rompe e poi non avevo gioco per giocarci l'avevo mai sentita dai la verità ti sto dicendo la verità non genera nei giochi oppure ci facciamo una una bambola di pezza con un fazzoletto e con una mantellina come consumava giocavamo questo è il nostro gioco e quando dovevano farle per esempio i compiti non è che c'erano la calcolatrice prendeva di jackie o le fa andavamo in cui faccio più 48 e li mettevamo in una pesciolina quelle fave quelle gigi perché dovevano essere prese poi la matematica per fare i numeri per contare di vista e sacrifici però ci sono state pure cose belle cose un po meno bene però tutto sommato richiama ma siamo cresciute cinque figli tutti siamo andati a scuola a posto non lascio tanti eravate tutti fratelli noi siamo 5 3 fratelli e due sorelle le mamme papà che non ci sono più da d'auto io sono la seconda prima c'è mio fratello che è nato a 47 io sono al 49 poi c'è mio fratello che ci ci leviamo sei anni quando viene 55 anni poi c'è l'archè mia sorella con mio cervello noi ci troviamo di gianni e poi c'è il piccolo e che cena 63 e in germania quel siamo la città sì perché crane genova poi sono cresciuto mi sono sposato e quanti figli aiuto io ho avuto tre però non li conosce soprattutto una luna prelievo allenato molto proprio e tu sei sempre rimasta a gangi io sono rimaste accese e nella solita casa da quando non nella solita casa no poi mio padre mio papà venduta la casa si legge ancora si avevo 10 anni 11 dopo la scuola e mio papà poi se n'è andato invece della sua campagna sarà andato a lavorare in una campagna siamo stato vicino catania a lavorare lancia e papà a dire rancori rimaneva the gun di no poi ci siamo trasferiti pure l'amici area al voto poi ci siamo avvicinati in un luogo poi papa sono andata in germania e rimasta quale la mamma e noi figli parola voleva stare più vedere se è andata pure alla mamma con i miei fratelli cioè sono rimasti io e mio fratello è grande e io qua io avevo vent'anni che mi sono sposate e io poi ecco devo pure il mio fratello perché mio fratello non era sposata ancora che siamo rimasti però sono stata la in germania e poi sono ritornati ci sono andati in germania però per un mesetto così avevo i miei figli piccoli charity a maria santa non però ho lavorato con un mese la si è cosa hai fatto allora facevo cucire le calze con un giorno ne faceva 1500 quanti le 500 perché mi sento che siamo stati la nella fabbrica dove lavorava mia sorella avevano bisogno di persone dice vuoi venire per un mesetto visto che se quanti guadagni qualche solo di merito io sì me ne andavo sapevo cucinare macchina millecinquecento calcio al giorno e quando ti davano e allora me sì mi hanno dato forse 500 marche marchi marx ed ance le marche si 500 marx come 500 euro di oneri già allora che hanno marche con davano di più a lire perché il sound hardman c'era la lira marche quando si scambiavano aveni uno di più ora invece sono come 500 euro se si nella tua classi c'erano bambini disabili o comunque con qualche disturbo di apprendimento no nella mia classe no non c'è un uomo genere nella mia kraft hamas nella mia classe cerano no tutti i bambini che stavano bene addirittura e ci hanno figli ton del del sindaco c'è tutto perché poi si sceglieranno pure le maestre come sono oggi per abc per esempio l'esenzione eppure c'era questa particolarità perché quelle figli di papà quindi una classe a sé i bambini no no no a tutto nella classe però citate da uno per esempio sembra i bambini più particolari sceglievano hai capito ok però le classi sua non è mai capitato no non è capitato di avere disabile no tutti che stavano bene di già c'erano quelli che erano più come ti devo dire che venivano più stanco late ok dipendo le famiglie come erano però non era giusto perché la povertà non non è una cosa che la facciamo noi giusto è certa a quei tempi erano così però per tutti era qualcuno che spiccava un pochino quindi le maestre si comportavano anche in modo diverso con questo gesto certo perché quelle della figlia del sindaco quello è il figlio del maresciallo però quando una era brava era brava a quelli erano shaq degli scec hostess purché non si credette hai capito e la ix questo è un po maledetto cosa faceva la maestra sei un bambino si comportava male bacchettate castigo dietro la lavagna oppure con i ceti e fuori la classe nel corridoio e poi i bambini cantavano i bagni e guardavano tutti devono ridevo e ma era brucia ho una bambina e sensibile cena quelle toste che non si preoccupavano di niente però brutte e tu quella volta quando ti ha messo io ho pianto un giorno sono arrivato a casa accanto proprio disperatamente però ti devo dire una cosa ancora questa tematica che io in prima media sono stata bocciata in prima elementare ecco perché ho detto di venire le batte perché nell'anno che è nato mio fratello del primo anno perché una volta nella mamma doveva fare il pane e io non andava scorta una volta doveva lavare e non andava a scuola cioè praticamente io non ho frequentato quasi un anno di scornio ho fatto due mesi quindi per l'assenza l'assenza no per altre cose no per l'assenza ha dovuto ripetere la prima capita george non è come oggi ci sacrifichiamo mandare i figli a scovare perdono giorno scuola i figli della prima gioia mia questo non c'era prima proveniva i figli che si doveva casa dove vista un'altra dovevo lavorare lo zar sacrifici e invece se qualcuno si comportava bene c'erano premi i primi che in un quaderno ti davano una matita una bomba non è che c'erano delle cose particolare queste cose qua oppure e ti mettevano al primo banco sembrano studiate facciamo l'ultimo banco è ora al contrario invece se noi attento al primo banco ma io per questo ho avuto sempre quasi il primo quasi secondo non più alti mobango non ci sono stati fatti tutti volevano stare sempre davanti vero vero teologico questo sì il primo banco forse perché era piccolina non lo so lo facevano per questo però io ero il primo bando massmart secondo nel mezzo ma di fronte alla sua famiglia partecipava al percorso scolastico e allo spa non giro quasi mai perché le campagne la mamma mi faceva ripetere la poesia poverino mi dice mario legge jamie particles legge io quello che potevo fare perché mamma la mamma allora aveva la forza o la terza elementare o la parte mia mamma mio papà pure bravo per scrivere leggere pure per oggi non è come ora che tu te li metti vicino sanno prendere così insegna la poesia se devo fare i numeri prendete i ceci con te fai i numeri in queste cose così aiutavano così quasi che potevano le pagelle si andavano a litigare come funzionano no e poi si rifiutavano le pagelle o vede tanagro può stare una pagella cielo ancora conservati alla pace che ricevo facciamo un aumento bene pubblicate queste cielo conservate si e poi a fino ad anima da vale finito mossi i genitori 50 certo qualche junior e comanda con una legge deve studiare un po di meno un po di più come sempre di più però di me non ho sempre di più c'è però erano contenti quando una portata dei voti nella pagella e una prudente veramente prendimi un brutto voto vige una cieca legge questa volta fosse seccherebbe che però non era una novità no no io rimprovero e proprio set ma bisogna dire la verità c'è ma poi dobbiamo capi non sa già cosa perché una cosa e varela va bene va bene io i miei punteggi questo sarò bravo a mancare nei mestieri di casa sono brave un ace cose e nella storia certo la scuola importante di più studi di più si deve studiare perché sempre c'è da imparare c'è sempre da da sapere è bello però in quei tempi già igiene dorme che pensavano queste cose queste cose pensavano un mestiere per i masi a lavorare mestiere pure per la donna insegnata a cucire a sistemare la casa a lavare stirare quali continuare la scuola e invece oggi no oggi ci teniamo tutti tu devi studiare the laurea è bello sapere le cose bello sapere tutto nella vita gioia è bellissimo è bellissimo perché c'è forse tutti trovi immensa persone che poi non sai rispondere se ti trovi in difficoltà certo e se tornassi indietro cambieresti qualcosa se cambierei e tante cose ad esempio ad esempio che studiasse se aveste la possibilità gesto lavorare studiare essere libera di gesta cosa e tante cose che ho fatto non mi avrebbe fatto non l'avresti fanti no cioè per esempio sempre pensata per gli altri anche da piccolina io andavo da mia nonna ci faceva i capelli si sistemava il letto partiva sempre io per tutti e sono cresciuto nel tempo in meno per te che esatto brava chiare testo il giusto il giusto ma no di più no non lo avrei fatto più sono contenti che mi sono sposata piccolo carcere figlie grande io non sono vecchia vecchia fatti però una nonna sprint ancora grazie però avrei fatto pandolce cosa a me per esempio la merce daisy lowe l'infermiera ti ricordi di qualche evento politico e sociale importante e quando andavi a scuola poiché anno come politica che devo dire la politica prima era di più che andava vanta la democrazia cristiana e se ci teneva e c'erano tutti i politiche tutti quelli che dovevano che si portavano che doveva deve essere sintetiche doveva essere assessore assassino cinico io sono qua allora bussavano alle porte avvenivano di bussavano dice mi deve dare il voto a mio figlio per me e devo dare pronto da giuseppe amari è però quasi quasi vinceva sempre la democrazia cristiana perché perché c'erano prima tante suore tanti preti agganci nei conventi lo votavano per la democrazia cristiana portavano addirittura quando le persone non potremmo venire di campagna percorsi sono le macchine abbiamo tutte le macchine 23 ma in ogni caso ma prima andavano loro apprenderli quelle che ci interessava il voto li portavano l'ufficio scolastico dopo quasi si votava ti facevano votare con il pet che ci davano il voto e mi ricordo perché prima gaza era abitata tra i 14 mila abitanti faceva tanti numeri e la dea l'agenzia andava a votare e andavano a prendere i campanili porta un arcangelo talamo non riportavano ci facevano dei regali sotto sotto hai capito faceva pure questo camminavano pure questi regali dovete st votare allora c'è ragazzini ci porta un anno volte un profumo ci facemmo un orologio per quei tempi questa mano ce costa sono le ricevuto cliccando no noi non siamo persone di queste cose io come peggior devo andare a fare il mio dovere ci vado perché voglio votare vota pure carta bianco quando venivano però a bussare alle porte venivano a gustare anche da qui da tutto porta per poco meno salate no io in quanto dicevamo si e poi se glielo do moglie lo davano nella rete però poi loro loro se lo facevano per conti per capace nelle sezione le cose generici quelle la sezione alla sezione b con la sezione poi ha votato la signora maria il signor moggi me l'ha dato quello con un me l'ha dato quello il volto poi cosa facevi nel com ben capito però punto è se però non facevano che fa un bacione atterrato amato fratello quanto ai bisogni scuse delle proprie cose che ho detto a the bene poi l'italiano beh anche a voi

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L’intervista, della durata di 40.09 minuti (link: https://www.youtube.com/watch?v=WQPuVUlk_zw), riguarda le memorie scolastiche e infantili di Maria Bongiorno. Nata a Gangi, in provincia di Palermo, nel 1949, era figlia di contadini. Era la secondogenita di cinque fratelli. Il suo percorso scolastico ha riguardato solo il ciclo elementare: la Legge Gentile statuiva già dal 1923 l’obbligatorietà della frequenza scolastica fino a quattordici anni, ma questo venne largamente disatteso fino alla prima metà degli anni Sessanta (Galfré 2017). Ancora nel 1958 (quindi negli anni in cui la videointervistata frequentava la scuola) Lamberto Borghi denunciava che il 75% dei ragazzi tra gli 11 e i 14 anni non era iscritto a nessuna scuola (Borghi 1958, 32). Ha quindi studiato tra il 1955 e il 1961, negli anni del centrismo democristiano e del boom economico (de Giorgi 2016).

L’intervista riveste un certo interesse soprattutto per la descrizione delle difficoltà che, nella Sicilia degli anni Cinquanta, una bambina di origine popolare poteva avere nell’andare a scuola e nel conciliare le mansioni domestiche con le richieste delle maestre. Bongiorno era infatti la figlia più grande, e questo implicava diverse incombenze. «io da piccolina sempre ho lavorato», afferma al m. 2.27: e infatti, per assolvere alle faccende domestiche che, con la nascita del fratello minore, incombevano su di lei, Bongiorno non frequentò la scuola per un anno, e dovette ripetere la prima elementare. Tra gli incarichi, la videointervistata ricorda soprattutto quello di dover riempire gli otri – chiamati quartare in dialetto – di acqua per lavare i panni e scaldare l’acqua.

Per quanto riguarda la scuola elementari, Bongiorno ricorda l’edificio come molto grande e dotato di molte sezioni. La classe era abbastanza numerosa, tra le venticinque e le trenta alunne. Piuttosto carente la continuità educativa: la maggior parte delle maestre, infatti, non restava, ma chiedeva il trasferimento per avvicinarsi nella città di provenienza. Varia, secondo Bongiorno, la loro qualità umana: accanto ad alcune insegnanti rammentate come capaci e sensibili, ve ne erano altre di cui ricorda solo le punizioni. Anche quest’ultime infatti, pur essendo vietate da una legge del 1928, erano ampiamente comuni (Paciaroni 2020). A questo proposito, Bongiorno ricorda di quando, impossibilitata a studiare a memoria una poesia perché occupata con il fratello minore, fu costretta a sostare nel corridoio sopra un letto di ceci: «io tenevo a mio fratello quando venivo da scuola perché la mamma doveva fare il pane la mamma doveva stirare e io con una mano tenevo a mio fratello e con una mano leggevo quello che potevo fare una volta dovevo imparare una poesia non ci sono riuscita non ci sono riuscita perché tenendo il bambino non potevo studiare bene e allora l’indomani la maestra dice la poesia maria bongiorno deve dire la poesia maria bongiorno la poesia non la sapeva» (m.3.57 e ss). Presenti le preferenze in base al reddito, così come l’abitudine di mettere ai primi banchi chi andava bene e di relegare nelle ultime file chi non otteneva buoni risultati.

Per quanto riguarda i compiti a casa, interessante è la descrizione di come ceci e fave fossero usati a mo’ di pallottoliere per svolgere gli esercizi di matematica: «prendevamo i ceci le fave e contavamo quattro più quattro otto e mettevamo in una pezzolina quelle fave e quei ceci perché dovevano fare poi la matematica per fare i numeri per contare» (m. 21.38 e ss).

Fonti

Fonti bibliografiche:

L. Borghi, Educazione e scuola nell’Italia di oggi, Firenze, La Nuova Italia, 1958.

F. De Giorgi, La Repubblica grigia. Cattolici, cittadinanza ed educazione alla democrazia, Brescia, Morcelliana, 2016.

M. Galfrè, Tutti a scuola! L'istruzione nell'Italia del Novecento, Roma, Carocci, 2017.

L. Paciaroni, Memorie di scuola: contributo a una storia delle pratiche didattiche ed educative nelle scuole marchigiane attraverso le testimonianze di maestri e maestre (1945-1985), Macerata, Eum, 2019.

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