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L'importanza delle metodologie didattiche: i ricordi della maestra Ciacagli

Editore:
Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze
Luogo di pubblicazione:
Via Laura, n. 48, 50121, Firenze (Italia)
Codice ISSN:
2785-440X
Autore della scheda:
DOI:
10.53221/1008
Scheda compilata da:
MONICA DATI
Pubblicato il:
28/02/2022
Nome e cognome dell'intervistatore:
Ilaria Molesto
Nome e cognome dell'intervistato:
Mariangela Ciacagli
Anno di presa di servizio dell'intervistato:
1974
Categoria dell'intervistato:
Insegnante
Livello scolastico:
Scuola primaria
Categoria professionale dell'intervistato:
Insegnante scuola elementare
Regione:
Toscana

siamo qui con la maestra mariangela faccia agli inizia un po come è venuta la sua formazione ho avuto la formazione magistrale nel 70 a 74 euro 4 anni di scuola di disco la magistrale istituto magistrale e era un istituto privato gestito dalle suore qui accesso i primi anni di insegnamento come sono stati ho avuto i primi due anni sono stati segnali sono stata assunta dal comune come per fare il doposcuola comunale in collaborazione con le insegnanti della mattina era una sperimentazione di un simil tempo piano nel primo ci invece non del circolo didattico di cecina mare e con le insegnanti che facevano la mattina ho avuto una bella formazione molto interessante poi ho cominciato le supplenze e sono stata supplente fino al 1900 [Musica] quindi ha vissuto il cambiamento penso niente l'unico team docente io insegnante unico sempre fatto la supplente quindi non era proprio un insegnamento perché insegnavo una supplenza annuale tutte volte a sorgente periodi spezzati con tempi erano un giorno di giorni e cinque giorni capitava la supplenza di due mesi ma comunque era sempre si trattava di sottrazioni a livello di insegnante unico ho fatto poco sono entrata nel momento nel quale si è aperto la dimmi i cambiamenti vissuti come un'influenza dell'insegnamento cioè cambiamenti normativi sono cominciate dal primo vettore ho cominciato a mettere piede nella scuola fino all'ultimo momento nel quale escono dalla scuola perché è stato un continuo di cambiamenti il cambiamento portava tante novità però c'era sempre il momento del dovere adattarsi a queste novità pertanto magari qualche volta era più difficile qualche volta era meno poi bisognava trovare chi ci credeva nei cambiamenti quindi si è trovato in una dirigenza che credeva nel cambiamento ti facilitava il compito che se c'erano delle colleghe che ti aiutava noleggiando meta che quello era facilitante se trovate qualche d'uno che il cambiamento non stavo lava diventa veramente problematico quindi ti adattabile un pò di nina quello che era lì sempre la situazione l'unica cosa che mi ha sempre sostenuto è sempre stata la formazione cioè io credo di non aver mai smesso di formarli dal primo giorno e ho cominciato la scuola fino all'anno scorso che pratica era nazionali di scuola e dal punto di vista dell'aspetto della vita della classe i metodi di insegnamento con quelli secchi si cambia cioè siamo passati dal meglio io ho fatto tutti i membri del metodo del deva che era un metodo globale sull'abito al metodo globale al metodo sillabico cioè secondo le colle perché io ho sempre cercato di lavorare in team quindi il lavoro e si faceva non era mai un lavoro individuale ma era un lavoro di team eravamo sempre in due del della scuola oppure anche i più insegnanti e laura e si cercava il metodo migliore per dada da sviluppare sono i bambini poi c'è stato il periodo del poi ultimamente il metodo analogico è stato quello che io ho adottato sia per la matematica che per l'italiano nell'ultimo anno e il un altro metodo che mi sa che mi è piaciuto tantissimo ma scoperto negli ultimi anni è stato il metodo scientifico quello che porta avanti il cb di firenze che è stato interessantissimo era appunto nel punto di visto nelle discipline in quali campi io sono stata a 15 anni insegnante di matematica e quindi materie scientifiche e due anni dice niente di più tra le insegnanti di italiano e anche lì lavoravo nel metodo della dottoressa piscitelli sempre del cb quindi insomma è stata una bella esperienza il metodo in matematica e naturalmente ho tutte l'evoluzione del metodo scientifico lo so se approvate dagli esperimenti la lunga dalla ricerca azione si è fatto si è fatto tutto gli ultimi l'ultimo metodo appunto dei professori fiorentini che portava le esperienze in classe è stato forse quello che ho capito essere quello che più importante cioè portare l'esperienza in classe a bimbi e dal punto di vista dei rapporti con i bambini la differenza che c'è stata durante i primi anni di insegnamento e poi invece una mano andando avanti a me primi anni erano lezioni cattedratiche quindi italiano si faceva dettato analisi grammatica matematica problemi operazioni molto a livello strumentale con il tempo cambiano i bambini cambiano le metodologie quindi ti adatti molto anche alle nuove tecnologie cominci a lavorare con il computer panni di share che con la lim cerchi di entrare nel mondo le bimbe attraverso la tecnologia alla loro esperienza anche ultimamente la robotica quindi lavori con cl con le api per fare percorsi per fare le spese le esperienze anche geometriche spazio temporali spaziali soprattutto nuovi percorsi ecco questo è una cosa importante è invece le punizioni se si possono chiamare così anche queste come son cambiate da quando ha iniziato a look a dir la verità come punizioni io sono sempre stata persa non riesco a punire nel senso che è più facile il dialogo la conversazione arrivare al perché è successo e quindi insomma cerca di far ragionare i bambini e la collaborazione con le famiglie ma anche quando ha cominciato a insegnare a livello di punizioni cioè io sono a massa che ora voce altissima quindi bastava rialzarsi il tono della voce di un decimo il loro arrivano subito che era il momento di fare silenzio e poi istruzioni ma forse qualche volta gli hanno dato da scrivere dieci volte devo comportarmi come si deve non devo dare noi al mio compagno non credere si tratti ma di punizioni che che siano data da ricordare da evidenziare è invece il metodo valutativo sa che la valutazione è cambiata c'era la valutazione ogni ho cominciato con le schede valutative che erano giudizi nelle varie discipline e anche quello era difficile darle un aiuto grandissimo aiuto io l'ho avuto dall'esperienza delle maestre croazia nei che già lavoravano nella scuola e poi piano piano poi siamo arrivati alle i giudizi che siamo arrivati ai numeri decimali andarsi a decimare insomma la valutazione in decimi poi la valutazione oggettiva la valutazione soggettiva abbiamo fatto corsi quando ero nel circolo di montescudaio con il professor picchi per quanto riguardava le valutazioni vedi tutto era valutabile a livello oggettivo si valutava il trentesimi effettivamente la valutazione oggettiva ma è sempre rimasta più facile di quella soggettiva nel senso che la soggettiva vabbè un bel un bravo un 10 per terminare il bambino ma quando si arrivava a fare una valutazione doveva andare sulle schede sono state sempre molto propensa a fare una valutazione soggettiva quindi a valutare in trentesimo quindicesimi ogni decimi sia la parte sia la lingua italiana più facile di matematica naturalmente che più facile valutarla e anche questo è stato un lavoro di collettivo con tutte le insegnanti del circolo dove io lavoravo si pensava ad una valutazione e la valutazione veniva fatta da che per circolo io ho insegnato per 15 anni del circolo di rosignano solvay era credo uno dei circoli che a livello di dottore di valutazione ma a livello anche i regolamenti di curricoli sia di tecnologia che a 15 anni faccio macerie tutte le classi un computer c'era l'aula di computer il laboratorio è questo in questo momento c'è in tutte le classi cella lì invece a un'area un'aula e computer ton c'è un anno una ratifica le ma è veramente uno dei circoli che io ricordi computer elogi a e quindi e si fa tutto insieme anche la valutazione è una valutazione collettiva dal punto di vista dei cambiamenti culturali come hanno inciso sul rapporto con i banditi cambiamenti culturali l'entrata dei bambini stranieri nella scuola ma anche di questi cambiamenti dopo l'entrata dei bambini stranieri c'è sempre stata e nello ton nel 92 con lo sbarco degli albanesi al lecce insomma la scuola dove ero io a monteverdi c'è stato la prima famiglia di albanesi insediata nel comune aiutata dal comune quindi mi venivano a scuola effettivamente è stata un po l'inserimento anche perché la sia per quanto riguarda la famiglia per quanto riguarda le tracce in b italiano quindi a livello ecco questo semmai ho personalmente è sempre stata accettata intercultura come ricchezza nella scuola perché quando entrano anche uno che porta un'altra esperienza non solo si arricchisce la cultura generale ma è personale ma anche quella generale i bimbi sono ammirati dai paesi stranieri quindi la scoperta di dover paese sono un papà mondo sull'atlante la ricerca su internet le tradizioni le culture anche l'innovazione alimentare un'educazione che è stata inserita proprio con questi andamenti e sono intervenuti nella scuola con tanti bimbi stranieri sui cambiamenti culturali li accetti egli lavori ecc i lavori iniziale quanto lavori insieme con con l'equipe dei docenti che ti stanno vicino credo che una delle cose più importanti che mi ha insegnato la scuola è quella di lavorare in team cioè lavorare insieme e naturalmente mettersi in ascolto delle persone hanno più anni di insegnamento quelli che aiutano al peso e mentre il rapporto con i genitori com'è cambiata ma camera va cambiato cambiato ad altissimo i primi anni genitori erano presenti ma perché con i decreti delegati del 73 per i cenoni sono già detta della scuola e i primi anni sembrava quasi che venissero a far che questa filosofia del venire a far che si è protratta per diversi anni io sono rimasta dell'idea che un genitore che entra nella scuola e ha voglia di fare il genitore e ha voglia di lavorare con l'insegnante perché c'è un fine unico che è il figlio sia perché sia figlio del genitore sia che si alla luna per la maestra io credo non ci siano programmi cioè con il genitore ci lavori certo è vero e duri fatica perché non con i bimbi che non hanno nessun tipo di difficoltà qui è facile lavorare con i genitori la difficoltà più grande è quando ti scopri che un bambino ha delle difficoltà e sei una persona estranea famiglia e devi dire a quel genitore che suo figlio a una differita di è dura dura perché i genitori giustamente probabilmente l'ho fatto anch'io come genitore non accetta la diversità del figliolo che figlio abbia una difficoltà nell'apprendimento super abilissima ma in quel momento si presenta quindi fiata e genitori in quel momento difficile saper ritrattare saperli prende fargli capire che insomma un una visita specialistica oggi come portarlo dal dottore van dalla febbre quindi se c'è bisogno di una visita psicologica neuropsichiatrica logopedica fisioterapica cioè di non spaventarsi perché sono nelle visite per gli incontri con degli esperti che ti fai quando ci hai un bimbo e cioè da prendere l'influenza e il dottore si dice mi sono detto lo porti a fargli la nostra polmoni cioè prendilo nello stesso modo questo non vuol dire il bambino ha delle difficoltà se poi le specialista dichiara che questa è una difficoltà ben venga lo specialista e vuol dire che bisogna noi cambia il metodo cioè bisogna approcciarsi in un modo diverso e genitori poi figli mi faccio le cose quindi i consigli per le future maestri la scuola sta diventando sempre più burocratica purtroppo la burocrazia uccide la creatività quindi consiglio progresso più grande è quello 1 e lo dico spassionatamente alla mia figliola che ha 35 anni e che fa la mente il sostegno formatevi formazione aggiornamento in continuazione non smettete mai c'è quando pensate da essere arrivate avete sbagliato non ci avete hub italiani dovete ricominciare daccapo perché la formazione el aggiornamento sono le cose fondamentali per un insegnare se vuole essere insegnate passabile non una e fa clic necessità bile che sa che oggi c'è questo metodo che oggi c'è questo tipo di lavoro per l'anno scorso io io ho 63 anni l'anno scorso sono andata a fare il corso di aggiornamento all'accademia della crusca speranze beh a me dopo 38 anni di servizio la crusca mi ha insegnato che i bimbi possono arrivare a capire le cioè mandato le basi perché io io capii io dovevo mettere le basi a quello che io facevo ogni bambino la ricerca delle parole il significato delle parole quindi la famiglia delle parole cioè è una mossa di cinema la famiglia delle parole acqua acquazzone a questa di un agente però la cosa vi è la cosa proviene quali sono le parole più lontane valle sono le parole più riuscire cioè imparare ecco anche questi trucchi e serve un abito più tardi quello che servono all in per imparare per apprendere avere delle competenze quindi cosa più importante la formazione visione la rosa importante l'ascolto delle maestre che hanno per sperienza perché io mi sono accorto e ci sono degli insegnanti giovani che come faccio bene non fa bene a nessuno e non perché non li si voglia insegnare qualche cosa però magari ascolta speriamo esperienza soprattutto nei riguardi della dirigenza nei riguardi dei decisori esperienza poi conta tanto anche la bracco ha proprio cervello quindi secondo me questo problema lo posso risolvere se gli do un aspetto tutto bianco e anche se quello che dice no guarda il grigio con amelio poi lavora proprio cervello però con l'ascolto degli insegnanti e poi tanta pazienza tanta tanta pazienza quando quella pazienza che che è che si deve maturare negli anni non perdere mai la pazienza perché tutti i bimbi tutti sia che ci sia il bambino il genio sia e ci sia bambina delle difficoltà sia ci sia un bambino diversamente abile tutti i bambini se gli ha fatto un buon programma se lei seguiti bene arrivano a un prezzo arrivano ad una competenza se sapere che i bimbi aspettano già i bimbi ce la fa ad arrivare fino ad una competenza in tutti e poi l'esperienza ci andiamo spa dall'esperienza andiamo vita alle esperienze di mint cioè un si può parti gli uomini sono andati sulla luna dovesse ragazzetto coltiva l'orto quindi le esperienze cosa più importante benedetta montessori che ci ha dato questa grande opportunità dei tipi di dati a meravigliosa grazie mille prego non c'è di ferro

Scarica trascrizione

 

La testimonianza (durata 21 minuti e 47 secondi)  ha per oggetto la storia professionale della maestra Ciacagli, diplomata magistrale nel 1974 in un istituto privato gestito da suore a Cecina (Li). Assunta dal Comune per gestire un doposcuola, una prima sperimentazione di tempo pieno con insegnanti del mattino, successivamente inizia le supplenze nella scuola elementare entrando di ruolo nel 1991.

Nell’intervista si affrontano questioni importanti come quella dell’intercultura come arricchimento, dell’importanza dell’insegnante di sostegno, della collaborazione tra docenti e con i genitori e anche della valutazione, in particolare del cambio ciclico tra voti e giudizi a seconda delle posizioni politiche dei vari ministri:  a tal proposito la docente afferma di essersi trovata sempre più a suo agio con una valutazione numerica ed oggettiva piuttosto che con un giudizio descrittivo

Il tema centrale della testimonianza è però rappresentato dalle metodologie scolastiche, con una riflessione particolare sulla didattica della lettura e la necessità di alternare i vari metodi a seconda delle esigenze della classe e del lavoro in team con gli altri insegnanti. Già a partire dagli anni ’70 in Italia venne abbandonato il classico metodo alfabetico (o fonetico) e si diffusero altri modi “innovativi” per insegnare a leggere, equivalenti del metodo Whole Word degli Stati Uniti: in italiano hanno avuto e continuano ad avere molti nomi e varianti, come metodo globale, visivo, ideo-visivo, naturale, misto etc., ma essenzialmente in tutti si tratta di cominciare a imparare a leggere con un approccio visivo e non fonetico alla lettura, considerando le parole tutte intere, insegnando a memorizzarle e riconoscerle come immagini visive. La maestra ricorda anche il metodo elaborato da Ferruccio Deva negli anni '60. Partendo dagli studi di Decroly, lo studioso elaborò una parziale revisione del metodo globale messo a punto dal pedagogista belga, sulla base della constatazione che il bambino apprende più facilmente parole concrete di cui conosce il significato rispetto alle parole o a gruppi di lettere senza senso compiuto o con senso ignoto. Sul piano grafico lo studioso torinese dimostrò inoltre che l'apprendimento della scrittura era facilitato dall'uso del carattere stampatello maiuscolo ( Deva, 1982). Sulla base di queste ricerche mise a punto appropriati strumenti e tecniche didattiche diffusi ampiamente nella scuola italiana e noti appunti come metodo Deva.

Sempre parlando di metodologie l’intervistata ricorda di aver insegnato anche matematica per 15 anni e in proposito afferma di apprezzare particolarmente le proposte metodologiche del Cibi di Firenze (Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti), un’ associazione fra gli insegnanti di tutti gli ordini e di tutte le discipline (CIDI Firenze – Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti).

Nella parte finale la maestra ricorda l’importanza dei corsi di aggiornamento e della formazione continua riportando una sua esperienza legata all’insegnamento della lingua italiana: “l'anno scorso sono andata a fare il corso di aggiornamento all'Accademia della Crusca,  dopo 38 anni di servizio la Crusca mi ha insegnato che i bimbi possono arrivare a capire  il significato delle parole quindi la famiglia delle parole,  acqua acquazzone, da dove  proviene quali sono le parole più lontane, le parole più vicine”.

 

Fonti

Fonti bibliografiche:

 

 G. Bandini, S. Oliviero, Public History of Education: riflessioni, testimonianze, esperienze, Firenze, Firenze University Press, 2019.

F. Deva, I processi di apprendimento della lettura e della scrittura, La Nuova Italia, Firenze, 1982

F. Deva, Dalla Metodica alle Scienze dell'educazione. 150 anni di insegnamenti pedagogici nell'Università di Torino, Torino, Tirrenia Stampatori, 1998

M. Galfrè, Tutti a scuola! L'istruzione nell'Italia del Novecento, Roma, Carocci, 2017.

M.L. Giovannini, , & M. Boni, (2010). Verso la valutazione a sostegno dell’apprendimento. Uno studio esplorativo nella scuola primaria. Journal of Educational, Cultural and Psychological Studies (ECPS Journal)1(1), 161-178.

 

 

 

 

 

 

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