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"Mandate allo sbaraglio". Memorie di un'educatrice

Editore:
Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze
Luogo di pubblicazione:
Via Laura, n. 48, 50121, Firenze (Italia)
Codice ISSN:
2785-440X
Autore della scheda:
DOI:
10.53221/133
Scheda compilata da:
Chiara Martinelli
Pubblicato il:
26/10/2021
Nome e cognome dell'intervistatore:
Lucrezia Bozzolo
Nome e cognome dell'intervistato:
Maria Paola Ganzerli
Anno di presa di servizio dell'intervistato:
1978
Categoria dell'intervistato:
Educatore
Livello scolastico:
Nido d'infanzia
Categoria professionale dell'intervistato:
Educatore servizi per l'infanzia
Data di registrazione dell'intervista:
17 febbraio 2020
Regione:
Toscana

Indicizzazione e descrizione semantica

Identificatori cronologici:
1970s 1980s

inizio ci sono state grosse problematiche lei quindi quando ha iniziato a fare l'educatrice nel nel 78 e ha iniziato a lavorare nell'asilo concorso sono arrivata prima abbiamo iniziato a lavorare in realtà io quando ho fatto il concorso era incinta della mia secondogenita per cui mi ricordo andare normale orari che avevo una pancia e non aveva partorito da poco che giorni e hanno aspettato ad aprire il nido quando io avessi partorito è finita la maternità anche mese ora mi sembra novembre però a quei tempi d'asilo unito non era gestito dal comune ma dall'asl e dal consorzio socio sanitario come si chiamava allora e quindi in parte secondo me i problemi sono venuti fuori anche da questa da questo tipo di mentalità che ancora si respirava in quell'ambiente e che faceva a venire fuori più che altro la l'aspetto sanitario anziché quello educativo sono proprio problemi a livello allora dal primo sono gli asili nido prima diciamo di una certa epoca degli anni 70 erano gestiti quasi tutti dalla on me oggi dalla anni e anni aveva delle caratteristiche proprio specifiche e cioè si guardava l'aspetto sanitario più che sociale ed educativo sociale in un certo qual modo sì perché nelle negli asili o vicenda non mi andavano più che altro figli di persone di famiglie disagiate di madre con problemi eccetera eccetera e quindi c'erano le figure delle assistenti sanitarie che venivano da noi a fare i controlli ed ispezioni dettavano legge e quindi noi che avevamo studiato tutte le teorie più moderne per i quei tempi gli asili psicoanalitici di mosca [Musica] gli esempi francesi e tutto quello che poteva perdere a fare dell'asilo nido non è un asilo ma una vera scuola in teoria è tutto quello che avevamo studiato anche per il concorso in pratica venne disattesa anzi si andava in senso contrario cioè che a me il concorso mi chiedi di studiare determinate cose troppo né poi dopo li si fa al contrario e quindi era veramente frustrante per tutti noi non potevamo fare un percorso non ti dico con la farina ma con la carta igienica un percorso 6 per fare giocare i bimbi riorientare nello spazio niente niente non c'era una una didattica non esisteva e come andavano le inservienti che qualsiasi cosa si faceva se si sporcava non si poteva lavorare con i bimbi non si poteva fare niente sembravo un orfanotrofio ed è stato tremendo anche perché eravamo tutte persone che avevamo studiato io stavo facendo l'università e mi sono laureata dopo altri colleghi anche loro hanno laureate c'era la mariangela a navas che poi è diventata assessore regione e poi eto'o quando è tornata al lavoro a cecina è diventata dirigenti di tutta la cultura cioè non eravamo persone sprovvedute eravamo persone con un certo già bagaglio culturale io facevo filosofia quei tempi con indirizzo psicologico quindi avevo conoscenze di medicina perché ho fatto già prima un anno di medicina poi essendo mi sposata ho scelto la facoltà più diciamo che considerava più leggera c'era la laurea pentolini che quei diventati insegnanti di liceo c'era la patrizia gerassi che che è diventata anche lei funzionario in comune c'erano tante di noi che comunque avevano questo bagaglio culturale si sono trovate buttatevi dal primo giorno con 28 30 bambini che non ci conoscevano una bolgia infernale una bolgia infernale a quanti bambina era rivolto subito è il numero preciso non me lo ricordo però eravamo il rapporto doveva essere mi pare 5 e 6 bambini ogni educatrice poi però il fatto è che ci si ammalava in continuazione non c'era sostituto e non c'era aprire l'era prevista la sostituzione a meno che non fosse una ora come si dice una soluzione a lungo termine sia come ricordo io mi dovetti operare di una cosa è piuttosto lunga allora ci fu la società però la situazione breve la situazione di essere una settimana e ci si ammalava in continuazione minimo è veramente era era una situazione disagevole sé ma il contesto politico del periodo era è un comune si di sinistra anche il consorzio socio sanitario c'erano amministratori di sinistra però anche loro si vede che hanno cozzato perché si sono dovuti a poi basare sul personale che ci era già tipo gli assistenti sanitari è tutto così che loro facevano un tipo di discorso che era di tipo sanitario e basta non si guardava proprio alla alla diciamo all'integrazione del bambino tutto quanto è al discorso pedagogico ora so che fanno gli insegnanti fanno tutti dei piani pedagogici so che rapporto di un bambino insegnanti diminuito al nido e quindi noi veramente sono stati mandati allo sbaraglio in condizioni tremende l'unica cosa che mi ricordo che ci fu fatta noi e anche i genitori che volevano partecipare un corso fatto lì da un mimo che era un mimo della compagnia quelli di grock e che ci venne insegnare a fare giochi a lasciarsi andare col fisico così se poi ho poi dovevi rapportarti con le difficoltà di tutti i giorni con l'insegnate gli inservienti che ti veniva dietro qualsiasi cosa a pulire non potevi far giocare i bimbi cordasco e lo quella joe cole medico pediatra che veniva una volta alla settimana e voleva vedere in un'ora tipo 10 12 bambini per tutto e cosa faceva lì dove vi spogliare tutti a catena portarli lì cioè non era come un anno non solo meccanica matematica questi bimbi piangevano disperati invece prima di tutto non si capiva perché il medico doveva venire a visitare i bimbi in un asilo nido ma dove esiste e questo era un altro retaggio dell'omni capita era questa e quindi il cambiamento poi c'è star romando credo che sia cominciata e migliorare un pochino quando quando intervenne il comune passa sotto però anche lì ci fu mi ricordo una riunione con l'assessore all'istruzione di quei tempi che era la signora mia età lambardi che senza armi ea chiedere a noi quali erano state le nostre le nostre problematiche le nostre ed i fiori esigenze le nostre difficoltà la prima cosa che disse dobbiamo fare un'autocritica tutti sì io lo posso anche fare un'autocritica mattina viene in accade che cosa che cosa mia mi ha turbato che cosa io ho sentito cioè io mi sono sentita anche in colpa nei confronti di questi bambini di non potere dare quello che avrebbero voluto avere e quindi io poi soffrivo anche di pressione bassa e ogni tanto svenivo perché la pressione bassa mi fa svenire specialmente quando ero giovane non ero giovane e quindi ho chiesto il trasferimento in in ufficio perché ho detto ma se ben venga una volta con un bambino braccia cosa succede e quindi poi mi hanno fatto quei tempi era ancora non so se è ancora consorzio no può essere già con ion e tramite ha visto che nel 78 appunto c'è stata l'apertura e dall 80 c'è stato poi il paesaggio ma sì e allora poi dopo un po di tempo si ho chiesto trasferimento mi hanno fatto una visita collegiale e sono stata messa in questo in campo è lomelo ricordo sarà stato 81 ha sicuramente nell 81 si 80 81 veniamo il suo popolo gli anni del consorzio sì sì sì sì e io sono stata la seconda mi pare vi è la prima è stata una signora che veniva dalle parti di pomarance di queste cose qui che però lei andò via praticamente subito perché perché non riusciva a conciliare gli orari dei mezzi e tutto quanto con l'orario del nido e non trovò apertura da parte ci avevamo la coordinatrice da parte delle colleghe cioè mese poi una volta dove voleva arrivare un pochino più tardi non me ne importava niente però magari sarei potuta venire anch'io prima però non trovo assolutamente un'apertura perché forse erano tutte piuttosto messe bene nell'ambiente politico e tutte persone di sinistra messe bene nell'ambiente politico è insomma e speravano forse che subentrasse qualcun altro più vicino a loro al posto di stasi che era un po estranee al contesto fatto sta che lei rinunciarci non c'è quasi subito perché non ce la faceva proprio arrivare con gli orari e non c'erano cartellini da timbrare sarebbe passato un po di comprensione da un bar del diario dove però non ci fosse totalmente a vettura e subentrò mi pare proprio laurea pentolini un'altra che è entrata per vincere perché anche lei era stata messa per il concorso era la dottoressa gori che poi anche lei è andata via qualche anno treaty ha seguito allora il marito di allora in a milano mi pare e poi dopo quando è rientrata e rientrata alla biblioteca di come dirigente della biblioteca anche lei in persona laureata laureata in lettere antico lettere moderne non mi ricordo più comunque per tutte le persone che eravamo perché questo concorso che fu fatto allora richiedeva un diploma di scuola superiore non richiedeva un diploma magistrale quindi ci si è buttato tante persone come me che non avevano diploma magistrale ma che comunque avevano fatto anche studi che potevano essere molto importanti per questo con quanto mi ricordo addirittura che quando piacevi concorso mi chiesero mi faccio delle domande di genetica io scrivo sapevo perché avevo fatto medicina data anche l'esame mi chiesero mi pare la differenza alcune malattie a trasmissione ereditaria tipo daltonismo e mi pare proprio anche la distrofia muscolare tipo di share queste cose non è che l'orario come come era ci ricorda a lincicome e ricordo che c'era chi entrava la mattina presto e che arrivava poi facevate sino al pomeriggio e facevamo fino al pomeriggio mi pareva essere 495 non 4 non lo ricordo più se aveste e mezza quasi branco dalla mattina però voglio dire no cioè uno entra ballano si celano no dico popoli orario del servizio era come dire se io ho idea mattina e poiché arrivava faceva metà mattinata faceva finiva ecco e quindi la giornata come era suddivisa diciamo le routine ai bambini arrivavano che ricordi c'era l'ingresso dei bambini che arrivava nella mattina e che diciamo e ci si dedicava a fargli da rifare veli ea ea farli molto spesso calmare inizialmente c'è stato un inserimento conoscete isolato inserimento non c'è stato nessun inserimento come ti ho detto prima ci hanno messo il primo giorno con tutti i bimbi iscritti senza nessun inserimento i bimbi lasciati lì dai genitori è roba da io io non lo so è roba da te prima di angoscia e roba criminale ma criminale ora so che fanno gli inserimenti di una settimana 15 giorni con i genitori no noi no con questi bimbi che un chat e li si può immaginare anche l'ansia dei genitori che poi si trasmetteva incazzato nero da noi per esempio mi ricordo una volta un bambino che la gente quelli un pochino più grande ipo era alto e cadeva sempre cadeva sempre eravamo fuori il giardino giochini fuori e mica teme che incrocio le dita e case da se i genitori non volevano credere che era caduto da sé ma come così e poi si scoprirà che il bambino aveva grossi problemi di vista ma grossi grossi grossi è però è dura si è capito come è successo vabbè c'era c'era un bimbo che era bellissimo sembrava un angioletto moro castano col caschetto lui arrivava prendeva di mira quasi sempre i soliti bimbi disk rocca va dei morti tremendi e scappava e nun ce la faceva a prevenirlo perché non è che piangeva on era lì tranquillo da una parte che giocava ha preso le dosi e brando vedeva e poi non c'era come ti ripeto non c'era un progetto educativo non potevamo fare delle attività non potevamo farli lavorare con l'acqua e la farina perché sennò arrivavano le inservienti che erano che erano già in servizio presso il consorzio socio sanitario e che non volevano assolutamente che noi si sporcasse non si contava niente non ci ascoltava nessuno è stato un avvio del nido criminale ritmo si no le genti non era uno sconticino attività danno sì si decidevano nodi per gli oli porto di la prova ricambio voi li faccio ma facciamo qui poi c'era il bimbo che voleva stare in cucina perché aveva quei tempi c'era la cucina ci si faceva c'era il cuoco che faceva da mangiare con l'insegnante che poi il cuoco inserviente che era una scelta roberta di livorno facevano delle litigate pazzesche ai bimbi la guardai albeto della cucina e quelle al teatrino e poi c'era un bimbo che voleva andare sempre in cucina a giocare coi tegami e però non avevamo nemmeno giochi avevamo pochissimi giochi qualche gioco in legno degli scivoli avevamo dei tappeti si cercava di fargli fare capriole di fargli fare però era tutto teorico noi di pratico non avevamo fatto niente non era immagino neanche diviso in spazio gerra c'era lo spazio la sala del nido dove c'erano quelli piccinini sequel si era il naso quello era diviso per ita e e poi c'erano ragioni sono due parti e lattanti di pezze se mi dimeno insieme pare anche il discorso magari del pranzo delle attività eravate sempre diviso il pranzo si andava tutti industrie m tranne vabbè se la tanto giarda gli abiti lato e la vita un libro di lecce si è più diversi si insieme si mangiava insieme ai bambini e e si mangiava quello che mangiavano i bambini ogni tanto il poco poteva fare una pasta asciutta leggermente diversa ecco però si mangiava allarme così avevo spazi esterni sì c'era uno spazio esterno però ci sono da ma anche poco perché onestamente non non era granché messo bene un'era come quello della scuola materna non andò piaceva questo bel giardino e tutto quanto non era messo bene c'era la ghiaia insomma non era un ottimo significa collegi sensi e ci sono state difficoltà rapporto al numero dei bambini tantissime tantissime perché bastava che ora fosse malata è che quella altre affogavano c'erano bambini con disabilità c'era una villa che non avevano che è propria disabilità quando ci sono stati si sono stata io ma aveva la mamma sorda e quindi aveva la mamma sorda e l'avevano che le avevano consigliato appunto di iscriverla al nido per fare stare con l'ati bimbi e allontanarlo un po dalla mamma perché se no lei si esprimerà quasi solo a gesti e e piano piano ha cominciato a dire qualche parolina e tutto quanto ci sono stati dei bimbi che che sono stati tenerissimi in questi membri erano tenerissimi però mi è uno dei motivi per cui ho approfittato del fatto che sveniva per scappare via e perché non sentivo di avere di poter ridare il pap di quello che avrei voluto per mio figlio tant'è vero che poi mia figlia avevo provato a tenerla al nido anch'io magari facendola stare con un'altra insegnante ma ogni volta che mi vedeva con gli altri bambini era a desio erano superati e allora ho preferito tenerla a casa già alberi siete ho preferito per me è stata una scelta migliore sì perché il nido come era fatto a quei tempi prima mi era veramente schifoso non era una non era adeguato come come servizio era non siamo scappati tutti siamo scappati tutti chi non voglio che nell'altro c'è stato chi ha resistito di più però siamo scappate tutte quelle che hanno avuto la possibilità in qualche modo di venir via sono deluso la cura e l'attenzione igienico sanitario mille erano le coelho le uniche cose che erano kehrer erano fondamentali quella e basta erano fondamentale quello e basta poi vabbè c'era anche rapporto coi genitori che era problematico perché fatto quando poi così non volevo appunto il rapporto con i genitori allora alcuni da non hanno mai dato i problemi sono stati alcuni se il bambino per esempio dopo un po che si era ambientato quando veniva scuola non piangeva più allora era un problema che non piangeva più perché significava che noi non li facevamo non gli dava una educazione che gli alieni davamo tutte mente che facevamo fare delle cose che a scuola che a casa non poteva fare quindi sarà abbiano poi c'erano dei genitori che erano molto malfidati sul fatto che non si cambiassero bimbi che di tenessimo bene tant'è che ce n'era una addirittura mi ricordo che faceva delle croci sui pannoloni per vedere se l'avevamo cambiato però poi c'era quella che non portava mai pannoloni allora tu dovevi prendere la quelle di qualcuno che che ce l'aveva li dicevi signora per rapporti pantalone così di restituiamo a quell'altro allora queste se poi le portava cosa che non sempre succedeva tanto era sempre la solita cosa faceva quella 3d cioè però non è della stessa marca mia questa è una cantante cioè era una cosa credo che ora i pannoloni magari pavilon eretta e palloni vengano dati uguali per tutti non lo so come funziona perché sedeva younesse novità interessante cioè io ho visto i miei putin quando sono andati al nido è tutta un'altra cosa è tutta un'altra cosa prima di tutto c'è la continuità educativa perché allora andavano loro a livorno l'isola che non c'è sono passati dal dal nido alla scuola materna con gli stessi insegnanti e poi era tutta un'altra ambiente tutto quanto hanno fatto l'inserimento hanno fatto così era veramente è stato una scelta suicida quindi c'era un progetto educativo non c'erano una nulla non c'è non c'era un progetto educativo che non partecipavano neanche attività insieme soltanto quel quella volta che si fece questo corso con questa con questo insegnante con questo attore in questo caso insegnante della della scuola di gro del sì di quelli di grock che è un gruppo di cabaret mini e tutto quanto un solo genitore partecipa come era aperto anche al possibile aperto a tutti i 100 in parte ci posso lunge e risorse partecipo un genitore solo le altre attività che per ora il genitore che aveva già una mentalità molto più appare maestre tagliante e altre attività che coinvolgevano i genitori ci sono stati o no non esiste farne nella previste cioè quell asilo nido quando è partito è partito come quelli asili nido creati per bimbi orfani mi esibivo ex omni erano così erano e quindi non non c'erano anche se ma poi non c'erano progetti non c'era non c'era chi è che ti dava indicazioni da seguire non c'è non non avevamo un non esiste non esistevano forse nemmeno non lo so gli unici progetti educativi li facevamo noi facevamo dei giochi facevamo cercavamo di coinvolgere i minimi di giochi facendoli giocare facendoli coccolare tenendolo in braccio questo sì esisteva eravamo molto affettuosi che abbiamo molto il braccio di poi chiaramente c'era il bimbo che preferiva questo io per esempio cioè la bimba quella che aveva la mamma sorda che aveva la predilizione per me e meno male più che quell'atto non la potevano vedere poi c'è la voglia dire ogni ogni bimbo aveva comunque l'insegnate vivere meglio ecco che così che si sceglieva per conto suo ex sì sì sì perché c'erano a questa grande sala poi c'era la stanzetta del telefono c'erano i bagni e le docce poi c'era la stanza perché del nido per i piccolini cioè la stanza dove si mangiava e la cucina sarebbe stato come strutture anche carina però è come se avessimo avuto le mani legate tutto quello che avevamo imparato la lisi in tutte non so se poi ora se li fanno ancora a studiare a scuola niente aria fritta aria aria fritta e le relazioni con le colleghe lavorare insomma in team come anche lì dato che c'erano molte difficoltà se anche le radure ad ora si era 22 se se se tutti infiamma la vista vi male chiaramente poi quando giornali erano cavoli tuoi nel senso che che trovavi musi lunghi trovabile incavolature voi sapete che magari andavano a parlar male di te in comune per i cenni al consorzio cioè poi quando è subentrato il comune a comune perché infatti mi sono pentita tantissime volte che quando l'asilo nido passò sotto il consorzio mi sono pentita tantissimo di non essere andata a lavorare all'asl e perché ci fu posto l'alternativa se volevamo andai alla è sicuramente all'auser guadagnato di più e forse essere passata nel ruolo impiegatizio subito senza senza come ti posso dire avere delle difficoltà per riuscire voglia a cambiare sia figura professionale perché comunque poi tra l'altro c'erano anche dei contrasti tra gli amministratori politici dell'ass e gli amministratori del del comune dal sindaco e gli amministratori dell'asipu li parlo dei politici a quei tempi mi pare ciaraldi bisceglie e cioè di bisceglie c'era luca rugi domenico di bisceglie hruschka luigi e non si potevano vedere con il sindaco quell'assessore presenteranno di correnti correnti diverse all'interno del vecchio pci anche se non si dice anche dei pc non c erano presenti c'era eccome e per quanto riguarda i tempi di conciliazione lavoro famiglia ce la faceva era gila paese sia meno presente per una donna di servizio a casa e la babysitter il mio stipendio dava tutto pagavo tutto poi si campava con quello di mio marito il mio stipendio e andava tutto in ma bis il babysitter e l'aiuto domestico perché quando arrivava a casa ero sfinita e non ce la facevo più né psicologicamente l'unica cosa che facevo portare fuori le mie figlie e occuparmi di loro ecco quando era a casa per ora baby sitter si beh c'è stato un periodo che avevo baby sitter e che mi dava ancora mano in casa insomma mi sono sempre fatto aiutare perché non quando arrivava a casa era stremata sfinita il collega educatore maschio c'è mai stato nino l'unico maschio che già era cuoco che comunque la figura importante perché poi comunque anche lui aveva un contatto con i bambini mangiava insieme bambini a volte giocava con i bambini ha fatto il corso quello quello che gli ho detto cioè la figura maschile era vista sì sì sì ma non è da meno si si si ecco se ne occupava in maniera anche lui non è che ricambia associato però comunque si i bambini la vedevano molto volentieri è proprio di veramente quelli di ieri e ricordi dell'esperienza magari più brutto più bella un'esperienza in particolare un evento qualcosa è una delle cose che mi ha fatto più male è stata quella parte a quel bimbo che cade davanti ai miei occhi accade davanti ai miei occhi in giardino fu brutto sentire che perché poi quando arrivano i genitori lì per lì me ne dimentica di dirglielo e li sbaglia york cioè ci fa essere magari un ruolino un diario vedevo che nell'asilo dei miei nipotini sono tutti questi diari che scrivevano le cose emilio mitica di leader quindi questa dimenticanza magari fu presa come una bolla nascondere e poi infatti il mi chiariti si guarda te mi cascato sotto gli occhi eravamo illusori e non lo so se inciampato nei propri cari e proprio piano mediamente inciampato in qualcosa che non ami e lì per lì fu brutta questa cosa anche perché capii che non simili da sono stata capita non si fidavano tant'è che poi quando poi spostata nel diciamo del ruolo impiegatizio anche se abbiamo livello molto alto per funzionario andai fu messa l'anagrafe e c'era come dirigente dell'anagrafe come il babbo diverso bimbo e me ne fece vedere di tutti i colori sì sì sì sì è questa cosa è congelata potrebbe essere andata lì anche di lima benefici vedere di tutti i colori proprio perché si vedeva maturato questa questa antipatia si è dovuto io lo posso capire però poi se si fa i due più due se vedi che poi il tuo bimbo scopri che ha delle difficoltà proprio grosse che non ci vedeva da quelli se ti dico ma è cascato danti allocchi però ha fatto tutto da sé credici a canzo così però vabbè l'esperienza più bella il ricordo è stato questo corso che si fece con questo attore di questa compagnia aiuto molto poi dopo nel è no semmai ha creato ancora perché cioè era rispondeva alle rispondeva alle esigenze a quello che che avremmo voluto fosse rasi lo nido però poi dopo cacciavamo contro cacciavamo di nuovo contro le difficoltà quotidiane di mettere in pratica quello però comunque qualche qualche aiutino si cela dato ecco nel senso che dicevamo il lato positivo che giocavamo coi bimbi molto fisicamente perché era l'unica cosa che non sporca va quindi le coccole rotolarsi sui tappeti fare le capriole tutte cose fare giocare troppo galletto però se volevi giocare il suo paletto mettendo la striscia di carta igienica interna quella di seguire un percorso diventava già un problema perché arriviamo delle assistenti arrivavano le intelligenti è nemmeno se dopo si ripulire noi era veramente nella lotta continua quotidiana e interessante frustrante più che stressante lo stress può essere anche positivo frustra anche frustrante perché tu hai studiato determinate cose si è convinti determinate cose e poi invece se ne fanno fare tutto il contrario e non è che si trovava appoggio da parte del day come si dice chi veniva dei beni dei capi non c'era solo quindi il lavoro molto usurante si è stato molto due avanti se tanti che ti ripeto siamo scappate tutte quelle che si aprirà a dire tutto e siamo scappati lavoro socialmente riconosciuto non no va bene no ma anzi secondo me molti genitori si sentivano come un antagonista non vedevano la figura l'educatrice no no no no era quella che stava col tuo figlio quando tu eri costretti a lasciarla perché non potevi occupate non c'era ancora la mentalità che che la donna deve lavorare per realizzarsi per stare meglio per no a quei tempi ancora specialmente qui che io ho trovato retrograda questa città rispetto all'ambiente dove sono cresciuta io e genova e io stata gia alla fine a vent'anni quindi cioè la donna che lavorava lavorava perché sennò la famiglia non tirava avanti o perché c'era bisogno perché magari il marito era disoccupato perché è quindi la donna che vorrei domandare a fare le pulizie a casa degli altri poi tornare a casa marito che magari non faceva niente o non aveva lavoro e quindi poi troviamo anche il capro espiratorio che eravamo noi che se il bimbo quando arrivava ci buttavano il braccino al collo è perché a voi vi brutto ridarci la folla cosa d'altri le date tutti i vinti allora si sentiva in colpa c'è ma c'era questo conflitto è stato studiato del fatto del che il genitore specialmente la mamma che vede il bimbo che bar asili nido volentieri si sente in antagonista nei confronti dell'ente l'educatrice come antagonista quindi non l'ha vissuto proprio gli anni inizia l'inizio del servizio è stata stata dura si è stata dura specialmente nei doveri ma il dottore è che tra l'altro era un ottimo pediatra però anche lui veniva gratis e quindi chiaramente cercava di far presto per cui anziché abituare il bimbo se proprio lo vuoi visitare mentre sta giocando facendolo giocare con calma senza spogliarle tutto quanto io ieri sera è la tua sera sono andato ad accompagnare mia figlia ha colto la mia nipote alla visita oculistica non è stata per niente drammatica la bimba era contenta tutto quanto si è fatto l'alter ego ci viene tranquillamente perché è stato fatto tutto con calma maniera easy slot è tutto lì era una catena di montaggio tutti sti bimbi miur in mutande ta ta ta ta ta ta ta cioè non si può fare così veniva una volta a settimana tant'è che quello hanno levato anche perché c'è è riesciuta miope di a te perché che senza che tu mi venga visitatelo dato è permesso ma chi sei non parlo del medico che c'era allora che era un pediatra eccezionale e io conoscevo anche personalmente del core amica della figlia però oggi non potrebbe succedere una cosa del genere a quei tempi c'era ancora la mentalità omni e siamo sempre lì sono state mantenute delle abitudini anni in questo senso che erano veramente comodo delle terre quindi lei ha vissuto gli anni sempre delle del consorzio con il comune ha lavorato per porre il patto si per porro o lavorate anch'io perché mi ricordo questa riunione che che che appunto 5 appunto l'assessore lambardi disse prima di tutto dobbiamo fare un esame di coscienza com'è che si dice un come detto prima un auto khrin autocritica si è in questo breve periodo poi che ha lavorato non più che appunto al controls ma ha annotato un cambiamento o era sempre ma grandi differenze no voce che non veniva più l'assistente sanitaria non mi ricordo che ogni tanto veniva l'assistente sanitaria controllava le cose così come però non mi sembra che non venisse più a quei tempi però il cambiamento a livello santi di tanti anni a livello proprio progettuale di progetti didattici che non c'è mai stato niente niente però poi dopo si dopo mi hanno detto sono cambiate le cose mi hanno fatto tutta una serie di quindi insomma sfortunatamente per quei poveri bimbi però quelli con cui abbiamo aperto l'asilo secondo me in qualche modo sono stati segnati a meno che a meno che l'affetto che gli abbiamo dato quello ovvero gli abbiamo dato tanto aperto tante coccole perché ci dispiaceva tantissimo e abbiamo dato coccole affetto tenerezza bassi per carità quello ci sono stati in abbondanza però non c'erano gli strumenti didattici giochi poche come le dicevo qualcuno c'era però c'erano anche all'interno dei disciplini di legno dei castelli di legno di roma però non non tantissimi giochi e comunque si si doveva tutte le volte intervenire con con la mente ecco quel nostro con la nostra iniziativa personale ma nella ringrazio per maria grassi per questa intervista una

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L’intervista, dalla durata di 41:19 minuti (link: https://www.youtube.com/watch?v=z3eL9WPUAaw), si sofferma sull’esperienza come educatrice di nido di Maria Paola Ganzerli. Nata e vissuta nei suoi primi venti anni a Genova, l’intervistata si è poi trasferita a Cecina, dove tuttora lavora e vive. Nel 1978 partecipa al concorso per educatrice negli asili nido bandito dal consorzio socio-sanitario di Cecina; la selezione, che non richiedeva il diploma magistrale come requisito d’accesso, ma era aperta a chiunque possedesse un diploma d’istruzione secondaria superiore, fu affollata. Ganzerli, che risultò prima classificata, ricorda un esame orale particolarmente difficile, che riuscì a superare in virtù dei suoi studi universitari – era iscritta al corso di Filosofia con indirizzo Psicologico. L’inaugurazione del nido, avvenuta nel novembre 1978, venne posticipata di alcuni mesi perché Ganzerli stessa era in maternità obbligatoria – aveva da poco dato alla luce la sua secondogenita.

L’intervistata ha lavorato tre anni come educatrice al nido: nel 1981, per problematiche legate alla sua bassa pressione, chiese e ottenne il trasferimento negli uffici dell’amministrazione comunale. Ganzerli giudica la sua esperienza lavorativa sotto una luce molto negativa. A pesare in questa prospettiva fu la frustrazione di non poter applicare nell’attività educativa del nido le competenze acquisite nello studio dei testi concorsuali: “Noi veramente siamo state mandate allo sbaraglio, in condizioni tremende”, ricorda al minuto 6.59. La gestione, accusa infatti l’intervistata, risentiva della prospettiva fino ad allora adottata dagli asili gestiti dall’ONMI (Catarsi 1997). Destinati in misura quasi esclusiva a bambini provenienti da un contesto economico e familiare disagiato, gli asili ONMI si focalizzavano sulla cura sanitaria dei piccoli a discapito, secondo l’intervistata, degli aspetti educativi e di socializzazione (Macinai e Oliviero 2019, 164). Ganzerli afferma che assistenti scolastiche e assistenti sanitarie, formatesi in quel clima e ancora in servizio, imponessero al nuovo asilo i loro criteri di gestione, impendendo alle educatrici di applicare i più innovativi indirizzi psico-pedagogici: “dettavano legge”, come afferma amaramente l’intervistata al m. 3.40. L’aut aut di non sporcare i bambini e gli utensili del nido impediva alle educatrici di progettare esperienze educative basate sulla manipolazione di materiali “poveri”, come la farina, la plastilina, la carta igienica; a questo divieto si accompagnava, secondo Ganzerli, la povertà di giochi e strumenti a disposizione dei bambini (Catarsi 1997). L’attività educativa era così, secondo l’intervistata, basata quasi esclusivamente su momenti di affettività o su giochi semplici, pianificati in maniera estemporanea, come il girotondo. La presenza – giudicata positiva – del cuoco (unico lavoratore maschile del nido) non era sufficiente a rivalutare un quadro critico che la indusse, per le sue figlie, a ricorrere alla baby-sitter, in quanto il nido, così come era strutturato, era giudicato “schifoso” (m. 20.50). Quasi inesistente, a suo parere, la progettazione educativa e il coinvolgimento dei genitori nelle attività del nido.

Altri erano gli ambiti influenzati dalla prospettiva medico-assistenzialistica ereditata dall’ONMI. L’ispezione sanitaria, condotta settimanalmente da un pediatra di Cecina con metodi che l’intervistata ricorda come frettolosi, sbrigativi e traumatizzanti per i bambini dell’asilo-nido. L’inserimento, che, come ricorda Ganzerli, non fu né pianificato né tantomeno progettato, lasciando le educatrici con i bambini per sei ore fin dal primo giorno di scuola. Molto forti sono, a questo proposito, le parole dell’intervistata, che bolla la mancanza di un inserimento pianificato come “roba criminale” (m. 15.03). Tutti questi fattori influirono negativamente sul benessere psichico e fisico delle educatrici, che, ricorda l’intervistata, abbandonarono il servizio appena ne furono in grado. La frustrazione si ripercosse sui rapporti con i genitori e con le colleghe, rievocati entrambi come estremamente problematici. A pesare su questi ultimi contribuiva del resto anche il rapporto educatrici per bambini, suscettibile di crisi non appena qualche lavoratrice si ammalava o necessitava di un giorno di permesso.

Densa di aspetti negativi, dunque, è stata per l’intervistata la breve esperienza professionale al nido. Anche quelle attività ricordate come maggiormente qualificanti, come un corso d’aggiornamento condotto da un mimo, rimarcavano alle educatrici la distanza tra ciò che avrebbero desiderato compiere con i bambini e ciò che era loro consentito effettuare. Ganzerli, nel compiacersi che l’esperienza al nido dei suoi nipoti (compiuta in una struttura di Livorno dove vige la continuità educativa del ciclo 0-6) abbia differito notevolmente da quella esperita tra il 1978 e il 1981, conclude l’intervista esprimendo tutto il suo rammarico per non esser riuscita a progettare quelle attività educative che avrebbe desiderato compiere.

Fonti

Fonti bibliografiche:

G. Bandini, S. Oliviero, Public History of Education: riflessioni, testimonianze, esperienze, Firenze, Firenze University Press, 2019.

E. Catarsi, Nascita e sviluppo degli asili nido in Toscana, in Catarsi E., Faenzi G. (a cura di), Asili nido e nuovi servizi per l’infanzia in Toscana, Junior, Bergamo, 1997.

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Fonti normative

Legge del 6 dicembre 1971, n. 1044, Piano quinquennale per l'istituzione di asili-nido comunali con il concorso dello Stato, (GU Serie Generale n. 316 del 15-12-1971), permalink: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1971/12/15/071U1044/sg

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