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"Nate per fare questo lavoro". Memorie d'infanzia

Editore:
Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze
Luogo di pubblicazione:
Via Laura, n. 48, 50121, Firenze (Italia)
Codice ISSN:
2785-440X
Autore della scheda:
DOI:
10.53221/1326
Scheda compilata da:
Chiara Martinelli
Pubblicato il:
20/02/2022
Nome e cognome dell'intervistatore:
Francesca Giuliani
Nome e cognome dell'intervistato:
Barbara Remorini
Anno di nascita dell'intervistato:
1962
Categoria dell'intervistato:
Studente
Livello scolastico:
Scuola dell'infanzia
Scuola primaria
Scuola secondaria di primo grado
Istruzione tecnica
Data di registrazione dell'intervista:
30 aprile 2020
Regione:
Emilia-Romagna
Piemonte
Toscana

Indicizzazione e descrizione semantica

Identificatori cronologici:
1960s 1970s

buongiorno a tutti oggi sono con barbara remorini che mia mamma che si è sempre stata per darci informazioni ricordi riguardo la sua vita dell'infanzia quindi può iniziare a presentarti e iniziare con qualche ricordo della sua infanzia allora sono barbara remorini come appunto al testo mia figlia e sono nata nel 1962 e il 3 luglio ho 58 anni quasi e provengo da una famiglia numerosa e per quanto riguarda i ricordi che ho della mia infanzia non sono molto nitidi però cioè magari mi vengono in mente parlando e non più non cioè se dovesse partire ora da un ricordo vero non lo vedo con chiarezza però poi magari parlando mi tornano in mente le cose intanto possiamo dire che scuola frequentato in generale da dovesse partire con dovete arrivata all'ora essendo facendo parte di una famiglia molto numerosa i più grandi usava [Musica] come dire usava tenervi più a casa perché potevano accudire fratelli più piccoli e quindi io la scuola dell'infanzia credo d'averla cominciata non subito ai tre anni ma credo di averla cominciata forse l'ultimo anno quando ne avevo già 5 e ovviamente perché i miei tre fratelli che hanno differenza per me loro c'è differenza di un anno e di conseguenza venivano alla scuola materna con me e quindi potevo anche lì tenere sotto controllo perché dove ho frequentato la scuola materna era enorme era gestita dalle suore giugno era a parma erano giusti era gestita dalle suore ma c'erano anche molte ragazze che probabilmente o facevano tirocinio o erano le fisse ha però assunto dalle suore e mi ricordo ovviamente i ricordi da bambina ci sembra tutto enorme ci sembra tutto grandissimo perché io mi ricordo che dopo anni sono andata a rivedere la casa in cui in cui abitavo che era una villetta a me sembrava mastodontica la luce in realtà era piccolissima piccolissima da adulto e e quindi niente questa mi sembrava una scuola grandissima ma probabilmente lo era anche perché mi ricordo che quando si andava a dormire il pomeriggio avevamo delle brandine con la nostra copertina mi ricordo questi stanzoni enormi con tutti questi bimbi che dovevano far silenzio un accanto a quell'altro quindi probabilmente era grande mi ricordo il refettorio sì ci raccontavano delle storie e poi dopo dopo si poi dopo quel tot di tempo in cui raccontavano la storia poi dopo mezzi addormentati io mi ricordo che non dormiro mai però stavo lì perchè comunque per me c'era pace c'era silenzio c'era e qui mi ricordo il refettorio che erano tavolate enorme tavolato enormi dei bambini quindi sicuramente era una delle scuole più grandi che che ci potessero essere a quel tempo e avevo il segno il mio segno del mio armadietto erano le ciliegie e e niente lì dentro noi potevamo le nostre matite le nostre cose il nostro il nostro zainetto che non era un veneto era un semplice sacchetto che ho scritto con sopra il segno delle ciliegie come lo era sottovaglio lì è come lo era subito indugi neo per riconoscerci come lo era subìre violino e non ricordo molto delle lezioni in classe ricordo tanto dei giochi dei giochi fatti nel giardino dietro la scuola d'estate quando c'era d'estate insomma la a giugno quando c'era il sole caldo e mi ricordo invece giochi fatte sul davanti della scuola e quando invece l'inverno è la più freddo e 15 battendo c'è il sole potevamo stare fuori e non avevo grandi amicizie perché non ho un ricordo nitido di di bambine e perché comunque essendo comunque tutti insieme anche come i fratelli io ero sempre proprio predisposta a far seguire loro e accudire loro mi ricordo la festa di carnevale che dovevamo andare tutti vestiti mascherati quello per me probabilmente era l'ultimo anno l'ultimo anno e forse avevo fatto anche l'anno prima perché mio fratello che ha un anno più di me ea delle foto insieme a me in quell'asilo quindi probabilmente ho fatto a casa mio usava sempre entrare a metà anno nelle nelle nelle scuole quindi probabilmente avrò fatto qualche mese dell'anno prima e poi magari anche tutto l'anno dell'anno dell'ultimo anno e mi ricordo che quella mattina eravamo vestiti da cioè la mia sorella più piccina che a tre anni meno di me e qui mi chiedo perché forse l'aveva cominciato prima non lo riesco a capire non lo riesco però comunque nelle foto c'è quindi evidentemente anche lei frequentava quell'asilo forse le suole facevano entrare anche a due anni non questo non lo ricordo però comunque quella mi ricordo che quella mattina era vestita da contadinella e quell'altra sorella ovviamente anche lei vestita la contadina il larino becero vestita da principessa ed io ero entusiasta perché cioè è una volta nella nella mia ogni tanto nella mia famiglia mi sentivo eletta in quel modo lì ma successe che a colazione mi rovescia una tazza di caffè addosso e quindi mia madre portandoci a lasino si fermò comprare un cappello da contadino e mi misuro indurre davanti e diventare una contadina anch'io e poi di quella scuola mi ricordo un altro episodio che per me ha un episodio che ha segnato tanto della mia vita nel senso che già allora c'erano delle persone particolari a seguire i bambini cioè forse delle persone che erano dotate di questo di questo diciamo di questo ora non so come dire insomma erano dotate per fare questo lavoro mi ricordo trovi bene sì mi ricordo che i film io mi trovavo sicuramente meglio quelli adulti che con i bambini e forse perché mi sentivo già adulta e mi ricordo che quell'anno per pasqua a casa avevamo ricevuto l'uovo di pasqua che ovviamente non erano 100.000 ma forse era uno diviso tre e in quel luogo di pasqua ci si trova un paio di orecchini di plastica proprio di plastica che probabilmente avrebbero durato giusto tempo di un gioco e mi ricordo che andare all'asilo con questi orecchini orgogliosa perché di tutti i fratelli avevano dati a me perché ovviamente mia sorella non era e non è più piccola non importava quello più grande era un maschio quindi l'avevano da te e me ne andai orgogliosa a scuola e questi orecchini me li prese una bimba per vederli e meli ruppe e io comincia a piangere non ha finora invano grande frignona e cominciare a piangere disperata perché questi orecchini per me valevano tantissimo e se che l'insegnante che una ragazza giovane cercò di consolarmi e come poté così come si può consolare una bambina che li hanno che gli hanno tolto il bene più prezioso cercò di consolarmi trovarmi in mente quelli orecchini l'avrebbero te io stessa la sera a casa cioè non etiche non non è che era un bene però il giorno dopo questa maestra tornò con un paio di orecchini che erano gli orecchini più belli che avessi mai visto con due belle perle che assomigliavano molto a quelli che mi avevano rotto però queste erano due belle perle degli orecchini ecco che io ho portato con me non so per quanto cioè non so per quanto però fu un gesto che a me ma è rimasto impresso mi è rimasto il proprio interesse di questa scuola mi ricordo i giochi che facevamo nel dopo pranzo nella forse quando aspettavamo i genitori che ci tornassero a riprendere e all'ingresso c'era un salone enorme con tutte le panche giro giro sembrava quasi una stanza rotonda ma in realtà probabilmente non era la tonda però aveva tutto 00 le banche non ci mettevamo di tutte le classi e giocavamo che ne so la coda del serpente sì probabilmente a quello poi altri giochi a bandiera altri giochi e ricche di quell'epoca e di questa scuola non ho altri ricordi non mi sembra comunque in generale ha un riscontro positivo e in generale o ricordo positivo sì ricordo positivo ricordo cioè a me faceva bene andar li faceva bene stare in mezzo ai bambini stare in mezzo agli altri son mi faceva bene è una cosa che io ricordo con con tenerezza poi le foto che ci facevano tutti insieme anche la foto che ci avevano fatto che ovviamente non me la facevano da sola non ce la facevano o con mio fratello con mia sorella tutti e tre insieme era tutto un recupero nel senso perché avrebbero dovute con per tre invece quel modo né compravano una sola però è un bel ricordo è un ricordo sarà accetto e delle attrezzature nelle classi ti ricordi esempio sono i tavolini con le sedie di scaffali come c'erano i tavolini con le sedie c'erano tavolini con le sedie c'erano va beh la lavagna perché anche se anche lì c'era la lavagna c'erano questi armadietti o cassettini non l'ho ben chiaro però mi ricordo il simbolo ma mi sembrano più armadietti erano tipo di rial marietti quadrati con il simbolo sopra se tipo cubo con il simbolo sopra tutti colorati ovviamente erano già però non so se c'erano pennarelli giochi ai criminali o lo condivisi oppure ognuno aveva il suo no non me lo ricordo probabilmente erano condivisi perché non so neanche se c'era l'usanza di mettere un fondo per comprare questa roba probabilmente anche no perché un immagino che fosse un asilo statale perché per mandarci tutte e tre le sicuramente si pagava il giusto si pagava forse la mensa forse non lo so noi alimentare la scuola elementare è stato un travaglio perché comunque noi non eravamo neanche io ho cominciato la prima elementare in una scuola sempre a parma e mi ricordo che facevo il tempo pieno per lo meno per quella per quel prima seconda terza e quarta prima seconda stavo facendo i calcoli e come di come sono andate le cose perché nella scuola successiva e ho fatto me metà anno di una se di un metallo della seconda metà della terza quindi io li ho fatto un anno metallo della seconda metà anno della terza quindi io la prima l'ho fatta lì a parma l'ho fatta a parma mi ricordo che questa era anche questa è la scuola molto grande lì le classi erano divise maschi e femmine femmine facevano applicazioni tecniche tutte le cosine da bambina e i maschi probabilmente facevano le cose da maschio e lì non ho grandi ricordi della mensa insegnanti erano sempre donne per le bambine e uomini per i bambini o io ricordo d'aver avuto donne rimasti in tre maschi non lo so io ricorda d'aver avuto donne il ricordo che lì non ho molti ricordi come l'asilo è questa la cosa strana perché è avvenuta dopo un po però io lì non ho molti ricordi del della mensa del sì a sprazzi che comunque dunque però non mi ricordo queste sezioni di applicazioni tecniche pomeriggio è che a me piacevano tantissimo mi ricordo poche cose di quanti come imparavo a leggere ea scrivere sì l'abbecedario le letterine però della scuola non ho un grandissimo ricordo di come forse perché io sono arrivato a scuola che sapevo già leggere scrivere e probabilmente non ho questo grande ricordo della mia smo nel meccanismo con cui si imparano determinate cose mi ricordo più la sezione delle applicazioni tecniche perché probabilmente solo sono sempre stata portata per quelle cose lì e quindi sono cose che venivamo generati che si ricordano sempre ma se non mi ricordo ecco una cosa non la ricordo che io facevo inglese cosa che ho fatto solo lì per sempre l'ho fatto lì e mi ricordo che facevo queste lezioni di inglese me li ricordo bene perché mi ricordo quando mi insegnavano a chiamare cane quando mi segnala camera chiamare il gatto quindi ci sono le prime cose che che si fanno quindi lì è stata l'unica scuola in cui si nonostante fosse una scuola elementare è l'unica scuola dove gli ho fatto inglese e per quella non è perché poi l'anno successivo a metà della seconda mi sono trasferita in un paese limitrofo a parma castel guelfo però molto più piccolo e lì c'erano a scuola proprio sulla strada dove noi avevamo la casa la casa piccola enorme poi diventata piccola che la cosa di cui raccontavo prima è praticamente questa scuola è rafa è una scuola fatta di tre sezioni basta erano a scuola vecchia probabilmente come usavano forse negli anni quaranta cinquanta aveva quei banchi con la pedana e col posto per il calamaio il posto sotto ecco io quindi questo mi ricordo benissimo la standard a parigi aveva questi finestroni enormi questi banchi a 2 ma lineari di questa non credo di avere delle foto credo che mi siano mai state fatte in quella classe questi banchi mega in cui te perché dovevano servire e io praticamente sono andata lì a metà della seconda non sono andata lì a metà perché lì ci ho fatto praticamente metà della terza e metà della seconda e poi metà della seconda metà della prima forse sono un po confusi ricordi comunque ci ha fatto due anni e ho fatto fino a metà terza questo sono sicura fino a gennaio della terza e lo fatti con un'altra sezione nel senso quando sono arrivata l'ho fatto con con la seconda è la mia seconda probabilmente la mia prima con la seconda e l'anno dopo ho fatto io in seconda non lo so insomma comunque ho fatto due sezioni praticamente ho fatto praticamente due anni due anni però tagliate a metà io in terza elementare so che a gennaio della terza elementare questo me lo ricordo 15 ho fatto due anni precedenti sono andata in un'altra scuola però ecco per quello che riguarda questa scuola qui eravamo maschi e femmine insieme a nesta è ovviamente erano se erano fatte a sezione ed erano state mostrate per tutti la decina di bambini per sezione la quinta era da sola la classe quinta faceva sezione da sola quindi a scalare infatti quello che io sognavo ed era di arrivare in quinta perché era la classe da sola e perché c'era poi l'esame perché eravamo tutti cioè eravamo accuditi in un altro modo le insegnanti non ho dei grandissimi ricordi su insegnanti ma niente da da criticare sicuramente anche il dominio sì sempre donne anche qui mi ricordo le attività manuali che ci facevano per dire mi ricordo portate a scuola un piattino che mamma non usa più perché magari negli anni si sono rotti piatti grandi e piattino piccolo rimane quindi mi ricordo questo piatto di vetro giallo nel sul quale loro mise felice ed applicare una rosa comprata da loro niente di che però ecco questo ricordo che che ho mi ricordo questi immensi finestrone alti e noi giù piccini sunto e e anche qui mi avevano un bel giardino mi ricordo che comunque ci facevano giocare ci portavano fuori ci portavano l'arretrato a raccogliere i fiori ci insegnavano che fiori erano qui a me l'inter no qui si faceva solo la mattina solo la mattina e si tornava a casa e qui praticamente anche qui e anche i miei fratelli hanno fatto le loro forse uno dei due era anche in classe con me sicuramente io parlo dei miei fratelli più grandi perché eravamo attaccata a che eravamo uno attaccato a quell'altro quindi praticamente le cose sono andate un po di pari passo mi ricordo in particolare che a metà anno metà anno diciamo a gennaio mia madre andò a parlare con l'insegnante le disse e le disse io noi ci trasferiamo e andiamo o sarà torino e quindi niente volevo comunicare questa cosa e no e le maestre allora per lo meno per quello che ma penso tutte perché poi la cosa è andata avanti anche dopo quando te leggeri e ti davano il voto sul libro è il voto era scritta a penna e il voto rimaneva e per lo meno che quello che era forse la lettura ti davano il voto sulle lo è mi ricordo che l'insegnante dei ser mia madre disse se me lo aveva detto un po prima tutti quei cinque tutti quei sei meno forse l'avrei trasformati in 6 al 7 cioè non l'avrei mandata in un'altra scuola con i devoti così bassi perché io probabilmente a scuola non era una cima evidentemente e mi ricordo che mia madre me li trasforma lei per potermi presentare la scuola successiva in modo più elegante anche se poi le insegnanti per lo meno quella della scuola successiva che ricordo molto bene era molto sensibile e quindi probabilmente aveva capito anche perché forse io a scuola non era questa grande cinema che magari avrebbero voluto che fosse e mi ricordo di lì ci si trasferì a torino ea torino entrai in terza elementare penso che da gennaio in una scuola grande questa è rimasta grande anche da adulta perché quando sono andata a rivederla era enorme era enorme cioè forse non avevo visto tutte le entrate che aveva mai avere paura su ogni lato erona scuola enorme qui mi ricordo che ero a tempo pieno anche qui avevo una maestra che si chiama si chiamava presumo perché comunque è la genziana allora si chiamava da mancini il video come anche cognome e questa era una maestra unica ovviamente classe di sole femmine e era una maestra molto sensibile e una donna molto severa ma allo stesso tempo la riusciva a capire attenta si riusciva a capire le situazioni mi ricordo lei quando mi descrisse la prima volta l'italia perché in terza si cominciava la geografia che probabilmente di la palma di geografia l'avevo fatta ben poco perché mandando avanti ii classe insieme non è che e mi ricordo come fosse ora uscire dalla sua bocca l'italia è un grande e stivale questa è una cosa che mi è rimasta impressa di lei e di conseguenza come tutte le cose le cartine che mi faceva fare sulla carta trasparente e metterle insieme sul sul sul muro i disegni che ci faceva fare su polistirolo per decorare la stanza che l'ha fatta di questi grandi grappoli d'uva fatti fatti con questi acini di polistirolo decorati dopo i lavoretti che faceva fare per la festa della mamma perché ovviamente eravamo tutte femmine quindi la festa della mamma e si facevano questi lavoretti tutti richiamati c'era l'ora del ricamo che per me allora agognata e e qui ci ho fatto fino all'esame di quinta elementare e ogni nome la lipostruttura della giornata cioè che rientrava the entravamo alle 8 la mattina e avevamo la nostra ricreazione alle metà mattina a metà mattinata verso le 10 perché mi ricordo che noi si passava la mattina a prenderla merenda c'erano i kinder brioss i primi kimberly host che vendevano singolarmente e c'erano solo quelli e mi ricordo che si passava dal negozio la mattina a comprare la merendina per e poi la facevamo verso dei dieci e era strutturata l'ora di matematica allora di in scienze l'ora di italiano l'ora di poesia era strutturata in questo modo qui la mensa allora la mensa c'era da mezzo ma non mi ricordo neanche nella mente perché probabilmente noi la maestra c'e la portavamo da soli c'è la portavamo da soli ci portavamo la gavetta la gavetta da soli perché io non è che facessi proprio la scuola a tempo pieno probabilmente io facevo il rientro diciamo rientro pomeridiano e quindi ci portavamo mangiare da soli o veramente c'erano le stanze per mangiare e c'era poi quelli cortile che era fatto era una scuola comunque vecchia e anche questa finestroni con molto mastodontica anche questa come struttura però c'erano c'era la stanza di ricreazione c'era questo atrio diciamo dove ho anche delle foto fatte proprio in questo ateo bimbe con bimbe e maschi maschi rimescolati mai e e mi sembra neanche nei giochi perché io non ho ricordi o ricorda a parte che quelle che magari si gioca bimbe con benzema si fonda maschi però non ho ricordo di giochi fatti con maschile in quella scuola forse ci tenevano proprio separati e forse l'atrio era per le femmine e la scuola magari un'altra non lo so poi può darsi che di altri ce ne fossero stati due non lo so perché era talmente grande che può anche essere e mi ricordo che il pomeriggio si faceva le elezioni ecco perché dico probabilmente non è ovvero tempo pieno si giocava fino a una cert'ora e poi si faceva le elezioni le lezioni compiti avevamo un insegnante diversa che ci davano che ci aiutava che perlomeno stava con noi e poi a una cert'ora che riusciva ecco mi ricordo quando si usciva da scuola tutti insieme e fuori la gente che vendeva che regalava album perché poi tu andasse contrarie pacchetti delle figurine erano cose che magari è un aspettava altro ad uscire per avere questo però ecco poi sempre a torino di amicizie particolari allora a parte questi insegnante che spesso mi faceva andare a casa sua per probabilmente per recuperare ma lei non la votera sotto un'altra forma e poi avevo un'amica una su una una sola non ho ricordo di grandi amicizie sono sempre stata molto occupata a guardare i miei fratelli più che avere amicizie da frequentare però mi ricordo che questa mica ce l'aveva perché ci andavo a fare si chiamava salvadeo di cognome e numero non lo ricorda il nome numero ricordo bisognerebbe che andassi a ricerca ricercarlo comunque questa amica che abitava in un palazzone bellissimo io ci andavo al pomeriggio tali compiti anche a giocare qualche volte con la scusa di fare i compiti poi c'erano i compleanni sì qualche compleanno magari era invitata in qualche compleanno probabilmente quelle della mia classe magari mi invitavano era una scuola di persone benestanti sicuramente forse perché a torino erano molto più benestanti che da altre parti che dall'altra parte che tipo alla scuola di calze guelfo che invece erano persone molto semplici e molto se c'è poveri diciamo si vedeva da molto più simile a me diciamo mentre la erano persone più agiate di un'altra sicuramente di un'altra come si dice di un altra posizione sociale e è però io con questa ragazza che è assurdo non mi ricordo il nome ma perché è una una dimenticanza del momento perché magari fino a sera verbalmente con questa ragazza invece non lo so forse mi aveva preso forse come l'insegnante aveva capito di me quali erano i lati o personali interessava o forse non interessava ma io mi ricordo che era perché tornava a casa e diceva mamma a vedersi che casa meravigliosa che ha la cucina che allora non usavano ancora le cucine tutte da un blocco senza mobiletti ecco questa aveva una cucina meravigliosa però non era perché era solo per dire cioè la solo per dire quanto forse era per stu perché mi stupivo che una persona che stesse così bene agiatamente si potesse vendere a carico una bambina come me c'è una vita sulla me insieme a sentita a disagio nemmeno cosa della no no no io non mi sono noi non sono mai vestiti l'abbigliamento che sono attrezzature lo zaino insieme sentita mi sono sentita a disagio all'interno della casa all'interno del delle delle scelte che facevano per me o per i miei fratelli cioè mi sono sentita a disagio nel voler coprire la mancanza di uno e e dandogli di più di quello che veniva data a me però perché io comunque ero sempre quella buona avrà la città che non chiedeva niente e accettava il fatto che agli altri forse dato di più ecco questo pochino mia mm afor forse per certi versi ferita però al di fuori della casa io sapevo quali erano le condizioni economiche quindi mai avrei detto avrei detto le mie amiche hanno che saw ii barbie e io non ho niente ci ha capito no questo no io mi accontentavo del fatto di poter andare là a giocare con le sue linee con quelle cose con le sue cose visto che lei me le mele proponeva ci faceva giocare ecco io questo però ecco non è che a casa dicessi capivo capivo qual era la situazione simile veniali detto ma tu sorella sai ha dei problemi dice sai va un pochino più coccolata mi stava bene che forse un pochino più coccolata poi magari arrivi ad essere adulto e sono cose che te non convide resti con di vedere se rimane però in quel frangente io condividevo che sei la più grande e devi andare addormentare la tua sorella piccina e io l'ho condividevo ricevo isola più grande sulla più forte che ci vanno quell'altra che ha solo 14 mesi meno di me ci mando lei ad addormentare margherita che è piccolina è che forse ha bisogno mino accanto è su queste cose qui ma poi sono venute in quel momento no quel momento per me era tutto naturale era appunto una cosa normale l'esame di quinta gli esami di quinta cielo ancora ciò ancora la mia il mio programma dell'esame sul quale mi avrebbero dovuto interrogare e poi vabbè c'era una domanda proprio tutta il foglio protocollo sul quale c'era la lista dopo magari te lo faccio vedere e non lo ricordo benissimo però mi ricordo che feci bene mi ricordo che questa maestra ma aveva preparato bene ma aveva erano più di un insegnante ora non ricordo bene forse c'era anche la preside l'esame di quinta elementare ho fatto i compiti cioè nel nel nel suo è stata una cosa carina come l'esperienza una bella esperienza c'era questo esame che lo portavano dall'inizio dell'anno quest'anno dovete fare l'esame dovete passare in prima media e ce lo facevano cadere dall'alto io mi ricordo che l'ho preparato con con tranquillità con serenità non non ricordo questa grande spauracchio dell'esame e poi fondamentalmente andare con questa tesina già evidenziati gli argomenti copri incrostata preposta e quindi mi no però c'è stato l'esame di terza media è quando esci fuori il quinta media si è limitata di cui italiani la signora mi stava confondendo di quinta elementare e niente e quindi nel successivo si passava alle medie si passava le medie lì ci fu la grande disputa della mia vita e che io volevo fare inglese e invece nessuno si impose è felice lo fa le francese mi dovetti adeguare alla situazione perché non comandavo niente entra in questa classe qui c'erano maschi e femmine e pc metà anno a torino a torino metà anno la quinta elementare si della prima media metà anno e poi ci si trasferì a pistoia si trasferì a pistoia dove cominciare praticamente il mio iter scolastico ii fu consolidato nel senso che di poi ho continuato non ho avuto più sbalzati dalla parte a quella vera che sicuramente per l'educazione di un bambino non sono poi proprio quella cosa ci si adatta perché ci si adatta una volta nella vita lo puoi a che fare ma tutte le tante volte come abbiamo fatto noi già sinceramente non bene non ha fatto a nessuno né a me né fratelli è però lì che ho cominciato in una scuola nuova bellissima costruita nel bastione cairo non mi pare tiro non qualcosa del genere le locali scuole medie roncalli erano state proprio costruite dentro un bastione e della nostra costruite per essere una scuola scuola erano comunque gli anni 70 comunque gli anni settanta e questa scuola per l'epoca è una scuola all'avanguardia aveva queste grandi corridoi immensi pieni di luce aveva questo refettorio mega mega perché lì c'era la scuola tempi piano e la scuola normale allora io ho fatto il primo anno della scuola a tempo pieno poi dopo ho fatto la scuola normale solo la mattina probabilmente era un problema di costi e a me io però il tempo piano a me era la cosa che mi piaceva da morire anche lì per dire mia sorella ha continuato a lasciarci andare e io invece no e tu mi parli in casa e quindi anche questa cosa qui lì mi ha pesato mi è pesata perché io adoravo il tempo pieno cioè io adoravo salire a giornata intera scuola sai perché mi piaceva proprio è probabilmente trovavano che gli aiuti necessari per magari quando tornava a casa non aver bisogno di studiare perché lì e ti facevano fare i compiti ti facevano fare allora all'ora di ricreazione dopo il pranzo ti facevano fare i compiti gli facevano fare anche altre attività quali potevano essere incidere il rame come poteva essere incidere il cuoio o tutte queste cose didattiche perché c'era proprio una classe come ti insegnavano c'era professore van der sar che insegnava l'arte culinaria e si vedeva che mi piaceva fare e lui insegnava quello oltre a essere una persona che poi ho ritrovato anche a distanza di anni una persona molto colta su tutto lui quello che ci insegnava il pomeriggio e la notte con le nomine meteoriche sono anche così molti molti dati che si quella era una scuola all'avanguardia era una scuola forse era una scuola [Musica] diciamo una prova un alimentazione [Musica] qui mi ricordo che eravamo a sky femmine qui ho avuto più grande amicizia gloria melani che mi aiuta tantissimo tantissimo nello studio tantissimo nel portarmi fuori da casa perché io prendevo da casa mia andava a piedi fino a casa sua e non era un chilometro ma forse era anche 56 ma io partivo dopo pranzo e andavo da lei perché comunque lì c'era tranquillità possibilità di studiare possibilità di stare a con giocare giocare con le barbie che non avevo e perché ho credo d'aver continuato cerco le barbie fino a comunque a 15 anni perché poi dopo sono arrivate anche a casa mia le barbie e quindi quindi insomma avevo questa amicizia ma avevo l'amicizia anche di tutte le altre perché ci sono persone che ho ritrovato per dire ci sono delle bambino e che stavano peggio di me economicamente e che magari venivano a casa mia a farsi il bagno perché io avevo lì avevo una casa con la vasca da bagno anzi una fase con due bagni quindi io a volte le invitava a fare i compiti e poi dicevo ma se non è la vasca da bagno e portati qualcosa da cambiate che così ti faccio fare il bagno nella mia vasca vedrai cover dello cioè era un modo comunque per darsi una mano mi veniva permesso perché magari a casa giona non c'era nessuno quindi era una cosa che mi piaceva fare però era più era più facile che io andassi fuori poi avevo l'atletica leggera un sacco di cose in quel periodo lì perché io poi dalla prima media e mi sono venuti a cercare si facevano le campestri e quindi poi avevamo visto che avevo del talento e quindi mi venivano a cercare per andare e di l'ipo è cominciata tutta lo studio la casa i compiti accudire fratelli e anche la cia mette insieme tutto mentre ma insieme non so come facevo perché mettiamo insieme tutto forse quello a cui davo meno importanza dallo studio perché poi cosa tifavo stanca però cioè comunque in queste la cava me la cavavo si me la cavavo non è che avevo tante persone che mi davano comunque la mano o forse io prendevo intanto da loro ci riuscivo a capire tanto da loro però ecco questa è già lì media sono state un arco positivo un periodo positivo della bella perché intanto le ho fatte tutte le i professori erano rimasti gli stessi professori riuscivano a capirmi e riuscivano a entrare specialmente una professoressa ada mancini questi non si aspetta così l'era delle elementari però c'era la andato vinile lanna il nome anna rimane sempre andato vini che lei era una professoressa di italiano e lei è una persona non aveva figli che erano vocazione per lei e lei ci invitava che saw ii verdi pomeriggio a casa sua nella cioccolata tutti insieme e magari si faceva la lezione di storia o ci faceva ripassare così giocando al tavolino con questa cioccolata davanti ci faceva magari ripassare qualcosa e io più di tutti ecco lì l'ho sentito che io ero la sua eletta più di tutti io ho avuto giovamento da questa cosa perché mese ci faceva andare anche da sola vuoi perché le dispiaceva aveva capito la situazione familiare vuoi perché mi dispiaceva che io non riuscisse arrivare dove arrivavano gli altri e allora quella scusa magari mettendosi d'accordo con mia mamma aveva trovato il marchingegno per farmi poi in realtà a studiare mi si teneva poco di molto mi portava in giro a trovare le sue parenti le sue zie di moto che faceva svagare forse perché aveva capito che era di quello che avevo bisogno e aveva una sensibilità particolare gli altri professori non ho molti ricordi forse perché era un'ottima terry che mi premevano meno nel senso però ecco di lei o questa netta questo questo bellissimo ricordo e cioè nel cammino comunque nonostante io abbia cambiato tante situazioni scolastiche tante nel cammino ho trovato sempre delle persone volto predisposte per questo lavoro nate per fare questo lavoro secondo me poi magari qualcuno l'avrà anche su dica c'e qualcuno l'aveva che ha soggettivo si è soggettivo l'esame di terza media lo ricordo molto bene nel senso che l'esame di terza media allora intanto la mia famiglia si era trasferita per un mese cioè noi avevamo una casa della mamma i montanti diciamo in campagna e non tutte le estati ci faceva perdere anche quindici giorni di scuola sia in entrata che in uscita noi cominciamo sempre tardi e e venivamo sempre prima perché c'era sempre da andare via tutti insieme in questa casa perché l'estate si passava di e probabilmente avevamo che aiuti a aiuti economici li mi chiamavano parenti vicini e tutto quanto però è sempre stato così fin dalla mia infanzia e quindi io avevo il patema quando cominciamo la scuola che arrivano sempre tardi e avevo il patema quando la dovevo finire perché mi portava mia prima ea me questa è una cosa che sinceramente non mi andava giù perché le cose non finite o iniziate a metà non mi sono mai piaciute però perché è una cosa a cui sottostare io ce l'ha verso però ovviamente quando c'era di mezzo l'esame esame andava fatto a giugno per l'esame dovevano trovare un altro éscamotage ero grandin avevo 14 anni ero grandina e quindi che fecero fecero un baratto io ti te te mi tieni mia figlia per l'esame io ti tengo i tuoi figli li per la vacanza crescere un baratto con una famiglia nel senso in questo senso qui quindi io andai mi trasferì mi ricordo dalla fine di maggio a casa di questa famiglia che c'era un evento la mia compagna di classe che aveva lesa ma anche lei è lì mi ricordo che gli riusciva a studiare gli riusciva anzi le cose le studiavamo insieme giocavamo riuscivamo a ritagliarci tutto il tempo che era necessario e mi ricordo che la mattina parla perché questa ragazza non abitava a pistoia propria vita hawaiano che è un paesino che comunque bisognava prendere l'autobus per venire giù quindi mi ricordo che la mattina dell'esame mi ricordo che sono fremente aspettare quello dell'esame orale premente aspettare perché dovevo prendere questa autobus andare in giù e fare l'esame l'avevamo in giorni diversi e cioè il ricordo il momento in cui ho fatto l'esame che avevo tutta questa serie di professori davanti che ognuno mi chiedeva qualcosa e che in sostanza poi era andato era andato bene perché comunque se c'era da studiare non è che non studiano se cioè probabilmente erano altre cose che mi distoglievano dallo studio e e quindi mi ricordo che questo esame a parte le prove scritte che insomma mi ricordo anche quel che sono come tutti gli esami credo che non è che faccia la differenza ovviamente esame di terza media mi sembra che si facesse ognuno nella sua classe le prove scritte è quello di maturità che poi si faceva nel corridoio e niente è lei ecco questa è sicuramente la scuola d'avanguardia la scuola che sperimentava un sacco di novità per l'epoca e e io vedo male mi sono ritrovata dentro si sé fortuna sono stata fortunata ovviamente l'anno dopo mi sono iscritta alle magistrali non ho cominciato in ritardo perché visto che bell'esame mi avevano mi avevano lasciata così ho richiesto per poter cominciare in tempo il cio essere lì primo giorno di scuola perché credo che nei ricordi dei bambini primi giorni di scuola siano la cosa indelebile mentre per te i primi giorni di scuola io mi ricordo il primo giorno delle elementari a metà anno che mi portarono nella sua nuova ecco mi ricordo quello che pianse come una vita è tagliata perché per me era cioè vedere questo questa cosa gigantesca per me era una cosa che non non non mi faceva piacere però ecco le superiori ho fatto le superiori a pistoia [Musica] all'atto vannucci le vecchie magistrali e lì eravamo vabbè lì è ovvio sono quasi tutte femmine la nostra classe erano più popolata di maschi ce n'era 4 ben quattro tutti le frustazioni tutti tutte le altre classi cibi diavolo perché noi avevamo questi popò di di bellezze mi viene da ridere ecco qui per me sono stati anni di amicizia di vera amicizia che con arrivo sempre la mia amica gloria velani con me perché io probabilmente mi sono iscritta quella scuola perché ho detto qui marca male io devo fare la scuola veloce che finisca presto perché sennò mi sa che non arriva in fondo è la scuola per diventare insegnante di scuola materna mi sembrava troppo breve perché erano tre anni perché allora si faceva tre anni mi sembrava troppo breve per per avere un domani un futuro diverso o per agganciarmi alle superiori all'università eccetera eccetera nei magistrali erano quattro anni mi permettevano di fare un anno di magistero se volevo fare una specializzazione particolare o mi permettevano di andare subito al no l'anno di integrativo per arrivare e se no mi permettevano di andare al magistero e fare la maestra e fare e l'università del magistero quindi a quel o mi permettevano di andare a fare quello che era il mio sogno diventare professoressa di educazione fisica e lì non ci voleva bastava fare l'esame all'isef e l'istituto magistrale t riconosceva cioè che riconoscevano il diploma quindi dissi scelgo questo poi c'era per giunta la mia amica gloria milani quindi dissi ok va bene e lì [Musica] allora li devo dire che anche lì c'erano degli insegnanti che erano veramente i portatili ed insegnanti che per l'amor del cielo non ricoprivano quel ruolo solo per ricoprirli ma c'erano degli insegnanti che ho ritrovato poi allora sono sicuramente gli anni più chiari gli anni in cui ricordi sono meno offuscati sono sicuramente rapporti più diretti con l'impegno e anche con l'insegnante io avevo capito come come su come prenderli io avevo capito che se la prima interrogazione la facevo bene andava tutto bene ovviamente dovevi continuare a studiare però avevi quel lasso di margine che ti permetteva di stessa arti lo studio e quindi avevo imparato questa tecnica e c'erano delle materie in cui il cinema delle materie in cui comunque rimanevo sempre un po poi francese si smetteva perché ovviamente dovevo continuare a far francese è un potere fa inglese ma anche se punto avrebbe tutto fallo non lo so forse si ricominciava daccapo non lo so però comunque lì continua fatto tanto francese se con il terzo anno veniva tolto non si faceva alle magistrali e lì però i professori che erano professori di vecchia generazione erano veramente impostati si impostate in quel ruolo in cui ruolo non e non non uscivi le persone forse che all'epoca avevano magari 40 anni forse erano già più aperte erano già più predisposte ad un rapporto anche diciamo umano verso di te e che potevano essere professori di italiano come il professore di matematica forse lui anche troppo per dire la professoressa di filosofia era una ragazza giovane perché aveva no giovane giovane allora rima rimase incinta aveva 32 anni sinistra ma che si sta scherzando cioè ma voglio lima poveraccia ma come farà ma con rosa la vecchia era da due anni quindi mi ricordo questo questo particolare qui mentre quegli altri magari avevano qualche anno più di lei tre o quattro ed erano ira padri da dieci anni per dire no una gita disciplina diversa è la diversa una diversa l'età in cui si metteva su famiglia e l'esame di maturità allora io questa scuola comunque avuto difficoltà perché non era una cosa non è stata una cosa semplice perché comunque era la scuola molto rigida io comunque di tempo questo gare ne avevo sempre poco perché poi è vero che i miei fratelli piccini crescevano ma è anche vero che andavano guardati per un altro senso c'era mio fratello quello piccolo che ne combinava una una ogni tre per due quindi andava guardato da lavorare allora ha iniziato a lavorare ho iniziato a lavorare gli ultimi due anni gli ultimi due anni allora io praticamente poi c'è stato la crisi dell'amia adolescenziale e ai 16 anni io quella non sono né alla bocciata e [Musica] cioè non è andata proprio in crisi era molto alla mia zia che per me era come una nonna era è stato un anno di grandi difficoltà [Musica] era il periodo in cui cominciamo a vedere le le differenze che venivano usate in famiglia e quindi per me è stato un anno in cui probabilmente non avendo accanto nessuno che poteva capire perché cioè i professori non erano in grado di poter capire perché io non riuscivo a determinate cose non lo potevano sapere fare cioè per loro non studiavo e e lì finiva e e quindi non non per me quello è stato un anno poi lì e io sinceramente ringrazio per avermi bocciata trovai in mente io l'ho sempre detto forse io sono una di quelle come ci sono quelli che fanno cominciare un anno clima perché glielo permette un mese in cui sono nati eccetera eccetera il permette di andare di fare la primina ecco io hanno bisogno invece di farlo l'anno dopo io probabilmente la prima avevo bisogno di farla sei anni a sette anni invece che non lo so c'è un'idea mia probabilmente io su questo ero più rallentata rallentata dalla situazione non lo so comunque a me quella non è di bocciatura ma fatto bene ma ha fatto bene perché io ho ricominciato le superiori cominciato in terza superiore perché ho rifatto la terza ho cominciato terza superiore e fra l'altro cose cominciato lavorando perché io andavo a servire in un bar la sera alle 9 andava a servire un bar e ci stavo finale 2 e fra le altre cose io non stavo più a pistoia cioè la mia famiglia non stava più a pistoia si era la casa pistoia era rimasta però si era trasferita per l'attività di mia mamma se l'ha trasferita montecatini alto da montecatini alto comunque ci sono 10 e 25 minuti di d e stata e comunque mi ricordo che d'inverno quando faceva freddo li faceva un autobus le particole 6 la mattina perché poi c'era il cambio a montecatini e quindi andavo a letto magari l'una e mezzo le due e la mattina alle 6 mi piaccia vaud e coordinare tutto coordinare lo studio coordinare tutto quanto era veramente era diventato veramente difficile però ero lì partita con un'altra forza diciamo e quindi il primo anno quello di terza superiore e l'ho sfangata poi sono andata in quarta e in quarta probabilmente gli insegnanti che avevano di ritorno si erano resi conto che forse la mattina ma addormentavo sui banchi che forse c'era qualcosa che io magari non dicevo perché io ai miei compagni lo dicevo che lavoravo perché il mio compagno di banco ovviamente non maschio anche se la mia amica del cuore però che poi successivamente ne ho avuta un'altra amica del cuore e lei veramente è una persona che per me ha fatto tantissimo perché l'anno che sono stata bocciata ho lasciato una è un ritrovato un'altra nella terza successivo ho trovato questa barbara cappelli e che lei mi ha veramente sostenuta in tutto e per tutto lei conosceva per filo e per segno dio per filo e per segno no però conosceva la mia situazione familiare e probabilmente conosceva anche tutto il resto che c'era sotto e anche se io magari non glielo avevo mai detto però praticamente mi era casata quando giorno e dovevo studiare e non tornava montecatini alto mi fermavo da lei e studiamo da lei quando la a volte la sera mi diceva resta a dormire qui che domani mattina se noti di rialzare il tuo pezzo magari il lunedi il mercoledi che il bar era chiuso e cioè ne è veramente mi ha sostenuto in tutto e per tutto anche successivamente anche per l'esame di maturità cioè lei veramente mi ha sostenuto in tutto e anche lei faceva parte di una categoria cioè su babbo e aldi era il direttore delle ferrovie di pistoia quindi lei faceva parte di una categoria sicuramente superiore alla mia a livello economico è però non mi ha mai fatto sentire una chiave sua meno anzi poi vivendo nella sua famiglia mi sono resa conto che poi alla fine tutte le famiglie per certi versi sono uguali nonostante ci siano i soldi nonostante ci siano però poi alla fine l'ambiente familiare non differisce tanto l'uno dall'altro ci può essere il benestare economico piuttosto che la povertà però poi quali quelli sono che sono i comportamenti umani e bene o male non differenziano col morto e mi ricordo che i miei compagni mi diceva che ora si torna a casa norme e il mio compagno compagni debba come faceva ma ti sei fermate anche col fidanzato barak io ti devo fare da babbo sono qui da noi a questa cosa ti devi tornare a casa da letto e magari non era vero però lui abbattuta me lo diceva e magari lì per lì mi svegliava anche un po dal torpore che avevo però ci fu un momento in cui gli insegnanti chiamarono mia madre chiamarlo non è amato e quindi bisogna che tu questa era verso la fine di febbraio dell'anno della maturità la chiamarono che si guardi signora che questa ragazza o smette di lavorare e noi l'ammettiamo all'esame di maturità forse no diamolo già per certo perché è un ce la può fare non è un è umanamente possibile e io di lei allora decisi di tornare visto che mi dettero la possibilità di smettere di lavorare decisi di tornare a casa lì a pistoia di stare da sola lì e per tutto il periodo dell'esame è lassù non ci andavo quasi più forse la domenica per andare a fare un giro forse perché mia madre magari avrà bisogno di una mano alla domenica però io mi mi sono dedicata dal marzo di quell'anno fino all'esame di maturità da sola mantenendomi coi pochi con le mance che mi avevano che mi ero messa da parte perché i soldi del lavoro comunque le davo a casa quindi mantenendomi con quelle l'abito era pagato perché comunque la casa c'era non si era ancora data via e quindi gli aspetti lì ovviamente appoggiata a mangiare andavo da barbara e studiare andavo da barbera la sera uscivo con barbara e lì sono è stato veramente un periodo spensierato forse l'unico perché liberamente avevo tutto quello che avevano e i ragazzi della mia età parte la famiglia vicina per non avevo la famiglia ad un'altra se e quindi per me era un giusto surrogato e le ho dato l'esame di maturità gli esami di maturità all'epoca erano era mi dice mia figlia che era all'esame semplificato quindi non ho fatto niente di straordinario questo mi fa un po però per me è stato un passaggio straordinario lo stesso perché non avrei mai pensato di poterlo di farla stancare mai neanche con tutte queste concessioni che mi sono state fatte che poi credo che siano nella norma del nella vita di una persona che studia però con tutte queste non avrei mai pensato di poterla stangare ma mi ricordo che gli ho studiato tanto li ho studiato tanto ci si metteva al sole con le braccia scoperte a studiare tutto quello che è [Musica] l'esame di maturità era fatto dalla prima prova scritta che era italiano quell'anno sci matematica e io ne fui contentissima perché la matematica era la materia in cui non ho mai avuto problemi mai veramente in assoluto anzi avevo delle tanto che il professore di latino che era il professore di vecchia data mi diceva sempre non riesco a capire perchè e 9 a matematica e continua ad avere due al latino io non lo capirò mai e io dicevo ma latina latina ma non ci che che connesso riceverà due cose ma latino il ragionamento se ti riesce a ragionare a matematica perché non devi uscire ragionare latino ma perché latino e latino ma c'era una repulsione che avevo perso il latino non lo so e quindi c'è la nuova divisione alla prova di matematica e poi c'è la prima prova che sceglie licheni ma morale ora la prima prova la scegliere che è nota la potevano cambiare la seconda lascia i lieviti ma tela potevano cambiare cioè per assurdo che poté potevano darti filosofia che quell'anno sci fi losofia oscillino e filosofia quell'anno lì quindi erano due prove scritte e una orale si un orale e allora lì c'era non è che c'erano quattro materie c'era solo quella fiji lievi tesi e una è un'altra che tela poteva che scegliere davi commozione è però tra portiamo a casa ed era quella l'unica uscita italiano scienze latino e filosofia io dissi anche qui fu strategia perché scienze non la poteva vede nessuno perché c'era la professoressa che quando il rav enclave classe calava il già in assoluto la scienza andavo bene perché comunque li avevo capito come gestire la professoressa cioè io andavo volontari alle prime volte facevo bene e lei poi mi richiamava ma quando quando e io nel frattempo avevo la possibilità di studiare tutto coi miei tempi e quindi dissi allora latino per la mostra il jem filosofia ma anche anche latini o proprio non lo guardai neanche decisi per scienze che tanto non lasci leva nessuno si scelse mi sembra sulla classe si scelse in due e di mangiare noi due sennò scienze è un genio non la fa nessuno quindi a me le materie non me ne cambiarono nel italiano era dalla coscienza ed essere quindi io quando venne fuori che non me l'aveva in cambiata non mi ricordo quanto tempo prima che lo dicevano credo che te lo dicessero forse una settimana prima qui perché io mi ricordo che bene o male studiavo tutto studiavo tutto studiavo sia latino che che facevo tutto anche perché io l'ultimo anno al latino andare a ripetizione quindi riuscire a strappare il 66 per passare all'esame le per essere ammesso all'esame quindi andava a ripetizione che quindi insomma in qualche verso l'avevo diciamo sfangata e però però poi non cambiarono la materia che credo una settimana prima una settimana prima del tour al e o forse due o tre giorni prima ora non ho ben bene cresce cresce da questo ricordo però non me l'ha cambiata e e nate quando arrivi c'è la commissione ci sono c'è il professore della materia membro interno non li ricordo bene con che sequenza però mi ricordo che italiano c'era il mio professore di italiano e a shenzhen o c'era c'è un'altra professoressa che non che non conoscevo e però era ora in materia che ho scelto quelli per sempre cose crescita e qui e quanto poi vabbè ho dato anche l'esame all'isef al mio famoso isef la mia università prediletta lì ovviamente c'era il numero chiuso sono ri stata ritenuta idonea per poter essere ripresa da chi poi non avrebbe frequentato per potrebbe potevo essere ripresa e detti l'esame fu ritenuto idonea però ovviamente non rientravano ai 250 insomma perché è a numero chiuso e quindi oli poi ho cominciato sono tornato a lavorare nel bar se no non è che hanno scoraggiata di sì vabbè comunque tanto riprovo il prossimo anno tanto era quella la scuola che volevo fare anche perché fondamentalmente non me ne potevo permettere altre perché se dovevo lavorare dalle soldi in casa andare a pagarli anche l'università nessuno mi aveva mai cioè non a scuola non ti facevano la formazione di ricami l'orientamento per indirizzati verso l'università ha capito ti davano un blocchetto ti vedevi quello che quindi nessuno mi aveva detto che forse c'era la possibilità ad avere una borsa di studio che potrà miei genitori non gli importava quindi nessuno era già arrivato al traguardo anche troppo [Musica] tra l'altro buono in famiglia tua c'è fra i due fratelli stata l'unica finito le superiori di quei tempi nei tempi dell'infanzia si c'è mia sorella che ha preso in rai adulta cento ed eccellenza ma la presa 35 anni e forse anche 40 e cioè quell'altra che l'ha presa 45 il diploma di i superiori dei superiori quindi io sono l'unica che la presa del tempo 25 più dell'adolescenza si sono l'unica però non non c'era per dire mia sorella perché aveva sempre questi problemi particolari tutto quanto era stata bocciata dalle tre volte alle superiori è stata mandata una scuola privata a firenze per fare le superiori però anche lì poi dopo ed è caduto tutto perché cioè se uno non ha voglia non voglia immensa premiata un po la costanza cioè questa questa voglia cioè se a me mi buttava giù qualcosa era la stanchezza è perché non ce la facevo però è stata premiata cioè io mi vedo ora da adulta una ragazza che poteva studiare nei tempi consentiti cioè io sicuramente avrei avuto i risultati che hanno avuto ad altre persone perché se andate mali che ero tanto intelligente cioè ero intelligente anche per arrivare nelle altre cose però l'epoca le situazioni familiari erano queste è purtroppo io mi devo arrendere al fatto che forse di più da sola non avrei potuto fare quindi non era stata orientata per altre università per dire ma tanto c'è la borsa di studio per la borsa di studio e continui quindi per me arrivare all isef e che comunque era una scuola che subito mi permetteva di lavorare perché l'isef quando entrava subito ti perché permetteva di andare a fare le supplenze quindi ti permetteva di entrare nel mondo del lavoro e magari un po col bari un po con quella avrei potuto spang armela in realtà di sì va bene ci provo l'anno prossimo magari ho già la cosa positiva di quest'anno l'anno prossimo c'era la graduatoria e comunque se facevi bergon anno per prepararmi se facevi bene potrebbe rientrarci magari però poi l'anno successivo non c'è mai stato perché poi problemi sono aumentati bisogno di uno stipendio concreto allora io ritengo che la cultura non sia sempre non sia sempre per proseguire andare avanti la cultura serve anche a te serve anche a te stesso per comunque per rapportarti con la vita con le cose e tutto quanto quindi il bagaglio culturale per me è una cosa che le persone dovrebbero avere a prescindere da quello che fanno a me fondamentalmente non mi è andata proprio male diciamo che non è che faccio sicuramente se poiché si fa la maestra sarei più contenta e probabilmente lì non sono stata abbastanza incisiva per che l'avrei potuto fare però la mia paura di fare supplenza una volta qui una volta la di creare disagio a tutta la famiglia che mai bisogno di una cosa la devo ha bisogno di uno stipendio fisso e poi alla fine probabilmente se non avessi trovato il lavoro che faccio oggi per il quale lavoro da 32 anni e probabilmente avrei fatto la maestra magari mi sarà impuntate avrei fatto i miei concorsi avrei fatto le mie cose sarei magari sarà sostenuta da un marito eccetera eccetera così non è andato perché comunque trovato al lavoro per il quale poi un lavoro dignitoso lavoro che mi dava ai miei spazi che mandava miei tempi che mi dava e li ho continuato oggi possa avere rancore l'aver detto forse quando potevo che avevo magari il figlio allo piccino potevo magari dedicarmi alla scuola ecco forse mi posso dare questa mareco lì però in realtà niente è andata bene così si poteva andare peggio poteva andare peggio sulpice vantare sicuramente parlando cioè all'esterno della scuola no ad esempio c'è sempre riferita alla scuola magari l'abbigliamento come era sempre elementari sembrate grembiule fiocco se dovevate portare qualcosa di specifico allora a parma in prima elementare avevamo il grembiule bianco il fiocco celeste con quei generali bimbi un grembiule avevamo si è invece nella scuola quella piccolina castel guelfo avevamo per ville e nero tutti indistintamente tutti i verdure nero e a a torino avevamo il grembiule bianco con il collettivo sopra riportato per che più le si usava magari tutta la settimana invece collettino veniva cambiato anche magari ogni due giorni e colletti non è portato il fiocco ora quello non mi ricordo le foto però si può vedere come dal fiocco lì non me lo ricordo come comunque c'era questo fiocco e alle medie superiori in base medici non c'era di ronza no o vestiti normali non c'è la difesa non ma eravamo questi che normali ok invece per quanto riguarda quello che facevi cori a squadre più che so guardare la televisione se ci rende programmi che ti piaceva guardare tutti i fratelli film il cinema cioè come era allora la televisione era in bianco e nero non la televisione a colori credo di averla avuta no io lo so fuori casa quindi sono andata via di casa 20 22 anni e la televisione a colori c'era nel bar dove lavoravo e si forse nell'albergo che gestiva la mia mamma forse c'era la televisione a colori ma non la ricordo perché non la guardavo quando eravamo piccolini avevamo questa televisione noi avevamo nel tinello avevamo due poltrone a dondolo e noi ci mettevamo tutti su questa poltrona a dondolo aveva dei braccioli ci mettevamo 2 con le gambe penzoloni nella parte 25 legame personale da quell'altra e questo era il nostro gioco sulla e guardavamo la televisione questo mi ricordo quando eravamo veramente piccoli perché io dal castel guelfo sono venuta via che avevo 8 anni quindi eravamo tutti i piccolini erano tutti i più piccoli di me a parte mio fratello che avranno di più però e mi ricordo che li guardavamo qualche cartone il pomeriggio ma non ho mai ben televisione si guardava poco erano più giochi fatti fra noi scrive lager a più giochi cosa lo meno nella strada che avevamo fino alla ferrovia che io non so quante volte ho dato della disgraziata la mia mamma per avercelo permesso forse erano altre andavamo a lavorare a giocare nei saloni cc accanto poi bimbi del salumificio c'erano dei bagni che loro stavano rifacendo il capannone l'uomo andavamo a giocare in questi barney scrivevamo dentro mi ricordo queste è molto era il catechismo cioè l'attività più più fervida e al catechismo il ritrovo più lì e al catechismo dove li ho fatto la comunione la tesi ma no la crisi ma ha fatto a torino ne ho fatto la comunione e lì era luogo di congregazione più affermato che ci potesse essere la televisione poca musica il cinema allora allora il cinema io ricordo tutto dopo come più gravi tutto a torino lino lì non era parma di genera no a parma non c'erano andavate con la famiglia con bush andare magari o con il più grande con gli amici o no andavo con la famiglia ma io me lo ricordo dopo a palma a torino e lì a parma no non ricordo niente di questo genere io mi ricordo che si poteva andare a giardini mi ricordo i pattini mi ricordo le bizze davanti al negozio di libri perché volevo un libro a tutti i costi il libro cuore che lo voleva a tutti i costi perché ciao a tutti lo volevo rally meno meno puntata libero in bizzarri ta credo che sia stata l'unica bizza della mia vita ma li ho anche ottenuto il libro cuore non so come è andata non so come sia successo ma lì ero veramente piccina di credo che fossero forse prima elementare forse neanche perché io ripeto sapevo già leggere scrivere prima di andare a scuola quindi o il libro lo sapevo già leggere prima e magari lo reggeva miei fratelli e lille la sfanga però televisione nel ricordo pochissimo ma cinema a quell'epoca a zero e niente e ricordo a castel guelfo uguale niente tutto questo su attività sociali e attività che possono essere cinema niente non ricordo non credo che ci siano state se non credo ci siano stati e cioè la mia comunque una famiglia che per certi anni si è potuta permettere sia potuta permettere un sacco di cose tipo mobili bellissimi le case più belle e in certi altri periodi non si è potuta permettere niente che sono stati periodi d'aglio dai diciamo sette anni fino ai ai 20 cioè la parte più più grossa della vita la fetta più grossa della vita quindi io mi ricordo invece a torino allora qui c'è da dire anche una cosa che mia madre ci ha portato a torino perché si era separata e si era rimessa insieme ad un uomo che che allora lavorava in banca quindi anche un lavoro prestigioso un lavoro che comunque all'epoca dava un benestare ovviamente noi eravamo tanti quindi doveva essere suddiviso per dati però ecco però io gli ricordo le gite al parco valentino di domenica ricordo il teatrino fatto sempre al valentino che ovviamente andava pagato quando il gravi il teatrino dei burattini che ci si andava magari anche che sono una volta al mese mi ricordo il teatrino chiuso e di questo anche c'è una foto quando ci riprovo questo teatrino chiuso la foto fuori e al teatrino chiuso a vedere che so pinocchio a vedere il cinema si no paio di volte siamo andati al carcinoma per chi vaccino mi ricordo se ho visto la prima volta con il cartone animato il uno dei primi della walt disney che non ora non ricordo di quale fosse il libro della giungla perché fu un boom nel libro della giungla www un boom di album di figurine il libro della giungla andare a vedere la prima uscita del libro della giungla e poi forse qualche altra qualche altra cosa forse cenerentola e scusa biancaneve però poco altro accorcino ma mi ricordo questo di aver visto poi altri spettacoli no anche perché non era abbastanza grande da poter andare da sola e non anche lì l'attività ludica più grande e più grande era la l'oratorio della chiesa anche lì ci si ritrovava il sabato pomeriggio la domenica mattina prima della messa o dopo la messa i giochi fatti li c'era diciamo al parco della cittadella e c'era anche attività manuali abili perché mi ricordo molto bene che ci facevano fare i lavori linee che poi venivano in chiesa per beneficenza ecc in collegiata e invece per esempio la spesa il tipo di spesa che facevate il supermercato come l'avete vissuto una cosa nella persona di mercallo ra anche lei anche lì anche lì devo farlo ente locale perché a parma finché sono stata piccola tempi che sono stata a parma non ha risolto niente di questo probabilmente non si faceva la spesa la botteghina si faceva la spesa la botteghina perché fra le altre cose mio babbo era era rappresentante della del detersivi quindi c'era i cussini tondi del dash o del dixan ora non ricordo bene quale dei due forse il dash il dash e che davano le figurine della commissione alla sua ditta per cui lavorava poi magari mi viene in mente lui lavorava per questa vita che dava proprio le figurine e al raggiungimento di un tot di figurine si davano il premio e mi ricordo che questi ma più che altro me lo ricordo perché andava giro con lui che li vendeva a quelli di negozi a questi negozietti piccoli botteghino e che facevano una sorta di super mercatino con valeri scaffali erano molti alimenti alimentare si un pochino più grandi mi ricordo che più canto me lo ricordo per questo non per la spesa in se stessa che magari andavo con lui vendeva le scope rendeva digestivi vendeva teneva questa roba questi supermercati vendeva zampironi che sfumano il bullo dell'epoca è però era perché la roba che vendeva lui mi ricordo gli stuzzicadenti per dire per dire oggi e non penseresti mai di poter toccare gli stuzzicadenti per fare le confezioni ignora tutto dev'essere sanificato no allora ci portavano a casa confezioni enormi di stuzzicadenti tende dove deve metterle dentro più tondino di metallo dove prende fisicamente gli stuzzicadenti ma non si è per potenza che li era sempre parma quindi ero sempre piccola sempre piccola prendere con quelle manine piccoline prendevi quegli studenti che magari ti sia ritoccata ma non lo so il naso non lo so qualcosa o teli grattata te con quelle manine non io non lo so forse mele facevano anche la male per far rinascere detto riprende questa easter ente metterli in quest'anno in lino il pin che non diventavano finché non c'entrava più poi ci mette nulla chino tondo intorno le sfila me il il coso di stuzzicadenti e facchetti e liri giravi dentro una cartina e ci facevi e queste erano pacchetti che poi vendevano in serie 10 20 30 confezioni cine di queste ma erano toccati materialmente sono toccati quindi allora però normale nella foto presumo fosse una cosa normale toccare li stuzzica però pedinamenti che poi un'altra persona si mette in bocca cioè a oggi le ande ti farebbe senso ecco mi ricordo queste cose qui quindi e poi invece i supermercati anche a torino a torino si i supermercati c'erano quando sono andato lì nei supermercati c'erano già c'erano già ma io non ho ricordo di aver fatto la spesa allora io mi ricordo che andava a comprare la botteghina che andavo a comprare il vino sfuso e il vino sfuso che permetterà la tragedia andare a comprare era a 100 metri da casa non è un bellissimo però andare con questo bottiglione da 2 litri a comprare il vino sfuso e avere questa grande responsabilità di portarlo intatto a casa ecco era una cosa che faceva parte una volta e anche successo che sia inciampata perché io sono sempre state sono sempre molto this adatta e ne sono e sono inceppate questo bottiglione da farmi del male la nostra cassato sul sulla strada sul marciapiede comunque sì se andava a comprare sotto di casa nostra c'era la torrefazione del caffè e dove si andava a comprare lo zucchero e il caffè e poche altre cose poi c'era il negozio di la pasticceria che facevi la fila da domenica a comprare i suoi vicini e che era l'unico negozio aperto poi c'era supermercato dove probabilmente e mia mamma andava a comprare le cose tipo la pasta quella cosa lì ma non me lo ricordo non mi ricordo neanche il loro rientrare in casa con le borse della spesa sinceramente non me lo ricordo e forse lì c'era anche mia sorella piccina magari era più facile che io fossi lasciate a casa guarda lei mettilo ne andava nostra spesa e poi magari nel frattempo quando mettevano a posto io questa meccanica magari non ci sono rientrata per questi motivi e ricoverati magari si è invece più avanti era diverso e anche lì mi ricordo che c'erano tutti questi vari negozietti e la botteghina dove si andava con tra le pastine non c'erano o ricordanza di un supermercato che forse a volte son rimasta in macchina ad aspettare che in sé e per tenere i miei fratelli perché magari non c'era possibilità di lasciarci a casa non lo so ecco ricordo che qualcosa chi come comunque cominciava a esplodere questa questa però io che sono stato a torino questa cosa non l'ho vissuta quando sono tornata a pistoia allora io abitavo sopra un grande centro commerciale a un assemblamento di palazzi che era stato costruito ad allora quindi lo fanno ancora tutti aprirsi se però per questo grande conad che per l'epoca era un grande negozio è lì c'era la macelleria c'era la gastronomia e c'era la pescheria no però era uno dei primi supermercati dell'epoca come un altro supermercato era la conad da coppe e la l'esselunga l'esselunga per noi era un po più [Musica] meno ci sono andata meno chance ha chiudo dopo nel negli anni quando poi magari facevo da sola finché stavo con film che andava spesso andava a fare tutti insieme si andava normalmente quando c'era lo stipendio si andava e venivano fatte avevamo un ripostiglio dove veniva proprio mi ricordo la sera che votavamo le borsine c'era il ripiano della pasta che hanno pasta zucchero il ripiano delle cose confezionate dei pelati e dell'olio dei biscotti dei crackers era andava a fare una spesa grossa e siano esselunga che alla alla conad che era sotto casa a volte alla conad che era sotto casa perché magari se aveva problemi della macchina oppure non ci sia bill era sotto casa comodità e comodità però ecco anche l'esselunga beh posso dire che da avere vissuto l'apertura dell'asilo lunga se a pistoia si poi vabbè poi quando tutto si è trasformato comunque le botteghino e continuavano a resistere perché comunque c'era la bottega del pane dietro casa si incrocerà la botteghina permetteva tutto magari supermercati hanno più usati per fare una scusa gruppo una spesa grossa se c'è invece le linee più quando ci mancasse cosa si si normalmente la così andava a completare poi tappa naio è perché mi ricordo che andavo a comprare il pane e anche da sola poi vabbè poi dopo mi sono emancipata quindi a 11 anni era già tutto tutto fattibile via per l'epoca addirittura andava a vendere libri per le case quindi quindi voglio bene ti facevano fa tutto va bene io direi che può bastare grazie

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L’intervista, della durata di 1:32:02 minuti (link: https://www.youtube.com/watch?v=TYWvNWRyDBE), affronta le memorie d’infanzia e di scuola di Barbara Remorini. Nata nel 1962 a Parma in una famiglia numerosa (era la secondogenita di cinque figli), lavora come impiegata. Vive un’infanzia segnata da numerosi trasferimenti: nel 1970 la sua famiglia si trasferisce nella vicina Castelguelfo, quindi, nel 1971, a Torino, dove vive fino al 1974, quando avviene il nuovo – e definitivo – trasferimento a Pistoia. Il suo percorso scolastico si è svolto tra il 1967 – quando ha cominciato a frequentare la scuola dell’infanzia – e il 1982, quando consegue il diploma presso l’istituto magistrale “Atto Vannucci” a Pistoia. Studia quindi nel corso degli anni Settanta: anni caratterizzati dall’acuirsi delle tensioni sociali e politiche, ma anche, nel contempo, da innovazioni nei rapporti socio-economici e nel diritto di famiglia (Crainz 2002, Panvini 2018).

L’esperienza di Remorini sembra esser condizionata dalla carenza di attenzioni che, da bambina, sembra aver sofferto in una famiglia numerosa e in cui era richiesto il suo contributo nella cura dei fratelli e delle sorelle minori. Riesce tuttavia, come ricorda nella sua intervista, a compensare questa situazione attraverso la scuola e i rapporti amicali: molte infatti sono le figure positive di insegnanti che rammenta, perché «nonostante io abbia cambiato tante situazioni scolastiche tante nel cammino ho trovato sempre delle persone molto predisposte per questo lavoro nate per fare questo lavoro» (m. 43.14 e ss). Sintomaticamente, sono quasi tutte donne, e condensate tra scuola dell’infanzia e scuola media. La prima a essere ricordata è una maestra dell’asilo che, vedendola piangere perché si erano rotti un paio di orecchini, gliene regala un paio d’oro con le perle, destinati a essere indossati dalla videointervistata per molti anni a venire. Molti (e positivi) sono i ricordi dell’asilo, frequentato con i fratelli a Parma in un istituto gestito da un ordine religioso – sono gli anni precedenti alla L. 444/1968 che ha statalizzato l’istruzione professionale: dell’anno e mezzo trascorso nella struttura la videointervistata rammenta la festa di Carnevale, il refettorio dove pranzava, il giardino dove giocava con gli altri bambini, il simbolo con cui ciascuno di loro era chiamato a riconoscersi.

Più frammentati i ricordi delle scuole elementari, segnati da tre trasferimenti. Dopo aver frequentato la prima e metà della seconda elementare a Parma, si trasferisce a Castelguelfo; qui conclude la seconda e comincia la terza elementare; a metà terza elementare cambia nuovamente casa e si trasferisce a Torino, dove resta fino al dicembre della sua prima media. Di fronte al ricordo della scuola di Parma come molto grande e all’avanguardia (era previsto lo studio della lingua inglese), quella di Castelguelfo in cui si trasferì acquista un colorito più smunto. Molto più piccola e antiquata, in quest’ultima solo la quinta elementare era a sé stante: prima e seconda funzionavano infatti come pluriclassi, e così terza e quarta. Come accade in molte altre interviste, Remorini dimostra di non apprezzare il sistema della pluriclasse, in quanto distoglieva l’insegnante dal dedicare sufficiente attenzione a ciascuno dei gruppi a lui affidati: «infatti quello che io sognavo ed era di arrivare in quinta perché era la classe da sola e perché c'era poi l'esame perché eravamo tutti cioè eravamo tutti accuditi in un altro modo» (m. 18.12 e ss). Le ore che tende a ricordare maggiormente sono quelle dedicate al ricamo, attività in cui eccelleva. Da questo punto di vista, considera positivamente il trasferimento a Torino, dove venne iscritta in una scuola femminile in cui ogni classe era affidata a un insegnante. A condizionare il suo giudizio concorre la figura positiva della maestra, da lei descritta come una persona sensibile e attenta, capace di comprendere la sua situazione e di cercare, nei limiti del possibile, di sanarla: a questo proposito, ricorda le numerose volte in cui la invitava a casa per ripassare con lei la lezione e recuperare quanto non fatto a Castelguelfo.

L’intervista si sofferma quindi sugli anni delle scuole medie, descritti lungamente da Remorini e trascorsi, in maggior parte, a Pistoia, alla scuola “Angelo Roncalli”, da lei ricordata come una scuola all’avanguardia. Mentre in prima media usufruì del doposcuola, in seconda e in terza le fu negato, probabilmente per motivi economici. Ricorda quest’evento con tristezza in quanto le attività pomeridiane, lungi dal ridursi al solo doposcuola, risentivano di tutte le sperimentazioni didattiche diffusesi negli anni Settanta (Galfré 2017, 259-64): tra queste, infatti, cita le lezioni di cucina e quelle di incisioni sul cuoio e sul rame. In questi anni legò molto con la sua docente di italiano, incline a invitarla – da sola o con la classe – a casa sua a bere la cioccolata e a ripassare la lezione; retrospettivamente, Remorini crede avesse capito la sua situazione familiare e che cercasse, in quel modo, di svagarla. A casa, infatti, non riusciva a studiare in quanto subissata dalle esigenze di cura e di accudimento dei fratelli e delle sorelle minori. Un altro sostegno fu costituito da una sua compagna di classe: per non perderla di vista, decise di iscriversi alle stesse superiori da lei frequentate, l’istituto magistrale, che le sembrava adatto alla sua necessità di trovare presto un lavoro. Lei stessa, tuttavia, ricorda di aver aiutato in quegli anni molte sue compagne che versavano in condizioni economiche peggiori rispetto alle sue: frequenti ad esempio erano gli inviti che rivolgeva ad alcune sue compagne prive di vasca da bagno in casa sua affinché avessero una possibilità di potersi lavare.

Riguardo agli anni dell’istituto, ricorda abbastanza positivamente sia i compagni di classe sia gli insegnanti, molti dei quali (soprattutto i più giovani) erano secondo lei naturalmente predisposti a un rapporto umano con la classe. Approva, retrospettivamente, anche la loro decisione di respingerla al terzo anno, in quanto le diede la possibilità di ripartire in condizioni meno precarie. Per esigenze familiari, fu costretta dal terzo anno a conciliare lo studio con il lavoro in un bar finché gli insegnanti, quando lei frequentava la quinta, intimarono alla madre di farla licenziare affinché potesse dedicarsi all’esame di maturità.

Fonti

Fonti bibliografiche:

G. Crainz, Il paese mancato. Dal miracolo economico agli anni Ottanta, Milano, Donzelli, 2002. 

M. Galfrè, Tutti a scuola! L'istruzione nell'Italia del Novecento, Roma, Carocci, 2017.

G. Panvini, Ordine nero, guerriglia rossa. La violenza politica nell'Italia degli anni Sessanta e Settanta (1966-1975), Torino, Einaudi, 2018.

 

Fonti normative

Legge 18 marzo 1968, n. 444, Ordinamento della scuola materna statale (GU Serie Generale n.103 del 22-04-1968), permalink: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1968/04/22/068U0444/sg.

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