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"Pazienza, umiltà ed entusiasmo": i ricordi della maestra Di Coscio

Editore:
Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze
Luogo di pubblicazione:
Via Laura, n. 48, 50121, Firenze (Italia)
Codice ISSN:
2785-440X
Autore della scheda:
DOI:
10.53221/1012
Scheda compilata da:
MONICA DATI
Pubblicato il:
28/02/2022
Nome e cognome dell'intervistatore:
Sara Neri
Nome e cognome dell'intervistato:
DI COSCIO NICOLETTA
Anno di presa di servizio dell'intervistato:
1990
Categoria dell'intervistato:
Insegnante
Livello scolastico:
Scuola primaria
Categoria professionale dell'intervistato:
Insegnante scuola elementare
Data di registrazione dell'intervista:
26 agosto 2021
Regione:
Toscana

[Musica] ciao a tutti io sono sarà che sono qui con nicoletta di coscia insegnante di scuola primaria alla quale farò una breve intervista a riguardo la sua carriera professionale allora vorrei cominciare innanzitutto chiedendosi quale è stato il percorso formativo che ha intrapreso per diventare insegnante di scuola primaria allora sono diplomata e dopo diploma ho cominciato a formarmi come innanzitutto personalmente con un piccolo gruppo di persone di amici che condividevano lo stesso intento e poi percorso formativo era di dissestato quello soprattutto di rivolgersi a un ispettore scolastico che preparata questi corsi e quindi vi ricordo la anche la sera dopo cena s'andava questo ben le tavolate di tante ragazze e quindi professore faceva queste elezioni o il pomeriggio ecco faceva queste elezioni e quindi si preparava a questo corso perché chiaramente da sole con i libri e uscire dalla scuola appena esperienza le conoscenze erano proprio minimi e quindi mi ricordo che ci dava i lavori da svolgere a casa e poi la volta successiva ne parlavamo insieme e quindi era un momento di condivisione con la tante altre colleghe che aspiravano a concorso pure loro quindi attraverso il concorso che io ho dato due concorsi nella scuola primaria e uno nell'infanzia e come era organizzato il concorso il concorso era organizzato che bisognava farlo scritto quindi c'erano vecchio nuovo in maniera c'erano diversi argomenti da trattare 1 sceglieva quelli che più si sentiva preparato e quindi allo svolgimento di test con riferimenti alla psicologia la pedagogia e quindi bisogna mostrare quella di cui eravamo capaci di svolgere veramente in una classe e intraprendere questo percorso formativo è stata una scelta fortemente voluta oppure forzata ricordo che quando frequentato l'istituto sono riuscita che diceva no io non è solo prende forza no io lo farò mai lo farò mai e poi invece poco dopo ma dopo un anno dopo due che ci è venuto fuori questo interesse ha detto no no e dopo che ho cominciato a lavorare veramente è stato proprio vedere nella pratica ciò che c'è di bello nel nostro lavoro però da studente la studentessa non aveva pensato di fare l'insegnante ha detto no no io non la faccio diploma detto no ma perché come lo chiama sui giorno i primi tempi quando ho iniziato a insegnare da dove prendere spunto per organizzare la didattica ho sempre trovato persone che hanno accettato il fatto che appunto gli imbarazzi hanno condiviso con me quitte e che era il morale di mie paure i miei timori e quindi siamo avuto una condivisione con le altre colleghe quindi il rapporto con i colleghi è un rapporto buono di consiglio e poi chiaramente vecera studiare sui libri da documentarsi riviste quello sì dato che abbiamo parlato del rapporto con i colleghi come invece il rapporto con i genitori è sempre stato buono forse all'inizio quando ero giovane c'era un po di timore nobili di attesa nel vedere di cosa ero capace perché vedendo misure la prima impressione di ma questa pista cosa fa razza capace incerta per ora passati i primi mesi o inizio stata ben accettata non accettata e rispettata nel mio ruolo e così anche più avanti negli anni e dagli inizi della tua carriera fino ad oggi ci sono state delle riforme che hanno segnato particolarmente la scuola si appena sono entrata mi ricordo che c'era fino a quel tempo c'era stata l'insegnante ubica in quando sono entrata io questa insegnante unica è andato a sparire e quindi scena la difficoltà non per me perché ero nuova quindi per me andava bene qualsiasi adattamento organizzativo c'era il problema che tanti insegnanti che erano studio master insegnante unica che quindi insegnavano matematica storia geografia italiano dovevano decidere quale materia scegliere quindi mi ricordo che c'era tanta discussione su quella che magari voleva o avrebbe voluto insegnare solo gli italiani invece magari e per l'organizzazione avrebbe dovuto insegnare matematica quindi hanno sede hanno vissuto mi ricordo le sentivo parlare come una perdita di importanza anche no perché dovevano ridurre e lavorare in collaborazione con altre due insegnanti perché in genere era in un insegnate come anche il grosso modo è ora con delle sfumature un insegnate che all'ambito linguistico un insegnante che all'ambito scientifico e una per insegnati che all'ambito antropologiche e ora si doveva confrontarsi con altre colleghe quindi mi ricordo che in quegli anni c'erano colpo di discussione perché magari delle figure che non andavano d'accordo tra di loro per me invece andava barreto perché ero nuova dagli inizi della sua carriera fino ad oggi hai mai avuto in classe bambini con handicap best o dsa e con handicap a in genere handicap gravi già arrivano al prima prima elementare alla prima anno di scuola primaria già con la certificazione e quindi sono già diagnosticati i best dsa invece in genere vengono riscontrati fine seconda intensa ecco perché magari prima si possono osservare delle difficoltà i bimbi però possono essere causati a una immaturità generale e quindi sempre buona cosa buona regola aspettare poi in seconda si cominciano a vedere magari oppure rientrano queste difficoltà oppure viceversa possono ingigantirsi e quindi si può suggerire ai genitori di effettuare una osservazione più specifica e a tal proposito ha riscontrato differenze nell'inserimento e l'accoglienza di questi bambini in classe all'inizio della carriera rispetto ad oggi ora chiaramente conoscendo la difficoltà l'inserimento è più facile conoscendo che appunto ci sono bimbi che possono avere certi capacità vengono anche tutelati ecco perché vengono offerti loro dei lavori che sono più attivi dalla loro portata ci sono delle accortezze delle le misure dispensative e compensative che quindi l'aiutano nel percorso ea vivere più serenamente anche la vita scolastica magari magari siano bambini che non ce la facevano era inutile dare loro dei lavori o problema né quindi chiaramente poi si demotivano invece calcolati più sulle loro capacità riescono a relazionarsi meglio durante questi anni di servizio che tipo di rapporto hai instaurato con i suoi alunni un tipo di rapporto materno e informale o piuttosto distaccato e formale ma è esiste nell'uno del lato diciamo un po un mix è una cosa un po un pochino di tutto l'anno prima quando arriva una frequenza nella prima al primo anno chiaramente hanno più bisogno di proprio una che una accortezza proprio di un contatto no perché innanzitutto sono più piccoli sono spaesati quindi hanno bisogno magari e lo richiedono si vede proprio no magari una carezza di una pacca sulla spalla un sorriso più grande e mi ricorda appunto in genere in prima e seconda perché ci hanno tanto anche visti che si hanno quando hanno fatto un bel lavoro a fare uno sticker se fortificati che a descriverci bravo campione disegnano una polpa cioè colorarla poi oppure un cuore un cuore rosso cioè per loro un primo e il secondo nostro del genere la guidi e negli occhi la felicità ma mano che crescono sentono meno di questa necessità come per il contatto fisico oppure però rimane sempre questo chiaramente c'è un atteggiamento sempre di rispetto però anche di conversazione se c'è un problema di classe i nostri lo sanno che se c'è un problema anche a case di milo possono trovare un momento di avvicinarci e di farlo chiede maestro bisogno di parlare carte possibile questo l'abbiamo sempre detto sin dall'inizio che possono contare anche solo sulla figura della nonna è anche un rapporto di un rapporto educativo ma non è educativo al punto di vista proprio anche come crescita di una personalità non solo crescita dal punto di vista didattico invece cosa pensi delle uscite scolastiche negli siani utili alla didattica è si sa che queste servono ben più si potessero fuori un po di più ma più dei fondi che poi sono uscite che poi si cerca sempre di chi di avviene un costo limitato è proprio in modo che tutti possano parlarci soir e chi non può partecipare fortunatamente c'è l'istituto che dà un aiuto da un contributo è e poi comunque anche i genitori sono d'accordo magari a spendere qualche cosa e lina di più per aiutare anche chi non può non può avvenire il problema poi invece è problema di della copertura nel senso che si portano dei bimbi fuori quindi ci deve essere una copertura adeguata un insegnante per ogni polonio anga di un insegnante ogni 15 bimbi e quindi è un problema trovare la risorsa umana perché se un insegnante noi abbiamo bisogno di tre o quattro insegnanti per uscire con due classi e vuol dire che la classe quella classe dove l'insegnante dovevo andare a fare lezione manca averla amata e quindi il genere vengono dall'istituto vengono fissate per esempio due giornate non di più invece cosa pensi di moderni supporti digitali quali lim proiettore che vengono fornite oggi a scuola ritrovi utili oppure non indispensabili ora ce ne sono tanto un nuovo utile perché vi mi sono molto più attratti da questo grande ski da questo è ciò che il video della cia dissentono e noi fortunatamente abbiamo possibilità potete avere la lim e non in classi ma ci trasferiamo in un'altra classe e quindi di fatto il trasferita in un'altra classe accende maggiormente l'attenzione la voglia di andarci e quindi sono molto carichi quando ci si trasferisce nella classe dove c'è la liquidi sono motivati ha realmente band inglese oppure per trovare degli argomenti di storia geografia sono è molto molto valido in base alla sua esperienza ai possono usare dei cambiamenti nell'assetto della classe quindi a disposizione dei banchi piuttosto che degli armadietti oppure il numero degli alunni per classe numero dei bimbi quello presso a poco rimasto quello almeno nella nostra realtà è il numero dei bimbi e sempre sui nelle nostre scuole sul 23 25 difficile scendere sono detti quindi sopravvento e dal punto di vista anche proprio organizzativo degli arredi si sono cambiate ci sono molto e si usano anche le anche dall'attività degli banchi messi a gruppi cooperativi learning quindi di aiutarsi fra di loro e quindi dipende anche dall attività che si fanno quindi magari in base a quello che c'è da fare per quanto riguarda la valutazione invece come si regoli quindi per dare una valutazione positiva piuttosto che una negativa su che cosa ti basi alla valutazione essere oggettiva lo ci riuniamo con le collette colleghe per classi parallele chiamiamo no quindi io con la terza d'italiano ogni due mesi ci troviamo con la 3 dell'istituto e quell'altro insegnante che insegna nella terza che fanno italiano e insieme si decide il percorso da fare e anche delle prove nelle prove oggettive ogni prova oggettiva viene dato poi alla risposta un punteggio e quindi è facile poi dare il voto ecco chiaramente quando si sceglie un voto il punteggio da dare l'insufficiente il voto negativo si dà ma completamente con stando bene attenti appunto a non urtare la suscettibilità al morale del bambino specialmente primi anni molto negativo c'è certo con quando si comincia a terza quarta e quinta voto negativo ci può essere ma può essere un 5 ecco cosa ne pensi della gestione della classe attraverso l'utilizzo di premi e punizioni li trovi utili allora prezzi sono importanti perché un bimbo si rende conto che ha fatto una cosa bella una cosa positiva ha avuto una fortezza verso il compagno è riuscito in un compito e quindi è molto gratificante quello che riesce a ottenere tramite un premio non è la stessa cosa che si può avere da una punizione che poi una punizione condizione ormai non esistono più possono essere guarda un intervallo stai due minuti li riflette su quello che fatto questa è la posizione che puoi fare c'è un invito alla riflessione ea capire se magari se viene adesso no hanno discusso fra di loro quanta ne pensa ci poi quindi un po di trovare un momento per chiedere scusa che agli sciiti ecco ecco facendo un attimo un bilancio di tutti questi anni trascorsi a scuola che cosa ti sta lasciando questa professione dunque alla professione molto bella non cambierei con nessun altro con sé un'altra professione e sta andando tanto esco entusiasmo tanta voglia di imparare perché ogni giorno è diverso perché bimbi cambiano maturano diventano più grandi hanno bisogno di nuove pose e quindi è molto stimolante tanto più si sa poi fortuna appunto di stare con delle colleghe con cui ti trovi bene quindi è veramente piacere che ci sono anche dei momenti magari un po difficili un pochino più faticosi però è ripete grande soddisfazione di gratificante si insieme con le colleghe si parla di un problema di un bimbo che magari ha qualche difficoltà allora proviamo con questi accorgimenti quindi vedi che poi magari una certa situazione si sblocca quindi quel dove veramente per terminare quest'intervista vorrei farti un'ultima domanda data la tua esperienza perché ormai sono diversi anni e se insegnante di scuola primaria avresti dei consigli da dare alle nuove generazioni di insegnanti azione di avere pazienza umiltà e tanto entusiasmo bene questa intervista è giunta al termine io ringrazio tutti voi per l'attenzione è soprattutto la maestra di moretta di gosho per la sua immensa disponibilità la gentilezza

Scarica trascrizione

L’intervista (di durata 16 minuti e 36 secondi) ha per oggetto la storia professionale della maestra Di Coscio, diplomata magistrale ed entrata di ruolo ad inizio negli anni ‘90 proprio quando veniva meno la figura dell’insegnante unico:

“ricordo che c'era tanta discussione su quella che magari voleva insegnare solo italiano invece magari per l'organizzazione avrebbe dovuto insegnare matematica, ricordo le sentivo parlare di una perdita di importanza del ruolo anche  perché dovevano ridurre le ore e lavorare in collaborazione con altre due insegnanti”.

Come si evince da queste parole con la Legge 5 giugno 1990, n. 148 nasceva la scuola dei moduli e della pluralità dei docenti. Dopo oltre un secolo di storia della scuola elementare scompariva nell’ordinamento italiano il maestro unico: da quel momento in classe si sarebbero avvicendati tre o più insegnanti titolari di ambiti disciplinari differenziati. La riforma Gelmini (decreto legge 1 settembre 2008, n.137)  ha poi reintrodotto la figura del maestro prevalente ed inserito come opzione di scelta un nuovo profilo orario, quello delle 24 ore, che implica un solo insegnante per classe.

Altro tema affrontato nell’intervista è quello dei bambini con Bes e Dsa:

“I Dsa in genere vengono riscontrati alla fine della seconda, prima si possono osservare delle difficoltà che però possono essere causate da un’ immaturità generale, è quindi sempre buona cosa, buona regola aspettare. Poi in seconda si cominciano a vedere queste difficoltà oppure viceversa possono ingigantirsi e quindi si può suggerire ai genitori di effettuare un' osservazione più specifica”. 

A tal proposito si ricordano le norme primarie di riferimento nel nostro paese: la legge n. 104 del 1992 sulla disabilità, la legge n. 170 del 2010 per gli alunni con Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) e la legge n. 53 del 2003 sul tema della personalizzazione (Magni, 2015).

La docente dopo aver sottolineato l’importanza della Lim per motivare i ragazzi “che sono attratti da questo grande schermo” che “accende l’attenzione” soprattutto per materie "come inglese, storia e geografia” passa a parlare di valutazione: “la valutazione è oggettiva (…), chiaramente quando si sceglie un voto, il punteggio da dare, l'insufficiente, il voto negativo si dà ma stando bene attenti appunto a non urtare la suscettibilità, il morale del bambino specialmente i primi anni”.

L’intervista termina con un bilancio positivo del percorso fin ora svolto  e con un invito alle future generazioni, quello di "avere pazienza, umiltà e tanto entusiasmo"

Fonti

Fonti bibliografiche:

 

G. Bandini, S. Oliviero, Public History of Education: riflessioni, testimonianze, esperienze, Firenze, Firenze University Press, 2019.

M. Galfrè, Tutti a scuola! L'istruzione nell'Italia del Novecento, Roma, Carocci, 2017.

M.V. Isidori, Bisogni Educativi Speciali BES. Ridefinizioni concettuali e operative per una didattica inclusiva. Un’indagine esplorativa. Milano, FrancoAngeli, 2017

F. Magni, L’integrazione scolastica delle persone con disabilità, disturbi specifici di apprendimento (DSA) e bisogni educativi speciali (BES). Nuova Secondaria32(9), 22-42, 2015

S. Santamaita. Storia della scuola: dalla scuola al sistema formativo, Milano, Pearson, 2021.

 

 

Riferimenti normativi

 

Legge 5 giugno 1990, n.148 Riforma dell'ordinamento della scuola elementare

Legge 8 ottobre 2010, n. 170 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico”

Legge 5 febbraio 1992, n. 104 “Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate”.

 

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