Salta al contenuto principale

"Qui ci sono ancora i ghetti". Memorie di una maestra

Editore:
Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze
Luogo di pubblicazione:
Via Laura, n. 48, 50121, Firenze (Italia)
Codice ISSN:
2785-440X
Autore della scheda:
DOI:
10.53221/1408
Scheda compilata da:
Chiara Martinelli
Pubblicato il:
28/02/2022
Nome e cognome dell'intervistatore:
Gabriella Santanocito
Nome e cognome dell'intervistato:
Angela Giuntini
Anno di presa di servizio dell'intervistato:
1994
Categoria dell'intervistato:
Insegnante
Livello scolastico:
Scuola dell'infanzia
Scuola primaria
Scuola secondaria di primo grado
Categoria professionale dell'intervistato:
Insegnante di scuola dell'infanzia
Insegnante scuola elementare
Insegnante scuola secondaria
Data di registrazione dell'intervista:
17 gennaio 2022
Regione:
Toscana

Indicizzazione e descrizione semantica

Identificatori cronologici:
1980s 1990s 2000s

buona sera io sono per la santagati e questa sera interviste pola all'insegnante al buonasera grande monoceram piacere allora a parte va sotto puoi conoscere un po qualcosa di te dove sei nata qualcosa della tua famiglia di origine quando non delitti attualmente va bene allora sono nata a firenze nel 1963 e ho abitato a firenze per qualche anno mi sono trasferita con la mia famiglia empoli la mia famiglia d'origine la mamma casalinga mio papà impiegato statale e un fratello più grande e una sorella più piccola arrivata molti a nino bene attualmente dovevi piange la allora vivo in belgio da cinque anni insegno in belgio e lavoro in belgio è però insomma la mia residenza è sempre in toscana qualunque benissimo allora quali sono le scuole e allora non ho frequentato l'asilo velo e allora si chiamava l'asilo o perlomeno penso qualche giorno e basta perché poi non ci andavo volentieri alla mamma faceva la casalinga quindi non ha insistito più di tanto non c'era la necessità e neanche forse la comprensione dell'importanza e dell'asilo della scuola dell'infanzia poi ho fatto la scuola elementare a sovigliana dove abitavo poi a scuola media e e ho fatto mi sono iscritta la quarta ginnasio per emulare il mio fratello mi faceva liceo classico volevo fare tutto quello che faceva fatto quarta ginnasio poi mi sono accorta che non era la scuola per me quindi fatto il passaggio per l'istituto magistrale quindi ho dato 11 materie a settembre per non perdere l'anno sono andata direttamente in seconda magistrale dimenticato una cosa sono andata a scuola cinque anni quindi o come il fatto la primina con una maestra privata poi l'esame per entrare direttamente intanto la mia vita è stata un po tutto un esame poi insomma si scoprirà è frequentato anche l'università si allora subito dopo l'istituto magistrale mi sono iscritta al magistero ho frequentato il primo anno mi pare di aver dato però neanche un esame perché perché poi insomma facevo altre cose insomma un giornalismo lavorava una emittente privata quindi insomma [Musica] non avevo dato la precedenza a queste altre cose mi permetteva anche di guadagnare qualcosa e poi ho smesso proprio cioè non definitivamente e fini per quel periodo della mia vita perché sono rimasta incinta e quindi avevo bisogno di lavorare ho insegnato in una scuola privata una scuola privata non religioso una scuola laica e stata una bella esperienza ma io ero giovanissima allora cominciato a lavorare facendo ripetizioni subito credo a 17 anni o forse anche prima e poi ho trovato questo lavoro avevo bisogno di lavorare e in un si chiamava villaggio artigiano ed era fantastico devo dire come per l'epoca perché aiutava i ragazzi che avevano avuto una brutta esperienza scolastica diciamo che erano bocciati insomma ripetenti e che non avrebbero avuto un futuro non si sa quale futuro si avrebbero comunque a trovarsi un lavoro a imparare un mestiere quindi in questa scuola c'era l'officina l'officina meccanica c'è la tipografia quindi ragazzi la mattina imparavano la teoria insomma prendevano elezioni per ottenere la licenza la licenza media e il pomeriggio cui lavoravano in queste l'officina nella tipografia in altre cose e io ho lavorato lì [Musica] insegnavo tutte le materie italiano storia geografia matematica scienze tutto preparava i ragazzi al all'esame per la licenza media e dalla giovanissima io insegnavo avevo i miei alunni erano di poco più piccoli di me perché magari ripetenti e non è stato facile è stato un'esperienza difficile senza perché io non avevo all'epoca all'eco forse non l'ho mai avuta con quella vocazione dell'insegnamento nè che ho detto voglio fare la ministra voglio fargli insegnante no quello un lavoro che mi permetteva e penn di office e che però sono stata a casa puntata però sono stata catapultata così come quando uno deve non sa nuotare lo buttano in mezzo al mare quindi era cioè o bene bene o male male insomma alla fine non so se bene bene comunque ce l'ho fatta sono statali cinque anni duri abbastanza 2 all'inizio perché i ragazzi ce l'avevano con la scuola una scuola come istituzione non con me ma venivano anche da famiglie magari problematiche particolari e comunque la scuola non li aveva aiutati e quindi tutti coloro che rappresentavano in qualche modo l'istituzione scolastica erano nemici quindi i primi tempi i primi mesi addirittura ho avuto una bella macchina con le gomme tagliate poi dopo no poi dopo è stato bello insomma io ho rivisto anche questi adesso sono uomini sono insomma 50 anni e devo dire scuola della partita bene poi è morto il preside e quello che aveva fondato la scuola i figli non hanno saputo ben gestire da gestire la cosa comunque anno per una scuola che dava anche dare un futuro ragazzi e forse non avrebbero avuto e alcuni di questi hanno adesso una tipografia su un titolare di una tipografia e son nati lì sono nati lì quindi una bella esperienza dopo questo che cosa ho fatto [Musica] dopo questo forse il concorso il concorso funzione entrata di ruolo nella scuola infatti così nel 94 93 non c'entra ieri loro nel 94 e la scuola materna la scuola dell'infanzia bello i primi anni della sua infanzia un ricordo bellissimo perché ero con colleghe splendide io non sapevo fare nulla perché venivo da una scuola media per la quale avevo dovuto improvvisare tutto e poi dalla scuola media alla scuola dell'infanzia non sapevo niente potuto delle colleghe meravigliose che mi hanno accompagnato e con le quali abbiamo lavorato tanto tanto e benissimo in scuole di campagna aliano montespertoli montelupo ma facevamo delle cose spettacolari davvero però perché hanno ancora un ricordo con i genitori teatro insomma cose veramente belle perle fa ma anche per ora ricordo bellissimo ho imparato tanto e poi ho chiesto purtroppo devo dire ho chiesto il passaggio alla scuola la scuola elementare a scuola primaria che forse me ne sono pentita i primi tempi sicuramente mi sono pentita ha fatto per avvicinarmi a casa però è una cosa da non fare mai perché se stai bene una scuola se sta bene con le colleghe se ti piace il lavoro fare un quarto d'ora mezz'ora di strada vale la pena insomma ecco quindi mi sono trovata nella scuola primaria non troppo bene i primi tempi sai tanto fa anche insomma l'ambiente i colleghi ha trovato con lei che un po ciò era abituata a sporcarmi le mani nella scuola nella scuola e l'infanzia ci si sporcano però proprio a lavorare a lavorare a metterci il cuore l'anima e lì invece era tutto molto impostata molto all'antica il quadernino della della vendemmia è insomma erano cose perciò per me non condividevano paiva mezzo ma poi ho cambiato scuola cambiato e vari plessi dai poi insomma poi poi si impara anche a si impara a stare con gli altri nel senso perché è un dare una vera ecco questa per quanti anni la primaria fino adesso anche sono alla scuola primaria quindi dal 90 scuola dell'infanzia sono stata forse tre anni si 34 anni e poi tutti a scuola primaria anche ora sono docente di scuola primaria sono all'estero ma sono sempre la scuola primaria hai dovuto fare dei corsi di aggiornamento formazione ancora in tutti questi anni anche nei campionati che ha fatto sì corsi di formazione sempre sono vabbè ci sono corsi formativi sono obbligatori e poi ci sono quelli che vuoi fare perché perché perché ci credi e la formazione secondo me è indispensabile non si può insegnare senza formazione perché perché le cose cambiano perché tu cambi perché c'è bisogno di cambiare quindi la formazione è assolutamente una ricchezza formazione che può essere persona non necessariamente deve essere quella canonica secondo me certo anche quella ma poi la formazione della fai anche per contro tutti scegli le cose che sono più vicini alla tua la tua personale a quello che desideri fare è stato per esempio nel periodo di formazione qualcosa nel toto in particolare oppure qualcosa subito si è informata che si aiutavano nei quarti di campo sessuale sì allora parte il mio percorso parallelo come italianista perché a un certo punto poi ho ricominciato a studiarlo cominciato a studiare da vecchia nel senso che ho preso triennale in filologia moderna e poi la specialistica e quindi c è stata una formazione parallela ma utilissima anche al di mestiere di insegnante che non ho mai abbandonato l'amore per le lettere era meno né mi accompagnava insomma fin dalla scelta quando ero giovanissima e poi che poi ho dovuto interrompere in qualche modo e che ho ripreso più tardi con con grande gioia con grande felicità perché ho avuto la possibilità di ricominciare a studiare ho fatto tutto con una grande velocità perché fatto va bene in due anni ho fatto la triennale in un anno ho fatto la specialistica bello bellissimo una grande esperienza dopo di che dopo la laurea dopo la specialistica ho preso ho vinto un dottorato di ricerca un dottorato internazionale che era con l'università della sorbona a parigi e l'università di bonn e quindi bellissimo perché insomma ti confronti con realtà diverse quindi insomma e mia casa tante soddisfazioni la tesi di laurea è stata di dottorato è stata pubblicata ho fatto scritto alcune cose diverse pubblicazioni all'attivo con l'università con l'università del marocco un'università del marocco sulla sulla scrittura di genere università di festa una bellissima esperienza anche quella e poi ho vinto una borsa di studio a new york per un progetto di ricerca sono stata la sei mesi più o meno sei mesi e quindi una cosa cosi tante cose sì qualche cosa e parallelamente al mio mestiere di insegnante che che mi hanno aiutato mi hanno arricchito non non ho mai pensato devo dire di abbandonare la mia carriera di insegnante anche perché a me queste cose insomma si fanno per una carriera diciamo universitaria si devono fare a 30 anni non si è più vecchi prendono mai rinnegata ecco se non ho avuto la vocazione dell'insegnamento avuto poi però il piacere di insegnare durante gli anni questo sì mi parlavi della formazione formazione sì tanta soprattutto sull'inter culturalità che facevo quando ero un docente in italia che mi è servita poi per il lavoro che faccio adesso poi anche sono nel nell'elenco degli esperti per la valutazione invalsi degli istituti delle scuole dei dirigenti e poi ancora è cosa loro falso stata cultrice della materia lettere all'università di lettere tutt ora l'università di lettere e poi ho avuto questa bellissima esperienza di essere tuttora accademica della formazione sono stata due anni e 2 anni piacevolissimi è anche molto molto istruttivi ho avuto il piacere di collaborare con professori dell'università anche del professore non che non conoscevo ma per i lavoratori per esempio può lavorare anche con professori del distretto di spari geografia c'è quindi tutta questa questa nuova cose nuove che vedevo sul campo degli studenti per esempio di scienze della formazione allora io venivo da un momento di di negatività cioè nel senso vedevo intorno a me ma probabilmente anche per questa per questa formazione che aveva avuto insomma alette insomma la formazione diciamo come italianista e non come come come insegnante di scuola di scuola primaria aveva aperto gli occhi su una realtà che purtroppo esiste ancora in italia quindi una preparazione un po deboli e degli insegnanti degli insegnanti per lo meno quelli della mia età insomma quelli quelli che sono entrate anche con i quattro anni della scuola manning dell'istituto magistrale allora era abilitante quindi poter rientrare anche senza concorso insomma quindi lavorare fianco a fianco a quelli non era più soltanto il discorso della vendemmia che per quaderni nella vendemmia era una povertà a una povertà intellettuale che che io vedevo che notavo è che eravamo molto fastidio perché non era soltanto dalla povertà intellettuale della persona che va bene cioè voglio dire magari un ricco tante altre cose no ha tante doti ma quando ti poni come insegnante quando sei un insegnante allora devi essere preparato ecco perché la formazione importante non solo la formazione obbligatoria che devi fare sta lì e ti ti ti scarabocchi tanto deve passare il tempo perché no no io credo tantissimo quindi l'esperienza scienze della formazione con i ragazzi mi ha aperto un mondo che che speravo ci fosse che invece non conoscevo perché i ragazzi che escono da scienze della formazione dopo cinque anni università sono degli insegnanti sono già degli insegnanti a differenza nostra e vedevamo così da una scuola solo teorica io il tirocinio mi ricordo neanche averlo fatto all'istituto magistrale forse sì ma così si andava due ore una maestra che insegnava i ragazzi invece adesso fanno tante ore 20 ore di tirocinio tirocini attivo loro fanno lezione c'è un ricordo mandero io tutor accademica non so ancora se c'è ancora c'è arresto famoso mark che erano che era un video i ragazzi dovevano fare un'asta una lezione non era una lezione simulata era un video di una lezione dei ragazzi facevano quindi con obiettivi finalità tutto fatto quindi un ragazzo che esce adesso dall'università da scienza e la formazione è un insegnante poi naturalmente ci saranno le negatività e sicuramente non vogliamo generalizzare però bello bello brevi insomma io sono questi purtroppo fatto solo due anni come tutor accademico perché poi è arrivata la nomina dovevo scegliere se venire all'estero no difficile decisione perché lavoro all'università piaceva santo e quindi io lavoravo metà tempo all'università metà tempo a scuola e scegliere è stato difficile molto difficile perché soprattutto perché ti danno tre giorni di tempo per scegliere in tre giorni che capisci cioè devi decidere se cambiarti la vita no e telai e difficilissimo e niente ho scelto di venire ho detto è provo prova il primo anno proviamo da qui a giugno e poi adesso insomma detto van facciamo il secondo e il terzo adesso sono già cinque anni e so bene attenti come è cambiato il tuo rapporto con i genitori con i ragazzi collaborato con lei in generale visto che hai fatto tante esperienze quindi hai potuto visitare tanti ambiti no dall'inizio toccarli dall'inizio come battiato oil heat sua storia professionale con i genitori continuità con genitori genitori alunni e allora non trovo che sia cambiato il rapporto con i veicoli bambini perché io dico sempre i bambini sono bambini insomma vedi sempre ora c'è questo tormentone che adesso sono diversi ogni ciclo che fai peggiorano perché per la tecnologia perché sono non riconoscono l'autorità non sarei così provenza a demonizzare tutto questo i bambini sono bambini sempre sei tu che devi cambiare ma i bambini sono bambini bambini no sono sempre bambini ma sono sempre diversi quindi se tu insegnante che devi adattarti e ho trovato forse ecco il cambiamento di un i genitori si allora all'inizio i genitori a parte l'esperienza primissima nei genitori della scuola del villaggio artigiano che erano genitori che che purtroppo non esistevano e e il fatto che non ci fossero queste famiglie la diceva lunga no poi sul percorso dei due ragazzi gli altri nel corso degli anni e devo dire a parte pochissime eccezioni ma non ho mai avuto problemi rapportarmi c'è stato sempre un bel rapporto di fiducia insomma però ecco negli ultimi anni ho sentito ho sentito allora non non vorrei essere fraintesa cioè parlo di invadenza dei genitori che mi fa benissimo cioè quando c'è un rapporto stretto nigi va benissimo perché alla fine si deve capire che siamo due agenzie educative la famiglia e la scuola che si lavora per lo stesso obiettivo quindi quando c'è questo questo questa chiesa l'inizio allora tutto funziona e quindi noi che non sono per tenere i genitori fuori da fan anzi no ben vengano perché si lavora insieme per lo stesso per lo stesso scopo però gli ultimi anni ho avvertito e c'è una invadenza ma nel senso di mancanza di fiducia negli insegnanti e quindi c'è la volontà di controllare ma credo che sia questo questa cosa del grande fratello che si vuole essere sempre e comunque a guardare quello che succede no anche dentro la classe si forse questo forse la mancanza di fiducia a volte anche giustificate volte sì però insomma ecco non sarebbe meglio non ci fosse e coni con lei è cambiato qualcosa in store differenza con i colleghi difficile generalizzare io sono stata io ho dei ricordi bellissimi dell'inizio del tutto il percorso di anche ora sono degli ottimi rapporti con i colleghi poi naturalmente c'è il collega con cui ti trovi ti trovi meglio l'altro con cui magari c'è da da smussare qualche angolo ma insomma io ho sempre detto vabbè a scuola non è che devo sposare nessuno li possiamo a lavorare lavoriamo serenamente insomma senza senza fare senza sgomitare perché insomma non c'è niente da dare a giugno c'è un è una carriera che devono arrivare prima di te si lavora per lo stesso obiettivo e cioè quando si lavora non serenità insomma si arriva anche si lavora meglio più volentieri e che sicuramente con migliori risultati ci sono delle strategie e restò in atto nel col lavoro di insegnante sempre il senso si lavora cioè si devono cercare nelle strategie perché parti con devi partire uno degli obiettivi precisi che poi però non necessariamente raggiungi perché ci sono tante tante canti imprevisti può essere il bambino può poi essere tu può essere l'ambiente può essere tante cose per cui devi per forza poi adottare delle strategie per arrivare agli obiettivi che ti sei preferisse possono essere poi migliorati oppure ridotti lavorare questo cioè trovare delle strategie stato fondamentale qui cioè l'essere abituati a farlo a casa mi è stato fondamentale qui perché perché veramente arrivando qui ho avuto uno shock culturale terribile perché noi italiani abbiamo la cattiva abitudine di lamentarci sempre e molte volte a ragione parlo della scuola molte volte a ragione perché ci sono delle cose veramente che vanno migliorate altre volte però sarebbe bene confrontarsi con con con altre scuole che una volta realtà per vedere quanto la nostra e valida che io venendo in belgio pensavo di trovare ma ben nord europa quindi insomma tutta questa cosa giova chissà che appunto sono allora dico nella verità sulla sta malissimo perché non conosceva nulla a questo per colpa mia conoscevo lì quella scuola americana però ero stata in università quindi comunque anche l'insegnamento primaria non conoscere la scuola americana adesso sì perché in questo momento in segno una base in una base della nato e quindi con realtà insomma prevalentemente americani io lavoro di una sezione belga è una scuola internazionale belle ma anche in altre realtà questa è una e una base militare per cui insomma ci sono scuole di quesi paesi facenti parte della nato è però i primi anni ero nelle scuole francofone il belga belghe che e quando il prime volte io sono andata a insegnare nelle scuole allora il nostro compito è insegnare in corsi di wells e sarebbe over chiuso langhe couture e corsi di lingua queen disco sono corsi di lingua italiana in orario extra scolastico che fai nelle sezioni belga e quindi per bambini che parlano francese e poi questi corsi di cultura italiana che fai nelle sezioni quindi in orario scolastico affianchi l'insegnante della sezione e e insegne cultura italiana di immagine cioè tanta roba dentro la quando sono arrivate non sapevo che cosa fare sapere cosa mi aspettasse ma temo letto ma fai le tradizioni dell'italia la befana il carnevale la la la cucina i piatti italiani e era il contrario di quello che avevo pensato di fare io ero qui con la mia formazione di intercultura integrazione volevo abbattere tutti tutti i pregiudizi tutti gli stereotipi quindi non potevo andare a rifaceva unità della befana quindi già all'estero siamo quelli della pizza del e quindi niente allora le strategie sono state utili perché ho dovuto o ho dovuto ho scelto di insegnare per progetti quindi obiettivi finalità e mi sono creare progetti che senso apertura le lingue alle lingue le culture differenti cioè trovare qualcosa che potesse alla fine comunque essere di inclusione inclusivo per tutti e quindi allora ritorno un passo indietro per lo shock culturale allora i primi giorni lear in classe io non vedevo bambini portatori di handicap e dicevo ma bene quindi non ci sono casi insomma noi veniamo magari a volte il nostro classe ce ne sono anche due perché la se a volte anche tre e li e qui non ce n'era buche pure giravo in tante in tante scuole diverse non ce n'erano e poi alla fine ho domandato alla collega ad elica e qui ci sono le scuole speciali ci sono le scuole per i bambini per 3 di andy questa è stata una cosa mia che veramente è stata uno shock perché noi voglio dire noi dal 77 dapprima che abbiamo fatto questa lotta poi con la legge del 77 l'inclusione c'è perché questa è una cosa fuori dal mondo qui ci sono ancora nei ghetti sulle scuole speciali ora con tutto quanto che nella nostra scuola italiana ci siano delle falle del dei difetti che la magari non celi insegnarci a un insegnante di sostegno con tre bambini però insomma c'è l'inclusione per noi questa ormai una cosa superata da decenni qui ancora no quest'anno facendo adesso delle sperimentazioni quindi così come in germania come insomma quindi questo è stato è stato rinforzare l'autostima come insegnante italiana poi niente vabbè poi non puoi fare altro se non che ha gli strumenti per per lottare per e quindi anche le strategie ti dicevo deve lavorare per per progetti quindi trovare che le cose potessero includere tutti e quindi il libro silenzioso e la storia come come far conoscere l'italia bambini non sanno niente perché qui è veramente siamo un po indietro cioè parte non non parlo adesso gli ultimi due anni sono alla base della nato quindi qui questi bambini che sono figli di militari che stanno qui quattro anni 5 anni quali tornano a casa però li va beh questo è però è un'oasi è un'isola felice e quindi non fa testo questa questa realtà nella quale vivo in questo momento gli ultimi due anni ma nelle altre scuole c'è proprio povertà povertà povertà cioè per dire una cosa io la fotografia ancora ma quell insieme a sapere c'è una scuola differenziato cioè c'è l'orinatoio era esterno alla scuola cioè non ce l'avevo neanche quando quando ero piccola io c'era il bagno dentro la scuola e qui hanno in una scuola hanno l'orinatoio fuori quindi che ci sia la neve e dalla pioggia versa il bambino ti chiedevo andare e e va fuori e anche gli insegnanti per cui non uso mai andata perché no però insomma è così e rispetto al rapporto bambino insegnante c'è una sottomissione noi non cioè come nell'epoca fascista con un filo di voce mi chiamano mi chiamavano non ci sono più quelle scuole però così c'è con una paura dell'insegnante brutta questa cosa bruttissima perché non è rispetto ma è proprio la paura dell'insegnante e quindi ecco questo mi ha colpito tanto pertanto voglio dire la formazione è importante anche qui partì primo non è obbligatoria qua e là sono rifatta tutti gli anni perché c'è la federa su un pallone di bruxelles che che fornisce una formazione di alto livello sempre sulla interculturalità e ai soprattutto la possibilità di confrontarti con colleghi di tutti di tutto il mondo per il marocco della turchia della grecia perché a bruxelles ci sono delle comunità l'importante insomma è multietnico e quindi è stato molto bello molto bello e molto utile quindi c'è questo questo dislivello ci sono delle realtà veramente al top e altre che sono sembra entrare in un libro di 60 anni fa ecco però tutto se senso ti fa esperienza di che arricchisce e ti ripeto insomma magari ritornando in italia siamo contenti di essere in una scuola che che funziona perché funzionerà meglio con con chi esce la scienza della formazione di si può grazie aver condiviso molte esperienze la d'origine o il tuo padre reagito tutto il tuo percorso professionale che tra l'altro ha creato allora la mia famiglia d'origine alla mio padre credo sia rimasto molto deluso quando ha interrotto gli studi si lui avrebbe voluto che continuasse l'università allora insomma quando avevo 17 anni che la fine finito a 17 anni con col crimine che avevo fatto e si credo sia rimasto molto deluso la mia mamma la mia mamma no consumerà meno proiettata su sull'aspetto dell'istruzione poi vabbè gioco forza dovuto interrompere e e ho ricominciato a quando mia figlia ha finito il suo percorso di studi finita su percorso di studi si dopo il suo esame di stato ho ricominciato a studiare gli studi all'università e di questo posso solo ringraziare mio marito perché è stato lui e mi ha incoraggiato dio forse fosse stata solo non l'avrei fatto forse non lo so per paura o per non lo so pensiero di non farcela e invece lui veramente me ancora già state tutto questo non soltanto a riprendere gli studi ma anche insomma che nel dottorato o andare parigi a bonn oa new york perfino ecco è stata sempre molto contento è stata una una grande spalla un grande un grande uomo sì devo devo a lui il merito di averli incoraggiati non solo di non avermi mai ostacolato mati avermi aiutato ecco spinto ma sempre detto dai prova anche resta questa ultima esperienza adesso il belgio la fini insomma ma seguito ma insomma poteva anche dire di no e che invece non sempre rito prova vedrai se sempre in tempo a tornare indietro ecco questo questa è una bella cosa provare poi se non va non va comunque sia le esperienze ti arricchiscono e questa se ora mi è bastata una ricchezza per grazie condiviso con noi davvero questa la parte restante di una porta grazie da me ma grazie a noi grazie

Scarica trascrizione

L’intervista, della durata di 33:57 minuti (link: https://www.youtube.com/watch?v=cpC91jl3yxM&t=1620s), ripercorre la traiettoria professionale di Angela Giuntini. Nata a Firenze nel 1963, è cresciuta tuttavia ad Empoli, dove si è trasferita con la famiglia pochi anni dopo la sua nascita. Attualmente è insegnante distaccata presso la scuola primaria nella sezione italiana dell’istituto europeo di Mons, in Belgio, ruolo attraverso cui si accede attraverso il concorso indetto dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Castellani 2018, 163-197).

Per quanto riguarda la sua formazione iniziale, Giuntini, dopo l’istituto magistrale, ha frequentato per un anno della facoltà di Magistero: ha tuttavia abbandonato gli studi universitari dopo il primo anno, sia perché maggiormente attratta dal lavoro giornalistico, sia perché, per motivi personali, ha dovuto cominciare a lavorare. Trova così impiego come insegnante in una scuola privata laica, il “Villaggio artigiano”: una scuola media destinata a ragazzi che hanno abbandonato il percorso scolastico formale e che, in questa istituzione, seguivano le lezioni durante la mattina e, nel pomeriggio, si dedicavano alle attività manuali nell’officina meccanica o di tipografia: «ed era fantastico devo dire per l'epoca perché aiutava i ragazzi che avevano avuto una brutta esperienza scolastica diciamo che erano bocciati insomma ripetenti e che non avrebbero avuto un futuro non si sa quale futuro sì avrebbero… comunque a trovarsi un lavoro a imparare un mestiere» (m. 3.21 e ss). Vi lavora per cinque anni: un periodo inizialmente descritto come duro, soprattutto per la necessità di avvicinarsi empaticamente a studenti che, rifiutati dalla scuola, conservavano rabbia e rancore verso l’istituzione in quanto tale. Afferma infatti Giuntini: i «ragazzi ce l'avevano con la scuola una scuola come istituzione non con me ma venivano anche da famiglie magari problematiche particolari e comunque la scuola non li aveva aiutati e quindi tutti coloro che rappresentavano in qualche modo l'istituzione scolastica erano nemici» (m. 5.01 e ss) (Masoni 2016).

Con la chiusura della scuola, Giuntini si iscrive e vince il concorso ordinario per l’insegnamento nella scuola dell’infanzia, indetto nel 1993. Entrata di ruolo nel 1994, descrive i primi tre anni svolti presso le scuole d’infanzia come estremamente proficui, sia da un punto di vista didattico sia da un punto di vista umano: rimpiange quindi la scelta, compiuta nel 1997, di chiedere il passaggio alla scuola primaria, che la catapultò in un ambiente percepito come più freddo, arido e formale. Decide perciò di riprendere gli studi, laureandosi e addottorandosi in Filologia Moderna. Quest’esperienza, tuttavia, accentua lo sguardo negativo verso i colleghi abilitatisi attraverso l’Istituto Magistrale, caratterizzati, secondo Giuntini, da una certa manchevolezza nella preparazione pedagogico-didattica. Da questo punto di vista, imparagonabile è, secondo lei, la preparazione ricevuta dagli studenti di Scienze della Formazione Primaria, che la videointervistata ha toccato con mano nei due anni in cui ha lavorato come Tutor: il corso di laurea, afferma infatti dal m. 15.49, «mi ha aperto un mondo che che speravo ci fosse che invece non conoscevo perché i ragazzi che escono da scienze della formazione dopo cinque anni università sono degli insegnanti sono già degli insegnanti a differenza nostra e vedevamo così da una scuola solo teorica io il tirocinio mi ricordo neanche averlo fatto all'istituto magistrale» (Cambi 2014, 31-7).

Nella conclusione dell’intervista, Giuntini descrive la situazione della scuola primaria belga, la cui conoscenza è stata importante per apprezzare la realtà italiana; secondo la videointervistata, infatti, la scuola belga è caratterizzata da un autoritarismo paragonabile a quello durante il fascismo, da condizioni igieniche talvolta problematiche e, soprattutto, dalla persistenza delle scuole speciali, “sospese” in Italia con la L. 118/1971 e definitivamente abolite con la L. 577/1977: «è stata uno shock perché noi voglio dire noi dal 77 dapprima che abbiamo fatto questa lotta poi con la legge del 77 l'inclusione c'è perché questa è una cosa fuori dal mondo qui ci sono ancora i ghetti le scuole speciali» (m. 27.08 e ss).

Fonti

Fonti bibliografiche:

F. Cambi, La formazione dell’insegnante oggi: la funzione della riflessività, in A. Mariani (a cura di), L’orientamento e la formazione degli insegnanti nel futuro, Firenze, Fupress, 2014, pp. 31-7

D. Castellani, Scuole italiane all’estero. Memoria, attualità e futuro, Milano, FrancoAngeli, 2018.

M. V. Masoni, Ragazzi che odiano la scuola. Come negoziare con i più difficili, Milano, Fabbrica dei Segni, 2016.

 

Fonti normative

Legge 30 marzo 1971, n. 118, Conversione in legge del decreto-legge 30 gennaio 1971, n.5, e nuove norme in favore dei mutilati e degli invalidi civili (GU Serie Generale n.83 del 2-04-1971), permalink: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1971/04/02/071U0118/sg

Legge 4 agosto 1977, n. 577, Norme sulla valutazione degli alunni e sull'abolizione degli esami di riparazione (GU Serie Generale n.224 del 18-08-1977), permalink: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1977/08/18/077U0517/sg

Contenuto pubblicato sotto licenza CC BY-NC-ND 4.0 Internazionale