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Sette al pollo, otto al coniglio. Memorie d'infanzia

Editore:
Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze
Luogo di pubblicazione:
Via Laura, n. 48, 50121, Firenze (Italia)
Codice ISSN:
2785-440X
Autore della scheda:
DOI:
10.53221/1333
Scheda compilata da:
Chiara Martinelli
Pubblicato il:
21/02/2022
Nome e cognome dell'intervistatore:
Martina Mattesini
Nome e cognome dell'intervistato:
Marisa Sestini
Anno di nascita dell'intervistato:
1940
Categoria dell'intervistato:
Studente
Data di registrazione dell'intervista:
15 novembre 2021
Regione:
Toscana

eccoci qua sono con mia nonna ora ci racconterà i un po del tuo passato dell'infanzia nella tua esperienza scolastica nella piccola che prima però presentiamoci facciamoci conoscere come ti chiami chiama marisa sono nata il 6 aprile del 1940 dove sei nata sono nata in una frazione vicino alla città di arezzo che si chiama la il ricordi come era il suo paesino era molto piccolo era composto da poche famiglie che ci volevamo tanto bene come fossero un'unica famiglia come era com'era il paesino c'era una botteghina questo paesino questo frazione no la botteghina era al paese del g staggiano che è vicino doveva essere un genio e la tua famiglia non parlo di un po la mia vera noia è composta dal nonno che si chiamava pasqualino la nonna che si chiamava faustina la mamma elena e il babbo neonato e la mia sorella anna che è nata un anno e mezzo dopo di me di che cosa si occupavano i tuoi genitori cosa sono capace vate in famiglia i miei genitori erano contadini come la maggior parte della gente che abitava vicino a noi come famiglia di contadini di che cosa vi occupate di che cosa mi prendevate pura della terra della terra degli animali e dell'orto aveva una leva che avevamo il maialino avevamo le galline e conigli e si lavorava milord si portava da mangiare a questi animali e aveva una casa abbastanza grande nel tempo libero anche tu andavi aiutare la mamma il babbo nei campi oppure certo quando sono cresciuta sì da piccolina andavo dietro a loro magari minuzzo lavorano nei campi o stavo seduta finché era piccolina in una valle perché quello era dopo quando sono cresciuta aiutavo accogliere fagioli aiutavo a raccattare le leggi quando il bardo portava le piante aiutavo accogliere le pannocchie di granoturco aiutavo a raccattare le spighe di grano quando erano state mietute facevo tutti questi piccoli lavori da bambina allora io andavo a prendere col paglierino l'europa nel pollaio che quando leggo che li coordinava le galline io andavo prendevo le uova hai vissuto anche un brutto periodo quello della guerra ti ricordi quel periodo hai qualche ricordo della guerra purtroppo il più blu lettore che anche il nord ibarbo il mio babbo è stato richiamato è andato in guerra io ero piccolina della mia sorella era appena nata e quando non è tornato dopo 3 anni no la zia anna non lo voleva vedere perché non lo conosceva praticamente lei era pochi mesi l'anatomia e non riconosceva e aveva paura piangeva sempre e poi ricordo che nell'aia nella nostra aia da contadini c'erano tutte le camionette le camionette dei militari e questi militari abitavano nel nostro fienile praticamente alla rimessa dei foraggi le bestie lebbiati e loro abitavano lì si celavano certo che mi volevano tanto bene specialmente mia persona comprensiva al collo che portava su con loro anche se la mamma aveva paura che mi facessero del male non era tanto contenta ma lui mi diceva e gli assomigliava alla sua figlia e che mi voleva bene che mi regalava le cioccolate e barattoli di te anche se io non conoscevo nemmeno che cosa fosse il tè a quel momento dopo quando si sentiva suonare l'allarme e allora si doveva correre tutte al rifugio si vedevano i bengala che cadevano non molto lontano dalla mia abitazione e il nonno mi prendeva al collo e mi avvolgeva tutto nella sua mantellone da militari e mi portava rifugio come tutti quelli tutti quella di contadini eravamo tutti insieme una cosa che mi ha veramente segnato quando si sentiva quell'allarme fischiare e si vedevano e bengala nel cielo perché nell'aia noi avevamo il pagliaio e multe del fieno e la paura era sempre che purtroppo questo bengala potesse cadere e creare un incendio compromettere anche la casa magari anche perché voi in un paesino chiamato mamma trignano che non era molto distante da noi se non è successa una tragedia se la morte diverse persone che ci è stato scaricato numeri usciti si chiamano così esplosivo dove ci fu una bella tragedia è finita la guerra avere circa sei anni e quindi sei andato a squola hai cominciato a scorsi ti ricordi dove alla tua scuola come alla tua scuola la mia scuola e nel paese chiamato staggiano [Musica] staggiano era un bel paese è coricato in cima una bella salita e poi si riscende va e si andava verso la mia scuola lerna della scuola chiusa da un grande cancello e dove c'era un grande cortile che circondava tutta la scuola la bella scuola e c'erano diverse classi tutte e cinque le classi erano classi miste classi miste cece classi miste e c'erano tutte le maestre maestra era bravissima la ricordo con molto piacere è però ce n'era una che non era tanto brava e io mi ricordo che ai bambini che erano un po più agitati con la bacchetta gli faceva attendere le varie e dare bacchettati nelle mani alcuno anche piangeva qualcuno più verdone magari non gli importava niente ma insomma bene c ma rimanevano nessuno ricordi questa è rapporto che veri con questa maestro con la tua maestra preferita che cosa ci faceva fare livello anche a lezione l'inizio della lezione ti ricordi che cosa ti faceva fare la maestra era molto brava iniziava la lezione della mattina vicende la preghiera e poi si faceva in tornare ad avere maria ricci coperte e diceva che gli era un altro intonata e la faceva intonare sempre a me e io ci andavo molto d'accordo mi voleva bene anche perché c'è anche molti bambini che non avevano la possibilità la volontà di essere molto puliti allora lei mi prendeva il pc con il dorso della mano e diceva guardate come dovete venire a scuola così che si va a scuola puri e ti lo sapete che si deve al tar e puliti purtroppo qualcuno era sorto all'inizio della scuola quando le giornate ancora tiepide la mattina qualche volta si andava fare delle passeggiate nei al boschetto si raccoglievano e foglie di tutti i colori poi si attaccavano con la colla nell'albume con la descrizione di chi pianta erano il colore perché ognuno aveva il suo colore si faceva queste passeggiate si tornava stanchi ma tutti contenti e la maestra magari si faceva fare un termine queste in questa passeggiata che avevamo fatto e invece quando poi arrivava alla stagione più invernale le cose cambiavano perché io la mattina dovevo partire da casa come freddo con gli zoccoli la mamma salsa va presto cuoceva nel paiolo le castagne in tasca nella tasca del grembiule perché allora portavamo tutti i train dure ci metteva le castagne così noi ci si scaldava le mani e si mangiavano le durante il viaggio il viaggio era attraverso campi c'era un viottolo che purtroppo quando c'era la neve e bisognava tenere anche un mattoncino umano perché sennò si sonda was es ad avane viottolo con il corso e così via finché non si arrivava la strada maestra che dopo quella è la più grande e andava a scuola molte volte quel piccioncino mano perché a scuola c'era freddo e avevamo una strofina di terracotta in mezzo a quest'aula e se si portava stizzon chino se si scaldava se lo aspettava al freddo questo è il discorso si faceva la lezione il giorno si tornava a casa felici e contenti e si trovava la minestra di pane o la minestra di patate oppure qualche volta la frittata con la sec con mezza salsiccia e poi la nonna faceva la stracciatella nella spianatoia quella farina e l'uomo è così insomma certamente non c'erano branzi ricchi come ci sono oggi però siamo cresciuti bene ingranditi vuol dire che tutto dice marcato ecco il pomeriggio facevate compitino ma è solida ma i voti il pomeriggio si facevano colpiti e poi si giocava nell'aia quella misura è da qualche altra amica o così metta che abitava lì vicino a me e si passava la serata la serata andava a letto presto perché la martina bisognava rialzarsi e si trovava l'acqua ghiacciata sopra il comodino che io ci portavano il bicchiere pieno d'acqua perché se lavorate mi svegliavo che avevo sete però purtroppo è la nuova ghiacciata nella categoria che dire e poi ne andavano avanti alla stessa cosa mezzi dentro era piena d'acqua ma c'era ghiaccio e si che era un po casa 8 la mamma marina si alzava presto scaldava l'acqua esce la portava ghiacciava il mesi nello però insomma era un po problema non è come oggi che si basi tira dalla cannella d'acqua calda e riscaldamento e si sta bene nata a posto e cosa ingiusta molto diversa alla volta però siamo cresciuti vuol dire che in qualche modo è vero neanche questo è bello del passato e invece nonna dei compagni quando ti ricordi del rapporto doveri con i tuoi compagni si va in più o meno andato d'accordo con tutti c'era qualcuno che rifuggiva dietro che una volta mi fece giorno per rovinare un ginocchio ieri facevano un po di sperma per il mano e c'era che la maria che era un po sciocchina mi dava noia allora una volta anch'io scorciata era vendicato da ascoltare per il parella e l'ho buttata sotto le maestre in questo come come si comportavano niente perché nessuno diceva più niente impianto è in classe sarà tutti bravi non ho in casa sarà tutti noi la maestra faceva finta di non vedere se sì anzi ma questo succedeva prima dell'ingresso della scuola quando è stata proprio si aspettava l'ora che aprisse il carcere mai abbiamo capito quale erano non le materie che ti piacevano di più in qua ieri più brava te lo ricordi si era neanche matematiche a me piaceva per ora i termini quasi quasi mi facevo più volentieri e dei voti sempre discreti non andavo mai sotto il 6 marzo ma mi difendevo bene dopo c'era chi perdeva 5 e alla maestra riportava un po e magari arrivavano al 7 volentieri chi portava al coniglio poteva arrivare a canotto e sì che dici si valutava polli l'ha colpita dove era un presente ma però la maestra gli faceva piacere una volta usiamo così purtroppo questo è una valutazione molto confidenziale ma anche abbastanza sicily c'erano differenze la mia maestra non era proprio di quelle regioni ma c'era un architetto dicevano anche proprio delle preferenze e allora riaprendo esempi successe e ti ricordi le interrogazioni le verifiche el'interrogazione io ero un po timida non era tanto sveglia a chiacchierare per ora insomma mi difendevo abbastanza bene e sono passate a tutti le armi non ho mai avuto bisogno neanche di ripetizione è sollevata bene e quindi da quello che ho capito l'esperienza della scuola elementare è stata bella è stata piacevole i medici però alla fine della quinta a cosa è successo ai continuato con la scuola oppure no allora molti ragazzi non andavano a fare superiori perché non se lo potevano permettere perché avevano diventare genitori il lavoro dei campi e qualcuno faceva mestieri si è allora però io ebbi la fortuna insomma di poter andare a scuola di avviamento professionale tre anni e lì era tutto diverso perché non era come le elementari che c'era una sola maestra per tutte le le elezioni ma c'erano invita seria c'era un professore tutti brave persone tutti li ricordo con piacere ricordo per dire la professoressa di francese che ha una donnona francese entrava in classe diceva configura tutti e voleva che anche lui si rispondesse in francese era francese la paura era francese si parlava quasi sempre in francese poi c'era quello di calligrafia che anche quello era un omone e alla lavagna ci faceva tutti questi corsivo di corsivo e vi più diverse maniere e poi ce lo faceva di fare a noi nel quaderno è insomma bisognava imparare le cose infatti per benino matematica c'era professore che a quei tempi era i padroni delle chiavi d'oro ed arezzo che era professore di matematica è una brava persona nella sensi ci inseriamo molto bene e insomma io l'ho fatto volentieri abbastanza insomma studiamo inglese no era francesi lì c'era francese qui a quel tempo con ne sono andata io dopo venne a fini inglesi ma però il tempo di c'ero io era francese ma con la genesi ecco l'inno non usava le colline conigli né uova lì c'era i voti che parlavano gli era davanti chi ne era bravo ripeteva la valutazione era comunque numerica la valutazione era numerica e una volta ricordo l'episodio che purtroppo capito che vede la partite che a quei tempi si dicevano orecchio e quando sono tornata a scuola dopo quaranta giorni che purtroppo allora non si doveva sancire il tempo doveva passare prima di tornare a scuola però lui è sempre passato 40 anni ancora era un po gonfia per la mamma mi mise foulard in testa e venisse contro togliere perché magari prendi fresco era pericolosa prete mila dopo rendere facili però mette in fila non c'erano ancora allora venne professore di calligrafia bettina bella occhiata io ero a metà della classe cioè la befana la giustizia è infatti in una risata per tutti dopo glielo dissi mi capisce niente di che e ti ricordi dove era situata la tua scuola la mia scuola era situata nel centro della città che oggi davanti a questa scuola c'è uno un partito grande e io la raggiungeva in bicicletta la mattina quando anche se era freddo io prendevo la bicicletta insieme alla mia sorella e andavamo a scuola andavamo a portare la bicicletta casa di una zia e la sorella della mia mamma che abitava vicino alla scuola e dopo era andavamo lì a pranzo perché lei ci ospitava perché non c'era il tempo di poter tornare a casa in quanto c'era il rientro pomeridiano a scuola e allora questo rientro consisteva più delle volte nel fare dei lavoretti questi lavoretti consistevano io ho fatto una camicetta una volta un'altra volta un centrino un'altra volta un vestitino per una bambola insomma ci insegnavano a fare tutti questi vera moretti che i treni fame che insomma si ricami e cucito e dopo praticamente io ho visto che mi ci trovavo bene mi piaceva e andando avanti dopo sulla fine della scuola è stato diciamo un insegnamento per intraprendere il mio lavoro che sarebbe stato dopo quindi è nata una passione scuola abbastanza sì infatti io ho finito la scuola di avviamento professionale sono andata a imparare a fare la maglietta e e quando sono stata in grado di sapere fare da sola i mmg vittoria abbiamo comprato la macchina da maglieria e io poi l'ho pagata col mio lavoro che a quei tempi c'era una signora che veniva da prato portava la lana e ritornava a prendere il lavoro già fatto quando lo facevo quello dei privati che mi chiedevano alle persone di fare il golfino io facevo le dovrei andare tu a portare la merce poi alla merce veniva la signora qui arezzo e portava questa noi si portavano e fiducia fatti quando tornavo dalla scuola di avviamento professionale dopo aver fatto i compiti aiutava la mamma perché la mamma faceva un lavoro di di ricamo né lenzuola e federe per una ditta e allora io ho imparato a fare questi giorni e mi piaceva tanto anche a me fare questi giorni e allora mi facevano e l'aiuta come si facevano parti di questi lavori chiave mi piaceva tanto e così dopo però finito quello sono andato a parlare la margheria la varietà aria e ho fatto quell'altro lavora e io ricordo che guarderà il freddo mamma mia testa d'inverno si teneva nella sua scesa in italy si riempivano di farina di castagne e si mettevano in quella scesa quel fuoco lo scaldino sono come le chiamate e poi si mangiavano questi di salini di farina di castagne che era ora capita quindi nonna dopo dopo aver finito la scuola di avviamento professionale ai conseguiti diploma e arriva una ragazza grande cosa cosa ti piaceva fare nel tempo libero nel tempo libero certo mi piaceva che qualche volta andare al cinema qualche volta andare anche a ballare perché il paese c'era il circolo e veniva [Musica] un'orchestrina e faceva nelle feste delle feste il sabato sera più che altro e ci si ritrovava tutti ma che sembrava ballare e lieti che ho conosciuto il mio unico grande amore il nonno che era un bellissimo ragazzo che faceva il port telegrammi a quel tempo viaggiava in bicicletta era invidiata da tutte le donne d'arienzo lo conosceva raggiunti e dopo il video era che me perché insomma io mi sono fidanzata e ed è un bel po ci siamo sposati dopodiché sono andati roberto e kristina t la tua mamma e siamo stati molto felici è stato tempo bellissimo finché è durato e e dopodiché sono grandi tia che loro figlio consegnate questi fratelli capito ho capito va bene non io ti ringrazio per questa intervista niente e a chi piace ai grandi e devi fare in un'altra magari magari grazie

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L’intervista, della durata di 26:58 minuti (link: https://www.youtube.com/watch?v=39unQP_AOl8&t=716s), si focalizza sulle memorie scolastiche e infantili di Marisa Sestini. Nata nel 1940 alla frazione La Ghirlanda di Arezzo da una famiglia di origine contadina, ha qui vissuto la sua infanzia. Ha lavorato come magliaia a domicilio; attualmente, è in pensione. Da bambina, abitava con i genitori, i nonni e la sorella minore: come accadeva in molte altre realtà contadine, contribuiva all’economia familiare attraverso la cura dei polli e degli animali da stia. Il suo percorso scolastico si è svolto tra il 1946 – anno in cui ha cominciato a frequentare la scuola elementare – e il 1954 – anno in cui ha conseguito il diploma della scuola d’avviamento al lavoro. Ha studiato dunque negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale: gli anni della Ricostruzione, caratterizzati dalle precarie condizioni economiche e materiali della popolazione italiana, e dal consolidarsi dell’opzione atlantista e del centrismo democristiano, con i suoi riverberi sulla didattica e sulle politiche scolastiche (Crainz 1996, De Giorgi 2016).

Evidenti nella testimonianza di Sestini sono le problematiche condizioni economiche in cui versava la collettività. Assente il rifornimento di carbone e legna per la stufa di terracotta dell’aula: necessario era, dunque, che gli alunni arrivassero a scuola con la legna necessaria. Anche procurarsi il cibo, per chi non lavorava la terra, poteva procurare alcune difficoltà, tanto che, come ricorda la videointervistata, le insegnanti erano solite ritoccare i voti di chi regalava loro polli e conigli: «c'era chi perdeva cinque e alla maestra riportava un pollo e magari arrivavano al sette e chi portava al coniglio poteva arrivare anche a otto» (m. 14.59 e ss). La possibilità tra chi disponeva delle risorse economiche necessarie a regalare qualcosa alla maestra e chi, invece, non ne possedeva, poteva perciò segnare il discrimine tra promozione o bocciatura (Galfré 2017, 168-82). Sestini conserva comunque un buon ricordo della maestra, che, a differenza di altre sue colleghe, non ricorreva alle punizioni corporali. Molto presente la religione, in sintonia con la forte influenza della dimensione religiosa nella scuola negli anni della Ricostruzione: ogni giorno la lezione cominciava con una preghiera e con l’intonazione dell’Ave Maria di Schubert.

Una certa attenzione è riservata agli aspetti materiali dell’esperienza infantile: la videointervistata ricorda di quando la madre, nel prepararla per la giornata scolastica, inseriva delle castagne calde nelle tasche del suo grembiule, per cercare di attutire il freddo del tragitto. Di quegli anni, infatti, Sestini rammenta soprattutto il freddo e l’assenza di riscaldamento, che rendeva difficile per lei e la sorella minore bere e lavarsi.

Concluse le scuole elementari, Sestini, diversamente dalla maggioranza dei suoi coetanei (e soprattutto, delle sue coetanee), poté proseguire gli studi fino all’assolvimento dell’obbligo scolastico. Se infatti la legge Gentile del 1923 aveva fissato quest’ultimo a quattordici anni, cospicua era la dispersione con la conclusione degli studi elementari: come aveva denunciato Borghi nel 1958, il 75% dei ragazzi tra gli undici e i quattordici anni, soprattutto ragazze, soprattutto in campagna, non erano iscritti ad alcun corso di istruzione (Borghi 1958, 32). «allora molti ragazzi non andavano a fare le superiori perché non se lo potevano permettere perché avevano ad aiutare i genitori col lavoro dei campi […] però io ebbi la fortuna di poter andare a scuola di avviamento professionale di tre anni» riconosce infatti la videointervistata dal m. 16.48. Fino alla legge 1859/1962, la scuola d’avviamento al lavoro era, insieme alla scuola media, l’altro canale a cui potevano accedere gli alunni di undici anni una volta concluse le scuole elementari (Oliviero 2007). Un investimento particolare per una famiglia della sua condizione sociale, probabilmente dovuto all’assenza di fratelli su cui, solitamente, erano diretti in quegli anni gli investimenti in capitale umano. Degli anni dell’avviamento è rammentato soprattutto l’insegnamento di lavori donneschi, che l’intervistata prediligeva.

Nella parte finale della sua testimonianza, Sestini accenna alle modalità di fruizione del tempo libero in auge durante la sua giovinezza: il cinema, e, dopo la conclusione degli studi, la sala da ballo.

Fonti

Fonti bibliografiche:

L. Borghi, Educazione e scuola nell’Italia di oggi, Firenze, La Nuova Italia, 1958.

G. Crainz, Storia del miracolo italiano: culture, identità, trasformazioni tra gli anni Cinquanta e Sessanta, Milano, Donzelli, 1996.

F. De Giorgi, La Repubblica grigia. Cattolici, cittadinanza ed educazione alla democrazia, Brescia, Morcelliana, 2016.

S. Oliviero, La nascita della scuola media. Un accidentato percorso legislativo, Pisa, CET, 2007.

 

Fonti normative

Legge 31 dicembre 1962, n. 1859, Istituzione della scuola media statale (GU Serie Generale n. 27 del 30-01-1963), permalink: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1963/01/30/062U1859/sg

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