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Sulle tracce materne. Memorie dell'insegnante Cristiana Puggioni

Editore:
Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze
Luogo di pubblicazione:
Via Laura, n. 48, 50121, Firenze (Italia)
Codice ISSN:
2785-440X
Autore della scheda:
DOI:
10.53221/2017
Scheda compilata da:
Chiara Martinelli
Pubblicato il:
29/12/2022
Nome e cognome dell'intervistatore:
Sofia Beri
Nome e cognome dell'intervistato:
Cristiana Puggioni
Anno di presa di servizio dell'intervistato:
1992
Categoria dell'intervistato:
Insegnante
Livello scolastico:
Scuola primaria
Categoria professionale dell'intervistato:
Insegnante scuola elementare
Data di registrazione dell'intervista:
14 gennaio 2022
Regione:
Marche

Indicizzazione e descrizione semantica

Identificatori cronologici:
1990s 2000s

buona sera siamo stati belli studentessa magistrale biella della classe lm 57 oggi intervisterò cristiana puggioni che la mia insegnante di scuola primaria ciao cristiana parlaci di te dove sei nata in quel luogo e le tue forme della famiglia di origine ok allora sono nata qui nel paese dove risiede ancora cioè montegranaro in provincia di fermo qui nelle marche e la mia mamma è stata una maestra di lungo corso quindi fin da piccola come tutte le bambine dell'epoca giocavamo anche a fare le maestre quindi il mio desiderio fin da bambina era quello di realizzare di proseguire quella testato il lavoro la carriera di mia madre vivendo in caserma poiché mio padre era ma lasciato dei carabinieri quindi alternavo il senso del dovere a questo spirito tra virgolette missionario per l'insegnante quindi al momento di scegliere le scuole superiori ho scelto a differenza di altre mie amiche mentre con con altri abbiamo proseguito fin dalle scuole elementari tuo stesso percorso di studi e quindi ho scelto di frequentare l'istituto magistrale a macerata che dista da qui una trentina di minuti quindi significava svegliarsi presto la mattina e affrontare questo breve viaggio ma un pochino più più lungo perché svolto in corriere all'epoca la vecchia costiera e ho frequentato quindi l'istituto magistrale san giuseppe perché a quei tempi non c'erano istituti statali erano tutte le scuole parificate e frequentare la scuola tra l'altro è stata anche la stessa scuola che ha frequentato da interna anche mia madre quindi è stato un po come proseguire il percorso già tracciato da lei una sorta ecco veramente di di eredità involontariamente mia madre mi ha trasmesso e frequentare dalle suore significava oltre a un certo rigore per quell'epoca e quindi c'era anche una forma di ribellione un po da parte di noi studentesse perché a differenza delle nostre del nostro amico dei nostri amici che frequentavano scuole statali o il liceo o istituti tecnici c'era forse un pochino più è come approccio diverso a quei tempi rispetto a noi che invece frequentavamo questo sco per questo istituto di suore però a distanza di anni devo ringraziarli perché essendo nell'istituto magistrale di macerata erano presente anche la scuola materna e la scuola la scuola elementare dove noi fin dal secondo anno noi svolgevamo settimanalmente ore di tirocinio quelle che magari oggi le laureate o le laureandi in scienze della formazione primaria svolgono all'interno delle scuole statali gene di questa formazione all'interno dell'istituto magistrale per me anche per le altre mie amiche ora colleghe è stato fondamentale perché potevamo alternare la teoria alla pratica nel senso che oltre alle ore di studio avevamo comunque settimanalmente anche con una sorta di tesina che poi la professoressa di tirocinio che non erano soltanto suore c'erano anche professori non insomma non appartenenti all'ordine delle tele giuseppine poi ci si valutavano quindi preparavamo delle elezioni preparavamo una sorta di tesine e andavamo a svolgere questo tirocinio sia nell'ordine dell'allora della scuola materna o delle scuole elementari e questo per noi insomma ha lasciato dei bei ricordi perché erano momenti innanzitutto di svago tra tra noi tra noi compagni di corso ma poi perché effettivamente li era la cartina tornasole la prova del nove per che aveva eva questo taglio insomma questo questa predisposizione nell entrare il rapporto con i bambini in questa forma di empatia e per chi prediligeva magari in più il rapporto con i bambini dai 3 ai 6 anni per chi invece si sentiva più predisposto per la scuola elementare allora no per per la fascia di età dai 6 agli 11 e questo è stato per stato importante è stato fondamentale perché a distanza di anni ci rendiamo conto che effettivamente questo tirocinio costante settimanale che avevamo e anche i consigli che i professori o le suore stesse giravano è stato un po l'imprinting per come affrontare il discorso del delle entrare in classe del delle entrare in rapporto con gli alunni con i bambini del comalca attivare la loro la loro simpatia per come catturare la loro attenzione quindi sono state oltre che l'imprinting che magari ti viene fin da piccola anche dalla maestra con cui tu hai avuto il primo il primo confronto no con la figura del docente perché io un caro ricordo che eroe mentre preparavo il concorso magistrale per l'abilitazione la mia maestra era era in ospedale e pur non sapendolo purtroppo il destino ha voluto che da lì a poco la mia maestra insomma non ci fosse più e lei in quell'incontro mentre le raccontavo che avevo superato le due prove scritte per la scuola elementare per la scuola materna lei mi insomma mi confortava mi rassicurava il mio augurava ecco di fare una bella carriera come insegnante perché diceva io ti vedo proprio fare la maestra perché sei stata sempre tagliata fin da piccolina essendo anche collega di mia madre quindi c'era una sorta di corsia preferenziale per noi figli e di maestre perché senza volerle come come in altre professioni no sono gol dei mestieri che vengono tramandati o perlomeno to respiri quell'aria to frequenti quegli ambienti quindi va da sé che pur non volendolo perché io una volta finite le magistrali volevo fare l'avvocato avevo intrapreso gli studi di giurisprudenza poi però in quegli anni ci fu la riforma del 90 quella del passaggio dall insegnante unica all'insegna le tre alle tre insegnanti nel modulo quindi la legge 148 del 90 il passaggio questo grande trasformazione all'interno scuola elementare e mi ricordo dissi a mio padre a mia madre visti loro ok io continuo gli studi di giurisprudenza proprio questo concorso magistrale poi però se dovesse andar male non chiedetemi più di fare la maestra quindi diciamo che questo continuo tirocinio questi continui incontri hanno un po sono stati un po una motivazione per cui ha iniziato appunto era ad insegnare mentre per quanto riguarda il il 3 ruolo come allora io non ho avuto pre ruolo perché sono stata una tra le tra le poche o tante fortunate del perlomeno le mie coetanee in diverse abbiamo avuto questa grande fortuna perché abbiamo fatto proprio il concorso del 90 quindi il concorso del passaggio da maestra unica a tre maestre nel team del modulo e quindi una volta preso l'abilitazione essendo mi avendo preso un ottimo punteggio quindi ero la 63a in provincia nella provincia di ascoli piceno e quindi ci fu soltanto un anno da aspettare perché il primo anno chiamarono io fui la prima o la seconda esclusa perché il primo anno chiamarono fino al sessantunesimo 62a e quindi il secondo anno fui tra le prime ad essere se non la prima la seconda insomma di essere chiamati cui entrai di ruolo nel settembre del 92 e quindi non non ho avuto mi sono impegnata nel tempo facevo mi adoperavo nel per esempio lavorato come come educatrici dell'asilo nido o all'asilo nido comunale nel mio paese perché c'erano queste graduatorie per le disoccupate appena diplomate quindi una volta terminati gli studi e ho fatto il quinto anno come anno integrativo perché all'epoca per entrare in una università statale o o andare direttamente al magistero il magistero più vicino qui da noi a robinho io però volevo intraprendere gli studi di giurisprudenza quindi ho fatto il quinto anno come anno integrativo come come se fosse il quinto anno del liceo insomma per spiegarci e poi dalle da lì sono mi sono iscritta a giurisprudenza è al secondo anno di giurisprudenza uscì insomma fu bandito questo concorso statale allora era per province e nella provincia di ascoli piceno una serie di montegranaro è sempre stata una sede molto scomoda perché la uno dei paesi più a nord della provincia quindi per chi era dell'ascolano era era una serie scomoda nel senso che da giuda l'ascoli era difficile che venissero fin qui a montegranaro per chi era nel maceratese ed era scomodo entrare nell'ascolano quindi una volta vinto il concorso quando andai a scegliere la sede montegranaro era le carte del mont della nave erano libere quindi io entrai subito montegranaro feci 11 anni a montegranaro poi per vicissitudini personali e per incompatibilità diciamo con l'allora direttrice didattica dell'epoca mi misi in discussione e quindi alla nascita della seconda figlia decisi di trasferirmi che credo di essere una delle poche maestre in italia se allontanate da casa perché di solito le insegnanti si avvicinano a casa quindi cercano la serie di lavoro più vicino casa e invece io me ne allontanai per pochi chilometri come tu sai perché è conosciuto a monte urano quindi ho chiesto il trasferimento un po è anche un paese qui vicino a 6 minuti da casa ed allora quindi dal 2001 sono ancora monturano in di sollievo into a me come è riuscita a integrare come sei riuscita a integrare la vita professionale con la vita familiare quindi gestire famiglia e lavoro è stato nel tempo nella scelta appunto di questo lavoro facile oppure si sono venuti a creare appunto dei dei problemi come come gestito il tutto allora no ho sempre gestito in maniera facile e serena nel senso che essendo già fieri maestra ci sono dei periodi nella vita di un male destra in cui si va in blackout come mamma come figlia come donna come tutto perché nel periodo delle scadenze scolastiche non esiste né nel dovere di mamma nel dovere per preparare a casa io lo vedevo lo vivevo con mia madre ci sono dei periodi in cui siamo full immersion h24 con la scuola col mondo della scuola quindi anche mio marito ai miei figli vivendo anche questa situazione dai racconti di mia madre quindi dalla loro nonna sapevano che mamma non si può scocciare perché sta facendo le schede oppure perché sta correggendo i core quindi sono momenti diversi perché dai racconti di mia madre vedo che i tempi di mia madre e fare la maestra significava un impegno di mezza giornata quindi chiuso l'orario scolastico le donne potevano tranquillamente dedicarsi ai lavori di casa comunque gli impegni familiari adesso purtroppo e me ne sto rendendo conto ormai da quasi in effetti quest'anno sono trent'anni che insegno è effettivamente [Musica] anno dopo anno gli impegni aumentano impegno aumentano è un mestiere che non si può qualificare con un mestiere come tutti gli altri soltanto chi ha le mani in pasta in questo settore chi vive questo questo mondo sa della dell'impegno del trasporto della passione che servono per poter svolgere al meglio la nostra funzione non è un lavoro un ufficio per cui due quando finisce l'orario scolastico non smette di essere maestra maestra lo si è per sempre anche la pensionata momenti e quindi in tempi non tanto faticoso livello fisico diciamo ma ti assorbe totalmente a livello mentale a livello di coinvolgimento psicologico a livello ecco un marito di una maestra sa che qualsiasi cosa possa essere riutilizzato per un lavoretto scolastico o per non so disegno quando avevo i figli più piccoli qualsiasi meta che potesse essere valutabile per una gita scolastica ci riportava sempre prima in avanscoperta per tutto ok se piacciono ai miei figli se questo museo questa questa città questa iniziativa culturale interessano i figli posso proporlo anche mila alunni quindi c'è la maestra diciamo non che sia una mamma forse un tempi addietro poteva anche esserlo per gli alunni per certe situazioni familiari però effettivamente ha sempre la mente rivolta coperto piacere i miei bambini può piacere mi alunni di può coinvolgere può essere di interesse quindi tutte le esperienze che come mamma vorresti far vivere ai tuoi figli altrettanto lo ripropone per i tuoi alunni quindi è per cui la mia famiglia sa che anche adesso che i figli oramai sono cresciuti però sanno che qualsiasi cosa ecco potrebbe essere un'idea un'iniziativa un evento già questo lo diciamo a mamma perché magari ci porta la classe perché anche loro in parte sono coinvolti perché sanno che rivendono a 360 gradi questo lavoro ti porta a non staccare mai la spina insomma pensare sempre a quello che tu puoi proporre per coinvolgere i tuoi errori ok e in questi anni ha frequentato corsi di aggiornamento o comunque tra questi corsi c'è stato un evento un formatore che ti ha aiutato particolarmente allora i corsi non ho mai smesso di farli cioè non c'è stato mai un anno scolastico anche quando avevo i figli più piccoli per cui anche quando gli impegni familiari mi assorbivano di più non c'è stato davvero mai un anno in cui non abbia frequentato non solo un posto più di uno mi è sempre piaciuto e mi piace ancora adesso mettermi sempre in gioco in discussione provare sempre strade nuove cercare di andare a trovare quelle strategie quelle iniziative e più coinvolgenti più non alla moda però quelle che magari possono coinvolgere maggiormente i miei i miei bambini alunni e quindi è stato molto significativo per me negli anni passati frequentare con comoglio ad esempio a roma all'università salesiana frequentare il corso sul cooperative learning quindi questo questo approccio questo tipo di organizzazione all'interno della classe o questo tipo proprio di mentalità di lavorare sulle abilità sociali di lavorare più sul colle per stare bene insieme negoziare il rapporto con l'altro e questo per me è stato determinante e decisivo tanto che fa parte proprio del mio modo di entrare in rapporto con i bambini e di farli lavorare imparando a farli stare bene insieme fin dai primi giorni della prima classe e quindi è forse quello che più mi ha segnato cioè quello che mi ha dato più il mio modus operandi insomma è appunto nel tempo il rapporto con gli alunni è cambiato rispetto a diversi anni fa o perlomeno c'è sempre lo stesso rapporto anche appunto con l'avvento del covip e con la didattica a distanza appunto anche nell'ultimo periodo allora purtroppo col covip io adesso insegno in una terza elementare in una terza primaria e in un aversa a tempo pieno perché nella nostra scuola non c'era nessun corso a tempo pieno quando l'allora preside isidori propose l'avvento di queste sezioni a tempo pieno monturano io le chiesi esplicitamente di mettermi in gioco in questo in questo nuovo modo di fare scuola perché volevo provare anche questo approccio diverso dell'entrare fare lezione organizzare l'attività didattica quotidiana in maniera diversa con anche col tempo più disteso con queste 40 ore settimanali che impegnano in maniera importante non solo i bambini ma anche noi insegnanti per creare modi diversi elezioni diverse anche no per non annoiare anche nel pomeriggio per creare in maniera laboratoriali quindi feci esplicita domanda e non me ne sono pentita però il destino ha voluto che effettivamente verso febbraio marzo della prima classe è arrivato questo maledetto covip per cui è stata dura e lo è tuttora perché credo che questi bambini sono segnati diciamo cioè secondo me sono delle ferite delle cicatrici che rimarranno nel senso che vivono non tutti fortunatamente però la grande maggioranza insomma c'è questa paura non non so non hanno socializzato in maniera normale come hanno socializzato i cicli precedenti degli altri aironi perché consideriamo che nel momento in cui chi chi fa questo mestiere lo sa loro nel momento in cui subito dopo natale tu cominci a tirare fuori quello che innanzitutto i bambini iniziano a leggere iniziano a prendere dimestichezza con la motricità fine quindi con il fatto dell'impugnativa né la matita per cominciare a scrivere bene in stampatello e via via poi di avviarsi al corsivo e questo purtroppo non è stato possibile perché un conto farlo in presenza un conto con la maestra che gira tra i banchi che rassicura che dà uno sguardo di tranquillità che da quel buffetto per cercare di tenerli sereni o che prende addirittura la mano che corregge anche l'impugnatura e tramite dietro al monitor del computer questo non è stato possibile quindi è stato determinante l'aiuto delle famiglie per cui con il covip assolutamente senza i genitori oi nonni gli zii o chiunque insomma forse a casa per poter aiutare questi bambini senza di loro sarebbe stato possibile fare nulla perché è impensabile mettere un bambino di sei anni 56 anni dietro un computer insegnargli a leggere e scrivere attraverso la tag cioè questo è possibile fino a un certo punto non possiamo dobbiamo dire la verità insomma la data è stata per carità le nuove tecnologie sono un aiuto uno strumento che agevolato era accorciato queste distanze ha fatto in modo che non andassero persi tanti giorni di scuola però una prima una classe prima della primaria affrontata in dad facendo il confronto con i cicli precedenti ha lasciato i suoi segni questo è assolutamente inevitabile e nero nel rapporto appunto con i genitori tra gli anni precedenti gli anni appunto perché il rapporto di savini che il rapporto faccia a faccia è diverso vissuto proprio fisicamente piuttosto che dietro il monitor anche con i genitori perché comunque avevamo trascorso tutto il primo quadrimestre in presenza era stata fatta e tra l'altro i bambini lo ricordavano proprio in questi giorni no appena passato il natale di già maestra e dalla prima elementare che non facciamo più la recita perché l'unica recita in presenza che è insomma una sorta di tradizione un po in tutte le scuole no a maggior ragione anche nella nostra dove generalmente c'erano questi due momenti significativi noto telo ricorderai anche nell'esperienza tra scolastica c'era la recita di natale e c'era la festa di fine anno in cortile no quindi questa grande festa con tutte le classi sul palco e purtroppo questa festa di fine che narrano la mia classi di questo ciclo non l'ha mai vissuta perché fin dalla prima loro sono il fatto della quarantena sono andati in ed hardware e poi per rispettare la normativa anti covip questi assembramenti quindi il questi momenti di festa non sono non è stato più possibile realizzarli e questo decisamente è mancato e mancherà nei loro ricordi perché quando loro avranno magari la tua età purtroppo ricorderanno solo tanti momenti vissuti dietro dietro al computer l'aiuto dei genitori perché vero che sono nativi digitali però per spiegare insomma la procedura poi io sono particolarmente [Musica] predisposta diciamo così al alle tecnologie all'informatica no come anche tube ricorderà quindi ho cercato sempre di mediare questo strumento l'ho visto come una opportunità che andava assolutamente studiata conosciuta per poi essere presa per valorizzare insomma quello che è il lavoro non solo della lezione frontale della classica lezione diciamo in classe ma anche con queste con questi nuovi strumenti quindi la dat el attuale di di che ci sta facendo impazzire perché non ti nego che comunque è una fatica preparare il lavoro perché è vero dopo tanti anni di esperienza dopo tanti anni dietro la cattedra diciamo così va da sé che le elezioni poi anche tra virgolette improvvisare no il senso che vedi anche dove i bambini ti portano con la discussione in classe con quello che è il diciamo sentiero della giornata di quel momento però con le nuove tecnologie devi effettivamente cioè organizzare una lezione indag o una lezione in didattica digitale integrata cioè con io adesso ad esempio quattro bambini a casa in quarantena e il resto della classe in presenza quindi devi cercare di trovare il giusto equilibrio per far sì che non perdano innanzitutto l'attenzione sia gli alunni che seguì in presenza dal vivo in classe sia quelli che stanno seguendo da casa al computer quindi devi cercare di trovare attività online e coinvolgenti di impostare la lezione con momenti di pausa più cadenzate più programmate in maniera tale che i bambini non si annoino che pur che possano rispondere sia da casa che in classe e soprattutto quello che secondo me è fondamentale che abbiamo cercato di fare anche con le colleghe sia dal fin dalla classe prima e anche quando siamo in date di non far perdere a questi bambini e la il momento della socializzazione perché loro hanno col fatto che sono distanziati tra i banchi il fatto che poi tra l'altro una mensa lo stesso momento che mentre prima era un momento gioioso anche un po di di baraonda no e baraonda che adesso anche se stanno distanziati a dir la verità però però nel call fatto ecco del rispetto delle normative anti coid devono stare sempre con la mascherina e non si devono avvicinare più di tanto oppure con questi momenti degli abbracci cerchiamo di limitarli al minimo possibile perché comunque loro la fisicità la cercano cercano così come lo cerchiamo anche noi perché specialmente nelle prime classi in prima e in seconda ma anche secondo me è sempre perché in una giornata storta in un momento di scoramento che il bambino potrebbe avere assolutamente necessario l'abbraccio della maestra la carezza il buffetto quindi purtroppo ecco adesso qualcosa vide questo tutto limitato e loro effettivamente le prime cose che hanno detto anche al ritorno in classe all'inizio del secondo anno maestra per i primi giorni di prima guarda le foto eravamo senza mascherina adesso sempre con questo mascherina quindi la vivono un po insomma è dura però ce la stiamo mettendo tutta per venirne fuori insomma nel migliore dei modi prima citato le collaboratrici con il tempo come è cambiato invece il rapporto con loro è rimasto lo stesso è stato incrementato da particolari aspetti oppure come si è collaboratrici che intendi ora si sono rivisti insegnanti a casole anche le colleghe con le colleghe allora poiché con io sono nata con il modulo quindi il modulo del 90 eravamo quindi le tre maestre su due classi su due sezioni una maestra specializzata in italiano quindi per l'ambito linguistico una in storia e geografia per l'ambito antropologico e l'altro per l'ambito scientifico e all'epoca del modulo e che sinceramente un po gene p rango perché ho dei bellissimi ricordi di quegli anni li vissuti in con le tre maestre perché era fondamentale lo è tuttora ma a maggior ragione nel periodo in cui era in voga insomma il modulo il coordinamento e il feeling feeling proprio anche caratteriale perché è indispensabile tra colleghe pensare allo stesso modo viverla cercando di essere tutte sulla stessa lunghezza d'onda perché il bambino recepisce il bambino è una spugna bambino alle antenne dritte quindi se vede che c'è un po di maretta chiamiamola così se si avverte che non c'è collaborazione o che si hanno stili educativi già nel senso per carità siamo persone diversi quindi ognuna di noi si rapporta col bambino in maniera differente però non va perso di vista all'unico obiettivo l'obiettivo fondamentale che è quello di far star bene i nostri ragazzi in classe quindi di trovare la giusta strategia per ognuno di loro riportarli al massimo di rispettare le loro potenzialità di rispettare le loro sensibilità e quindi se si hanno stili educativi completamente diversi si cosa per cui è fondamentale trovare la collega le colleghe che hanno il tuo stesso sentire che hanno insomma hanno almeno ben presente qual è l'obiettivo principale che dobbiamo portare avanti perché secondo me nel nostro mestiere specialmente in questa fascia d'età della scuola primaria così come anche quella della scuola dell'infanzia quando il bambino è informazione in fieri ha in crescita quindi trovare insegnante che fa la differenza nel bene o nel male è un momento delicato cioè la maestra deve cioè nel senso che puoi trovare quell'insegnante che non a cui non piace stare con i bambini perché ce ne stanno cioè ci stanno le insegnanti che fanno il loro mestiere come se dovessero andare in ufficio a fare che impiegato non è così perché o hai un amore spassionato nei confronti dei bambini ai la pazienza il rispetto e quindi questa empatia questo questo modo di metterti alla loro altezza di metterti nei loro panni di cercare di trovare il linguaggio adatto la modalità data il momento giusto purtroppo non tutte sono così bisogna bisogna dirlo perché un po come mamma ci sono anche passata perché nel periodo della scuola dell'infanzia mio primo figlio io ad essere vissuto un momento non bello con una delle due insegnanti di sezione e quindi da mamma sono dovute intervenire perché da mamma ea maggior ragione faceva ancora più male denunciare questa situazione perché da dall'insegnante da collega vedere che un razzo ma esistevano esistono persone che purtroppo entrano in classe in una sezione con una classe senza avere rispetto per quello che insomma l'integrità del bambino la sua predisposizione a certe materie piuttosto che ad altri perché normale non è che tutti i bambini sono portati con la stessa poi e con lo stesso entusiasmo per tutte le discipline e purtroppo l'ho vissuto sulla mia pelle come mamma e questo secondo me andrebbe più tutelato questo aspetto cioè perché anche mia madre mi raccontava ad esempio generano c'erano gli ispettori scolastici oli dello stesso vecchio direttori o direttrice didattica che girava nelle classi controllava che tutto andasse bene come come un pater familias e no è forse questo un po si è perso negli anni perché si vive un po come un controllo ma se uno non ha nulla da nascondere ben vengano i controlli io non ho timore del fatto che magari possa venire a preside in classe a vedere come se la lezione piuttosto che controllare ecco a fare una chiacchierata con i bambini perché quando i bambini spesso lo chiedono di avere una visita anche da chi sanno che è che il canale il capo dell'istituto nota il dirigente quindi così e infine quali competenze e conoscenze sono necessarie per diventare l'insegnante in questo caso informazione appunto primaria allora secondo me oltre alle conoscenze alle competenze che si acquisiscono anche strada facendo per me come agganciandomi al discorso di prima e indispensabile una predisposizione naturale nei confronti del dei bambini nei confronti dell'infanzia cioè tu sai che non puoi metterti dietro la cattedra aprire il libro per il registro partire con la lezione frontale annoiare gli alunni non è questo il modo di fare scuola insomma e ti dico eccone nella formazione avuta sia negli anni dell'istituto magistrale ma soprattutto la formazione del concorso che è stato determinante il ricordo che per la preparazione al concorso magistrale per un anno e mezzo ho studiato da matti veramente uno studio matto e disperato da leopardi nel senso che studiavo dalla mattina alla sera fino a notte fonda perché comunque la bibliografia e il programma di preparazione per il concorso magistrale dell'epoca era veramente corposo da cavilli delle normative della normativa scolastica l'igiene scolastica la psicologia dell'età evolutiva a tutte le varie teorie correnti nell'epoca di pedagogia e quindi è stato abbastanza impegnativo e quindi questo ha formato noi vecchie maestre del vecchio stampo che provenivano dal dal l'istituto magistrale dell'epoca noto ora perché nel corso di questi anni ho fatto anche da tutor per insegnanti che per i tirocinanti di scienze della formazione e arrivano molti molti molti ben preparate magari con un bel bagaglio culturale alle spalle però grazie a dio sono pochi però alcuni che invece non hanno cioè il fatto di uscire con dalla laurea triennale o quinquennale o magistrale di scienze della formazione come se avessero come dire il segreto in tasca hanno come se l'esperienza oil con la quotidianità tra i banchi non servisse niente e invece che ti dico che più che le competenze di conoscenze molto è l'esperienza esperienza nel sapersi mettere in discussione tutti i santi giorni nel saper cambiare linguaggio approccio credevo quando studiavo credevo che non fosse una missione me lo diceva mia madre mi diceva fare la maestra ma missione io dicevo no perché mi dava il missionario cioè non è una mega vabbè che studio dalle suore ma chemical marraffa la sua oro al prete o quella è una e una missione no eppure the bone emiliani debbo di credermi perché effettivamente fare l'insegnante deve esserci un c'è quella fiammella chiamiamola così quella quel quel quid che nasce dal cuore del dalla nostra interiorità che ci mette sempre a essere essere un po bambino nel senso che dobbiamo guardare il mondo con i loro occhi guardare il mondo con il loro ottimismo e non perdere mai la fiducia la pazienza perché di cinque anni in cinque anni mi rendo conto che arrivano bambini sempre più vivaci bambini sempre più diciamo sottoposti a mille e mille forme di stimolo e quindi va da sé che il bravo insegnante la brava maestra deve saper focalizzare canalizzare quello che loro la loro predisposizione e quindi più che con conoscenze e competenze sì però come forse nella stragrande maggioranza dei mestieri molto è dovuto dall'esperienza dal per sapersi fa sapersi fare piccolo ver sapersi mettere a all'altezza di bambino camminare con loro imparare con loro perché spesso e volentieri specialmente ecco nel mondo delle tecnologie impariamo da loro perché loro sono nativi digitali loro ci suggeriscono maestra fa è così maestra fecola no ma guardatevi quindi tante volte quando lavoriamo ecco anche anche in dub sono loro che poi ci suggeriscono o hanno trovato magari che ne so un canale particolare un gioco una strategia particolare che poi anche formativo ed educativo per cui ben venga anche il suggerimento da parte loro dei nostri alunni insomma io ti ringrazio per la disponibilità a questa intervista è gratis atteso grazie mille ok grazie attivo la sera sofia

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L’intervista, della durata di 39:10 minuti (link: https://www.youtube.com/watch?v=0CHg895URJM), ripercorre la traiettoria professionale di Cristiana Puggioni, insegnante nelle scuole primarie di Montegranaro, nella provincia di Fermo. Figlia di un maresciallo dei carabinieri e di una maestra, afferma di essersi sempre immaginata insegnante nelle scuole primarie già da quando, nell’infanzia, giocava con le coetanee alla scuola: «il mio desiderio fin da bambina era quello di realizzare di proseguire quello che era stato il lavoro la carriera di mia madre», afferma al m. 00.43. Per questo motivo, decise, al termine della terza media, di iscriversi presso l’Istituto Magistrale “San Giuseppe” di Macerata. Delle scuole superiori cita soprattutto la pratica del tirocinio, effettuata nelle scuole elementari e materne del plesso e che Puggioni ricorda come importante per la sua carriera: «è stato fondamentale perché potevamo alternare la teoria alla pratica» (m. 3.28 e ss.). Il tirocinio, infatti, la aiutò ad «affrontare il discorso dell’entrare in classe, dell’entrare in rapporto con gli alunni con i bambini del come accattivare la loro la loro simpatia per come catturare la loro attenzione» (m. 5.11 e ss).

Concluso l’istituto magistrale e sostenuto l’anno integrativo per poter proseguire con gli studi universitari, Puggioni si è successivamente iscritta alla facoltà di Giurisprudenza. La legge 148/1990 tuttavia, con il sostituire la figura del maestro unico alla struttura modulare che richiedeva la presenza di tre insegnanti su due classi, ha aumentato il fabbisogno d’organico, determinando l’organizzazione di un concorso magistrale (Santamaita 2021). Puggioni decide di intraprenderlo: a questo proposito, ricorda di aver trascorso un anno e mezzo a studiare il programma concorsuale, con un impegno che non esita a definire, sulla falsariga di Leopardi, “matto e disperatissimo”. Vincitrice di concorso, entra di ruolo nel 1992: similmente ad alcune sue coetanee che, come lei, avevano vinto le selezioni, non dovette affrontare alcun periodo da precaria. Insegnante nelle scuole di Montegranaro fino al 2001, successivamente, per esigenze personali, ottiene il trasferimento nella vicina Mondurano (provincia di Fermo), dove insegna tuttora. Dei primi anni ricorda soprattutto la pratica dell’insegnamento modulare, svolta in team con altre due colleghe: un periodo rimpianto da Puggioni, che ricorda come fondamentale la necessità di creare un feeling con le colleghe (Santamaita 2021). Definisce l’insegnamento come una “missione” totalizzante, che tende ad assorbire il suo tempo libero e familiare: in questo, afferma, si comporta con modalità simili a quelle che furono proprie della madre.  

L’intervista si sofferma anche sui corsi di aggiornamento e formazione frequentati da Puggioni: tra questi, ne ricorda soprattutto uno sul cooperative learning che, frequentato presso l’Università Salesiana di Roma, l’ha aiutata a creare un miglior clima in classe (Cottini 2018). Un breve accenno è riservato all’esperienza della pandemia e della Dad, che ha inciso sulla prima elementare a cui insegnava nell’a.s. 2019/2020, limitando le occasioni di socializzazione e di sviluppo della motricità fine (Capperucci 2020).

Nella conclusione dell’intervista, Puggioni rimarca la necessità, per l’insegnante, di essere dotata di un’adeguata predisposizione nei confronti dell’infanzia; importanti sono anche, a suo parere, l’umiltà e la capacità di mettersi in discussione, qualità che consentono di profittare dell’esperienza.

Fonti

Fonti bibliografiche:

D. Capperucci, Didattica a distanza in contesti di emergenza: le criticità messe in luce dalla ricerca, «Studi sulla formazione», XXIII (2020), n. 2, pp. 13-22.

L. Cottini, Didattica speciale e inclusione scolastica, Bologna, il Mulino, 2017.

S. Santamaita, Storia della scuola. Dalla scuola al sistema formativo, Milano, Pearson, 2021

Fonti normative

Legge 5 giugno 1990, n. 148, Riforma dell’ordinamento della scuola elementare (GU Serie Generale n. 138 del 15-06-1990), permalink: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1990/06/15/090G0183/sg

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