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Lorenzino, Don Milani

Editore:
EDUCatt – Ente per il diritto allo studio universitario dell’Università Cattolica
Luogo di pubblicazione:
Largo Gemelli, n. 1, 20123, Milano (Italia)
Codice ISSN:
2785-3209
Autore della scheda:
DOI:
10.53164/1682
Scheda compilata da:
Agnese Cantù
Pubblicato il:
27/04/2022
Tipologia:
Paese di produzione:
Italia
Data di produzione:
2007
Articolazione:
Unica
Reperibilità/accessibilità:
WEB
Sinossi:

Il documentario si sviluppa come una sorta di videostoria in cui la voce del narratore è accompagnata da alcune foto di don Milani (molte scattate da Oliviero Toscani), dalle poesie in musica di Fabrizio De André (colonna sonora di tutto il filmato), da lettere e da ritagli di giornale, oltre che da testimonianze di personaggi dell’epoca, tra i quali anche alcuni ex-alunni del priore.

L’apertura del documentario è dedicata ai primi anni di vita di don Milani: si sottolinea, in particolare, “l’ambiente agnostico, colto e sofisticato” in cui egli crebbe e che influenzò i suoi successivi anni di formazione, caratterizzati da una costante e turbolenta ricerca spirituale, provocata anche dalla conoscenza con il pittore Hans-Joachim Staude, che lo introdusse alla ricerca della sacralità delle cose attraverso la pittura. A vent’anni si convertì al cattolicesimo, grazie all’accompagnamento spirituale di don Bensi, che ci offre una preziosa testimonianza del primo incontro con il priore.

Il filmato prosegue ricordando gli studi di Milani presso il seminario di Firenze, svolti contro il volere dei genitori, e la sua assegnazione, nel 1947, alla parrocchia di San Donato di Calenzano, dove fondò una scuola serale popolare. Leggendo le parole scritte dal priore stesso, il documentario rievoca il suo incontro con un moribondo di 84 anni, che, nonostante l’età, ancora non comprendeva e padroneggiava la lingua italiana. Don Milani colse, dunque, l’importanza fondamentale della scuola popolare, strumento indispensabile per insegnare a comprendere e ad usare la lingua italiana per accogliere la Parola del Vangelo e vivere in pienezza la fede religiosa. Diversi allievi intervistati riportano gli argomenti e le tematiche affrontate nella scuola: le lingue straniere studiate attraverso la musica, l’ascolto di Bach, il ruolo del sindacato, la religione e la letteratura. Ben presto l’anticonformismo del priore, che politicamente si poneva “al di sopra delle parti” allora in gioco, attirarono le antipatie della curia fiorentina e di ampi settori della dirigenza democristiana.

Nel 1954, venne così trasferito a Barbiana, piccolo paese del Mugello, con solo un centinaio di abitanti e senza luce elettrica. Il filmato sottolinea come, fin da subito, egli incentrò la propria missione sull’insegnamento, per poi soffermarsi sulle sue Esperienze pastorali, pubblicate nell’aprile del 1958 grazie all’interessamento di don Bensi, con il nulla osta del revisore ecclesiastico padre Reginaldo Santilli, l’imprimatur del cardinale Dalla Costa e l’introduzione dell’arcivescovo di Camerino D’Avack. Ampi sono i riferimenti del documentario ai dibattiti e alle polemiche che scatenò il libro, fino al decreto del Sant’Uffizio che, il 18 dicembre 1958, lo fece ritirare dal commercio perché dichiarato inopportuno.

Dall’audiovisivo emerge chiaramente che, a Barbiana, don Milani decise di spendere la sua vita di parroco per l’elevazione civile e non solo religiosa del popolo: dapprima fondò un doposcuola per la pluriclasse elementare, poi una scuola d’avviamento professionale e, a seguito della riforma del 1962, una scuola media dove non esistevano vacanze o ricreazioni e si studiava per 12 ore al giorno, comprese le festività. Al fine di sviluppare il senso critico ed emancipare i figli di contadini e operai dalla loro condizione di subalternità sociale e culturale, la scuola di Barbiana metteva al centro la lettura dei quotidiani, la discussione, la scrittura collettiva e lo studio delle lingue straniere; non mancavano anche proposte di viaggi all’estero. Don Milani aveva individuato nella padronanza del linguaggio parlato e scritto lo strumento principale di emancipazione sociale e di crescita intellettuale.

Barbiana diventa così un vero e proprio centro editoriale: nel documentario si ricorda, in particolare, l’articolo rimasto inedito fino al 1968, in cui il priore critica il cardinale Ruffini di Palermo, che lodava il regime spagnolo di Franco; ma anche la lettera, scritta con i suoi ragazzi e pubblicata su Rinascita nel marzo del 1965, in cui, a partire da un comunicato dei cappellani militari toscani contro l’obiezione di coscienza, discuteva dell’illegittimità dell’uso della violenza e dell’insensatezza morale dell’obbedienza militare proprio per l’impossibilità di una guerra giusta.

Si menziona, infine, l’uscita, nel maggio del 1967, con uno straordinario successo editoriale, di Lettera a una professoressa, frutto della scrittura collettiva dei ragazzi di Barbiana e qui commentata attraverso le parole di Pierpaolo Pasolini, che ne esalta la grazia, la precisione e l’umorismo della scrittura e dello stile, oltre che la capacità dei suoi contenuti di tracciare un tragico e commovente spaccato della realtà scolastica del tempo e dei suoi problemi.

 

Identificatori di grado e eventualmente di ordine scolastico:
Data di trasmissione in televisione:
17 giugno 2007
Rete televisiva:
Rai 1
Durata:
00:54:45
Regia:
Alberto Melloni
Fabio Nardelli
Federico Ruozzi

Il documentario fu trasmesso con il titolo Don Lorenzo Milani. La dura scuola dell’amore

Il filmato fu distribuito in tutte le scuole della regione Toscana

Fonti

Fonti bibliografiche:

F. Ruozzi, Riflettori su Barbiana: teatro, cinema e televisione, in R. Michetti, R. Moro (a cura di), Salire a Barbiana. Don Milani dal Sessantotto a oggi, Roma, Viella, 2017, pp. 153-203.

P. Alfieri, C. Frigerio, Memoria scolastica o memoria pedagogica? La scuola di don Milani al cinema e in televisione (1963-2012), in P. Alfieri (a cura di), Immagini dei nostri maestri. Memorie di scuola nel cinema e nella televisione dell’Italia repubblicana, Armando, Roma, 2019, pp. 53-76.

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