
All’indomani dell’estensione dell’obbligo scolastico fino alle medie inferiori del 1962, a scuola vengono reclutati molti insegnanti temporanei. Tra i supplenti, c’è anche Puccinelli, che narra l’esperienza di due anni di insegnamento nelle scuole dell’Appennino lucchese: uno a Villalta e l’altro a Bagni di Lucca. Mentre i ragazzi di Villalta sono chiusi nella prigione delle loro consuetudini, dove la vita è precaria e paralizzata dall’inverno e dalla neve che impedisce loro di recarsi a scuola, a Bagni di Lucca hanno quasi tutti viaggiato, ognuno con l’avventura romanzesca dei propri padri alle spalle. L’autore sogna di diventare un narratore; l’insegnamento gli ha fatto ritrovare la passione per le storie e i racconti che affondano le radici profonde nell’infanzia. Così proietta le sue letture solitarie in classe e avvia i ragazzi al contatto con la totalità narrativa. Infine le due esperienze confluiscono nei ricordi della sua giovinezza trascorsa a Lucca, dove fa ritorno per le vacanze.