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Stella mattutina

Editore:
Roma TrE-Press - In collaborazione con il Museo della Scuola e dell’Educazione “Mauro Laeng” (MuSEd)
Luogo di pubblicazione:
Piazza della Repubblica, n. 10, 00185, Roma (Italia)
Codice ISSN:
2785-4485
Autore della scheda:
DOI:
10.53167/692
Scheda compilata da:
teresa.gargano
Pubblicato il:
26/10/2021
Tipologia:
Autore:

Edizione

Editore:
Edizioni Tracce
Città di pubblicazione:
Pescara
Anno di pubblicazione:
2005
Titolo prima edizione:
Stella Mattutina
Editore prima edizione:
Mondadori
Città di pubblicazione prima edizione:
Milano
Anno di pubblicazione prima edizione:
1921
Numero di pagine:
200

Il romanzo-autobiografia della scrittrice Ada Negri narra, in terza persona, la vicenda della piccola Dinin, la quale vive la sua giovane esistenza nella portineria nella quale sua nonna è unica custode. In quel palazzo di ricchi signori lei, ad appena sette anni, scatta agilmente ogni volta che sente avvicinarsi una carrozza, per aprire il cancello. Sa di essere distante dal mondo lussuoso di cui fanno parte quei nobili, lei che non può dire nemmeno come è il suo volto perché nell’abitazione «non v’è che un piccolo specchio di chi sa quanti anni, sparso di chiazze nere e verdognole» (p. 23), ma è contenta di quel poco che ha. «Non invidia il lusso delle sale padronali: non le guarda nemmeno. Né le fanno gola gli squisiti mangiari, tanto l’abito della sobrietà s’è fatto natura in lei» (p. 32). Dinin intanto studia per diventare maestra, anche se «non ama la scuola» e soprattutto «il sistematico ingranaggio scolastico» (p. 32), dove «le vanno insaccando nella memoria un’infinità di cose inutili», (p. 45). Sa bene però che essa è l’unica via possibile di riscatto sociale e di autonomia per lei che non vuole essere né serva né operaia.  Perciò inizia a leggere, istruirsi, assorbire quanta cultura possibile per liberare sé stessa da quel giogo pesante che schiaccia sua madre, la quale, «rimasta vedova e nella più dura miseria, dovette collocarsi come operaia in uno stabilimento di filatura e tessitura di lane» (p. 29).  A diciassette anni, «ottenuto a pieni voti, il diploma di maestra» (p. 145), dovrà iniziare a insegnare, «guadagnarsi il pane» (ibid.), anche per «metter la mamma al riposo» e dirle «ora basta, eccomi qua», lei che però «non ama i bambini» (p. 146) e «dovrà stare con i ragazzi gran parte della giornata, insegnare, farsi ubbidire, farsi comprendere» (ibid.). Subito dopo aver conseguito la patente di maestra, ottiene un incarico di maestra a Motta Visconti, in provincia di Milano,  dove si trasferirà con la madre.

Contenuto pubblicato sotto licenza CC BY-NC-ND 4.0 Internazionale