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"Fulminata dal lavoro". Memorie di una maestra

Editore:
Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze
Luogo di pubblicazione:
Via Laura, n. 48, 50121, Firenze (Italia)
Codice ISSN:
2785-440X
Autore della scheda:
DOI:
10.53221/1496
Scheda compilata da:
Chiara Martinelli
Pubblicato il:
01/03/2022
Nome e cognome dell'intervistatore:
Annunziata Carmelo
Nome e cognome dell'intervistato:
Paola Sergio
Anno di presa di servizio dell'intervistato:
1993
Categoria dell'intervistato:
Insegnante
Livello scolastico:
Scuola primaria
Categoria professionale dell'intervistato:
Insegnante scuola elementare
Data di registrazione dell'intervista:
24 gennaio 2022
Regione:
Campania

Indicizzazione e descrizione semantica

Identificatori cronologici:
1990s 2000s

no intervisterò la docente paola sergio salve buonasera una sera allora io innanzitutto richiedere il consenso di registrare questa intervista se per le ora ok allora innanzitutto le chiederei appunto la sua data di nascita insomma l'anno di nascita e il luogo di nascita e anche di origine se mi chiamo paola sergio sono nato a napoli il 10 giugno del 1966 sono la prima di quattro figli di una famiglia con due genitori di cui monoreddito solo mio padre era un direttore di banca io sono la maggiore dei quattro figli e siamo tutti cresciuti diciamo in una famiglia serena con una madre che ha curato molto un papa molto presente ben che lavorasse tanto abbiamo avuto tutti la possibilità di studiare lavorare di affermarsi professionalmente ognuno secondo le proprie attitudini siamo tutti e quattro attualmente sposati tutti con figli ok allora per quanto riguarda i suoi studi vorrei sapere appunto quali scuole ha frequentato allora io ho frequentato il liceo classico poi mi sono iscritta prima economia e commercio hanno frequentato tre anni ho fatto 11 esami per poi decidere di cambiare di frequentare lettere all'istituto orientale 3 moderne all'istituto universitario orientale di napoli dove mi sono laureata nel frattempo ero molto attiva nella mia parrocchia di origine per cui il mio parroco mi chiese di poter frequente di frequentare un corso per operatori pastorali e corso mi sembra troppo semplice però mi incuriosì morto per cui mi iscrissi facoltà teologica te li ho conseguito il grado di magistero per cui poi mentre diventava giornalista pubblicista ho cominciato dopo aver conseguito quest'altro titolo di studi che non è una laurea in teologia perché la laurin teologia sono ultimo chi si è più anni di studi ma è un grado magistero ho cominciato a insegnare religione nel 1993 94 ok e per quanto riguarda invece la motivazione appunto vorrei sapere qual è stata la motivazione che l'ha spinta ad intraprendere questo mestiere allora la motivazione iniziale devo dire fu molto la curiosità perché era un mondo che conoscevo a latere nel senso dello stato alunna per moltissimi anni e poi la mia zia preferita era un insegnante quindi un po la curiosità ma l'ingresso in classe il contatto con i bambini fu altamente motivante a proseguire verso in questa strada per cui contemporaneamente continuava ad essere diciamo un giornalista però sempre più volevo addentrarmi il discorso scuola accettando anche di partecipare a corsi di formazione alle cose che chiamavano corsi di aggiornamento ancora a ricevere piccoli incarichi all'interno della scuola insomma mano a mano man mano sempre più dentro il discorso scolastico perché proprio fulminata dal lavoro dal contatto con i bambini perché la mia prima esperienza è stata con i bambini piccoli o la maggior parte dei miei anni di insegnamento alle trascorsi tra la scuola primaria la scuola dell'infanzia avuto solo una piccola parentesi alla scuola secondaria di primo grado e in realtà comunque appunto ti chiederei adesso qual è stato il periodo di servizio anche se da quello che abbiamo detto è già emerso più o meno sì io credo che insegna questo credo che sia il mio ventisettesimo anno di insegnamento credito insomma più o meno sono 16 anni che sono di ruolo ho partecipato all'unico concorso di insegnante regione che c'è stato nel 2003 l'ho vinto subito e quindi sono entrata subito di ruolo gli anni precedenti sono stati tutti di pre ruolo ma non supplenza breve termine sempre incarichi annuali ok ok infatti questo gli avrei chiesto cosa ricorda del periodo di pre ruolo allora ricordo che avevo delle dei timori che ho perso nel tempo non erano legati alla precarietà al fatto che non avessi diciamo un contratto tempo indeterminato perché forse ero giovane non aveva un'idea che diciamo di questa stabilità lavorativa fosse necessaria per la realizzazione di me ma il timore di non fare abbastanza banale di non fare abbastanza l'esperienza dei primi anni che è stata però fortemente motivante sia ad apprendere da colleghi più anziani sia a voler conoscere sempre più e quindi ad informarmi e formarmi sempre più alcuni incontri sono stati particolarmente fatali di alcuni dirigenti scolastici in particolare con alcuni dirigenti scolastici e con alcuni colleghi ok stati particolarmente formativi sia quelli che mi hanno potuto dare sia quelli da cui ho voluto prendere le distanze per non essere come quei in particolare alcuni colleghi e giusto e vorrei sapere dove ha lavorato e dove dove lavora anche attualmente attualmente lavoro in un circolo didattico una scuola primaria nel cuore di napoli a chiaia ho lavorato moltissimo nella provincia nei primi anni primi dieci anni di insegnamento sono stati molto in provincia nella prima il vesuviano soprattutto nei comuni vesuviani molto in scuole di cosiddetta frontiera no quindi scuole tribunali zone tribunale zona quartieri spagnoli delle periferie diciamo urbane e quelle un po scuole a rischio considerato e scuole a rischio attualmente è lavoro una di quelle scuole che viene dichiarata scuola bene diciamo che secondo me ha molti più rischi delle cosiddette scuole a rischio per molti versi perché c'è un abbandono non culturale o economico o di tipo sociale ma c'è un abbandono di tipo affettivo emotivo molto forte in questi bambini per quanto riguarda le strategie didattiche ali sono quali le quali ha utilizzato e se queste ultime sono mutate nel tempo allora non sono mai stata per la didattica frontale non mi appartiene morto come come tipo di di attira sia per la materia che insegna sia per il mio modo di stare al mondo proprio questo ha fatto anche diciamo negli anni ha messo un po di alcuni scontri con alcuni colleghi però con altri poi invece abbiamo trovato sempre un modo per far diventare la classe qual è stato possibile un vero e proprio laboratorio e sono discorsi che aveva portato avanti per anni per tutto il curricolo di una classe ma addirittura in una scuola dove appunto uno di genti illuminati voleva questo tipo didattica per cui facevo proprio una scuola laboratorio che durata per anni e anni anni insomma per moltissimo tempo e quindi abbiamo messo in campo tutte le modalità che riguardano per esempio il cooperative learning il tutoraggio tra tra bambini insomma una serie di [Musica] dei modi di condividere l'apprendimento e dove il bambino fosse veramente protagonista e ricercatore del suo sapere quindi che non gli piovesse dall'alto ma noi fossimo solo strumento e mezzo di conoscenza e a oggi tendo ancora di più qualcosa da fare questo perché la distanza fisica ho scoperto che non è assolutamente limitante per questo tipo di insegnamento di metodologie di insegnamento ma anzi è fortemente motivante per i bambini che si sentono più protagonisti non potendo avere contatto fisico con l'altro pari o con l'altro che sia l'adulto quindi stare al centro del suo percorso e sentirsi comunque protagonista gli fa molto bene la crescita sente meno il divario è la difficoltà nell'apprendimento e poi è stato fondamentale per me nelle varie percorsi la mia vita a formarmi in una scuola di destra terapia in counseling umanistico esistenziale che mi ha dato strumenti maggiori di contatto in particolare con i bambini io utilizzo spesso anche con nella classe strumenti che appartengono per esempio alla realtà play therapy ok infatti proprio questo ne avrei chiesto adesso se lei ha frequentato corsi di aggiornamento e di formazione e se tra questi qualcuno l'ha qualcuno di questi l'ha aiutata particolarmente sì questo qui in maniera particolare mi aiutato mi hanno aiutato a frequentare anche dei corsi ancora adesso come ancora mi continua a formare questo prete era prima volta all'anno con una fondazione americana quella di violet auckland air ma frequento anche spesso dei laboratori siano l'abarth per insegnanti per solo degli art atelier quindi fare didattica attraverso l'arte e fare della propria classe un atelier interessante si ok allora nel corso appunto nel periodo del suo servizio appunto vorrei sapere come è cambiato se è cambiato nel tempo il suo rapporto con con i suoi alunni con dischi studenti è cambiato nel senso che sono più o meno timore di non fare bene che sono più disponibile al al dubbio perché quando si hanno meno paura si è anche più diciamo morbidi sul non sapere e quindi sì sì ammette più facilmente e quindi questa morbidezza mi mi ha fatto incontrare il bambino e la curiosità del bambino in maniera molto diversa ok e per quanto riguarda invece il rapporto con i suoi colleghi cambiato come è cambiato è cambiato perché anagraficamente sono cresciuta e quindi non devo più diciamo necessariamente mantenere come dire un atteggiamento di di attenzione all'altro che era molto più adulto di me quando sono entrata nella scuola è più paritario quello che non mi è mai piaciuto e quando qualcuno viene considerato l'ultimo arrivato e questo è un concetto che spesso nella scuola ho incontrato ed è una cosa che non mi piace proprio e quindi da da adulta diciamo del lavoro cerco di non applicarlo non lo applico assolutamente con chi viene dopo di me e con chi è arrivato dopo di me e posso guardare con più da una maggiore altezza anche quelli che stanno già prima di me perché ormai insomma non sono più giovanissima e invece lei come come tende a relazionarsi con i genitori in che modo nel tempo questo rapporto è cambiato e come al solito se è cambiato allora non ho mai dato non ho mai dato ai genitori la possibilità sempre per i miei recapiti personali se no la mail da quando esiste ma questa distanza per non confondere i ruoli o se sono sempre stata deputata diciamo nelle scuole degli ultimi 20 anni sia perché ho avuto incarico per esempio di essere collaboratore del dirigente referente di place eccetera di accogliere i genitori dei nuovi iscritti e loro hanno percepito una vera e propria accoglienza sempre sono sempre stata un punto di riferimento ma non ho mai concesso diciamo quella confidenza eccessiva perché credo che poi ruoli vadano rispettati io rispetto il ruolo genitoriale e non mi sostituisco alla mamma a scuola e loro devono rispettare il ruolo che ho io nella vita dei loro fini insieme abbiamo la cura del bambino insieme ognuno per i propri compiti può fare di quel bambino può far sbocciare col bambino secondo se stesso ma i ruoli sono distinti e quindi ci deve essere anche una certa distanza formale perché non tutti poi sono capaci di apprezzare la vicinanza e quindi può diventare confusione non va bene ma non va bene per il bambino esatto c'è giusto per quanto riguarda il rapporto invece con i collaboratori e collaboratori scolastici e allora anche lì si può familiarizzare senza scambiarsi i ruoli quindi ho sempre collaborato molto nel senso che sono sempre rispettato moltissimo il lavoro di chi dopo doveva passare per sempre a pulire l'aula oppure la fai la sorveglianza nei bagni per cui non ho cercato in una non recare agrario al lavoro dei collaboratori mantenendo un certo ordine una certa pulizia in aula oppure mandando gli alunni secondo un criterio in bagno sono così e allo stesso modo però non ho mai voluto che qualcuno potesse entrare dirmi esattamente come dovevo insegnare ok ora vorrei sapere quali episodi hanno hanno segnato particolarmente la sua carriera lavorativa [Musica] allora un episodio molto molto molto molto importante fu mi trovai nel in una scuola che era una delle tre scuole scelte in italia per sperimentare il dimensionamento e l'autonomia la legge l'autonomia dpr 275 no 3 in fase sperimentale nella in quell anno scolastico telefono scelte tre scuole in italia e io mi trovavo rai uno di questi tre scuole e mi trovai a lavorare con un dirigente particolarmente illuminato e illuminata una donna che mi scelse diciamo nel nel gruppo di lavoro per portare a termine questo questo anno quell'anno e fu un'esperienza esaltante lavoravamo tantissime ore al giorno ma con grande desiderio di far ciak e nell'autonomia scolastica ci credevamo molto in quel momento fumo il fumo uno dei primissimi city comprensivi e quindi creare quella possibilità di un curricolo verticale seguire il bambino dai 3 ai 13 anni ci sembra una cosa quindi creare questo curricolo verticale per la formazione del bambino integrale dicevamo all'epoca fu un'esperienza veramente meravigliosa si curava anche sono stati molto formativi e di cambiamento i due anni di preparazione e di di conseguimento dell'abilitazione al ruolo perché sono anni in cui dovetti rivedere tutto quindi proprio come un reset ricominciare da zero e studiare tutta la storia la normativa della scuola e studiare riprendere con ottica anche di fondata sull'esperienza perché comunque venivo da circa dieci anni di insegnamento tutti i pedagogisti tutta la psicologia scolastica sull'occhio anche dell'esperienza quindi fu uno studio diverso da quello semplicemente teorico eppure quelli sono stati anni particolarmente formativi [Musica] queste due esperienze in particolare sono state diciamo che hanno un po dato ha segnato molto dei cambiamenti diciamo importanti sicuramente eri poi un'altra esperienza molto particolare è stata la prima ad hurd il primo lockdown dove la prima sensazione che ebbi il lunedì mattina non poter andare a scuola non pensai non posso andare a scuola non posso uscire così ma cosa penseranno i miei piccoli alunni in quel periodo lavoravo anche sulla scuola dell'infanzia con un progetto particolare di religioni in inglese e pensare cosa penseranno questi bambini che siamo tutti spariti è sparito quello che c'era fino a ieri cosa penserà e quindi cominciamo a pensare a come contattarli e cominciamo a pensare a questa la possibilità di fare dei video di sostegno di supporto ma anche di leggerezza nodi però chiari autentici su quello che stava accadendo in modo che loro potessero sapere che eravamo ancora tutti vivi che stanno tutti bene che come loro stavano nelle nostre case che potevano però contattarci in qualche modo è sapere anche cosa sta accadendo fuori perché non potevamo andare a scuola queste tre sono le esperienze più forti in assoluto ora vorrei sapere la sua famiglia d'origine il suo coniuge come che modo vivono la sua scelta professionale allora la mia famiglia di origine con soddisfazione perché una famiglia dove quando io fin il liceo volevo iscrivermi a psicologia e all'epoca non c'era napoli c'era soltanto a padova ea roma e mi ricordo che mi pare disse l'unica facoltà che non c'è a napoli tu hai scelto quella era l'unica figlia femmina la prima è quindi diciamo da qualche parte fui mandato a scegliere una cosa più vicino casa è più semplice insomma più semplice da fare che non mi allontanasse dal nido famiglia e [Musica] diciamo che loro propendevano per che io facessi l'insegnante no anche il fatto che fosse diventata giornalista per loro era sicuramente è un motivo di orgoglio ma era anche una preoccupazione perché chissà poi cosa mi avrebbe portato dove mi avrebbe portato la vita dovesse fare l'insegnante non può rassicurante no ed era nella loro mentalità rassicurante anche rispetto a un mio futuro eventuale da da moglie la madre e quindi con grande orgoglio quando poi insomma ho assunto anche vari incarichi nella scuola ancora di più sono stati orgogliosi di me nella mia famiglia attuale io sono molto presa presa in giro perché poiché mi forma molto mi preparo molto le elezioni e lavoro molto per i miei alunni eccetera e ho fatto una scelta di part time alcuni anni fa per il diverse motivazioni i mici mio marito di colmarlo ha scelto e portare per lavorare il doppio e essere variata la metà però insomma loro come dire lo dicono scherzavo insomma maniera unica però credo che siano sereni nel vedermi comunque fare un lavoro che mi piace che mi riesce che anche quando sono nervosa non sono mai nervoso per il lavoro insieme per quello che comporta il lavoro dell'insegnante al di fuori dell'aula cerchi gli aspetti burocratici che sono diventati sempre più onerosi ok il un po anche forse la la cui dire la la struttura piramidale della scuola no per cui non sempre poi ci si riferisce a persone veramente competenti perché poi nel tempo si ci si accorge che è vincere un concorso sia esso per 800 per dirigente non è segno di essere capace di farlo e quindi magari ci si scontra anche con somma con con questo dunque quali sono i cambiamenti legislativi anno hanno mutato hanno cambiato il suo modo di insegnare allora sicuramente quello dell'autonomia scolastica dpr 275 99 sicuramente perché ci diede la possibilità di una scuola della progettualità quindi di personalizzare in situazione in contesto l'insegnamento che era diciamo fino a quel momento era un po più meno calato in situazione quindi quel dpr quell'autonomia ci ha consentito una personalizzazione di percorsi didattici sui territori e sulle scuole veramente notevole da questo dpr sono scaturite diciamo delle brutture nel tempo no per cui si è andata a finire a progetti e progettini verdetto per tutti la scuola di nella specie di macchina da lavoro per cui si è rischiato di perdere di vista l'alunno per portare avanti progetti a volte però poi lo fossimo è stato sicuramente un una legge che diciamo comunque ha apportato anche delle migliori e un momento buio momento buio da cui poi avessero scaturiti moltissimi altri e sarà sicuramente la riforma gelmini per diversi motivi uno perché diciamo autorizzato l'anticipo scolastico che esiste da sempre di fatto nei primi ne esistevano comunque eccetera legalizzarle ha messo in campo molte cose però molte difficoltà ci troviamo spesso classi di tanti e tali anticipatari che si creano dei gap formativi notevoli perché sono ci si accorge che sono bambini piccoli ma il genitore anche se l'insegnante la scuola dell'infanzia dato parere contrario ci tiene perfino anticipi e poi si è creato l'anticipo dell'altro cirkus cene a volte ci crede troviamo in seconda bambini che ancora devono compiere 5 anni quindi insomma veramente cose che non sanno nel cinema in te che te ne accorgi sulla maturità a lungo termine sulla maturità in classe poi sulla maturità a lungo termine questi bambini da qualche parte dovranno recuperare quello che hanno perso non quello che hanno avuto in più perché l'ha letto scrittura è anche un apprendimento meccanico non si può insegnare anche un bambino di un anno e mezzo ma non è quello che farà di quel bambino una persona o un adulto una persona competente è un adulto consapevole quindi non è fatto meccanico far capire però ai genitori in primis quello che dovrebbero capire anche le istituzioni e soprattutto che c'è un percorso importante che la scuola d'infanzia un senso e non è un baby parking è una cosa molto molto complessa dalla legge gelmini poi è venuto pure fuori il maestro unico demolendo completamente la riforma degli anni 80 90 degli anni 90 credo se ricordo bene per cui c'era stata una tonalità dei docenti che rappresenta molto perché rappresenta rappresentato una specializzazione dei docenti perché nel tempo all'interno dei cosiddetti moduli i docenti siano più o meno specializzati chi nelle discipline scientifiche che viene discipline umanistiche quindi letterarie e poi la pluralità degli interventi degli adulti garantiva anche al bambino una pluralità di vedute [Musica] perché le figure uniche i bambini più o meno ce le hanno nel senso che c'è il nonno la nonna la mamma il papà il fratello la sorella cioè le figure unica e di riferimento ma la scuola rappresenta l'ingresso in società quindi avere la pluralità dei riferimenti è importantissimo e quello la gemini la demolito dalla gelmini in poi è stata una discesa impietosa di di forme fino alla 107 alla scuola buona e compagnia cantante che hanno demolito una serie di cosa e preziosissime abbiamo cercato di [Musica] americanizzare o e organizzare una scuola dalla scuola italiana che funzionava molto bene nei contenuti con persone particolarmente preparate abbiamo cercato di trasformarla in altro senza dare gli strumenti e senza avere gli spazi e le economie per farlo quindi diciamo è stato una discesa sale poi alla politica perché ci hanno destra sinistra ce l'hanno messa tutta per rovinare con ok e infine l'ultima domanda è appunto vorrei vorrei sapere quali competenze lei crede siano fondamentali siano necessarie per diventare un'insegnante allora io dico sempre lo dico a volte scherzando ma non credo che sia così in realtà non è per nulla uno scherzo che prima ancora delle competenze disciplinare disciplinari un insegnante deve avere competenze psicologia deve essere tutto dovrebbe essere sottoposta al vaglio di essere equilibrato e sano dal punto di vista psicologico perché spesso assistiamo anche a questo insomma disastri provenienti da disagi personali che insomma si fanno rivivere nelle classi e poi deve avere competenze in questo senso cioè saper avvicinare un bambino considerarlo persona e fare in modo che ogni bambino in una classe di 23 25 alunni possa sbocciare secondo se stesso non temere di essere se stesso e non da come dire non dover non doversi uniformare a quello che gli viene detto per forza sviluppare il pensiero critico personale è una cosa molto molto complicata bisogna avere competenze specifiche che conta non si possono acquisire ma che sarebbe bene avere almeno gli strumenti iniziali per poter entrare una classe che sia un bambino che sia un ragazzo perché poi sugli adolescenti si possano fare tantissimi danni ancora sui bambini di più ma sugli adolescenti anche quindi competenze non può dire che non siano da libero.it o ci dovrebbero essere molto molto di più molto più lunghi e molto piu accompagnati ok va benissimo allora io interrompo la registrazione grazie grazie a lei

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L’intervista, della durata di 30:46 minuti (link: https://www.youtube.com/watch?v=yGn7popafHw), ripercorre la traiettoria professionale di Paola Sergio. Nata a Napoli nel 1966, è attualmente insegnante di religione nel circolo didattico del quartiere Chiaia, nel capoluogo campano. Ha esordito nel mondo dell’insegnamento nel settembre 1993, come insegnante di religione nelle scuole elementari e materne; è entrata di ruolo nel 2003, dopo aver vinto il concorso ordinario. A questo proposito, Sergio racconta di esser rimasta subito affascinata dal mondo scolastico: «fui proprio fulminata dal lavoro dal contatto con i bambini» (m. 3.30). Figlia di un direttore di banca, dopo gli studi classici si è laureata in Lettere presso “L’Orientale” di Napoli; poco dopo, stimolata da un corso per operatori pastorali che aveva frequentato su consiglio del prete della sua parrocchia, si è iscritta all’Istituto di studi teologici conseguendo il Diploma di Magistero in Teologia, che corrisponde a un’attuale Laurea triennale.

Per quanto riguarda il periodo di pre-ruolo, durato dieci anni, Sergio ha sempre ottenuto incarichi annuali, che l’hanno condotta in numerose scuole della provincia e dei quartieri più popolari, soprattutto nella zona dei Tribunali e dei Quartieri Spagnoli. Era tuttavia assente la preoccupazione per il futuro e per la mancanza di stabilità data da un contratto a tempo indeterminato, «perché forse ero giovane non avevo un'idea che diciamo questa stabilità lavorativa fosse necessaria per la realizzazione di me» (m. 4.46 e ss). Lo studio per il concorso, che la impegnò per due anni, fu l’occasione per rileggere, alla luce dell’esperienza maturata, i concetti più importanti della pedagogia e della legislazione scolastica.

L’intervista si sofferma sulla formazione e sulle strategie didattiche adottate. Sergio, che in anni recenti ha conseguito un diploma di counseling presso una scuola di psicoterapia a indirizzo gestaltico (Harman 1996), afferma di utilizzare queste strategie anche a scuola. Sostiene di aver sempre cercato di adottare una didattica laboratoriale, cooperativa e attiva (Cottini 2018), Quest’obiettivo fu raggiunto soprattutto verso la fine degli anni Novanta, quando insegnava in una delle tre scuole scelte per portare avanti, in forma sperimentale, l’innovazione degli istituti comprensivi e del DPR 275/1999 sull’autonomia scolastica: scelta come membro di un gruppo di lavoro, collaborò alla stesura di un curriculo verticale per la formazione del bambino dai tre ai quattordici anni che ricorda come estremamente stimolante (Galfré 2018, Santamaita 2021). «fu un'esperienza esaltante lavoravamo tantissime ore al giorno ma con grande desiderio di farcela e nell'autonomia scolastica ci credevamo molto in quel momento», afferma a questo proposito dal m. 16.32 e ss.

Negativo invece il giudizio sulla L. 168/2009 o “riforma Gelmini”, da Sergio tacciata come il primo atto di un processo che ha condotto la politica a distruggere il sistema scolastico. Due soprattutto le criticità: la legalizzazione dell’anticipo scolastico, che ha condotto sui banchi delle scuole elementari troppi bambini di cinque anni, non ancora dotati di tutti quei prerequisiti necessari per l’apprendimento della letto-scrittura; e il ripristino della figura del maestro unico, che è andata a distruggere non solo la specializzazione degli insegnanti raggiunta con la riforma dei moduli, la n. 140/1990, ma anche la possibilità, per il bambino, di giovarsi di una pluralità di vedute diverse sul mondo: «la scuola rappresenta l'ingresso in società quindi avere la pluralità dei riferimenti è importantissimo e quello la Gelmini l’ha demolito», afferma infatti al m. 27.12 (Santamaita 2021).

Nella conclusione dell’intervista, Sergio auspica l’introduzione, nella selezione del personale docente, di colloqui attitudinali, che consentano di assumere solo persone psicologicamente equilibrate.

Fonti

Fonti bibliografiche:

L. Cottini, Didattica speciale e inclusione scolastica, Bologna, il Mulino, 2017.

M. Galfrè, Tutti a scuola! L'istruzione nell'Italia del Novecento, Roma, Carocci, 2017.

R. Harman, La psicoterapia della Gestalt. Intervistando i maestri, Roma, Sovera, 1996.

S. Santamaita, Storia della scuola. Dalla scuola al sistema formativo, Milano, Pearson, 2019

 

Fonti normative

Legge 5 giugno 1990, n. 148, Riforma dell’ordinamento della scuola elementare (GU Serie Generale n. 138 del 15-06-1990), permalink: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1990/06/15/090G0183/sg

Decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell'art. 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59 (GU Serie Generale n. 186 del 10-08-1999), permalink: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1999/08/10/099G0339/sg

Legge 30 Ottobre 2008, n. 169, Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università (GU Serie Generale n. 256 del 31-10-2008), permalink: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2008/10/31/008G0198/sg

 

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