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La scuola fatta di lezioni e la scuola fatta di persone vive. Memorie d'infanzia

Editore:
Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze
Luogo di pubblicazione:
Via Laura, n. 48, 50121, Firenze (Italia)
Codice ISSN:
2785-440X
Autore della scheda:
DOI:
10.53221/528
Scheda compilata da:
Chiara Martinelli
Pubblicato il:
26/10/2021
Nome e cognome dell'intervistatore:
Michael Bianchini
Nome e cognome dell'intervistato:
don Virginio Ciavardini
Anno di nascita dell'intervistato:
1943
Categoria dell'intervistato:
Studente
Livello scolastico:
Scuola primaria
Data di registrazione dell'intervista:
21 aprile 2021
Regione:
Lazio

Indicizzazione e descrizione semantica

Identificatori cronologici:
1950s

[Musica] buongiorno a tutti sono michael bianchini oggi è martedì 21 aprile 2020 e sto facendo un intervista per far emergere i ricordi di infanzia legati alla scuola degli studenti di ieri e sono qui con don virginio con virginio diceva cose sì io sono nato a guarcino il 10 di luglio del 1943 la mattina mio padre è uscito quando dopo che sono nato a casa e gli alleati erano sbarcati in sicilia e quindi ci troviamo già in un momento molto difficile perché arrivavano le fortezze volanti fortunatamente noi stavamo sotto le montagne di 2000 metri in modo che gli aerei devono passare molto in alto invece venivano giù soltanto i picchiatelli ogni tanto a mitragliare fortunatamente non sapevano che noi eravamo il fronte di smistamento dei tedeschi per montecassino quindi la mia fanciullezza è stata molto torturata e sono stato battezzato dopo una settimana e siamo partiti per la montagna ma noi ci siamo formati fermati lungo il fiume perché altrimenti non avevamo in montagna degli appoggi non avevamo niente mentre andavamo lungo la strada noi non avevamo né orti né niente perché siamo eravamo una popolazione di montagna avevamo specialmente partigianato mio padre che era falegname per strada non sapeva proprio che pesci prendere perché è l'unica cosa che poteva fare era una piccola casetta vicino al fiume e ma non avevamo niente viveri che e allora diceva se io trovassi e qualcuno che mi desse un po di farina riuscirei forse a rendere il mio anello realtà dopo che una donna dispose dietro una contadina ci chiede quando poca farina per l'anello d'oro di mia madre che era molto più grande e quindi ecco questa la situazione della nascita e quindi anche la situazione un po per la difficoltà di crescere mia madre alla da lame alla tav amia e mia cugina perché la mamma stava male e non poteva proprio andare avanti 15 3 siamo trovati con una fama e norme con difficoltà enormi e questa è stata un po la prima parte della vita e quindi adesso forse parliamo della scuola vero sì però è in famiglia quindi eravate tutto padre con apre poi già erano già era nato un mio fratello più grande eravamo in due dopo addirittura del terremoto o 5 dopo sei quindi sia una bella famiglia ok allora sì adesso passiamo alla scuola è innanzitutto ti chiedo se hai fatto solo le elementari o se hai poi fatto anche sì l'ho fatto certamente url e medie hanno tutte le auto per fare 18 anni di studi e allora la scuola nel tuo paesino come la raggiungere all io stavo già dentro il paese le scuole stavano dentro i paesi non edificio molto antico addirittura erano dificio del 1200 forse ancora più emotivo perché era la torre del paese la torre più alta del paese che prese a guarcino che chiudeva il passo per la via principale che portava prima su bianco da roma è la via più corta per arrivare a roma era la nostra ma bisognava attraversarla in una epoca ci sono stati tanti briganti si raccontavano 120 dunque le montagne quindi era una via abbastanza difficile da fare ma era la più corta e chi poteva tentare 30 va quindi la raggiungere a piedi si si era molto facile soltanto quanto era freddo e tirava vento noi vestivamo con il più le azzurro comunque il fiocchetto né grosso bianco enorme e allora quando tira ma molto vento si incanalava dunque vicoli noi abitavamo in un paese fatto il tuo di scale in 120 scalini per arrivare a scuola e da quel dal vicolo da quel vicolo tirava talmente tanto vento che noi ci lasciavamo trasportare dal vento freddo le braccia e la scuola era che questo tipo di divertimento prima scena prima di entrare in classe è arrivata scuola la giornata scolastica come organizzare ma alla nostra giornata scolastica che era molto semplice una volta noi pregavamo perché le preghiere lo dicevamo a scuola i nostri maestri erano molto a contatto anche con la fede e quindi era un altro tipo di visione delle cose quindi prima c'era la preghiera o meglio le preghiere dopo ci si metteva seduti avevamo davanti quei banchi fatti di legno e il calamaio con l'inchiostro dentro e c'era e la bidella che era superiore eccessiva esili come importanza anche per noi e avevamo i pennini la penna col pennino e dovevamo faticare parecchio prima di cominciare a scrivere ma è dopo le macchie erano qualcosa di enorme sui quaderni doveva mostrare un po attenti era la la difficoltà grossa che avevamo no e da bambini dopo specialmente la prima elementare era un disastro per questo fatto della penna che lo dicevamo malamente nelle mani meno male a casa avevamo la mamma che riusciva un po aiutarci un po su questa linea e riesce a ricordare anche quanti insegnanti averi ma da lui un insegnante aka unico il maestro maestro che era un assoluto qualcosa che non potevi e se non vedere sempre lui ed ho bisognava certamente avere questa riverenza questo grande amore comunque io ho avuto un maestro che si chiamava curino bona non era del mio paese veniva dalla campagna di alatri dopo addirittura sono stato parroco della sua campagna e quindi l'ho avuto anche dopo come la persona molto affezionata ma lui era però molto aperto nel senso che non esisteva tantissimo noi parlavamo ci lasciava in un modo anche abbastanza spontaneo perché noi parlavamo in dialetto e dialetto era da una parte una grande possibilità per capirci e dopo la cosa importante era che uno non aveva paura perché il maestro parlava la nostra lingua quindi potevamo benissimo con lui colloquiare c'era un colloquio abbastanza forte dopo lui amava molto il canto quindi parte della lezione erano tanti canti che c'erano allora qualcuno anche mezzo fascista e che cosa volevamo fare perché eravamo dopo subito dopo il periodo è anzi era appena caduto il fascismo e quindi noi ci trovammo un po in una scuola un po che doveva marciare avanti e sapevano un po i canti degli alpini tutte queste cose belle che mi piacevano molto noi piaceva molto cantare parte della nostra lezione era fatta di canto facevamo dopo anche i nostri piccoli compiti ma non è che insistevamo molto davvero che certe deficienze sono rimaste fino alla quarta quando abbiamo lasciato questo maestro e ci ha preso invece una maestra che era molto più esigente e allora da lì cominciavamo può vedere quanto era duro parlato in italiano scrive specialmente in italiano perché noi la di e lati erano la stessa cosa non è che l'eti sinico l'armo molto le doppie era un vero disastro perché erano si dice a terra quest'annuncio sari a terra con la erre sola quindi screen rischi si scriveva terra con non è perché come lo sentivamo così parlavano e quindi era un fatto per noi la cosa quasi evidente che bisognava scrivere così e noi doppi erano sempre un disastro perché certo permettevamo dove non ci volevano e non ripetuto così corretto dopo la famosa fu per noi la q tip quadro e la cura di là c è la stessa cosa e quindi figura figura di quanti sbagli in italia ne uscivano fuori e meno male questa maestra alla fine in quinta elementare c attrezzato e quindi ecco la scuola procedeva così facevamo parecchia storia perché la storia che riceva il nostro maestro piaceva anche a noi certo se troviamo molto in difficoltà in italiano e in matematica perché non era facile per noi superare questi ostacoli ma quindi i rapporti prima con il maestro e poi dalla quinta con la maestra erano in forma leaf è molto diversi perchè col maestro ci trovavamo al nostro agio con la maestra era molto sera dopo stavamo in una scuola mista mentre noi e prima avevamo una scuola solo di maschi è cominciato un po nella storia della scuola italiana questo fatto di stare in una scuola mista in quinta elementare abbiamo avuto le ragazze per noi era un po un disagio perché governo abituati a questa maestra loro avevano abituato e noi invece non avevamo questa coscienza anche della severità perché ci dovevamo in difficoltà e la prima un guaio era l'italiano è ok e quindi a parte le lezioni scolastiche normali facevate anche attività extra ticino io facevo la mano a mano che tg3 non è anche sugli altri le gite se le facevamo era qualche gita così noi avevamo delle cose belle allora bisognava rimettere gli alberi perché la guerra distrutti io ricordo anche un episodio molto brutto in prima elementare i tedeschi se n'erano andati quando erano ancora più piccolo e prima di cominciare per le elementari e avevano lasciato avevano fatto saltare le polveri che avevano dentro il paese addirittura è saltata la più bella casa del paese che era addirittura quella del centro che era chiamata laringo perché c'era una terrazza da cui si arringava il popolo e c'era una tradizione che qui la mamma ti bonifacio viii che era del paese e ha annunciato la l'elezione del figlio papà beh questo bel palazzo che aveva bello e trifore delle bifore è un bel palazzo veramente è saltato bravi a perché i tedeschi non avevano tempo di togliere via tutte le bombe che c'erano dentro le armi eccetera hanno fatto esaltare è saltato tutto quanto rivela il palazzo meno male noi stavamo lungo il fiume lungo la montagna certo semplice sentimmo poi gli spari ma non lo sapevamo quello che era successo quando tornammo aggiunto vanno un macello perché anche la stessa strada che portava subiaco l'avevano cercato di buttare tutta giu era caduta su una delle più belle chiese che avevano che era la madonna della neve lo stesso medievale anzi romanica e dopo diventata gotica e quindi ha detto la troviamo tutto rovinato anche le stesse mura e campanile è rovinato e per loro è stato così ma loro non sono stati cattivi con noi anzi mentre stavano in paese sono stati molto bravi io ricordo almeno i miei genitori che noi eravamo due fratelli e due tutte e due biondi c'era un uno di loro che veniva a trovarci e molto probabilmente erano austriaco non un tedesco e entrava accarezzava i nostri capelli piunti e forse aveva due bambini tra le quale a noi e lasciava lì due caramelle ogni giorno e sun andava l'ultima volta che è avvenuto ci ha detto solo due parole perché non sapeva italiana cassino a put cioè ormai non ci sta più niente da fare ed allora non l'abbiamo rivisto più a casa e loro ne insieme con noi si sono comportati molto bene a differenza dopo degli americani perché a lui ci hanno mandato le truppe e coloniali francesi che è stato un vero disastro hanno rovinato tutte le donne che stavano a lungo il cammino perché loro hanno avuto il permesso dal loro generale di dopo non ha fatto scritto figura è stato solo un permesso a voce di fare quello che volevano e dentro una giornata o due e pur che avessero fatto l'assalto dopo il bombardamento di cassino edelmann montecassino per i paesetti la vicini è stata un disastro per le donne l'hanno rovinato e tutte erano che quel corpo di esercito francese che veniva dalla le colonie e quindi era terribile per questo fatto che ma i tedeschi invece sono stati diversi anzi noi all anno per nostra arciprete che lui abitava sopra la casa e sotto comando tedesco quindi lui riusciva anche a calmare alcune cose che erano successe il guaio grosso quando tornammo il paese e tutte se struttura erano saltate per aria perché loro avevano fretta ad andare via anche perché uno dei partigiani e che era uno di quelli che stavano ne sono stati sotto un sottomarino non so quanti giorni e susciti attraverso gli oblò dei dei lanciamissili sono tornati a galla attraverso questo metodo abbastanza duro e stava con una mitragliatrice sul campanile tenuto l'esercito americano per tre giorni fuori dal paese soltanto lui non a me entrare gli avvisi a comparire tanto è vero che la gente dalla gli americani ma camminare tanto livia castore che sta che farete ma scuola di questi argomenti della serie in questa cosa non questa scuola era la panne e il palo di ogni giorno perché il maestro chi gli dava un po a dire quello che sapevamo e quindi riuscivano fuori tutte queste cose è stato veramente anche un bel modo per far amicizia tra noi e noi della fino alla quarta elementare gli amici più grandi li abbiamo trovati lì e che non ci stava per esempio e riccardo con cui sto molto legato gigino che dopo è partito con quando sono andato via pure io e missionario è stato missionario e ancora quindi adesso al colluso rimasta ancora allegato un gruppo di 120 ragazzi e la notte va in cerca di un po di mangiare perché non si mangia lì e si vive con la narrazione di simbolo un bicchiere di riso al giorno e quello che loro chiamano le banane fritte che sono realtà non si può molto così perché la terra non la possono coltivare più è veramente un momento grosso e c'è stato della grossa amicizia tra noi infatti tutti i miei compagni di scuola pena ci incontriamo qualche volta all'estate veramente per una festa sei ancora in contatto con morisco molto di loro ancora incontrato ma ci vogliamo bene veramente come i fratelli perché siamo siamo rimasti molto legali questa è la differenza e certe volte la scuola fatta tutta di fi e di lezioni nella scuola fatta invece di persone vive che cercano un po di vivere un po le cose ed anche più belle tra loro per esempio in terza elementare sono riuscito a fare una sveglia di legno ma fatta con compensato o io ho imparato addirittura a costruire delle cose che compensato inchiodando confessato tra loro ce ne vuole molto per fare presente annuncio è compensato e allora ho visto mio quadro è che in falegnameria quando doveva piegare le cose mi metteva in acqua e controverso il compensato l'ho applicato fino a diventare addirittura non tondo e così ho fatto una sveglia perché maestro parlava delle ore e allora attraverso questo mezzo di questa sveglia lui sì ha spiegato un po le diverse ore della giornata è rimasto molto contento di questo oggetto poi man mano che affronta vari argomenti diversi tipo adesso questo delle ore eccetera i metodi per valutare se avevate appreso o meno quali erano tipo compiti in classe sì anche qualche compitino ma non eccessivamente perché non è che potevamo fare molto comunque anche perché noi avevamo il sussidiario che quello certamente lo dava la scuola e dopo non avevamo molto mezzi dopo il nostro libro per esempio il libro di geografia ma dove sta un po di geografia era tutto scritto non c'era una figura niente era qualcosa di tremendo anche la storia stessa no ha perfino la religione che facevamo le immagini erano proprio qualcosa di straordinario perché non le mettevano costavano soldi fare qualcosa specialmente allora e fotografia eccetera quindi ci trovavamo per esempio la geografia per noi è passata proprio come qualcosa l'acqua fresca sopra la testa perché non sapeva un certo qualche cartina che stava dentro la classe non la cartina per l'italia almeno quella si salvava ma tutto il resto per noi erano cose che dovevo andare a memoria la memoria poteva reggere su qualche poesia ma non reggeva di strettamente se quello che poteva essere la lean geografia per la storia maestra un po più buono perché ci raccontava allora i racconti sai i ragazzi erano sempre a cosa viva questa era un po la situazione un po della scuola di una volta e d'altronde era così non avevamo tanti mezzi ha tante possibilità e tanto più che la nostra cartella era una cartella un po di cartone e dentro ci mettevamo l'essenziale minor parte di noi aveva colori o penne che potevano in qualche modo scrivere anzi era anche difficile con la nostra penna il pennino certe volte si rovinavano sapevamo come fare non ce n'erano tanti ci troviamo certo oltre in difficoltà anche con queste borse lo facevamo un po di più la matita ma la matita non avevamo neanche il tempo era una di rigenera uno per tutti e andavamo avanti insomma come pure ma per noi questo erano post secondaria per tema la parte del societario anche altro materiale didattico lo dava la scuola ma no non avevamo molto non avevamo neanche la possibilità di vedere gli animali no come adesso i ragazzi hanno invece tante possibilità vediamo noi conoscevamo anche eccolo anche line di pranzo degli animali che le del erbe dopo non ci trovammo o quasi in montagna io ho visto la prima spicola spiga di grano alle medie ad allacci e avvio africa di rado dal fronte cioè bisognava tutto immaginarselo disegnarlo pure vedere da qualche disegno come hanno fatto le cose ma era veramente una una corsa trovare qualcosa vedere e dopo non c'erano ancora giornalini e c'ero perché costavano non potevamo comprarli insomma soltanto quando siamo cresciuti allora verso la quarta quinta c'era qualcosa in giro un po di più potevamo vedere osservare ma l'inizio della scuola ricordo un prodotto episodio che stavo dicendo ma dopo che nel suo dimenticato che potete fare quando hanno buttato via tutte le armi tedeschino morte non lasciate lungo il fiume e noi avevamo due fiumi ringraziando di una destra del paese pur a sinistra per paese il cosa è il macero zza e nel macero sa che era la poca acqua si trovavano tante armi da parte dei tedeschi e anche lungo tutta la strada che portava verso su bianco e mi ricordo noi stavamo tutti in rim alimentare l'unico ricordo vivo della prima aumentare se sentivo scoppio enorme di una bomba e morirono due ragazzi di 12 anni che andavano invece di andare a scuola hanno finito un po la scuola non ricordo si portavano finito andavano a ricercare un po tutte queste speso meglio queste bombe grandi che erano di ottone o di bronzo e studiavano prima la spoletta con un grande pericolo dopo le disarmavano e i bossoli si vendevano questi bei bossoli grandi no e purtroppo li hanno sbagliato e su una cosa tremenda perché a scuola sera andammo tutti verso la finestra che meno male le finestre nostre erano tutte in terreno di modo che non la maestra avuto il massimo la maestra rimasi molto preso e non sapevamo proprio come fare erano morti questi due giovani è stato veramente un anzi grazie a rossano nel paese questo è il ricordo della prima elementare che era il 49 49 50 di modo che a un certo punto fu la cosa più brutta che dopo vedremo la il pianto dei genitori ai funerali una vostra mente bene e tornando prima stavamo affrontando l'argomento delle valutazioni il voto finale la pagella come erano ecco io so le pagelle qui il maestro era molto buono come vi dicevo no per esempio ha messo revisione 7 dopo ci ha ripensato dopo messo 888 educazione morale 9999 cosa sia bene e chi lo fa così avvenne la famiglia ma il dopo io stavo in genere sta molto attento no perché sai mamma mi sgridava spesso mi diceva che scuola bisognava stare attenti la lingua italiano addirittura queste 788 ma la crisi aritmetica 6 ma vedi che c'è io non ero una persona che mi piaceva molto 88 dopo ma guarda che roba è così la valutazione dopo la pagella c'e la dava molta solo indicarlo è stata dobbiamo portare a casa dovevano firmare i genitori per noi era un orgoglio portare la pagella a casa se invece vedete quella della quinta elementare [Musica] è un pianto dove sta ha vinto elementare poi a ramallah credevo pareggio religione 6 7 7 7 dopo comincia sotto per esempio aritmetica 5 e per 66 66 lingua italiana 66 66 agli esami 47 seduto ridare gli esami auto iii ha messo un 6 la maestra ha dato agli esami d'ammissione alle medie ma le cose sono andate meglio ma fortunatamente sua maestra ha insistito un po perché sennò l'italiano era solo un'opinione ma per quanto tipo riguarda le comunicazioni oppure appunto la consegna dei voti c'erano dei colloqui insegnante genitori sì sì sì quello che lo facevano a posto sì questa è infatti la cartella e dopo la bisognava che riportasse dei genitori ma in paese il maestro parlava con i genitori cioè non è come succede una scuola anonima no era una scuola a casa lecce però penso che dopo il maestro era uno che mio padre alla caporale non era maestro di morale e aveva una banda verdure quindi la banda musicale quindi dopo era da 17 anni l'organista della chiesa quando aveva 17 anni perché morì l'organista anziano l'unico lui la sera partiva dopo dopo che avevano chiuso la il lavoro quindi quando era già scuro partiva indaga paese vicino a fare per pianoforte quindi era l'unico 17 anni di tutto il paese che sapeva solare è morto il maestro di musica il maestro d'organo è andato lui e ha suonato l'organo fino a 90 anni e quindi da 17 anni fino a 90 anni e sono dolori e ha suonato sempre a tutte le messe e se la la domenica c'erano tre messe suonava tutte e tre le messe e quindi avere una persona le suonavano a suonava all'inizio gli davano qualcosa perché c'era una specie di canonicato per chi suonava l'organo quindi qualche soldo lo rimedia dopo suonato sempre grati perché era una persona molto cristiane a e quello che è ancora di più lui insegnava a cantare e cioè doveva cantare tutto il popolo tuo padre insegnava padre si e di modo che adesso nel paese ringraziando dio nonostante che lui è morto da dieci anni più paese canta tutto durante due le stia perché c'è una tradizione di canto centrafrica ma che tornando alla scuola quando portavi eventualmente comunicazioni positive oppure negative come raffrontata la cosa ma vincere col maestro serra molto più tranquilli perché il maestro conosceva dopo lui informavano informavo a casa con la maestra più difficile anche sarà mai stato in forma va pure lei non era più difficile il colloquio ma i maestri nostri se dovevo usare un po la faccia dura anche qualche bello schiaffo ce lo davano volentieri e non è che l hanno paura come oggi c'è sta storia mio padre mi ricorda sempre il cui racconto e divertenti ha già avuto il maestro della sua classe che di roba chiama il papà di un bambino ed appena arriva il papa fa subito dal bambino comincia a tirare schiaffi girarono di ferro di ho fatto un compito bellissimo perché priva la sensazione passionali genitori era passarli a a braccio secolare [Risate] così era ma da noi sul genero che il maestro aveva anche in afa portata genitori cioè anche qualche schiaffo qualche morta e noi se andavamo a casa dc davanti schiaffi la navata mamma perché avevamo fatto qualcosa che pensavamo zitti essi stessi sempre giuseppe baresi ma è sempre riguarda la scuola giusto per contestualizzare un pochino quella che era la sua giornata loro gatti ricordi l'organizzazione degli spazi l'aula se c'era magari crocefisso sì ma così visto sicuramente oltre il crocifisso anche la madonna non risparmiavamo niente per niente anzi io devo dire una cosa che sembrerà forse a chi non sa io la mia vocazione al sacerdozio l'ho avuto in terza aumentata cioè c'era c'è stato questo un episodio molto bello della scuola il maestro siccome non avevano mai i poveretti aveva calendario allora un giorno è cosa fatta ho deciso di cercare tutti i santi secondo il nome del bambino e darci giorno in cui erano mastico nostro no e non non ha trovato il mio perché virginio è talmente tanto difficile ma detto bene qua bisogna ri di menti santo 2 queste parole mi hanno talmente colpito che ho detto qual è la mia strada per la santità io ho pensato subito al sacerdozio sale per un ricordo io andavo sempre da mia zia perché siccome sapevo che pure papa sapeva che di italiano non andava molto bene e ci aveva una zia che mi faceva fare i compiti lo diede una volta il tema che cosa farò da grande e già istituto quello che volevo fare preciso tutto scritto non ho fatto mai marcia indietro è nonostante le difficoltà che uno ha da grande e non fatto mai marcia indietro su questo fatto perché era veramente qualcosa che non aveva pensato anche perché io facevo il chierichetto già dalla da tre anni quando avevo tre anni tant'è vero che dicevano dal mio paese le bambine facevano degli arrighetti era uno scandalo in una volta perché noi mamma avevamo dei bei boccoli e dopo ci lasciava tutti allora all'altare quando veniva a qualche persona estranea ma le bambine servono una porta o riguarda la scuola ecco questo posso dire veramente questo maestro e mi ricordo questo stato oppure al cinquantenario del quando lui dopo è uscito un po esse fatto una festa sono stato da adulto li ho raccontato ste cose il maestro ha messo a piangere questa piangere perchè vedeva che certe parole dette così forse senza una grande forza incidono sui bambini lì bisognerà forse essere alcune volte un po delle persone che propongono i bambini hanno una capacità di ascolto che forse i grandi non hanno più è finita la giornata scolastica invece tornato a casa la tua giornata tipo qual'era alba è tornata a casa la prima cosa è un dare dalla la bottega di mio padre un valore di amelia ma un po qualche volta aveva bisogno di aiuto ma sai uno poteva fare ben poco mi ricordo che però non potevo prendere il chiodi nuovi dovrebbe lacalamita e mezzo a tutti i trucioli ritrovare i co di vecchi via attrezzarli perfettamente perché trapassare compensato e quindi erano a una scuola anche quella la scuola vera e non imparato tante cose da papà perché l'infortunio maria se non parlano di cose sa perché innanzitutto a quell'epoca non c'era neanche la possibilità della della macchina elettrica del salvarsi faceva tutto a mano e allora uno dovevano imparare vedere come si faceva pure la coda di rondine effetto di in casa con la region deneuve era difficilissimo ma bisogna in qualche modo e capirlo infatti ecco perché sono riuscito a fare subito quella della sveglia di legno e che uno aveva una certa parte dopo mi piaceva molto giocare e come qualsiasi ora vanno a liz ammazza con due bastoni in a1 si tirava lontano e dopo si faceva saltare lo è si in effetti qualche lontano sono andamenti per l'altro era quello l'anas contino che era cosa campana e dopo sarà tutto un gioco in cui bisognava saltare sulla groppa dell'altro no salta la salta cavallo si è tutti questi giochi è una cosa ancora più straordinaria quella era giocare a bottoni non avevamo niente per i battelli o roba del genere ci giocavamo i bottoni e se bottone cadeva sull'altro come devi prendere avevo luigino o una volta ma spilli kato ha vinto tutti quanti bottoni di caldi mamma e che che c'aveva prime tele ai diversi vestitino e dopo dovetti andare a far lievitare a caso ma la mamma fortunatamente ci siamo al nome di un povero figlio che si battono il barca base al reddito molto basse mi ricordo pure posto dove ha vinto 7 e sai per rivali impresso e altri giochi dopo i compiti i compiti era la mamma che insisteva nuovi compiti e conservazione novani anche perché il nostro maestro non ce ne dava darci sapeva che avevamo delle cose totale dopo la maggior parte di noi era impegnato ad aiutare i genitori chi nei campi che con le bestie e c'era e quindi eni e non non poteva resistere molto da fare i compiti di casa e quello che faceva a scuola già secondo lui sufficiente dal fronte la gente a quell'epoca lavoravano tutti i bambini anche cioè aiutavano a casa questa la cosa importante dopo almeno la mamma bisogna aiutarla perché noi già eravamo diventati tre dopo 45 che bisogna aiutare la mamma perché ma dovrà fare tanto anche tenere i bambini quali grosso che e tarcisio è nato che pensava già quasi 7 kg alla nascita quanto quelle vecchie bracci che se 98 e tirava 4 zumba dalle fasce e lo ritrovava due task aula perché non riusciva a reggere lo perchè pesava troppo perché arrivare a 10 kg ho avuto niente pagamento e allora la mamma doveva arrivare e quindi avevamo anche l'impegno perché erano impegno grosso anche questo può aiutare a casa non stiamo nell'ambiente di oggi in cui i figli sono pochi e dopo tutti viziati noi dovevamo aiutare ma lo facevamo con amore anche se certe volte ci si stancavano è proseguito amanda biliare l'acqua con la conca latina però che hanno latina c'era lì sotto casa l'acqua dicevamo quei due fiumi quindi upper abbondante usciva sempre e sempre senza non c'erano interruttori dall'acqua era sempre correva center freddissima quando avevamo d'inverno andava pil all acqua questa benedetta conca e mio fratello era più alto di me perché a due anni più di me quando mettevamo latina per terra dopo doha mobiliare al 32 lui era più alto appena al alzava tutta l'acqua fredda ma era quasi a zero gradi è perché era proprio l'acqua che usciva quasi dalla sorgente non andava tutto sulle gambe che noi portavamo i calzoni corti perché si possono portare i calzoni corti solo da parte degli adulti anche in inverno lo portavamo sanificazione dei volti e anche perché era più facile mi sembra che è importante porre non so che lui ci passavamo investiti l'un l'altro è che poi insieme tutti i maschi infatti si eravamo cinque maschi allora tutta la bulgaria devono lasciava armato in africa america dall'altro certe volte bisogna va un po accorciarla mamma forse aveva anche poco tempo quindi si ribaltava muova una notte senza stare a fare tante storie e quindi ecco questa è una cosa pure che è buona perché a un certo punto noi non ci avevamo nessuna storia non facevamo le sue storie perché la moda è venuta dopo eravamo qualche vestito per la festa per la festa si è appena uscivamo dopo per la passeggiata perché la domenica dopo se usciva tutti noi 5 dopo 6 schierati tutti avanti a mamma papà e loro dietro a braccetto lungo tutta la via del paese questa era un rito che si presterà cioè durante la settimana poi i compiti quando li facevi o facevate perché comunque sì ma io da un pò la mamma si macera tv un posto particolare nella casa l'amara bustina era il bosco narrativo la cucina si facevano il corpo maniera casa tua casa mia ancora esere si sta adesso ce l'ho io addirittura non so come come disfarmene per chi ha bisogno non averla non è facile e la prima parte era del 1200 e con un arco gotico franco gotico e che era il portone di casa ma dopo l'abbiamo turato dopo la guerra deve farci un bagno dopo dall'altra parte serve un'altra casa gotica nel 1500 che hanno fatto adesso di fare un'altra casa siccome quella era la cisterna proprio nel vero senso si chiama cisterna anche come posto il posto del paese si chiama sistema perché era la cisterna della casa di pietro e signore di guarcino e la mamma rai media patrasso che è la mamma di bonifacio tavolo quindi loro signori avevano invece di andare a prendere l'acqua al fiume siccome la nostra era tutta una montagna in dirupo e non c'erano tante case cervo che è stata questa costruzione medievale e tra le due case medievali e c'era una grotta e la grotta l'acqua usciva dalla montagna e quindi è la parola giusta lì era una cisterna d'acqua fresca che hanno fatto nel 1500 e la trottola loro assad a grotta hanno buttato una piatta banda sulla grotta e hanno messo delle travi e siglano seconda casa quindi non ri abitavano questa casa medievale e questa casa del 1500 coni tra lidl mettere dentro la camera mi ancora centrale del 1200 del 1200 e dall'altra parte quindi più fortunati di noi di stare addirittura alla casa di polizia poi in camera è di solo due condividevano rock e power era un figlio per di qua e un figlio verdi la ci davamo della zampa della notte solenni anche prima fan tormentarci avevamo due camerette per noi è la camera per mamma torna dopo la sala non sarà molto grande che addirittura mio padre faceva la brava la prova della banda e noi dormivamo mentre la banda suonava nelle prove della banda faceva intanto noi dormivamo lo corre senza invece il programma della sera solitamente qual'era ma alla sera noi non avevamo niente il radio se l'abbiamo avuta forse in quinta elementare quarta quinta elementare una radio che per noi era una ricchezza sai sentire la radio plus ultra e quindi la sera stavamo attorno al fuoco e si raccontava c'era la nonna di raccontarla e c'era il papà che raccontava pure lui era una cosa molto bella la famiglia serviva un po ritorno e noi pregavamo solo prima di mangiare e invece la sera era un po difficile perché eravamo tutti i piccoli no chi disturba va da una parte disturbarono un'altra e non potevamo dire i rosati come si faceva una volta no perché era un disturbo continua allora si raccontava si raccontava tante cose lo sentite proprio da racconti dopo il mio padre sapeva tante cose lui aveva fatto fino alla alla sesta o la settima non so perché se con l'epoca revoca loro c'era addirittura oltre le elementari si facevano altre due classi studiavano tutto quello che si studia adesso le merci che lo studio è molto meglio perfetta perché non avevano nient'altro e bar dove fare quindi per gli anni in cui eravate era anche troppo presto per avere la televisione si la derisione arrivata dopo quando ormai spesso avevamo le medie ma anche di più ma non a casa andavamo in una casa di un vicino che aveva più possibilità e li vedevamo carosello equestre cose dopo un certo punto carosello era il segno che lo manda via rosselli designato ma questo alle medie più tardi pure al ginasio vareremo rosello seguivate anche altri programmi ma la televisione e alle medie si qualche programma di storia qualche programma noi non l'avevamo in casa quindi non potevamo decidere quindi non era l'adesione da parte nostra ma noi siamo vissuti piuttosto con i racconti i racconti erano le cose più belle e dopo io avevo una schiera di cinque vecchietti e sotto a casa dove stava la bottega di un vecchio falegname che ancora faceva qualcosa ma proprio cose questo vecchio falegname è stato anche operaio di mio padre quindi io potevo benissimo stare lì e li ascoltavo e quelli raccontavano dei briganti idrica di ma le cose e defant assoli di san fran ella sanfrè merla con lui si riaprisse campanella era uno che era morto suicida e allora usciva dalla tomba e veniva a disturbare questi vecchi raccontavano raccontavano e in genere portavano chi una mela ammettevano mezzo alla cogli andati galli l'acqua fredda con un barattolo no barattolo un pezzo di ferro lì sotto alla fontana che aveva acqua fresca loro mettevano una mela chi si metteva dentro una vera chi si metteva vicino un pezzo di formaggio dopo un certo gusto tutti loro mangiano doveva cerando il ricco da proiezioni ma la cosa enorme perché i racconti erano le cose tutte fatte sui briganti su questo san fratello su quanto andavano a pascolare i craxi montagnano tutte cose che i bambini noi e per noi avevano delle storie altro che da divina commedia [Risate] allora con questa dannata gravemente al volto [Musica]

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L’intervista, dalla durata di 55:56 minuti (link: https://www.youtube.com/watch?v=mJHss8vHG8U), riporta le memorie scolastiche e infantili di don Virginio Ciavardini. Nato nel 1943 a Guarcino, un paese montano nei pressi di Frosinone, era figlio di un falegname e secondo di sei figli. Sacerdote, ha frequentato le scuole dalle elementari all’ultimo anno di liceo classico – quindi, presumibilmente, dal 1949 al 1960: l’intervista si incentra tuttavia sul periodo della scuola elementare. 

Il suo periodo scolastico si è svolto negli anni della ricostruzione, segnati, soprattutto nei paesi interni del Centro-Sud, da difficoltà economiche e dalla necessità di fare i conti con i recenti eventi bellici e con l’occupazione tedesca (de Giorgi 2016, 63-78). Sono gli anni in cui armi e mine esplose mutilano o uccidono, come accadde nel paese, quando, nel 1949, due ragazzi di dodici anni cercarono di sminare una bomba inesplosa per toglierne i bossoli e rivenderli: la sua classe di prima elementare, impegnata in una lezione, si scosse al rumore dell’esplosione che uccise sul colpo i due ragazzi. La necessità di contribuire alle necessità della famiglia, anche quando non conduceva a queste tragiche conseguenze, limitava il tempo per lo svolgimento dei compiti: per questo motivo, il maestro che ebbe tra la prima e la quarta elementare non insistette mai con le consegne. 

Le scuole elementari, prossime a casa sua, erano allestite in un edificio storico – la torre del paese, costruita nel Medioevo. Per raggiungerla doveva attraversare una via scalinata: in caso di vento, racconta il videointervistato, era sufficiente aprire le braccia e lasciarsi trasportare dalla corrente per giungere a destinazione. Ebbe due maestri: il primo insegnò loro fino in quarta elementare; successivamente, con la creazione della scuola mista e l’unificazione delle classi maschili e femminili, ebbero una maestra, descritta come più severa e attenta alle norme ortografiche. Delle lezioni ricorda la difficoltà di visualizzare e comprendere le spiegazioni (Galfré 2017, 168-82). I sussidiari erano privi di immagini, e vivendo in un paese di montagna molte delle attività o degli oggetti descritti non erano visibili: lui stesso ebbe occasione di vedere per la prima volta una spiga di grano a undici anni, quando cominciò a frequentare le scuole medie ad Alatri. 

Le memorie più intense sono dedicate al maestro, con cui poi Ciavardini è restato a lungo in contatto: ricordato come una persona aperta, li lasciava parlare in dialetto, senza richiedere da parte loro la conoscenza della lingua italiana. Si focalizzava soprattutto sulle lezioni di storia e (evento piuttosto particolare per la scuola italiana di allora) stimolava gli alunni a raccogliere e condividere le memorie sui recenti eventi bellici. Era stimolata l’attività pratica: a questo proposito ricorda di come in terza elementare, incuriosito da una lezione sull’orologio, ne abbia fabbricato uno con il compensato, portandolo a scuola; qui il maestro, colpito dall’inventiva del ragazzo, lo utilizzò per fare alcuni esempi su come comprendere che ore fossero. Sempre a un intervento del maestro Ciavardini riconduce la sua vocazione sacerdotale. Intento infatti a trovare l’onomastico dei suoi alunni, l’insegnante non riuscì a rintracciare quello del videointervistato: “Beh, bisogna che diventi santo tu” gli disse, innescando il suo interesse verso la carriera religiosa. «Queste parole» prosegue infatti Ciavardini «m’hanno talmente colpito, che ho detto, qual è la mia strada per la santità? Il sacerdozio» (m. 36.58).

Se Ciavardini ammette che questa impostazione risultò problematica per l’apprendimento della matematica e per l’acquisizione della lingua italiana scritta e parlata (entrambe le discipline vennero infatti un po’ neglette a vantaggio della storia), d’altro canto riconosce al maestro di aver creato, in questo modo, una vera “comunità scolastica”, intessuta di rapporti e relazioni ancora vivi a distanza di anni: «Ci vogliamo bene come fratelli, siamo rimasti molto legati. Questa è la differenza tra la scuola fatta tutta di lezioni e la scuola fatta di persone vive, che cercano un po’ di vivere le cose più belle tra loro» (m. 20.22)  L’uso del dialetto, infatti, rassicurava i bambini, stimolandoli a cercare i contatti con i propri pari e con il maestro: «il dialetto era, da una parte, una grande possibilità per capirci e dopo la cosa importante era che uno non aveva paura, perché il maestro parlava la nostra lingua, e potevamo benissimo con lui colloquiare» afferma al m. 8.53. L’arrivo della nuova maestra complicò la situazione, in quanto gli alunni subirono il cambio di impostazione, nonché l’obbligo di parlare in italiano: a quest’ultima insegnante, tuttavia, Ciavardini riconosce il lavoro svolto per correggere i loro errori nell’espressione scritta, tutti condizionati dal dialetto (Galfré 2017, 168-82). 

Nel concludere l’intervista, Ciavardini si sofferma su come, durante la sua infanzia, trascorresse il tempo libero. Benché interessato alla radio, prediligeva, soprattutto, osservare il padre falegname al lavoro (per questo motivo, racconta, era stato capace in terza elementare di fabbricare un orologio di legno) e ascoltare i racconti della nonna e di alcuni anziani che sostavano nei pomeriggi vicino a casa sua: «Noi» afferma al m. 53.36 «siamo vissuti piuttosto coi racconti. I racconti erano le cose più belle»

Fonti

Fonti bibliografiche:

G. Bandini, S. Oliviero, Public History of Education: riflessioni, testimonianze, esperienze, Firenze, Firenze University Press, 2019.

L. Bravi, La televisione educativa in Italia. Un percorso di storia sociale dell'educazione, Roma, Anicia, 2021.

F. De Giorgi, La Repubblica grigia. Cattolici, cittadinanza ed educazione alla democrazia, Brescia, Morcelliana, 2016. 

M. Galfrè, Tutti a scuola! L'istruzione nell'Italia del Novecento, Roma, Carocci, 2017.

S. Oliviero, La scuola media unica: un accidentato iter legislativo, Firenze, CET, 2007.

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