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La scuola "triste". Memorie d'infanzia

Editore:
Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze
Luogo di pubblicazione:
Via Laura, n. 48, 50121, Firenze (Italia)
Codice ISSN:
2785-440X
Autore della scheda:
DOI:
10.53221/745
Scheda compilata da:
Chiara Martinelli
Pubblicato il:
26/10/2021
Nome e cognome dell'intervistatore:
Valentina Vignali
Nome e cognome dell'intervistato:
Roberta Checcacci
Anno di nascita dell'intervistato:
1951
Categoria dell'intervistato:
Studente
Livello scolastico:
Scuola dell'infanzia
Scuola primaria
Scuola secondaria di primo grado
Scuola secondaria di secondo grado
Data di registrazione dell'intervista:
20 maggio 2020
Regione:
Toscana

Indicizzazione e descrizione semantica

Identificatori cronologici:
1950s 1960s

intanto iniziamo con come ti chiami dove sei nata e quando leggiamo che calci roberta sono nata il 21 luglio del 1951 a soci e allora come prima cosa che vorrei chiedere di raccontarmi la tua giornata tipo di quando aveva 10 anni quando avevo 10 anni era il 1961 il pomeriggio per prima cosa bisognava fare i compiti perché era assolutamente imperativo per la mamma e poi poi si usciva le strade di soci non erano ancora sfalsate quindi ci ritrovavamo tutti più o meno nello stesso posto e scorrazzavano per il paese tutto il giorno ci si fermavano cara palline si i marchi giocavano con un su fico di fucili che con gli elastici e così si trascorreva il tempo però sempre tutti igiene e la tua famiglia come come era composta le famiglie a quel tempo erano molto numerose iorio fortunata perché ero stata adottata dagli eccidi e quindi eravamo solo tre buche allora poi iniziando a parlare di scuole allora intanto che che scuola come che scuole fatto allora gli ho frequentato prima la scuola materna sofico la scuola elementare poi la scuola media e poi l'istituto magistrale di era solo di 4 anni però era l'unico istituto che dava un abilitazione all'insegnamento e a scuola in genere ci accompagnava qualcuno oppure andare da sola come funzionano a scuola non ci accompagnava nessuno i ragazzi arrivavano tutti a piedi però è vero anche che in quel periodo le scuole erano anche nelle piccole frazioni proprio perché non esistevano mezzi pubblici nemmeno i pulmini e quindi c'era la scuola soci acam frenato giola marciana farneta quindi ragazzi si spostavano poco e la scuola quando andavi te come come alunna come era strutturalmente come tra ricordi come veniva più o meno organizzata allora a scuola la scuola per quanto riguarda la scuola a soci siamo stati molto fortunati perché già dal 1800 alla fine del 1800 c'era un edificio scolastico come c'era un edificio per l'asilo infantile che se allora si chiamava così creato proprio dalla volontà dell'industria le voci che era il proprietario della fabbrica e con la collaborazione degli operai allora gli operai il sabato quando alcuni giorni in cui non lavoravano andavano al film e al suo marchiano levavano i sassi e con queste pietre hanno costruito gli edifici pubblici non solo costruiremo anche una serie di case che ci sono ancora le fasi operaie che erano le case l'abitazione per gli operai la classe che allora l'aula che dove io mi ricordo di essere stata di più era uno stanzone una stanza grave con tre finestre da una parte che davano sul giardino è una finestra in fondo allora i banchi di quel tempo erano varchi di legno fatti a due avevano una spalliera unica per dure anche il piano 2 e sotto c'era una grande pedana una pedana in cima alla frase c'era la cattedra della maestra è anche quella era sopra una pedana alta così di di 20 30 centimetri da una parte c'era la lavagna e vicino alla lavagna c'era una grande stufa era una stufa di coccio altri elementi potevano essere anche due ma quella era 3 perché l'aula era piuttosto grane non c'era un gran caldo della scuola è successo anche che qualche volta mi ricordo bene che quando il comune non aveva potuto approvvigionare la legna la maestra ci chiedeva di portare nei pressi di legna a scuola quindi la macchina ogni bambino portava un pezzo di legno e o in età da turno ciciri agito senza allora e le maestre era una sola oppure erano più maestri insieme e poi volevo chiederti anche come come era l'approccio che aveva la maestra quando eri a linate insomma con voi alunni la maestra indubbiamente era una maestra unica ma questo è durato per tale l'ania che gli ho fatto dieci anni la maestra unica quindi con tutte le materie la maestra in quei tempi a quel tempo rappresentava l'autorità ed erano autorità riconosciuta sia dai ragazzi ma anche dai genitori l'approccio che aveva la maestra era un approccio indubbiamente molto molto distaccato diciamo perché l'insegnamento era basato soprattutto sull'acquisizione delle tecniche e la memorizzazione delle delle nozioni si scappava poco in classe noi eravamo in 30 me lo ricordo bene e c'erano già ad oltre ripetenti i ripetenti naturalmente non alteravano il numero degli alunni perché tanto rettilario 3 arrivavano ma altresì lasciavano che oltretutto tutti gli anni succedeva così questi ragazzi non posso dire questi ragazzi che venivano bocciati non erano assolutamente bambini poco intelligenti anzi avevano sicuramente un grande bagaglio di esperienze personali sapevano sicuramente costruire bene un avaria quindi avevano anche nozione di di geometria se tu vuoi però non avevano assolutamente non avevano assolutamente i prerequisiti per l'apprendimento della lettura e della scrittura per esempio non avevano una conoscenza spaziale spazio temporale quindi sopra sotto dietro davanti eccetera non avevano presento l'acquisizione del proprio corpo quindi destra e sinistra se tu vuoi e anche queste cose qui ma nemmeno le conoscenze per riconoscere come posso dire però avevano soprattutto questi ragazzi avevano già alle mani a volte già un po come posso dire quasi carinhoso perché si trova 20 in campagna lavorava e poi avevano pertanto da d'anna dalla famiglia detto com'era maschera famiglie verranno ragazzo è per lo più erano bambini che venivano dalla campania allora questi ragazzi non avevano assolutamente nelle loro mani che sapevano fare mille cose non avevano la i movimenti fini della ix che invece erano fondamentali in quel tempo più di ora perché perché già il primo elementare noi non avevamo ancora le penne a sfera quindi dovevamo usare una pena con un pennino il tingerlo nell'inchiostro e scrivere per scrivere con quel pennino la mano doveva essere ferma ma nello stesso tempo leggera non si poteva fidare perché nemmeno si apre molti di questi ragazzi avevano sicuramente visto pochi libri forse punti giornali po click poi gli bianchi mai mai e non conoscevano nemmeno i colori quindi ora ora però ci penso ora mi rendo conto che il di fronte alle lettere del nostro alfabeto questi ragazzi si trovavano nella stessa difficoltà che avrei orchi olio ora di fronte all'alfabeto cinese o all'alfabeto fini dico perché ti sembrano segni abbastanza strani per esempio molti sbagliavano lucky con navi perchè perchè era la pancia destra alla pancia a sinistra e questi poi la cupola con lucky il presepio anas l perché sono rivoltate ma non è che fossero sciocchi è che proprio perché acquisizioni loro non ce l'avevano per quanto riguarda tipo l'inchiostro e per i mancini come funzionava successo no i mancini non esistevano ecco perché come arrivavano a scuola la maestra si accorgeva che un ragazzo aveva tendenza a usare la sinistra era la mano che non si doveva usare perché si ricercano la mano del diavolo e venivano costretti a usare la destra quindi se pensa che difficoltà per un mangia rino o scrivere poi con la destra allora se vi davano dei compiti per casa e si studiava the inglese a scuola inglese assolutamente no era fatidica studiare l'italiano i compiti a casa si ma erano sempre compiti come posso dire che richiedevano erano sempre l'appeal l'esercizio più che altro per l'acquisizione delle strumentalità io mi ricordo bene in prima pagina the via perché dovevano perché avevamo anche un'altra materia noi in quell'anno in quegli anni ancora ancora e rischiava la bella calligrafia quindi non bastava imparare a scrivere dovevano imparare a scrivere bene in bella calligrafia e io ancora ancora se scrivo ho questa pallina si affonda un po ma è perché mi viene da da quell'esperienza di sé durante la scuola facevate delle gite scolastiche oppure delle recite dove siamo amati novari genitori o familiari no non c'erano nemmeno i colloqui con i genitori venivano solo a prendere genia o forse no addirittura ho sbagliato la pagella la maestra ce la metteva in cartella ce la darà noi la mettevamo in catene anche colloqui no no nessuno parlava mai se il proprio c'era un caso eccezionale allora le mamme andavano a parlare con la maestra della scuola non ho ricordi felici la scuola non era proprio un momento felice era un momento di massima come posso dire concentrazione un'astrazione però no allora i momenti ma nemmeno mi ricordo di aver riso tanto a scuola e allora noi eravamo in 30 se io mi ricordo in classe mi ricorda il silenzio dei ragazzi ragazzino non c'era nemmeno quel brusio di sottofondo che c'è sempre nelle scuole noi a scuola la maestra alla lavagna scriveva il compito che dovevamo fare e noi dovevamo eseguire mi ricordo paginate di vocali il proprio per acquisire questa mentalità e fare queste acquisire anche una bella calligrafia perché era una materia di studio anche nel nostro libro di lettura non c'erano storie divertenti o amene i protagonisti spesso erano dei bambini per esempio norma gli animali erano per lo più bambini ma erano anche quelli di storie tristi bambini che che magari arrivano a orfani che dovevano lavorare che dovevano accudire i fratelli più piccoli soprattutto le femmine i bambini magari trovava un amico perché trovavano un pane ecco però non erano storie molto molto molto belle arti in qualità si è fatto gli esami e cinque le classi fatte allora gli esami alla scuola elementare si facevano in seconda perché era il superamento del primo ciclo per accedere al secondo io mi ricordo benissimo che allora agli esami di seconda ci facevano fare le operazioni addizioni e sottrazioni addizioni e sottrazioni entro il 20 e poi si facevano fare un dettato e lì bisognava tirar fuori la strumentalità quindi non fare errori di ortografia e soprattutto scrivere questo scrivere bene era molto molto molto importante e poi altre sale in parte quello della seconda elementare poi ii elementare poi si fa sì che si facevano gli esami in quinta se poi fatta la quinta si poteva scegliere se accedere alla scuola media oppure a un'altra scuola che si chiamava allora ovviamente era una specie di avviamento al lavoro io mi ricordo che volevo andar non volevo provare il mezzo ma avevano deciso di mandarmi alla scuola media e quindi durante l'estate mi dovetti preparare perché c'era un esame di ammissione io mi preparavo da un'altra maestra che poi diventata la mia collega soprattutto per l'analisi logica la matematica queste cose qui è più particolari tutta quella preparazione però non mi servì a niente nel senso che a settembre si fecero una legge per cui gli esami venivano aboliti io mi ero preparato a di vista le strade per te l'estate però furono voli e quindi di accesso alla scuola media la scuola media era molto diversa dalla scuola di ora perché si facevano già in prima elementare di sembra tante ore di latino e tanto di italiano e latino era veramente tosto ecco quindi la scuola media erano a scuola che preparava alle scuole superiori però nel migliore dei modi anche le molte nozioni molte acquisizioni però c'era latino e a quel punto si faceva anche francese non c'era l'inglese coraggio e al francese quindi si facevano le sembro otto ore di latino otto ore di italiano poi c'era la matematica ecco le altre materie è un ora sola di educazione fisica [Musica] ecco tv l'ultima delle valutazioni come erano se avevi voti oppure giu di allora le valutazioni la pagella era molto semplice anche quella in una parte era tutto un po triste per un celestino sbiadito st pagella allora la pagina era fatta solo di gigi le pagine sia per gli qui c'erano tutte come posso dire giuridiche insomma il nome il cognome eccetera poi si apriva la pagella c'era da una parte l'elenco delle materie è accorto c'erano 22 due file al primo quadrimestre primo trimestre secondo trimestre il terzo trimestre la scuola era divisa in trimestri e lì la maestra scriveva il il voto i voti venivano scritti però erano proprio in parola se non erano il numero perché non si potessero giara venere manuela ore allora cosa succedeva probabilmente proprio per il fatto che molti genitori a quel tempo non sapevano scrivere o leggere tante bene c'è il voto era 5 si scriveva di rosso e questo l'ho sperimentata alkyone del 3g ruolo quindi nel 73 e nel 74 quando apprendiamo la valutazione e mi ricordo che bisognava avere queste penne secondo rati sul rosso e blu ognuno nero si scriveva col nero gli atti ufficiali venivano fatti col nero però se c'era con insufficienza veloci doveva scrivere di rosso quindi era facile vedere una togliendo aprire la pagina su vedevi voti rossi sapevi subito come a roma era andata a scuola ecco in base a questa appunto anche le bocciature c'erano appunto come si diceva prima erano frequenti quindi le bocciature erano molto frequenti ci siano soggetti erano bambini che putroppo non aver pensa che allora io e tra il livello nel 73 a scuola non avevamo ma io almeno non avevo mai sentito parlare di pre requisiti ma siccome di piena c'era un gruppo di maestre che erano un po all'avanguardia durante l'estate la maestra una di coppia e 2 3 dvd ed andarono a fare un corso d'aggiornamento a chamonix in val d'aosta quando tornarono a pagare caramente era corsi di aggiornamento erano tutti a carico dell'insegnante è quindi erano facoltativi non c'era obbligo di aggiornamento quando loro tornarono cominciamo a fare dei dei corsi come posso dire dei gruppi di aggiornamento a classi parallele quindi tutte le insegnanti della prima dello stesso circolo e io partecipavo con un grande entusiasmo perché mi piaceva parecchio e per la prima volta queste insegnanti tornando appunto dalla val d'aosta cominciarono a parlare dei prerequisiti io mi ricordo che alla fine di avverso giugno la scuola stava per finire la nostra direttrice fece organizzare a queste insegnanti una specie di convegno nola specie un compimento un convegno proprio sui prerequisiti o'shea devo avere ancora agli atti le dispense e mi ricordo che poi me lo fecero le nostre cellule nazionale a me non perché perché ero la più giovane e perché avevo mi dissero rituali un sorriso insomma con le tette solo per quello e mi ricordo che saranno preparati tutti questi cartelloni con davanti e dietro sopra sotto e quindi pensa che a questo convegno che poi diventa un convegno provinciale partecipò anche il provveditore di arezzo perché era proprio una cosa innovativa ecco perché quei ragazzi erano erano svantaggiati nella scuola tradizionale allora che ti volevo chiedere se c'erano da tante differenze o comunque delle differenze tra i maschi le femmine e poi tra i bambini con delle possibilità economiche diverse fra loro concerti allora tra maschi e femmine no io non me lo ricordo anche perché ho sempre avuto più facilità a entrare in sintonia con i maschi piuttosto che con le femmine almeno fino alle scuole elementari però c'era sicuramente una grande differenza tra i bambini che vivevano in un ambiente un pochino più disagiato perché ti ho detto di fronte al foglio di arco non conoscevano i colori c'erano anche dei pregiudizi in quel caso sono dal crocierista scolaris no c'erano anche dei pregiudizi nel senso che un bambino che si esprime poco probabilmente aveva un bagaglio culturale a livello anche linguistico come posso dire un patrimonio lessicale ridotto ecco non venivano a scuola con grandi difficoltà per e questi ragazzi nessuno li interpellava certo che se anche facevano un intervento il loro esprimersi non era proprio chiaro e loro ci si esprimevano in particolar modo mi ricordo un linguaggio empatico io mi ricordo di avere visto da vernetti il terrore oppure come posso dire la gioia quando avevano capito qualcosa però non avevano né il coraggio che sia coi tempi i bambini stavano sempre circhi in casa ea scuola ma anche in famiglia e questi ragazzi quindi ci venivano anche un pochino poi in paese è chiaro che quello che non andava bene a scuola anche con gli altri ragazzi un po sì e sloveni novara si è allora ecco quanta differenza c'era diciamo con c'è secondo te tra loro della donna in quei tempi in quella scuola te e ora insomma anche la donna per donna a donna la discriminazione dunque la donna sicuramente aveva un ruolo che probabilmente credevano fosse animato che fosse proprio perché era consuetudine che la donna dovessimo andare avanti la famiglia la donna si doveva occupare dei bambini la donna si doveva occupare della scuola dei bambini le relazioni se c'erano quelle poche con le insegnanti le tenevano le mamme non c'era per esempio quindi tutto quello che riguardava la scorta certo in un paese come soci che erano fazione industriale tutti lavoravano nella fabbrica se c'era marito e moglie di una famiglia che lavoravano in fabbriche magari svolgevano lo stesso lavoro nello stesso reparto quindi ho tutto infilatura tutte e due da un'altra parte e quando tornavano da finiva nel turno che tornavano a casa le donne avevano da occuparsi di un milione di cose quindi il bucato e quindi stirare quindi i compiti dei bambini le ciel al pranzo la cena eccetera e gioli ne erano libere quindi diventa una discriminazione se questa di lavoro poi dopo nel tempo libero è quindi non c'era tempo libero le donne anche perché io mi ricordo che pochi avevano soci per esempio l'acqua in casa è però c'erano le fonti per piazza e c'era la fonte quaggiù in campo fiere delle donne dovevano andare a portare a prendere anche la partenza per per fare un bucato non c'erano le lavatrici però c'erano la madre rina matrix però c'erano i lavatoi nella parte vecchia dei soci c'erano i lavatori anche quelli erano stati creati da dal bocci dall'industriale che aveva messo su lanificio di soci e quindi era una comodità cioè però intenso all'inverno prendersi andare a lavare con acqua ecco ti volevo chiedere per quanto riguarda gli alunni con disabilità se erano presenti a scuola si erano integrati insomma allora no assolutamente no di bambini che avevano delle disabilità nelle scuole non c'erano non avevano nessuna tutela e nessuno nessun vantaggio allora io mi ricordo che associ c'era un ragazzo che si chiamava valere a cui tutti volevano bene perché era bello inserito nel paese benissimo però a scuola noi ci veniva solo se la mamma lo chiedeva la maestra quindi la maestra era l'autorità e in quel caso poteva anche dire di sì o di letino questo ragazzo a detta della mia sorella quindi a quattro anni più di me aveva purtroppo il mondo aveva quattro anni più di me e nei ricordi io so per certo che lui andava a scuola qualche volta nella classe della mia sorella quindi con quelli che avevano ma lui è avvenuta cascola con me e poi la mamma che aveva a cuore l'educazione di questo bambino lo portava il pomeriggio privatamente dalle maestre giovani che si erano diplomate giovani e quindi valeria sapeva leggere e scrivere che non è per lo meno la tosta poteva firmare a ecco perché non era una cosa appunto sconta nord del niger scrivere per lo stato in quei bambini che in pratica non esiste nemmeno iscritto a scuola lui veniva a scuola ma non era iscritto allora allora per quanto riguarda le attività extrascolastica appunto in generale cosa facevo scuola se l'abbiamo detto prima che comunque giocabili se le sue tra le 23 ora marisport come ora assolutamente no no no no non c'era nemmeno il campo sportivo a soci giocavano a faccia un campo fiera dove ora giusto nei giardini non c'erano strutture sportive il tempo libero dei ragazzi era era libero era proprio tempo libero però non c'erano pericoli non c'era un ace però ecco mi ricordo che allora allora avete vi davano la possibilità dei giovani insegnanti appena diplomate di poter prendere 10 10 di punteggio che avevano il modo di fare il doposcuola c'era questa opportunità ecco e mi ricordo io che quando chiedevano loro facevano la domanda al direttore del circolo didattico e il direttore poteva dare l'opportunità di fare timorosi di metteva a disposizione insomma e io mi ricordo che il quale dove arrivano queste richieste due anni ci furono con 2 con due incidenti che poi sono diventate colleghe e amiche vittime allora io mi ricordo che chi si segnava però a questo al doposcuola i bambini che non venivano a scuola volentieri in avanti quelle che era che caricavano molti abitavano lontano e non potevano andare a scuola a casa luna e tornare alle 3 l'affare di doposcuola quindi anche quello diventava ha toccato il doposcuola si limitava a fare compere con loro ce li riguardavano però anche il sito diventava un vantaggio per quelli che abitavano vicino e che magari a scuola ci andavano pochino più volentieri gli altri non ci andava appunto è così se ci sono delle persone che è conosciuto quando aveva circa dieci anni sono con una linea dell'elementare con cui sei ancora buoni rapporti questo è il vantaggio di vivere in un piccolo paese dal piccolo paese si fanno tutte le scuole insieme e poi sono diventata così alcune sono siamo stati colleghi eccetera d'estate invece andati in vacanza ed è in te l'ho detto in estate io ero piuttosto fortunata perché il mio zio faceva l'artigiano e io d'estate fa andava al mare che in generale non era molto scontato andare noi non io mi ricordo che il mio zio mi portava al mare pensa partivamo da soci già andava i primi anni al mare il mio zio aveva una lambretta quindi ragazzi a dietro il mio zio io davanti fine a cesenatico e sapeva anche ma valigia la manifesta devono avere ora non mi ricordo come funzionano del delle ragazze al mare mi ricordo soprattutto il fatto che allora non esistevano i tessuti elasticizzati e io avevo un costumino dylan ha fatto a mano e la mia nonna la mia cella aveva anche richiamato che ci aveva fatti personali il problema era che in acqua assorbiva l'arma da morire diventava pesantissimo ma quando si usciva dall'acqua e ci si mette a seduti nella sabbia la lana ruvida che a sollevare l'acqua ma anche l'arte la sabbia e quindi mi ricordo che questo pizzicore contagiati 2 questo alzate questi costruirla da allora ecco che sia casa allevi la tv cioè la televisione insomma se ce l'aveva casa vicino al 66 non avevo la televisione è una cosa che avevano un po in pochi pochissimi e mi ricordo che ce l'aveva una mia amica e io andavo da lei il pomeriggio perché le trasmissioni cominciavano alle 5 il giorno non c'erano cominciavano alle 5 con la tv dei ragazzi era una tibia che nero e c'erano ma non c'erano cartoni animati erano perlopiù facevano dei giochi a cui partecipavano i bambini ed erano giochi culturali quindi con domande the storia con domande tant'è vero che una volta fecero c'era chissà chi lo sa si chiama che si chiamava la trasmissione partecipavano le scuole medie a tutti partecipò alla scuola media di bibbiena che personalizza perché quella di soci era dipendeva dalla scuola media di bibbiena etc etc ero una ragazzina risorse era la portavoce e diventò non fate per la panther però io erano già più grande pareggio allora ti ricordi qualche magari esperienza educativa di quando di quando eri tea l'una o in caso di quando eri maestra se non ti ricordi niente allora di quando ero alunna no non ho grandi esperienze no non ho ricordanza di grandi esperienze invece ho fatto una bellissima esperienza quando ero all insegnamento io ero già soci aveva una classe 19 bambini il comune di bibbiena si era gemellato con un comune francese di bull us app è il primo anno un anno vennero ospiti i bambini francesi vennero ospiti da noi e l'anno dopo si dovette ricambiare la visita è una cosa stressante per gioco non c'hai allora prendere nei pasti prime perché prima mi prende però fu un'esperienza bellissima di festa ho un bellissimo ricordo noi partimmo con il vagone letto quindi il pool meno del comune ci accompagni a firenze poi la firenze pisa con il treno da pisa con le cuccette fino a parigi bene arrivati a pisa a firenze un genitore cominciò lire che partiva il treno per pisa i bambini presa da corsa io dico cosa cosa non si vedono anche dei genitori come c'erano con noi rappresentanti di classe e altri quattro genitori e io ero con un'altra insegnante di un'altra classe poi arrivammo a parigi a parigi dovevo attraversare allora dalla gara de lyon alla gardos terlizzi per prendere il treno del bull us alto allora in italia era stata una grande confusione in francia l'organizzazione perfetta quando videro questo gruppo di bambini mi vengono incontro 2 dell'accoglienza io gli spiegai con il mio francese ma insomma che avevo questi bambini si deve andare ad una sacca allora ci riservarono un vagone tutto per noi a tutte le fermate salivano e portavano le bibite portavano ad avere ai bambini era accompagnavano al bagno quindi io con il ciai a rilassarvi poi è arrivati ad una sacca c'erano quelli della scuola dell'anno prima ci portarono con il pulmino della scuola e lungo l'autostrada pensa che da boulazac come d'arezzo a soci c'erano tutte le ballerine italiane e francesi e c'era il cartello benvenuti ai bambini di bibbiena dei nostri ragazzi si offesero perché ricevano un anno siamo lì socio sai per i campani mesi un'esperienza bellissima e li si vede proprio la differenza che c'era tra gli tipi di insegnamento i bambini francesi erano molto giù scolarizzati dai nostri le maestre battevano le mani due volte i bambini si mettevano in fila i nostri nemmeno per esempio erano un pochino molto più nazionalisti di noi perché quando si andava per esempio si faceva qualche escursione se passavano davanti all'ufficio postale dove c'era la bandiera francese la maestra partiva animali i ragazzi guardavano la bandiera e qualcuno si metteva la mano nel cuore io mi commossi di queste cose un giorno questa è l'esperienza più bella le maestre ci dissero che avevano un permesso dall'aeronautica e si potevano lanciare mille palloncini con dei messaggi di pace quindi la mattina riuniremo tutti i bambini in un'aula la maestra interpellato ragazzi ma poco scrisse due frasi alla lavagna le scrisse in francese e in italiano e disse ai bambini di consegnò il bigliettini quindi la cinquantina 50 per uno per ciascuno allora gli inizi di copiare queste due frasi i bambini francesi non fecero nativa si misero tutte a testa bassa e cominciare una screen e i nostri descrissero due o tre e poi io mi ricordo daniele bartolini che era un ragazzo molto intelligente nice è maestra ma se devo far tutti uguali dico zitto si c'è il sole renzi può fare foto coach e rimasi un po così gli dice certo del tu hai anche ragione allora cosa successo che i bambini francesi eseguirono l'ordine senza fiatare i nostri cominciarono poi visto quello senti quello è maggioranza fa fecero tutti i messaggi diversi devo essere sincera una grande soddisfazione anche se alcune alcuni bigliettini non erano proprio come posso dire ben organizzarli allora il giorno dopo da questa esperienza questa esperienza viola raccontare un ispettore che mente a salutarci di raccolta in perché mi chiese appunto che il differenza avevo trovato e io gli dissi che i nostri ragazzi erano in tanto meno scolarizzati ma anche il pochino più come fosse diremmo noi esigenti forse creative mazar da validi creativi ma su gli raccontai questo episodio delle fotocopie e quella signora che era un ispettore del distretto scolastico di parigi quindi una personalità un po come il nostro provveditore e lei mi disse che già petrarca in francia aveva scritto non vanthoor che i francesi avrebbero potuto disegnare l'alfa insieme cioè l'arcobaleno ma che gli italiani lo avrebbero dipinto io guarda una gioia il tempo ideale per soddisfare tra l'altro il petrarca carezza mi senti ancora più questa era la differenza che c'era il particolare in francia funziona così anche per esempio io poi la sera i bambini alcuni piangevano che gli ho fatto il giro di tutte le case di boulazac con quella direttrice della scuola e con la maestra perché se andavano un po a consolare oppure ecco devo essere sincera in francia funziona molto bene tutto ciò che è bello stato quindi la scuola è ben organizzata che posso dire tutto ciò che è pubblico i giardini tennis turati molto più dei nostri però poi il privato per esempio le case sono più trascurate e anche i bambini a livello proprio di originare se personali sono un pochino c o trascurati ecco pantaloni insomma non proprio stirati noi si arrivò alla sembrava principina i ragazzi hanno tutto l'abbigliamento nuovo per in francia è tipico però è così i ragazzi nostri di un'altra di un altra capacità criminale loro si assomigliavano un po più alla scuola che avevo frequentato rimane la maestra di el autorità un'altra cosa che mi colpì che quando noi arrivammo la all ingresso della scuola era gremito di genitori perché poi c'era una grande festa che ci accoglieva quando esce se la direttrice dal pulmino la prima i genitori si aprirono come se fossi passando da noi io mi ricordo che non succedeva se se se c'era l'ingresso genoa qualche macchina mi tocca la serie permesso per le sole stanotte fanno passare l'estero lì l'autorità le un pochino giu riconosciute però devo dire la qualità del ragazzino allora cari quelli eventi politici o sociali anche importanti che ti ricordi che siano accaduti quando appunto facevi scuole elementari ben visto che non c'era la televisione anche gli eventi politici e le materie sociali bisogna la proprio che succedessero qui io nel corso del dei miei primi cinque anni di scuola mi ricordo benissimo che nel 1961 era il primo centenario dell'unità d'italia e vende il sindaco con la fascia quindi in forma ufficiale con il nostro direttore e consegnare una i bambini un libro del risorgimento che io ho conservato con una grande cura non so se l'ho letto perché a turate gioco poco però sicura meno il loro in serbatoi con grande cura è un'altra volta mi ricordo che associ oltre alla difesa c'era una fabbrica la fabbrica del genoa che era una fabbrica di tappeti tappeti di lana molto stessi pesanti però molto belli disegni proprio particolari e mi ricordo che una volta ci fecero uscire dalla scuola e schierare tutti lungo il marciapiede perché arrivava la regina d'inghilterra infatti uno dei tappeti del gennaio e a buckingham palace e un altro a roma in vaticano fabbrica che poi è stata chiusa arriva ora in disuso pensa a una fabbrica di un paese così p però me era una sabrina molto molto rinnovata e quando viene la reggina non ci dettero delle bandierine credo italiane e non sventolava ma queste maglie allora oltre comunque alla tua esperienza con la luna che poi dopo sei diventata ma è strano e quindi come come era appunto diventare insegnante che scuola è fatto e se c'era concorsi come ora per generare al dopo il diploma magistrale aveva la particolarità che ti dava l'abilitazione all'insegnamento e quindi da quel dopo dopo la piece conseguimento del diploma si poteva accedere i concorsi i concorsi c'erano ogni due anni quindi un anno sia un anno no l'anno che io mi diplomai non c'era quindi ci fu l'anno dopo il concorso era molto semplice senza tante storie nel senso che la provincia il provveditore di arezzo credo stilava una lista e sapeva che aveva disponibili per esempio tre posti i primi tre in cima del concorso entro l'anno di ruolo in quei posti allora gli altri se prendevano la se superano il concorso non c'era veramente il posto però gli venivano dati 70 punti ed entravano in una graduatoria che si chiamava graduatoria permanente il concorso il concorso era un concorso come un esame di stato perché c'era un tema di pedagogia si doveva fare l'esame di storia storia italiano pedagogia filosofia igiene e legislazione io mi ricordo che sbaglia a igiene perché mi chiesero cosa era la fede curiosi che è il prurito che da pipino oggi allora siccome io ero nata nel 50 quindi subito dopo la guerra ed erano passati gli americani col direttive i pidocchi non c'era ritrovati dopo dopo tanti anni come insegnante ma allora non c'erano e quindi io onestamente non lo sapevo sbagliare solo quello a un'altra cosa che si doveva fare si doveva ci davano un libro di testo e si doveva come posso dire rielaborare una specie di lezione su sul testo che si davano a loro quindi come posso dire il concorso non era proprio semplice era un po come un esame di stato allora io quell'anno vinsi il concorso perché oltre alla lista dei posti disponibili c'erano in provincia due posti per gli 8 10 misti che non sapevo cos'era e cos'è erano chiaramente voleva dire che aveva preso otto su dieci quindi otto decimi e quindi a settembre mi ritrovai di ruolo era il 73 e io contentissima con come può che farti per andare a quota a quota che ha un paesino piu vicino sennò vicino al montagna metà a costa alle falde del del pratomagno io andare a fare questa questa scuola allora il primo anno era l'anno di prova si chiamava quell'anno lì c'era un esame allora dopo un esame un esame oggettivo nel senso che una macchina io arrivai allora durante l'anno tutti gli anni a quei tempi il direttore didattico che non era il preside ma il direttore didattico doveva fare una visita nelle scuole in fondo al registro c'era proprio uno spazio disponibile per le visite doveva mettere la data e la vice cosa faceva durante la visita il direttore vento a tutte le va i bambini si parlava in molto tecnica mezzo controllava i quaderni e poi assisteva a quelle flessione allora io arrivai a quota a quota avevo quattro bambini di quattro classi ero esperta profondamente che una mattina arrivo questa direttrice che tra l'altro era piuttosto ma avevano tutti un po di timore io mi trovai benissimo ma rimase lì gli più di tre ore io lei e quattro bambini io sapevo una sudata cresce però insomma lei rimane allora grazie alla fine della scuola verso maggio è una macchina arrivai per fortuna non ero in ritardo ad aspettarmi davanti alla scuola c'era non solo la direttrice ma anche un ispettore mi ricorda dall'ispettore armeni si chiamava del valdarno allora questi due rimasero in classe con me tutta la mattina quindi su una fatica per me x treme avevo 23 anni ancora non prendevo niente ma forse avreste spiegò ci rimasero con me tutta la macchina quando io mi ricordo lo raccontai alle mie colleghe in particolare a un'amica e mi disse guarda che ora la presa la direttrice ti chiama perché tutti gli anni il direttore stilava per tutti gli insegnanti un giudizio un po come quello che avete nella schiena voi e mi disse stai attenta ai consigli che ci sono in fondo lia dai a firmare questo verbale è la prima cosa che guarda su questi cercavo questi consigli in realtà i consigli non c'erano e ti dico che mi preoccupai nel pareggio e la tesla la direttrice se ne accorge e mi disse c'è qualcosa che non va no dico cercavo concilia sì perché la nava e lei mi disse no guardi sta benissimo aveva preso ottimo quindi io firmai il verbale che aveva firmato lei dopo tre giorni la direttrice mi chiamò perché superato l'esame di l'anno di prova mi chiamo in nel suo ufficio io dovevo portare due testimoni uno di questi teneva la bandiera e di fronte alla bandiera feci un una specie di gesù la vittora non mi ricordo bene la formula con grande emozione devo dire questo era il mio ingresso in ruolo quindi funzionava così sarà molto semplice c'erano tre posti tre posti assegnati e gli altri nella graduatoria permanente io ebbi quella fortuna di rientrare in questi otto decimi ski rapporti quello che chiedere come funzionava la maternità quando al ponte l'insegnante ecco io quell'anno quando entrare di ruolo avevo la bambina piccola lei onora perché era nata di gennaio io mi ricordo che proprio in occasione di un convegno che ci fu a tutti nel nostro circolo didattico la preside io la sera erano già alle sei e mezzo di jersey guardi la direttrice io devo andare a casa d'allerta il lavandina come la deve all'alta consiglio e cosa ci fa quota allora io non lo sapevo ero talmente contesta d'aver vinto il concorso che sarei andata a firenze allora lei mi spiego che io quell'anno avrei potuto fare una richiesta per poter trascorrere tutto l'anno nella nella direzione didattica più vicina quindi era quella di bibbiena stazione avrei potuto fare solo quattro ore bibbiena stazione e l'ufficio io non lo sapevo ormai l'anno scolastico era terminato e quindi so contenta perché superare l'anno di prova se non l'avrei dovuto rifare l'anno dopo quindi funzionava così che ti davano tre mesi prima e tre mesi dopo e mi ricordo che io prima di venire in pensione ho rispettato quei tre mesi che non avevano fatto questa era la maternità funzionano niente la mia ultima domanda è perché hai deciso di fare la maestra e se sei felice di aver scelto questo lavoro allora ho fatto la maestra della verità non lo so per precederci quella scuola sicuramente perché era una scuola che avrebbe dato l'opportunità anche senza fare l'università che a quei tempi e diventava era una cosa un po un po difficile perché ci dava subito l'abilitazione all'insegnamento non ha mai avuto da da giovane insomma da piccola una grande vocazione per dire voglio fare la maestra no assolutamente però mi ritrovai a fare questa scuola tutto sommato andò bene poi vinsi il concorso quindi me è stato come posso dire un precipitare gli eventi però devo dire che secondo me è il più bel lavoro del mondo e io sono stata a scuola 30 quasi 39 anni no 37 perché poi ho riscattato qualcosa e ti giuro che io la mattina quando aprivo gli occhi di suo ma oggi che il giorno è giovedì vado a scuola fino all'ultimo giorno avrò fatto anche tanti errori però tanti belli reporter io mi sono proprio divertita mi è piaciuto tantissimo va bene grazie mille a te stato un piacere

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L’intervista, della durata di 50:59 minuti (link: https://www.youtube.com/watch?v=HJoERAYq6Z4) si focalizza sulle memorie scolastiche di Roberta Checcacci. Nata nel 1951 a Soci, un villaggio industriale vicino Bibbiena (provincia di Arezzo), ha vissuto la sua infanzia con gli zii, che la adottarono. Il suo percorso scolastico si è snodato tra il 1954 – anno in cui ha iniziato la scuola materna – e il 1969 – anno in cui ha concluso il quadriennio dell’Istituto magistrale. Vincitrice di concorso, nel 1973 entra di ruolo come insegnante nelle scuole primarie, e svolge questo lavoro fino al 2010, quando va in pensione.

A dominare nell’intervista è il resoconto dell’esperienza alle scuole elementari e medie, esperienza filtrata dalle posizioni e dalle riflessioni che Checcacci, essa stessa maestra, ha retrospettivamente maturato. Differenti, infatti, si rivelano i periodi in cui ha frequentato la scuola come studentessa e quelli in cui l’ha vissuta, come insegnante. La sua scuola elementare si svolse negli ultimi anni del centrismo e nei primi anni del centro-sinistra, marcati dalla riforma della scuola media unica (Galfré 2017, 202-12, Oliviero 2007, 29); le proteste studentesche, a cui probabilmente l’intervistata non ha aderito, hanno preso il la durante il suo ultimo anno di Istituto (Galfré 2019). Particolare importanza riveste la scuola media, perché la sua coorte fu la prima a frequentare la scuola media unica, introdotta nel settembre 1962. Checcacci, che aveva trascorso l’estate del 1962 a prepararsi per gli esami di ammissione alla scuola media, si ritrovò così iscritta senza dover sostenere alcuna prova. La sua entrata in ruolo, di poco precedente ai Decreti Delegati, avvenne invece in un momento di grande rinnovamento per la scuola italiana (Galfré 2017, 259-64). L’abolizione dei voti e la loro sostituzione con i giudizi, avvenuta con la L. 517/1977, è esplicitamente ricordata. A mutare fu anche la posizione dei docenti, la loro maggior capacità di sperimentazione e rinnovamento, sanciti anche dal DL 419/1974. A questo proposito, Checcacci ricorda alcune sue colleghe, che, dopo aver frequentato nel 1973 un corso di aggiornamento (a pagamento) a Chamony, in Valle d’Aosta, sull’importanza dei prerequisiti nell’apprendimento, allestirono dei gruppi di studio per diffondere le competenze acquisite; l’esperienza, culminata in un convegno organizzato nel giugno 1974, risultò fondamentale sia per la sua attività lavorativa, sia per la riflessione sui suoi anni come studentessa.

Notevole infatti, nelle sue memorie, appare il contrasto a scuola tra i bambini provenienti dal paese di Soci e quelli provenienti dal contado. Se i primi erano giunti in prima elementare con quei prerequisiti nei movimenti fini-motori che consentivano loro di procedere negli studi, gli altri, non abituati alla presenza di libri in casa, poco esperti nei movimenti fini-motori, e dotati di un ristretto bagaglio lessicale, restavano indietro. Tanto le abilità spaziali quanto quelle fini-motorie, infatti, erano tanto più necessarie nella scuola degli anni Cinquanta dove il pennino richiedeva, per sua stessa natura, una mano ferma ma leggera, che non calcasse, per impedire allo strumento di aprirsi e piegarsi. Le loro abilità, spesso maturate nel lavoro in campagna a cui probabilmente erano già abituati, e il loro modo di esprimersi accentuatamente non verbale ed empatico non riuscivano a essere valorizzati dalla scuola dell’epoca (Roghi 2018). Del resto, come nota l’intervistata al m. 20.31, «C’erano anche dei pregiudizi, nel senso che un bambino che si esprime poco, probabilmente aveva un bagaglio culturale, a livello anche linguistico, come posso dire, un patrimonio lessicale, ridotto, venivano a scuola con grande difficoltà. E questi ragazzi nessuno li interpellava, e se facevano un intervento il loro esprimersi non era chiaro». La classe della videointervistata, sempre molto numerosa (ricorda circa una trentina di alunni), perdeva così ogni anno qualche alunno e ne acquistava, dalle classi superiori, altri. «Questi ragazzi che venivano bocciati» afferma a proposito Checcacci, al m. 6.12, «adesso lo posso dire, non erano assolutamente bambini poco intelligenti, anzi: avevano sicuramente un grande bagaglio di esperienze personali […], però non avevano assolutamente i prerequisiti per l’apprendimento della lettura e della scrittura». Altro elemento di discrimine fu, negli anni in cui fu organizzato, il doposcuola. Quest’ultimo, affidato a maestre precarie appena diplomatesi, si teneva infatti dalle 15.30 alle 17.30, senza che la scuola approntasse un servizio mensa che potesse sostentare chi, provenendo dal contado, non aveva il tempo per tornare a casa, pranzare e ritornare a scuola.

Altrettanto dettagliata l’intervista si rivela sulla strumentazione e sulla materialità del fare scuola quotidiano. L’aula, ricordata come spaziosa, faceva parte di un edificio costruito nell’Ottocento con il finanziamento di un industriale; era arredata con banchi biposto in legno, muniti di spalliera e poggiapiedi; la cattedra, molto ampia, era poggiata su una pedana, vicino a una stufa di coccio a tre piani. La legna per accendere era solitamente fornita dal Comune; capitava tuttavia che i rifornimenti scarseggiassero, e che la maestra dovesse chiedere ai bambini di portare delle fascine. La classe, pur numerosa, era silenziosa in quanto «La maestra in quei tempi, a quel tempo, rappresentava l’autorità, ed era un’autorità riconosciuta sia dai ragazzi, sia dai genitori» (m. 5.15). L’insegnamento, descritto come distaccato, era basato sulla memorizzazione delle nozioni, e sul continuo esercizio per l’acquisizione di determinate strumentalità, tra cui, in primo luogo, risultava fondamentale l’apprendimento della calligrafia. I momenti trascorsi in aula erano quindi segnati da grande attenzione e concentrazione; anche le letture da farsi in classe, di argomento usualmente lacrimevole, non indugiavano al riso. Era quindi, a giudizio di Checcacci, una scuola “triste”, che riservava poco spazio al divertimento e all’espressione individuale: «della scuola non ho ricordi felici», afferma significativamente al m. 11.18, e ponendolo, significativamente, in contrasto con il divertimento e la felicità esperiti nei suoi anni da insegnante. Molto della scuola dei suoi tempi lo rintracciò, curiosamente, nella scuola elementare francese, che ebbe modo di conoscere quando partecipò, come insegnante, a un gemellaggio tra Soci e Boulazac. Se infatti gli alunni francesi le apparvero più composti, più ordinati e più ubbidienti, quelli italiani, per converso, dimostrarono maggiore autonomia, pensiero divergente, riflessione critica.

In conclusione all’intervista, Checcacci, pur affermando di non aver mai nutrito, da ragazzina, alcuna “vocazione” verso l’insegnamento, rievoca la sua esperienza lavorativa come soddisfacente, capace di farla svegliare felice dall’immissione in ruolo fino alla pensione.

Fonti

Fonti bibliografiche:

M. Galfrè, Tutti a scuola! L'istruzione nell'Italia del Novecento, Roma, Carocci, 2017.

M. Galfré, La scuola è il nostro Vietnam. Il '68 e l'istruzione secondaria italiana, Roma, Viella, 2019.

S. Oliviero, La scuola media unica. Un accidentato percorso legislativo, Pisa, ETS, 2007.

V. Roghi, La lettera sovversiva. Da Don Milani a De Mauro, il potere delle parole, Roma-Bari, Laterza, 2018.

Fonti normative

Legge 4 Agosto 1977, n. 517, Norme sulla valutazione degli alunni e sull’abolizione degli esami di riparazione nonché altre norme di modifica dell’ordinamento scolastico, (GU Serie Generale n. 224 del 18-08-1974), permalink: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1977/08/18/077U0517/sg

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