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"Non come un dovere". Memorie d'infanzia

Editore:
Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze
Luogo di pubblicazione:
Via Laura, n. 48, 50121, Firenze (Italia)
Codice ISSN:
2785-440X
Autore della scheda:
DOI:
10.53221/527
Scheda compilata da:
Chiara Martinelli
Pubblicato il:
26/10/2021
Nome e cognome dell'intervistatore:
Federico Bianchi
Nome e cognome dell'intervistato:
Daniela Bracciali
Anno di nascita dell'intervistato:
1960
Categoria dell'intervistato:
Studente
Livello scolastico:
Scuola dell'infanzia
Scuola primaria
Scuola secondaria di primo grado
Istruzione professionale
Data di registrazione dell'intervista:
29 maggio 2020
Regione:
Toscana

Indicizzazione e descrizione semantica

Identificatori cronologici:
1960s 1970s

per il progetto memorie di infanzia ho deciso di intervistare mia madre ti vuoi presentare si sono daniela la mamma di federico ho sessanta anni sono nata a firenze il 3 gennaio 1960 quindi parliamo un podella tua infanzia anche dal sen data l'asilo e dove sempre per asilo accetta non me lo ricordo se ci sono andata a 3 a 4 anni e alla sino alla sera gli 8 e si chiamava era nel centro storico e era gestito da sole e ci andavo in pulmino veniva al pollino a prendermi e mi riportava anche al trash e l'artista era pulito mi ricordo proprio la persona mi parli un po di maestri maestri maestre era una suora con un cappello blu uno di quei cappelli che che prendeva molto spazio tutta vestita di blu con un collarino bianco di c'era una programmazione prestabilita della giornata si appena arrivati ognuno possa marzo sacchetto e la prima cosa era la messa che era la mia era la preghiera tutti insieme si doveva dire una preghiera quella era la prima cosa della macchina poi un'altra cosa era le 11 si faceva mi renda e a mezzogiorno e mezzo di un'aura l'orario preciso non me lo sport le vacanze e poi queste erano le scadenze fisse poi durante la sua amata simili si giocava ma non c'è l'annuncio che giocava così da noi e se non si facevano disegnare c'erano matite e una cosa che mi piaceva erano le matite a cena perché si faceva svelta colorare poche altre cose si fanno stare anche nei banchi che erano piccolini e abbastanza spesso ci facevano star voli vi va bene l'ideale come erano sporchi e c'erano solo dei disegni semplici bambini attaccati amour ho capito che facevate voi comunque si pensò che fossero di noi i miei ci attaccavano quasi mai manci premesso si ricordi cosa non mi ricordo cosa ma mi ricordo che nun me piace personale elementari a che passa è andata alle elementari assieme a 6 anni compiuti e sempre nella stessa struttura del dove andare all in forze alla sea allario ti perché c'era la le classi per l'infanzia e le classi per come arrivare a scuola sente colpo meno che veniva a prendermi e mi riportava e sempre con lo stesso autista guido e ti ricordi in modo particolare dei maestri sì avevamo sempre una maestra è questa questa non aveva il cappello largo aveva un semplice vero si chiamava mai stato niente era già un po la qualità e la bella carta e ben messa chi era bellissima o almeno io me la ricordo così consigli dei compagni mi sa dire eravamo una classe di un mese eravamo in 45 45 bambini la classe ha grandissima e la mattina alle otto e un quarto si arrivava fino a mezzogiorno e mezzo era intervallata da un una merenda porta doveva essere 15 minuti ma se il tempo era bello ci mandavano proverà anche mezz'ora se non si stancasse si girava per i corridoi un quarto d'ora non c'era fan panella la maestra diceva ora si fa rivelazione secondo il tempo sta andava forio si restava in classe la merenda asportava da casaluce vano mente c'è a fette di pane con pomodoro conscio però che qualcuno con frittata quello avanzava della cella probabilmente e poi ce lo mettevano nel pane la mattina mi rifaceva the deal di bambini i giochi durante le elezioni niente fuori fuori fuori era tutto rincon c'era un cane era un cane di razza alessi e tanto ci divertivamo con questo pane e le femmine naturalmente ci parla da sé bambini tasse delle femmine a nascondino tutti i giochi che si faceva senza l'uso di di cosi meccaniche o di o di altri materiali come erano te l'ho detto belligeranti e colorati colorate con il disegno con l'elicottero se c'erano anche già in carte geografiche ma era addobbata sì che probabilmente c'era anche le carte geografiche la martina non si faceva l'appello perché eravamo tanti e si iniziava anche lì con una preghiera che ma cosa la macchina era la preghiera e mi ricordo di una mattina che sono arrivata tardi perché non si era rotto quando sono arrivata la maestra io ho bussato alla porta e sono entrati a maestà ma guarda te dici parte ci sei anche te perché fino a quel momento ero boss invisibile perché arrivavo presto la mattina mi mettevo nell'ultimo banca nuovo scelto dove davanti a eravamo in 22 per ogni banco davanti a me c'era una bella villetta della grande che avevo privato perché poi eravamo di chi si cela le figlie delle femmine ed i maschi le femmine erano tutte con grembiuli bianchi e dei fiocchi celestini è il gioco più importante o più utenti dall'importanza e più schiocco era bande gli avevo un bellissimo troppo grande anche perché ero piccola per cui si vedeva bene il fiocco rimasti invece avevano solo un relais blu e anche loro avevano iniziato blu ma sicuramente era meno importante delle bimbe di noi va bene che avevamo più ambiziose insomma ci sei anche te e io gli dissi sì e dove si è stata fino a ora mi fece vedere il banco ultimo da quella mattina di settembre il primo banco e siccome io ancora essendo all'ultimo banco non facevo niente di quello né le stanghette le vocali che faccio come mi pare e la maestra mi disse primo banco lì mi fece fare tutto quello che non avevo fatto prima e cosa impararsi in quel periodo a passi con la mia età scrivere idea di tutto perché per ora li andava fatto niente mentre gli altri vi piacciano più avanti e sam ha detto se mi ha chiesto almeno se leggere probabilmente qualcuno sapeva anche leggere io no abbiamo fatto niente perché non c'era così tanti controlli anche da parte dei genitori con è finito lì son sempre dalle maestre chiedono sempre appuntamenti per parlare dei bambini che c'era meno attenzione da parte dei genitori ci mancavano lì era va erano sicuri che non si stava l'infiammazione e mezzo e non c'erano problemi io non ho ricordanza che mia madre abbia parlato con la maestra per tutto l'anno scolastico c'era per caso un camp l'asse scena sì ero io naturalmente una o almeno una parte l'ho fatta io perché mi ricordo che era maestro shiva che fare delle commissioni e potete far notare a custodi ma non lo so se c'eravamo tante classi e c'era proprio il custode comunque usciva spesso per fare commissioni e il capoclasse doveva segnare i cattivi e buoni alla lavagna naturalmente ognuno segnava ai bimbi che gli stavano più simpatici tuoi buoni e gli altri dai cattivi anche se non era stato quando buono e magari si trovava da cartelli perché eri antipatico lo sa il capoclasse mi ricordo proprio di una di un episodio dove io e lo capo e classe e presi montare sulla fateve e cantavo siccome io ero stonatissima e c'era un coro la maestra aveva fatto un po errori erano l'unica tenuta devo cantare perché non stron ata e mi diceva sempre dai il fiato a dire bocca ma non dare fiato questa era sempre quello che mi diceva di fare e io allora mi sfogavo il cantavo quando potevo che non disturba sono passati sono montata sopra a questa tattica e facevo finta di avere un microfono e cantavo cuore matto ha squarciato la però avremo del sogno compagno e amico fuori dalla porta e doveva controllare è quando veniva l'analista e avverte riparo proprio e palesi e la e comunque ad un certo punto si sente aprì la porta la maestra che con un 4 people meno mettesse subito scendi dal taf non dalla parte proprio dalle tavole di ascese andai al banco in città poi a fine giornata mattinata che sia ashley cole che per me ha avvertito che arrivava la maestà e lui come spiegazione risi che aveva paolo aveva avuto paura era andata al bagno avevo tanto di quella rabbia o comunque la maestà non disse niente di questo fatto ma ancora feci la fabio classe e ci stava un po più attenta a credo che facevo io maestri davano compiti per casa se si usava sempre dai compiti per casa ma la maestra dai compiti di fare tutto in sé e allora per un po non ce ne accorge perché il 45 che stavo a vedere tutti i conti ogni tanto prendeva il quaderno perché avevamo un quaderno per tutte le materie e in quel quaderno vedeva che li ho contati allora invece che farmi fare ricreazione quanto diceva ora se farete reazione immetteva solo in cima l'ha fatta ed eto'o non fare i compiti un po sono andata avanti così e dopo di come me che io non faccio mai operazione allora per il devo un po di faceva perché voleva andare anch'io quando il tempo davvero andare pro piace fare con tutti gli altri adesso una cosa che facevo siccome io comunque non dovevo cantare perché ieri era la materia importante questo perché ero stonata mi faceva mentre gli altri cantavano provavano tanti io disegnavo mi faceva disegnare con tecniche diverse con la patata di tempo con il riso attaccarli sopra colorare tutti dei lavoretti così quando il tempo era bello mi mandava anche fuori a giocare e lo lancia ma ero contenta ero ero l'unica che non dovevo cantare su 45 un pochino però dopo mi faceva fare tante altre cose meteo secondo me che cartari mangiava bene insomma alla fine loro vantano e andare un furioso poi ti ricordi qualcos'altro sì una cosa che avevano che aveva no che facevano le maestre comunque anche quelle degli altri classi perché eravamo più classi prima elementare seconda ma questo lo facevano nelle classiche dalla terza parte qui era quello quando ti dava un tema facevi il tema in classe base alla maestra di sembrava bello ti mandava con il tuo tema dagli archi maestre per leggerlo e te lo leggessero in classe il tema che avevi fatto e capitava che anch'io dovesse andare dalle altre mari estremi a far leggere il tema è anche questa se non mi piaceva per niente andare dalle altre e fari leggerete mandola che faceva credevo il mio tema faceva una merda girata per o fuori o dentro l'istituto facevo passare i dieci minuti un quarto d'ora pareggiano in classe e dicevo l'eletto la maestra dove sei andato dalla maestra è detta monna della terza della carta e vi è piaciuto se si andava posto pur di non far leggere agli altri il mio tema mi dà comunque un miglioramento c'è stato nel corso degli anni si battono a me piaceva andare a scuola magari vi volevo solo divertire non credevo la scuola come un dovere io pensavo di andare a scuola solo a divertirvi e lo facevo ma qualcuno i mesti chiedevano cosa volevi fare la grande ad esempio non solo maestri tutti a quel tempo tutti chiedevano cosa volevi fare da grande rispondevo che volevo farla signora e questo secondo loro non era un mestiere perché le mie compagne infermiera la parrucchiera queste erano le cose che più volevano fare infermiere parrucchiere sembrava che tutti dovessero fare infermiere parrucche e almeno a me piacevano e l'infermiera nella parrucchiera che dicevo sempre la signora dice molte stranito dicevano che non era mestiere ma io quello volevo fare una cosa che mi ricordo che si faceva nella classe era quello di festeggiare pochi anni la mamma del festeggiato del bambino portava a ricreazione pizze che van di teglie di pizza era sempre pizze che certo prendevano mi ricordo anche la pizzeria del corso che faceva una pizza una pizza che piaceva comunque a tutti a tutti i bambini perché messa che era anche l'unica che che si trovava lì in centro e per il compleanno avant è mangiata di dp perché non è che ora è più normale più ma quando ero piccolina hryo mangiare la pizza era una cosa insomma violare i bambini invece le mamme si festeggiava sempre era un giorno di festa arrivava la kips che per noi era un'occasione speciale un'occasione speciale io perlomeno festeggiare ormai per chiari nata il 13 mar e la scogliera a cesa è una parte robot e aperti così non mangiavano gli altri che la oggi festeggiava con i miei cugini parliamo un po delle scuole medie anche tasso andata bene gli alimentari percorriamo in dieci anni un 10 anni sono entrata di medie e ho finito a 12 quindi mi lascia il 71 71 si dovrebbe avere bene a san domenico era sempre nel centro storico e allontanate da casa ma anche qui la scelta della scuola è sempre e stata che dovevo fare il doposcuola non c'è prima non c'era quando andavo a scuola io il doposcuola nella all'interno della scuola per cui la mamma cercava strutture vicine che potessero dare accogliere dare mangiare il giorno e farmi stare lì fino alle 5 che veniva a prendere di poi il nonno e arrivare a scuola sempre con il pulmino scolastico no non c'era più paul meno scolastico ma con i mezzi pubblici la cordiera ho capito e non vale un po delle differenze hai riscontrato tra elementari e medie ci sono state tante intanto non c'era più la divisione tra maschi e femmine in prima media ci hanno messo proprio e scegliendo colori docenti professori un maschio e una femmina per ogni banco non eravamo più tutte femmine tutti maschi erano più eravamo più amalgamati e poi i professori che non era più un solo una sola maestra ma tanti docenti le materie nuove latino già si faceva latino in prima media latino tecnica poi crescere di nuovo a ginnastica che era proprio mamma te la mia preferita e religione c'era sempre un ora di religione a settimana dopo l'italiano che contro intima storia geografia matematica che comprendeva scienze musica c'era anche musica e c'è un episodio con l'insegnante di musica il primo giorno si presenta che è subito una canzoncina mena talmente io pensavo di essere arrivata alle medie non grande per oggi invece questi si giocano l'affare soncin ama talmente stupida ai funghi che io niente non una prima volta e l'insegnante venendo vicino a me mi domando perché non canti mi venne spontaneo dire perché troppo scema ma lo dissi così gol che comunque fu imputata fuori dalla porta per tutta l'ora e questo è un ricordo di musica invece dopo comunque siamo con l'insegnante samantha te e abbastanza d'accordo dopo questa prima fase non proprio gli altri insegnanti questa me la ricordo in particolare gli altri non me li ricordo così nitidi ok sa dire qualcosa riguardo all'abbigliamento portavate sempre un grembiule no questa volta tutti liberi di metterci quello che esce pareva e la mattina pesce dei vestiti molto tempo si prendeva o almeno delle ragazze dunque dopo i primi giorni che mettevamo con nelle nei calzettoni col è stata abbina visto che non era il caso di mettere più la gonna perché i maschi ci tiravano soli e donne oppure facevano carrieri le penne o quant'altro per terra per vedere tutte quasi tutte prime ricordo con i calzoni con i pantaloni e poi un'altra cosa non avevamo più la cartella io alimentare aveva una bellissima cartella rossa con le bretelle una delle prime che è che c'era tra chi era uscita invece nei medi tutte rigorosamente con un elastico avevamo un elastico mi ricordo il nome esatto aveva un nome esatto questo elastico dove si mettevano tutti i libri si credeva e con quello era penso e brooks tappa con questa cosa e poi no non c'erano ancora i distributori delle mele delle superiori e basta c'è e sull'amicizia e sa dirmi qualcosa sì io naturalmente maschi e femmine avevo il compagno di banco vincenzo che era già stato bocciato un ragazzo simpaticissimo ma certo non adatto a stare in un banco per 4 ore 5 ore niente era rispettoso e ci andavo d'accordo però e le insegnanti mi ricordo una frase che poi io andavo seguivo molto vincenzo anche perché non aveva voglia di studiarli e io più o meno era uguale e insegnanti una volta mi disse roma con abbiamo messo vincenzo vicino atene perché credevamo credevamo che tu fossi una bambina calma ero bionda con gli occhi azzurri tutta ben educata è che dice e poi fai come lui perché tutte le volte che lui mi diceva vieni fuori fate buttar fuori che si agita la parte e io sì si inventano qualcosa andava forse i primi giochi di carte che non sapevo nemmeno desistessero gli apparati d'auguri andavamo nelle scale devo dire che forse probabilmente il custode c nera poche anche vinto ma noi eravamo sempre a giocare con le parti ho imparato in tutti i giochi di carte va bene perché altra curiosità allora lì mentre alle elementari l'intervallo era così insomma più o meno la maestra ce li chiamava e invece qui c'era gli orari la prima ora di lezione sfonda la terza l'intervallo rientrata in aula e 15 minuti e rigorosamente 15 minuti non dovevamo scappare e questo era già una fatica anche perché poi tutti andavamo ai bagni è però il nostro turno toccava aspettare poi a quei bagni c'era sempre un fumo sempre tutto informare che infatti una volta una mia compagna che già trovava a fumare se vuoi provare anche che ero proprio no dico ma di chi sanno le sigarette di cioccolata e già disposta cioccolata menta giova ricevendo non c'è di niente e allora perché devono fumare e non ho mai provato a fumare tuttora non fumo non ho mai avuto questa curiosità di fumo ma certo tenere speriamo tanto ai bagni di fumo ok a fine anno gli davo nel paese si è la mia era sempre nonostante non studiarsi troppo impegnarsi più di tanto era sempre una bella pagella bella mi ricordo la media sarà ancora la media dei set anzi una il primo anno nel primo quadrimestre avevo la media tante gre 7a al comportamento appunto che va al comportamento c'è la mia madre quando portai la casella io pensavo spedisse con quel se solo quel 7 aveva notato no tutti quegli altri per i bot sono queste in formato poi sono nella pagella finale avevo 8 9 sì più o meno alla merenda vabbè si portava sempre da casa le amicizie la parte non ho tante amicizie con le compagne di classe mi ricordo di vincenzo perché è stato come due anni perché fu promosso invece in seconda lui fu bocciato in seconda media e venne un'altra compagna nuova valeria si chiama che era l'opposto di me è la calma brava studiosa alla fine un pochino anch'io presso il podere invece che lei prendere un po da me che ero più svogliata meno io ho preso da lei è in terza media veramente brava perché studiavo con lei da veniva a casa mia a studiare e le si impegnava mi faceva impegnare anche se ero sempre in porta non mi piaceva studiare ma con una compagna così rigorosa anch'io studiavo insomma europlà il terzo anno delle medie sono ero veramente brava anche più tardi a giocare a carte chan da un'altra cosa che mi ricordo era il medico tutti gli anni avevamo la visita ogni bambino era cc controllava il peso l'altezza se avevamo avuto malattie durante l'anno scolastico e quanto toccava mela ristabilita si prendeva tutto il giorno eravamo tanto contenti poi anche un ovvero no andavamo dal medico con gli insegnanti della classe e preside e il medico ci faceva le domande il primo anno vide me il tempo sottopeso un po sotto misura e mi domando anche se aveva avuto malattie lo stavo bene non avevo mai avuto niente se che va bene di share e scrisse qualcosa nella scheda che piacerà proprio una scheda è sottopeso sotto misura ma in buona salute e questo è quello che scriveva più o meno anche negli altri anni credo che la cosa era così sempre sotto peso anche perché quando mi mentre va a scuola va a porta diceva sempre uguali e poi sempre hai avuto malattie ti senti male che si è ammalata niente donna quasi che faceva tutti gli anni che c'era tutti gli anni parliamo un po di respiro re anche tanto entra dalle superiore a 14 anni e ha 14 anni le superiori non erano obbligatori dopo la terza media potevi no non potevo più smettere perché mi ricordo che la mamma mi disse mi dette finito insomma le medie prima che vincessero le scuole sì molto prima perché poi andare al mare mi disse mi dette i soldi in mano una mattina e mi disse scegli una scuola quella che più ti piace delle superiori perché fino a 16 anni devi andare a scuola o mamma tizio che non volevo studiare non avevo voglia insomma la fine michel cini cerci da scuola andrà in segreteria e civile che cosa dovevo fare e lì fu la prima volta che ho riempito con i bollettini postali non ero proprio capaci non trovare la posta una persona gentilissima che mi spiego come fare che che cosa dovevo pagare tutto e mi scrisse a scuola presi la ricevuta andare in segreteria della scuola l'istituto professionale commerciale giorgio vasari si chiama quasi tutti ragazzi eravamo ma riuscirci quella scuola perché andando mia informare mi dissero che è tre anni se avesse frequentato tre anni un titolo di studio e poi se volevo potevo comunque arrivare alla maturità e non ci volevano almeno 20 c a mista ma fatica a fare quei tre anni per con i rivali e si doveva andare fino a 16 anni e mi sono iscritto a scuola solo questo il motivo perché ho scelto quella scuola perché mi dava la possibilità di avere il diploma in tre anni invece che 5 e parlano imporre di differenze che ha riscontrato tra media e spero e quasi niente perché comunque anche le superiori c'erano diversi insegnanti c'è la rientrata con la campanella era tutto segnato da una campanella l'unica cosa che ci piaceva tutte eravamo quasi tutte femmine c'erano pochi maschi in questa scuola tante ragazze una cosa però che ci piaceva tanto era l'assemblea di classe e l'assemblea d'istituto nell'assemblea di classe si prendeva sempre le ore di ragioneria che non ci piaceva professore molto la va sempre ma perché sempre le mie ore sempre le mie ore ma noi era una materia che non ci piaceva per niente e l'assemblea d'istituto e veniva fatto una volta al mese tutte insieme tutte le classi e insieme nel corridoio e non con le seggiole ma sedute per terra e gli discutevano io non mi ricordo nemmeno di cosa perché non mi interessava niente però era una giornata persa e se faceva niente e questo era l'unico scopo di che io almeno pensavo di queste giornate invece nell'assemblea di case la sigla di classe alla critiche perché ognuno di noi parlava dell'argomento che non aveva capito gli altri cercavano chi l'aveva capito di spiegarlo è la per questo era più utile anche perché tutti insieme non eravamo mai perché abitavano in posti distanti e questo era l'unico momento che noi tutti insieme si poteva parlare più del delle materie delle elezioni poi chi era più bravo in una materia la spiegava gli altri era proprio quello era e quello è sempre veniva richiesto perfetto dopo dopo discussioni sia passata università allora con i superiori invece che tre anni che mi dava che avevo già che sulla qualifica mi sono fatta convincere dagli insegnanti a continuare anche la quarta e la quinta perché era ero brava mi dissero di continuare sarebbe sedete eventualmente a università che io comunque non ci volevo andare già non dico che mi era avevo giurato fatica a fare i cinque anni però ero consapevole dopo il primo anno delle superiori che li dovevo studiare che era finito il tempo della scuola come divertimento e ho dovuto studiare e cinque anni che ho fatto alle superiori e ho studiato e non avevo voglia di fare l'università e allora ho fatto solo la maturità dopo la maturità sono andate a scrivermi subito all'ufficio di collocamento e quando mi sono iscritta mi hanno detto subito che c'erano due colloqui per impiegata in due fabbriche quindi vicina renzo e mi hanno dato numeri di telefono per prendere appuntamento io ho telefonato sono andata alla prima nel processo subito praticamente ci sono andata a luglio aggiungersi a settembre o presso i servizi andiamo argomento mi parli un po di ciò che la tua infanzia si di solito si giocava con le ami da piccoline insomma i tempi se eder esilio che le elementari e le medie aveva eravamo un gruppo di amiche che abitavano tutti nella stessa strada 78 quasi tutte della stessa età ci correva poco non hanno più un anno almeno ma eravamo più o meno della stessa età abitavamo in una strada dove lo sfociava per cui era tranquilla le macchine c nella poco a quel tempo non davano noia e si andava a giocare nei giardini quando era il tempo bello per la strada a gruppo si giocava alla campana oppure con l'elastico ci si metteva in due una davanti all'altro con quest elastico grande quanto hanno impartito le nostre mamme con queste elastici e poi si saltava si doveva prendere con i piedi nello stesso momento due lati delle lastre poi dice si incrociava insomma era tutto un gioco è durato tanto quello e la corda la porta che facevamo anche del gruppo siccome avevamo le corde piccoline solo per una persona ci facevamo contare invece le corde a metro e le giocavano anche maschi con noi una davanti una all altra distanti si girava questa porta ogni volta che si girava ci doveva essere un bambino entrava nel giro ha sì che qualche volta anche se i bambini tutti insieme giravano con la stessa cosa e chi sbagliava gridi la colpa e la tua la colpa non l'hai girato bene questi erano i giochi poi si giocava questo quando il tempo era bello quando lo permetteva sempre comunque eravamo tutti in una stessa stata per cui le mamme ogni mamme a seconda di dove sembrava ci seguivano o anche i nonni che altro erano donne perché le mamme come concetto qualcosa da fare quando ti aveva invece si andava prima si chiamava nell'androne delle case sempre noi group e ritiri 56 bambini 7 all'ingresso delle scale che stava nel condominio l'ingresso delle strane eravamo tutti lì e lì hanno la invece si giocava con le bambole vestiti alle bambole thaci cuciva la mamma o non si iniziava un pochino a cucire e si faceva tutte le mamme che stava in cucina che stava kick italiano e bambini chi ci piaceva poco ci piaceva più stare fuori a giocare tutti avevamo le biciclette quando pioveva se si creava delle pozze nella strada perché erano nella saltata bene e noi con le biciclette andavamo nella bozza che faceva l'onda e schizzava quanto ci piaceva tutte bagnate ma quanto ci piaceva con le biciclette andare nelle pozze e dopo naturalmente erano solo scritta the quanto si tornava a casa perché eravamo tutti bagnati ma non si faceva sempre possa andata nei giardini noi avevamo un ogni palazzo aveva un giardino dove ceva l'altalena erano tutti gli occhi si faceva pure tu che altro erano giochi di gruppo tutti i bambini ci fate ci parlano un po più maschi a parte con la porta allora davano a giocare sempre al carcere c'era un campo vicino periodo al 7 che era è stato un infanzia per i giochi bellissima non avevamo altro non è che c'era altro ma no io avevo come la prima bambola è che parlava avrà molto 78 anni per la siccome io ero l'unica bambina l'unica femmina nella mia famiglia erano tutti i cuscini maschi piero l'unità felici di viziavano e questa valvola che pari ma vero anche l'unica ad averla c'è la sacom passata con tutte le armi inchiesta petula è durata un bel po dopo si è rotta naturalmente molto bene guardare molta tv da piccola una tv c'era da po con i ribassi quando ero piccola c'era un programma dopo le 5 bonanni ci guardava tanto non eravamo abituati la tv così tanto ci piaceva più stare fuori la sera magari a parte e tutti si andava letto dopo carosello ci facevano vedere questo programma che poi era un programma di pubblicità dove prima c'era un piccolo filmato di cartone animato e poi davano la pubblicità una pubblicità finiva alle 9 e tutti a letto dopo carosello era proprio una tassi l'unica volta che si poteva stare svegli e seguire un programma dopo carosello a quando c'era rischiatutto tutte a guardare rischia tutto c'è la marca buongiorno che faceva delle domande e se rispondervi bene ogni domanda a guadagnare dei soci per cui era una novità perché di solito si lavorava per guadagnare soli qui invece proverò la cultura guadagnare i soliti un'altra corsa a fascia che facile non era però che tutti sognavano di vincere era quella che ora si chiama totocalcio e prima si chiamava la sisal e anche lì ci giocavano praticamente sono gli uomini le donne poi è però tutti si sognava di vincere tutti chissà quest'oggi che si vinceva te che cosa ci faresti che la prima cosa era sempre una cars comprare la pasqua poi così dicevano i nonni per esempio noi no perché la casa comunque l'avevamo però dare una parte e fitch quello è la cosa che ho sempre sentito ma per gli sbagli quasi mai sarà sempre comprare la casa o da e dare qualcosa insomma quello che rimaneva di vederli felici per lo meno quello che sentivo diventassimo molto bene e cosa sa dirmi invece sull'alimentazione alimentazioni alla semplice la carne quando c'è un ventina targhe si mangiava spesso invece i nonni per esempio mi ricordava che la carne rossa la mangiavano pochissimo mangiavano quasi sempre carne bianca apollo tanto pollo con l'inizio la carne rossa veniva mangiata poco a me piaceva poco perché mila volessero sento italia c'erano differenze ricorso tra le due penso di sì se si mangiava poco porti che costa ma tanto e si mangiava verdure che erano quasi sentono nell'orto noi non avevamo animali però il nonno era carcerario e ri scambiava a tante volte scambiava che ne so la comodato mura delle scarpe con con corsi da mangiare carlin apollo insomma quasi carne e il latte per esempio veniva lattaio la mattina presto non si metteva un pentolino apposta per il latte con la chiusura a 40 la porta ci riempiva il di latte lo si trovava quando alle sette e mezzo quando ci sarà il sala si trovava già il latte dalla scaldati e poi pomeriggio passava un camioncino con il pane il pane tutti i prodotti prodotti il pane e la pizza né pesce alle altre cose che si poteva che passavano tutti i giorni non passava tre o quattro volte a settimana sì che il pane fresco non è che ci aveva tutti i giorni avevamo battuto le verdure che non ci piacevano volevamo sempre patate ma è una cosa che ci piacevano a mangiare era la panzanella da non si usava tanto e quella piaceva dove c'era il pane con le verdure condite con olio e sale la nonna invece faceva con gli avanzi di pane perché non si buttava via niente proprio era chiamava nemmeno riuscito per noi era normale fare così ad operare le cose che avanzavano il pane la minestra di pane che hanno i bambini non ci piace invece quando la nonna faceva la minestra di pane era una festa perché venivano tutti gli zii tutti perché sta piaceva meno tiene i bambini la casa quando è la faceva anche spesso una volta ogni quindici giorni faceva la minestra di pane si che era tutta una riunione di parenti e molto bene su abbigliamento invece quando ho potuto scegliere da me perché fino a va bene a sceglieva la mamma schiero già durante e già facevo le medie è sempre pantaloni jeans scienze ha prima si chiamava sciarpa parte se larghe folino quelli erano si sono portati io ti ho portato jazz fino a non bere tanto era quasi tutti comunque mettevamo e james si usava popoli cogne poi sono venute le minigonne macha si mettevano a meno era già comunque poi sono arrivati a tutte al posto di cc minigonne perfetto invece in casa quanti elettrodomestici allevare allora il primo elettrodomestico se si parla di te le visite il televisore avevo già 56 anni e c'era il televisore scena si portava poco e sembrava che si consumasse a guardarlo e che poi le cose dovevano durare ma come vinto dovevano durare tanto perché era un bel costo comprare un televisore poi il frigorifero che è arrivato anche quello al levante cella e per ultima la lavatrice quelle cose che più certo non c'erano altrettanto tutto più fedele le cose il forno per l'ascesa in forno elettrico se c'era già quando ero piccola con la cucina c'era il forno era la prima cosa quel televisore di altre cose

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L’intervista, dalla durata di 51:42 minuti (link: https://www.youtube.com/watch?v=HseBMxBz4-M), si incentra sulle memorie scolastiche e infantili di Daniela Bracciali. Nata ad Arezzo nel 1960, ha frequentato le scuole dal 1963-4 al 1979 – dall’asilo al diploma, conseguito presso l’Istituto professionale per i servizi commerciali. Iscrittasi subito dopo la maturità all’ufficio di collocamento, ha trovato lavoro come impiegata in breve tempo.

Bracciali si sofferma su tutte le sue esperienze scolastiche, affrontate in ordine cronologico. Ha frequentato l’asilo e le scuole elementari alle “Aliotti”, un istituto privato, gestito da un ordine religioso, che raggiungeva con il pullmino. All’asilo le giornate erano scandite da alcuni eventi routinari: la recita di una preghiera inaugurava la giornata; successivamente, alle 11.30, c’era il momento della merenda e quindi, da 12.30, il pranzo. Nel tempo restante, i bambini restavano seduti ai propri banchi o giocavano, anche se Bracciali non ricorda la presenza di materiale ludico: nelle aule, descritte come abbastanza spoglie, gli unici oggetti erano le matite da disegno (Bonetta 1990, 36-9). 

Più dettagliati i ricordi riguardanti la scuola elementare. Di quest’ultima, rammenta l’aula, spaziosa, e la classe, molto numerosa – erano 45 alunni. L’insegnante, come nel ciclo precedente, era una suora. A causa del numero di alunni, la giornata non prevedeva il momento dell’appello, ma solo una preghiera. Posta inizialmente in un banco in fondo, la videointervistata confessa di aver trascorso i primi mesi della prima elementare senza seguire le lezioni e senza apprendere i rudimenti della letto-scrittura finché la maestra, accortasi di lei, la spostò ai primi banchi. Bracciali si descrive come una bambina abbastanza vivace e svogliata: un cruccio erano ad esempio i compiti per casa, che aveva l’abitudine di non svolgere nella speranza che la maestra non si accorgesse della mancanza. Un altro momento sembra averla influenzata era quello relativo al canto corale, dove lei, unica nella classe, non poteva partecipare perché stonata: mentre gli altri cantavano, quindi, la maestra le affidava dei disegni da completare o la mandava a giocare in giardino. Era una diversità che probabilmente suscitava il suo disagio, come testimonia l’abitudine, quando la maestra la nominava capoclasse e la lasciava da sola a controllare i suoi compagni, di issarsi sulla cattedra e di cantare a squarciagola: a questo proposito ricorda, in particolare, di un momento in cui la maestra la sorprese a cantare “Cuore matto”. Altra pratica che detestava era quella di dover andare, quando un suo tema riportava un voto alto, dalla maestra di un’altra classe a farglielo leggere: in quelle occasioni era solita assentarsi per dieci minuti in giardino, per poi tornare e fingere di aver svolto il compito affibbiatole. 

Di quel periodo Bracciali ricorda soprattutto la sua voglia di divertirsi: «a me piaceva andare a scuola, magari mi piaceva ma mi volevo solo divertire, non lo prendevo come un dovere», affermava al m. 16.13. E continua mostrando un tentativo (per quanto esibito in maniera per noi eterodossa) di smarcarsi dalla femminilizzazione delle professioni: «A quel tempo tutti chiedevano cosa volevi fare da grande, e io rispondevo che volevo fare la signora, e questo secondo loro non era un mestiere, perché le mie compagne, l’infermiera o la parrucchiera, queste erano le cose che più volevano fare: infermiera e parrucchiera. Sembrava che tutti dovessero fare l’infermiera o la parrucchiera, a me non piacevano né l’infermiera né la parrucchiera, sicché io dicevo sempre: “La signora!”» (m. 16.37) (Bracke 2019, 24-8). Trascorreva il tempo libero in giardino, con il bel tempo, o nell’androne del palazzo, con il brutto tempo, insieme alle altre bambine del vicinato. Tra i suoi giochi ricorda in particolare una bambola parlante che spesso prestava alle sue amiche. Raro era il tempo trascorso davanti alla televisione: delle trasmissioni dell’epoca seguiva Carosello, dopo il quale andava a dormire, e Rischiatutto, un quiz a premi condotto da Mike Bongiorno (Bravi 2021).

L’intervista passa quindi a descrivere l’esperienza avuta presso le scuole medie, frequentate in un plesso del centro storico lontano da casa, ma scelto, ricorda la videointervistata, per la presenza di mensa e doposcuola. Di quest’ultime ricorda lo spaesamento iniziale, dovuto alla fine della divisione fisica tra maschi e femmine, alle nuove discipline e ai professori. In prima e in seconda media divenne amica del suo compagno di banco, Vincenzo, con cui cercava di farsi mandare fuori dalla classe per trascorrere il tempo a giocare a carte sulle scale della scuola. Bocciato Vincenzo, si legò a una compagna piuttosto rigorosa e studiosa; condotta e valutazione ne risentirono positivamente. Nonostante la svogliatezza, riuscì a riportare sempre voti buoni, anche se ricorda lo sgomento della madre quando, nella pagella del primo quadrimestre di prima media, rimediò un sette in condotta. 

Concluse le scuole medie nel 1973, spera di poter interrompere gli studi ma la madre le impone di continuare a studiare almeno fino al compimento del sedicesimo anno. Bracciali decide quindi di iscriversi all’Istituto professionale per i servizi commerciali, nella speranza di ottenere, a sedici anni, una qualifica spendibile per il mondo del lavoro; tanto la scelta quanto le pratiche sono svolte in autonomia, e ricorda quell’occasione come la prima volta in cui si ritrovò a compilare un bollettino postale. La sua intenzione era quella di cercare un lavoro una volta ottenuta la qualifica, ma, incoraggiata dai docenti, conseguì anche il diploma. Erano del resto, quelli, gli anni dei Decreti Delegati, dell’introduzione delle assemblee di classe e delle assemblee di istituto (introdotte dal DL 416/1974), su cui, significativamente, la videointervistata si sofferma a lungo (Galfré 2017, 259-64). Se le assemblee di istituto sono ricordate come un momento prettamente ludico, apprezzato perché comportava la perdita di un giorno di scuola, quelle di classe, per Bracciali, rivestivano un’utilità sociale e relazionale altissima: «l’assemblea di classe era più utile, perché ognuno di noi parlava dell’argomento che non aveva capito, gli altri cercavano, chi lo aveva capito, di spiegarglielo, per questo era più utile, anche perché noi tutti insieme non eravamo mai, perché abitavamo in posti distanti, e questo era l’unico in cui tutti insieme si poteva parlare delle materie e delle lezioni» (m. 35.29)

Fonti

Fonti bibliografiche:

G. Bandini, S. Oliviero, Public History of Education: riflessioni, testimonianze, esperienze, Firenze, Firenze University Press, 2019.

G. Bonetta, La scuola dell'infanzia, in G. Cives (a cura di), La scuola italiana dall'Unità ai nostri giorni, Firenze, La Nuova Italia, 1990, pp. 1-54.

M. A. Bracke, La nuova politica delle donne. Il femminismo in Italia, 1968-1983, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2019.

L. Bravi, La televisione educativa in Italia. Un percorso di storia sociale dell'educazione, Roma, Anicia, 2021.

M. Galfrè, Tutti a scuola! L'istruzione nell'Italia del Novecento, Roma, Carocci, 2017.

S. Oliviero, La scuola media unica: un accidentato iter legislativo, Firenze, CET, 2007.

Fonti normative

Decreto del Presidente della Repubblica 31 maggio 1974, n. 416, Istituzione e riordinamento di organi collegiali della scuola materna, elementare, secondaria ed artistica, (GU Serie Generale n.239 del 13-09-1974 - Suppl. Ordinario), permalink: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1974/09/13/074U0416/sg

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