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"Quando è entrato il telefono in casa avevo quasi timore a rispondere." Memorie d'infanzia

Editore:
Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze
Luogo di pubblicazione:
Via Laura, n. 48, 50121, Firenze (Italia)
Codice ISSN:
2785-440X
Autore della scheda:
DOI:
10.53221/1443
Scheda compilata da:
Chiara Naldi
Pubblicato il:
28/02/2022
Nome e cognome dell'intervistatore:
Selene Garzelli
Nome e cognome dell'intervistato:
Stefano Garzelli
Anno di nascita dell'intervistato:
1965
Categoria dell'intervistato:
Studente
Livello scolastico:
Scuola primaria
Scuola secondaria di primo grado
Scuola secondaria di secondo grado
Data di registrazione dell'intervista:
11 gennaio 2020
Regione:
Toscana

Indicizzazione e descrizione semantica

Identificatori cronologici:
1960s 1970s 1980s

buona sera io sono sera nella gianni e questa sera intervisterò mio padre ha piu cosi sono della sua vita vi lascio un momento per presentarsi io sono stefano garzelli sono amato 12 luglio del 1965 al giorno italia che sono il padre di sera nel bagno andai io direi di cominciare allora ha pure detto che sei a livorno e sei cresciuto sono strisce sapevo ok anche qualche aree i remi in corea un quartiere è abbastanza che il tedesco di livorno che ci sono interi vissuto fino a che non mi sono sposato ok e vivevi di che tipo di casa ecco una casa molto grande dove viveva la mia famiglia è quella di mio zio erano due famiglie nella solita casa con diciamo cucine separate camere separate però nella stessa nello stesso comprensorio ok e quindi chi ci viveva in questa fase è la fiera composta noi l'uomo con io mio padre mia madre mio fratello i miei nonni da parte di padre ok e poi e poi nella diciamo accanto c'era mio zio con la mia con mia zia e mio cugino ok e in casa che tipo di casa era quindi a più piani è una casa terrene primo piano dove nella parte bassa avevamo diciamo le cucine e la sala del post dove vivevamo diciamo e sul part nel piano di sopra c'erano le camere e condividere la fame la contusione anno no io vincendo condividevo all'inizio con babbo mamma poi dopo con i nonni poi dopo sono andato in camera mia ma solo dopo che il mio periodo si è sposato ereditato la sua camera più nonché ai finiani e in casa che tipo di elettrodomestici avevate allora in casa quando ero piccolo picco del 2000 striscerà il forno la stufa a cherosene il fumo il fumo fiera e poi una stufetta elettrica che usavamo su di supplemento per scaldare il bagno quando faceva modo c'è un ok e fare la prima va tivoli feroci frigorifero giusto e il telefono ma il telefono in casa mia a entrato quando io avevo già da circa 13 anni quando è entrato in casa mia era una cosa particolarmente innovativo addirittura quando è entrato il telefono in casa avevo quasi timore a rispondere mi vergognavo un po perché per noi era una cosa del tutto nuova si no adesso i bambini di oggi che non sono ancora nati non san marco la deriva per mamma ma perdono il terzo ne fanno 8 giusto è arrivati alla televisione in casa sì io sono nato e c'era già la televisione in casa mia c'era una sola televisione una televisione solo ai bianchi e neri che colori ci è venuta molti anni dopo le 85 più o meno in cucina nell'unica stanza dove c'era la stufa dove ci potevamo riscaldare e quando anche momenti di massima divisione la sera a cena normalmente perché il giorno mio padre veniva dal lavoro si che mangiavamo a volte si guardava il telegiornale a pranzo però generalmente la sera a cena guardava morte del giornale poi quello che c'era ok è tuo padre che lavoro faceva mio padre faceva il muratore ok e ciò anche mesi casalinga e appunto che ebbe vi fu anche i nonni e lo zio nonno che lavoro faceva allora i miei nonni prima facevano i contadini anche mio padre poi dopo quando cioè gestivo a non godere a mezzadria all'epoca usava e neanche poi dopo con hanno smesso di coltivare la terra hanno comprato la casa li do io sono amato è finita ok invece lo zio che che mestiere faceva anche mio zio a cheminots io facevo il muratore e bene è una giornata tipo come si svolgeva a quando ti svegliavi da bambino vedo bambino quando mi li avevo normalmente cioè particolare nella giornata prima che andassi addirittura all'asilo iniziava che iniziava con la colazione la mattina ero più piccolo si chiama quello che dormiva un po di più e quelli faceva la mia mi faceva il caffè latte facevo colazione mi ricordo che giocavo nella chiostra di casa che a roma una chiostra e niente aspettavamo l'ora di pranzo in cui mia madre mia nonna cucinavano perché arrivava mio padre da lavoro e niente pomeriggio uguali mi ricordo la servizio né si accendeva quel pomeriggio alle cinque e mezzo 55 e mezzo che ora non mi ricordo bene cosa c'è là se c'era uno zecchino d'oro la tv dei ragazzi però mediamente era l'ora in cui c'era la seconda ragazza di 55 e mezzo sì che la accendevo in quell'occasione di poi la rispondevamo prima da prima di cena verso le 7 di spingevamo che cedevamo per il telegiornale mai era diciamo in usa ok invece quando andavi a scuola insieme alla scuola allora quando iniziate ad andare a scuola gli andava alle amedeo modigliani sempre in corea che tra l'altro era una scuola che aveva costruito la ditta dove lavorava un padre che faceva muratore e io viva frutta che aveva contribuito a lanciare la scuola e erano scuola grandi e io mi ricordavo grandissimo poi invece ritornandoci dopo da grande è uno spolina abbastanza piccola però carina però i mali sembrava immensa da piccole sideremia magari anni invece era una scuola su più piani e su due piani c'erano le classi al piano terra e lega è arrivato asse al piano superiore io ero al piano superiore e poi andavo a scuola stranamente anziché la mattina il pomeriggio perché all'epoca la maestre che avevo la mitica maestra puccini che ma ritorna ancora quindi si chiama perché quella che male accompagnato nei primi anni della mia vita diciamo lei la mattina non poteva sì che la scuola andavamo a scuola al pomeriggio e noi facevamo solo un pomeriggio facevamo al pomeriggio da roma e mezzo fino alle cinque e mezzo qualcosa dice abete a e non fossimo hanno tutte le classi e annoso che trovarsi si era una cosa che facevano in due o tre classi a discrezione che sia quei tempi probabilmente lo potevamo fare ok e la sua classe com'era intanto ciano grancia le grandi si era almeno mi sembrava grande perché eravamo in 20 o 21 ragazzi ma tra bambini e bambine nell'aula cerra che mi ricordo bene dalla cartina del mondo attaccata alle pareti da una parte c'è da quella politica e dall'altra quella fisica proprio per vedere le regioni corsi e questo non ricordo bene perché mi piaceva perché c'era quella dei ricambi e poi c'era quella del mondo dove c'è da tutti mi affascinava vedere gli altri continenti è una cosa che mi ha sempre colpito e poi c'erano i banchi e anna si celano i banchi chiedono a due posti e c'era sempre sui banchi c'era sempre il buchino per appoggiare circa va male come usava un tempo probabilmente erano sempre banchi dei miei genitori e bene quindi appunto non eran zahavi a scuola del tappo ok e come si svolgeva una giornata di scuola allora oggi per martedì scorsi svolgeva in cui secondo del giorno faceva modo di materia facevamo geografia facevamo diciamo italiano grammatica chiedo sempre odiata non è non mi è mai piaciuta molto poi avevamo una piccola biblioteca che una volta la settimana venivano portati in questa biblioteca dove sceglie dove sceglie guamo un di brino che nel fine settimana lo dicevamo e poi il la settimana successiva a scuola lo commentavamo ci facevamo un riassuntino così e poi facevamo ogni tanto avevamo il materasso per fare le capriole ci portavano nell'atrio dentro perché la palestra non c'era ma nell'atrio della scuola scena mio divano attrezzati due materassi e c erano due materassi sportivi chiaramente dove ci faceva morsetto maltempo le capriole quindi è un po come la regina si è rotto come l'ora di ginnastica pino mi ricordo che la facevamo 12 volte la settimana ok miriamo e dopo un anno a scuola per quanto riguarda il materiale scolastico ma ve lo zainetto not irlanda vado elementare avevo una cartella proprio una cartella ed era rosse blu che mi ha accompagnato fino credo alla iii iv elementare podio come servo ta e allora ho cambiato e allora li avevo lo zaino però di insieme vivo proprio la cartella sembrava quasi quella del fumetto perché aveva in rosso il blu molto accesi e gusci di sì che sembrava eterno di un cartone animato ora ripensandoci me la ricordo così è e poi la socio con maicon si sa che io avevo l'astuccio siccome a me piacevano le matite e avevo l'astuccio né grande con 224 matite chi era 48 matite c'erano era quello doppio ora non ricordo se abbiamo 24 48 comunque era al max e astuccio con tutte le matite riuscì tenevo tantissimo tra l'altro perché mi piaceva da morire e niente poi vabbè i quaderni la gumina disegno che la maestra voleva quel che si prendesse quello 18 perché quello sciolto arrivava carta un po più ruvida e quando si colorava il colore assumeva un aspetto più più realistico via diciamo lui artistico e quali anni hai un quaderno per ogni materia come questo modo ricordo bene mi ricordo che avevo il quaderno di matematica quando ero più piccolo a quadrettoni sono in quanto quintale allora sempre si passano quadernino con i pod lettini piccoli perché era valsa loro oa quello con i quadrettoni e i bordi delimitati e invece quello di italiano invece era alle grandi e piccole del proprio per dare un'impronta cioè la dimensione della scrittura e avevamo delrio racconti quaderni avremo esattamente non lo so mi ricordo che ci avevo anche il quadernino di musica che ci venivo a fare musica addirittura il prete a believe atlete di liti corea che era da noi vedi vado biondi noto biondi padre pio veniva padre pio da noi a farci cate ha neanche fare catechismo ci faceva cantare le canzoncine ci insegnava musica ma che ci faceva anche un po di spartito ci faceva volte sono aree qualcosa così invece dire a libri [Musica] come i libri di libri o me ne ricordo due poi le altre dato rifiuterò e mi ricordo il libro di matematica che lo odiavo proprio poi c'era il libro di saviano che mi piaceva di più perché c'era un libro dove c'era un po tutte le sto barriere permetterà tipo un sussidiario chissà che poi scegliere un altro pesce che era proprio di grammatica che quello ufficioso guardatelo aprivo però mi ricordo che si trillini diciamo poi ne avevo anche altri ma ora che mi rimandano impresso nel tempo sono stati chiesti 16 e durante chiama a casa la scuola quindi durante le vacanze seriamente cosa ci faceva ora spesso partono vanno a fare viaggi con famiglie stavo in casa ero molto contento perché il periodo di cui anche mio padre non lavorava per cerato uno dei pochi momenti in cui ci stavo che insieme perché normalmente mio padre alla mattina si alzava presto si che usciva di casa prima che io mi alzassi la sera rientrava guardando va bene allora di scena se la porta anche un po più tardi perché lavorava eravamo in due fratelli si che insomma dove non si doveva dar da fare per poter per non farci mancare niente 17 e nel tempo libero appunto quando capita una cosa come lo passava il tempo punto vale come voi detto passato il campo a distanza di tempo è difficile però normalmente lo aiutavano i vari lavoretti che faceva in casa era una cosa che a me piaceva molto martello bull chiodi si che normalmente quando faceva qualcosa li hanno sempre dietro i peli passavo narnesi che passaggi forse gli editori lievo meno gli stavo dietro a un bar quello che faceva ok e dopo le elementari già fatto le mani dopo di diventare ho fatto le medie ho fatto il primo anno alle pistelli in corea programma sperimentale che è praticamente che mi ricordo io la scuola e giocavo non è che abbiamo fatto un gran kelly e la prima ha fatti mia madre mi spostò mimì fermo un'altra scuola è lì infatti mi trovai un anno in seconda media mi trovai particolarmente in difficoltà perché praticamente era indietro di sotto anno prima e lì ho sofferto un po e lì mi hanno aiutato mio fratello e mio cugino a riprendere ma attimino il passo degli studi che erano più grandi si mia fraterna dieci anni di più mio cugino uscita sì che mi mi aiutavano nella lezione che dovevo fare mi facevano da maestri e invece in superiori che che squadra adesso quello che ho fatto l'istituto professionale luigi orlando perché a me piace lo sa fare il meccanico da quando ero piccolo tra l'altro quando veniva il tecnico a riparare la lavatrice o la televisione che apriva la sua valigia con tutti gli attrezzi che a me mi faceva da morire sicché mio sogno era quello poi il giorno da bari giro con la valigia degli altri a riparare qualcosa era una cosa che a me il pesce momento quindi al tavolo fatto è che appunto che fatto professionale mai e che altre scuole superiori e c'erano contanti per quel tempo c'era liti ed il liceo scientifico liceo classico c'era a il magistrale che cup è prevalentemente scendevano le bimbe per chi era quello dove ci andavano quello che voleva fare la maestra poi c'era il colombo che li invece ci andavano tutte le ragazze che potevano fare le segretarie e roba del genere te lo conosco bene perché quando dicevo la scuola ci passavo spesso è appunto ma è a scuola sia da più piccolo quindi elementari si è poi lasciato comincia navi alla coppia vi allora della scuola era abbastanza vicina a casa mia si chiede andavamo a piedi quando mi accompagnava mia madre quando mi accompagnava mio nonno praticamente c'era sempre qualcuno che mi accompagnava poi alle medie vi siete ad andarci invece di bicicletta è il primo mezzo di trasporto che hai avuto quale stato e parte ami schietta e musolino linea quadre il mitico motorhome d'anna 3 perché era modellina tre marce che è stato proprio il primo in assoluto motorino brutto che non si può vedere che non ha niente a che vedere con quelli di oggi però era un mezzo di locomozione che a me piaceva e in famiglia potì masina sport a levate a bari casa mia c'era il motorino di mio padre quello di mio fratello che aveva 10 anni di più mio padre aveva la mitica 600 e poi ci aveva aveva facendo il muratore aveva sul gol chino per portare gli attrezzi è stata poco a 16 e bene e appunto meghni e tutti e tua madre che faceva la casalinga con fondamentalmente e ma dove la domanda va a fare la spesa ma tu mamma andava a fare la spesa o nelle varie nei vari di gozzetti che c'erano vicino a casa alle varie alimentari oppure poi successivamente quando io avevo già un po più grande mi sembra quando è sì forse per quanto quid elementari che fecero costruirono proprio la coop di di fronte a casa mia allora li andava alla coop crai che mai famiglia ma lei a fare la spesa con me è capitato al sacco di volte infatti porto di santa croce o perdere sempre lo riterra giustamente e invece nel tempo libero anche crescendo c'erano auto ogni particolare in cui andare a giocare a allora quando ero un pochino più grande andavo nostri tempi nei vari quartieri di livorno usava che i ragazzi andavano a giocare che strada a figurini praticamente sì c'era ma tutti i bar i bambini di scuola che si trovavano pomeriggio fuori della strada nel quartiere e giocavamo a figurini con il sasso mettevamo appoggiati al muro e cercavamo di prenderli ricchi di colpiva diceva le dicevo a tutti i figurini che erano lì era di giochi dei nostri tempi poi cosa facevamo di giochi per la strada quarti giocava a nascondino a volte ci tiravamo qualche pazzo poi l'estate andavano a caccia di lucertole l'estate come la passava se andate al mare l'estate quando mio padre a liberi o tipo va da domani che andavamo al mare andavamo al mare ombrelloni e via e ass passavamo diciamo la giornata al mare poi durante la settimana quando ero piccolo in genere mi aggregavo alla piscina che andava al mare e allora andava al mare con loro perché mia madre ma è stata una grande frequentatrice del mare ci andavamo il fine settimana quando c'era mio padre se nole da sua madre non ci andavo donna d'altri tempi e ma faceva facevi qualche spot da picco da piccolo già praticamente andavo alle medie avevo circa 12 anni andava in piscina con una piscina comunale a fare moto la settimana tipo ai corsisti si celebra ricorsi di moto ea quel tempo che chi esporta usava che emissioni che calcio è calcio è sempre usato ci sono sempre stati bambini che amano giocare a calcio però io non sono un appassionato di calcio perciò a me non piaceva allora preferito andare in piscina sennò normalmente anche nel quartiere c'era i vari campi dove i bambini giocavano a pallone e fra di loro facevano le squadre che giocavano a pallone o tre palme che andava ad assistere mandavo così perché non mi piaceva giocare anche perché non ero molto capace onestamente è invece vede anche le bambine facevano parte sport unire al thani le bambine si faceva anche loro qualche sport nuoto calcio no non credo che ce ne fosse fondamentalmente emo non mi ricordo che sport e facessero due bambine ma più che altro quando andavo in piscina cielo ma anche le bambine a giocare a pallone in genere no le bambine venivano sempre educate dalle mappa delle casalinghe all'epoca perciò si trovavano diciamo noi atri degli stabili che cercava un fra titolo con le bambole facevano chi le mamme che io cercavo sempre di fare il dott se non mi cacciano e invece cresce andò poi a che età hai iniziato a uscire da solo ha iniziato ad uscire da solo a 14 anni quando ho preso un motorino che quando peso in motorino quando iniziare ad andarci e per strada perché col motorino insieme ho imparato ad andarci molto presto perché quando mio padre veniva dal lavoro metteva il modellino nella chiostri una chiostra chi usa mostra e io lo mettiamo morte ci faccio qui ci tiene nel cortile si che a 67 abili vestito e col motorino e quando appunto inizia mercede a sono dove andavi che i posti frequenta amate fondamentalmente andavamo in giro così senza meta andavamo o che ne so cisternino al gabro sua valle benedetta facevamo tutti tutte le stradine e poi andavamo anche in una cava dove ci andavamo a fare il motocross li chiaramente i genitori non volevano perché era pericoloso però noi di straforo cercavamo eh sì che la droga a fare gli scemi con i modelli di però perlomeno lo facevamo in questa cava e non bello la strada ecco giusto almeno un po più responsabile e in versi tipo già appunto da più adolescenti o che non so di dei locali in cui si andava quando io iniziate ad uscire andavo a ballare c'era livorno scena gli atleti che lì c'erano invece i piccoli e poi sarà io preferivo andare armadio con e che era la discoteca diciamo dei grandi fondamentalmente al giorno c'erano queste due discoteche spalle c'era anche il all'epoca cos'era perché si chiama all'epoca si chiamava infami poi dopo ha cambiato nome cioè la 23 discoteche cercavamo un po più un po ma anche in che momento nella settimana santa la discoteca in discoteca ci avevamo la domenica il pomeriggio la discoteca apriva alle tre e mezzo e chiedeva la sera alle 8 alle 8 tutti a cena e poi tutti a letto non come adesso anche la discoteca apre a mezzanotte quelli della mattina alle 6 anche perché periodo più potrebbe merito che perciò sarebbe potete andare un passino indietro per di fermare ad amare discoteca al pomeriggio appunto il ricco le gambe c'è da discutere ecco mai quel periodo che che musica che musica si ascoltava se andava di mandare concerti ora se certi sono sempre usati c'era io non sono mai stato un grande frequentatore di concerti però all'epoca io primi progetti che sono stato sinceramente sono stato con la mia fidanzata chi è più onde e s'andava concerto di renato zero perciò passato qualche anno si penso anch'io è invece il cinema si andavamo anche al cinema ci andavamo la domenica peccato perché era uno dei pochi posti dove stavamo tranquilli a caldo nella penombra cercavamo così è il cinema appunto come c'era come quelli di ora in ora il cinema e cucina yacine maria molto più caratteristico perché c'erano i cinema di sciami centro città che c'era il grande il moderno metropolita che loro avevano i film in prima visione e costavano un po di più poi c'erano i quali cinema di quartiere c'era cinema sorge lattice del cinema aurora cioè nel cinema san marco dove c'erano i film in sé seconda terza visione e costavano un po meno dove a volte quando ero piccolo addirittura si facevano vedere due firme quando stesso mi fece rimonta si parla di troppi anni fa ancorata e neanche appunto mai detto che hai fatto professionale ti sei gol di domanda se ho fatto l'esame di qualifica di terza e infatti sono congegnatore meccanico c'era le varie specializzazioni c'era odontotecnico c'era meccanico d'auto elettricisti congegnatori meccanici a me piaceva di più congegnatore meccanico perché mi piace costruire le cose perciò congegnato le meccaniche colui che progetta e riesce a costruire e io questo fatto è tuttora faccio e appunto qua a kiss ha iniziato a lavorare a ha iniziato ad opera dei 16 anni appena qualificato l'estate io andai di cerca il lavoro nonostante che il mio padre e mia madre non volevano iran dai in un'officina in più di un'officina sinceramente è tra l'altro scelsi l'officina che mi piaceva di più e di dio iniziato a lavorare quindi lasciare la scuola ha smesso di andare a scuola per un periodo se poi sotto le pressioni di mia madre inizia ad andare a scuola a fine ottobre ho frequentato fino a fino alla fine dell'anno dopo ha tra l'altro facendo il diurno lì dove lavoravo dissi vabbeh ieri sera nella scuola si chiamava a lavorare il pomeriggio il pomeriggio andavo a lavorare la mattina brava a scuola si che mi cambiarono a contratto e mi presero con con part time è fatto la quarta superiore e lì poi ho mollato con la quarta smesso perché andavo più volentieri a lavorare ea scuola fondamentalmente mi divertiva al lavoro stranamente però mi divertivo ok ora amori sempre nello stesso posto in cui è praticamente silva volo sempre nello stesso posto dove sono entrato perché io entrai a lavorare in officina meccanica da due fratelli dove poi si sono divisi ma io sono rimasto con dei due fratelli è tutto fra lavoro e quindi è un poeta poi in giro per officine e quindi un po alla ricerca dell'amore come funzionava fondamentalmente la ricerca di dolore a quei tempi c'era l'ufficio di collocamento dove andavamo e facevamo il mitico cartellino che ora non esiste più però facevano il cartellino che poi tutti non sono ogni quanto noi dovevamo andarlo a timbrare in modo che se in base a quello che io non volevo fare se c'era delle richieste chiamavano direttamente loro all'epoca io invece fece il libretto di lavoro e non aspettare che mi chiamasse logoro manda in giro da me perché io avevo belle mete cosa mi piaceva fare io volevo lavorare con officina meccanica che così ho fatto infatti tuttora lavoro in un'officina meccanica ok e cambiando un po argomento per quanto riguarda un abbigliamento e che c'erano delle particolari mode che andavano più piccoli quand'ero ragazzo intorno ai 14 anni era accreditato del cuci pantaloni strettissimi alla caviglia e larghissima alla vita 23 visione sopra praticamente proprio che non si poteva vedere maira momento di cui ci si che usano anche io non l'ho mai portati è un po fuori e alle fuori dagli schemi ma che dovesse andavano a comprare i vestiti oppure amari i loghi negozi sono sempre stati in via ricasoli all'epoca scena canterini che me lo ricordo bene e poi c'è un altro ora non me li ricordo sinceramente ma è come tipologia di christian e c'erano degli abiti che vengono casa bisogna alcune occasioni beh sì quando ero ragazzo io c'era una vita della domenica cioè della serie durante di cedergli estiti per andare a scuola poi quando veniva a casa si spogliava ti mettevi in vestitini da casa e poi ceramisti chi del sabato della domenica ben gli eventi speciali ma siccome guardano più piccolo a casa mia c'è il mio padre e mia madre aveva una casetta in campagna con la terra che il fine settimana andavamo lì praticamente io li avete della domenica è difficilissimo che non è mai e testa o sposava qualcuno o c'era qualche compleanno da qualche parte di qualcuno altrimenti cioè non mi stavano più al momento i camminamenti e che cosa mi vedevano questi amici dei bambini alla bit l'eni che erano i pantaloni tutti di cotoni destinati con la riga nel mezzo e cile il cile lino giacchettino di camoscio beh proprio come intemelio mini di tutto pensione fastidio ben sistemati e imac e cinzia non era piu quanto di per la domenica egizia e sono diventato il candidato a domenica diversi anni dopo è inverso a scuola né andavate distese uniforme allora alimentari avevamo direttivo le avevamo altrimenti i bimbi edile bio tenero con il fiocco blu e le vip e invece avevano le greche lino bianco e mi sembra avere una shopper osa ok invece medie superiori o medi superiori termale le medie io sono andato per un po sempre con in quanto con i primi prima seconda media scuola con d 4d di cotone con quanto tutto bene nancy sequenze sistemato quando 10 celano già avevano già avuto convento di cinzia delle scarpe da tennis invece mia madre non andavo ancora con i pantaloni di cotone i mocassini neri o marroni e appunto qualità inziato a lavorare sei fidanzato così mi sono fidanzato quando iniziato a lavorare praticamente mi sono prima fidanzata e poi dopo iniziato a lavorare ha iniziato a lavorare giusto aggiunto invece mi sono fidanzato economica attuale dolce metà quindi appunto è diventata sua moglie e miserie sport in app si è sposato e mi sono sposata 24 anni ha 24 anni e lui è andato via da quella che a fasano certe funzioni sono a 24 anni mi sono sposato movimento in quattro anni siccome aveva iniziato a lavorare ai 16 anni ero messo da parte un po di soldini ho fatto uso e mi sono comprato la prima casa era una casina al terzo piano che c'era cuscino 8 diciamo chi ne andò salottino che faceva da sala pranzo per terra accanto alla piscina c'è dal ingressi non ho tep con il bagno alla camera è una casina eccezionale che io mia moglie ci siamo veramente goduti poi chiaramente abbiamo cambiato casa quando dopo che è nata la prima figlia selene li abbiamo cambiato casa perché cominciano a stare in può essere un po stretta e appunto primo film acquatica merito e ora ora abbiamo fiducia che mi sta sfuggendo a 27 c 70 e ok bene allora io direi che possiamo un po tirare le somme di questa intervista e farei tre domande ok sono ormai passati 50 anni da quando eri bambino ok se ti chiedessi il secondo si è qual è il cambiamento più grande cambiamento più grande cambiamento più grande e probabilmente è stato l'avvento dei cellulari e dei videogiochi il quale neutralizza un po il cervello delle grazie di oggi prima noi scendevamo in piazza intera si interagiva con gli altri con gli altri bambini avevamo dei rapporti umani più più ampi ora i bambini e oggi a partiti a scuola quando arrivano a casa si chiama davanti al cellulari e davanti altri vi siete trovati videogioco questo secondo me è uno degli aspetti che sono cambiati di più all arrivo del del telefono cellulare comunque abuso lohan che ha creato tante comunità per mare io sono uno di quelli che è sempre il cellulare di enti locali art ora come ora è diventato quasi nato necessità perché in qualunque momento si è raggiungibile sia per il lavoro che peraltro se dall'altra parte del mondo se nelle condizioni di poter comunicare prima mi ricordo che i primi tempi che lavoravo andavo fuori per lavoro per telefonare ci fermavamo in in un autogrill o una cabina telefonica e telefonavano con il gettone ora invece da qualunque parte anche macchina chiami sempre e comunque della serie non tirano più fascia è invece una cosa che trovi peggiorata con l'andare del tempo i rapporti umani rapporti umani sono andati peggiorando le persone perdono meno fra di loro sono più abituate a sentirsi per messaggio neanche pa giorno scrivano e c'è un distacco proprio piuttosto piuttosto grande per i miei gusti poi è invece una cosa che a migliorata vanto beh una cosa che è migliorata tanto secondo me è migliorato molto l'aspetto diciamo della medicina quando ero piccolo mi ricordo che dicevano ma attendo è morto di un match quello mi è preso un colpo poi in realtà non sapevano neanche bellico se vi fosse preso e neanche come poi curanti di in realtà ora invece medicina aiuta tanto infatti unità gatta grazie proprio alla medicina che ha fatto dei grossi passi in questi ultimi anni bene ok ma io ti ringrazio per la disponibilità si è qualcos'altro a dire altrimenti possiamo salvarci forse possono usare il nome grazie mille prego

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L’intervista della durata di 44 minuti (https://www.youtube.com/watch?v=rNY5WcAEgqI), raccoglie la testimonianza dell’infanzia e della giovinezza di Stefano Garzelli, nato a  Livorno l’11 luglio del 1965 (Crainz 2005). Cresciuto a Corea, un quartiere pittoresco di Livorno dove rimase fino al matrimonio, in una grande casa in cui vivevano due famiglie, la sua e quella di suo zio: le cucine e le camere erano separate ma nello stesso edificio e la sua famiglia era composta da padre, madre, fratello e nonni paterni, mentre lo zio viveva con la moglie e il figlio. Era una casa a terra tetto, dove a pian terreno era situata la zona giorno e al primo piano la zona notte: Stefano condivideva la camera inizialmente con i genitori, poi con i nonni e poi ebbe la camera tutta per sé quando il fratello sposandosi andò via di casa. L’intervistato racconta che durante la sua infanzia gli elettrodomestici casalinghi erano il forno, la stufa a cherosene, un’altra stufa elettrica, il phon e il frigorifero. La TV c’era già alla sua nascita, una tv in bianco e nero, mentre quella a colori arrivò nell’85: era ubicata in cucina, la stanza dove era posizionata la stufa, l’unica, racconta, in cui potessero riscaldarsi. La guardavano più che altro la sera dall’ora di cena, prima il telegiornale e poi i programmi a seguire, invece il giorno all’ora di pranzo talvolta guardavano il Tg. Il telefono invece entrò quando già era adolescente: “quando è entrato il telefono in casa avevo quasi timore a rispondere, mi vergognavo un po’ perché per noi era una cosa del tutto nuova” [minuto 3.30]. L’intervistato si sofferma sulla sua famiglia e racconta del padre muratore e di sua madre casalinga, mentre i suoi nonni, un tempo mezzadri, dopo aver smesso di coltivare la terra comprarono la casa dove lui nacque. Lo zio vicino faceva anch’egli il muratore. La giornata tipo di Garzelli da piccolo iniziava con la colazione, poi giocava nella chiostra di casa e nel pomeriggio verso le cinque e mezza accendeva la tv, perché in quell’orario c’era la tv dei ragazzi. Quando ha iniziato ad andare a scuola, frequentava la scuola del suo quartiere nell’edificio costruito dalla ditta dove lavorava il padre, gli sembrava immenso allora: ricorda bene la maestra con cui facevano lezione al pomeriggio perché lei la mattina non poteva, perciò andavano a scuola dalle 13.30 alle 17.30, una possibilità che c’era all’epoca, probabilmente. L’aula delle elementari ricorda ospitasse circa venti bambini ed era corredata dalle cartine politiche e fisiche dell’Italia e il planisfero, c’erano i banchi a due posti e su ognuno un buchino per appoggiarci il calamaio, forse erano gli stessi banchi dai tempi dei suoi genitori (Galfré 2017). La giornata scolastica, racconta l’intervistato, si svolgeva attraverso le varie materie: geografia, italiano, grammatica e una volta a settimana venivano portati in biblioteca a scegliere un libro da leggere nel fine settimana, poi una volta rientrati lo commentavano e facevano un riassunto; ricorda inoltre un materasso sportivo installato nell’atrio della scuola per il salto in alto e le capriole, una sorta di ora di ginnastica un paio di volte a settimana. Il suo corredo scolastico era composto da una cartella rossa e blu che lo ha accompagnato fino alla 3° o 4° elementare, dopodiché passò allo zaino: ricorda appunto una cartella da fumetto per quanto erano accesi i colori e dentro portava un maxi astuccio con 24 o 48 matite cui teneva tantissimo. In aggiunta portava con sé i quaderni e l’album da disegno “Giotto”. Di sicuro aveva il quaderno di matematica a quadrettoni grandi nei primi anni, il quaderno d’italiano era a righe e quello di musica: rammenta che il prete del quartiere era il maestro di musica, li faceva cantare e anche suonare ogni tanto. Di libri ne ricorda tre: quello odiato di matematica, l’altro sempre detestato di grammatica e quello che preferiva, d’italiano, perché conteneva delle storie. Del tempo libero Garzelli racconta il tempo passato in casa con la famiglia di cui ricorda con affetto i momenti trascorsi con il padre quando era libero dal lavoro e passavano il tempo insieme svolgendo i vari lavoretti di casa. Dopo le elementari ha iniziato le medie nel quartiere con un programma sperimentale, anche se più che altro giocavano, motivo per cui, in seconda media la madre lo trasferì in un’altra scuola e Garzelli si trovò indietro rispetto ai nuovi compagni ma per fortuna fu aiutato dal fratello più grande e dal cugino che gli fecero da maestri accompagnandolo nel recupero (Oliviero 2007). Frequentò in seguito le scuole superiori all’istituto professionale “Luigi Orlando”, perché era sempre stato suo desiderio fare il meccanico: sognava di andare in giro con la valigia degli attrezzi a riparare gli oggetti. Lì svolse l’esame di qualifica di terza superiore diplomandosi Congegnatore meccanico: c’erano anche altre varie specializzazioni ma essendo appassionato di progettazione e costruzione scelse quella qualifica ed iniziò subito a lavorare, a sedici anni. C’è da dire che l’intervistato frequentò la scuola professionale dopo il trasferimento della loro gestione in capo alle Regioni con la legge del D. P. R. n. 616 del 1977. Subito dopo il diploma, in estate iniziò a lavorare in un’officina, poi ricominciò in autunno ad andare a scuola sotto invito dei genitori e continuando il lavoro in officina part-time nel turno pomeridiano ma preferendo il lavoro alla scuola smise alla fine del quarto anno. Da allora lavora sempre nella stessa officina. L’intervistato racconta di essersi sempre recato a piedi alle scuole elementari, poi in bici alle medie e il primo mezzo che ebbe fu il motorino del padre, gli piaceva molto anche se era brutto. In famiglia erano muniti di un altro motorino (del fratello), e il padre aveva la Seicento e un furgoncino da lavoro. Racconta del tempo libero trascorso all’aria aperta giocando per strada a figurini, a nascondino, a tirarsi i sassi. D’estate a caccia di lucertole e quando il padre era libero, nel fine settimana andavano al mare con l’ombrellone. Garzelli, una volta divenuto adolescente, a 14 anni iniziò ad andare in giro con il motorino insieme agli amici, vagando senza meta in giro per la città, oppure in una cava a fare il motocross di nascosto dai genitori. L’intervistato ricorda di essere stato ai primi concerti o al cinema con la sua fidanzata, oggi sua moglie. Infine ricorda le varie discoteche di Livorno in cui andavano a ballare da ragazzi tra le quali preferiva la Maroccone di Livorno, attiva, come tutte, la domenica pomeriggio. In conclusione, passati cinquant’anni dalla sua infanzia, secondo Stefano il cambiamento più importante è stato l’avvento del cellulare e dei videogiochi che a suo parere neutralizzano un po’ il pensiero dei ragazzi, distogliendoli dal coltivare i rapporti umani. Trova questi ultimi peggiorati nei decenni, soprattutto per il distacco che tra le persone si crea attraverso i nuovi dispositivi di comunicazione. Un aspetto invece decisamente migliorato, riguarda la salute delle persone, la possibilità di curarsi grazie ai progressi della medicina.

Fonti

Fonti bibliografiche:

M. Galfré, Tutti a scuola! L’istruzione nell’Italia del Novecento, Roma, Carocci, 2017.

S. Oliviero, La scuola media unica. Un accidentato iter legislativo, Firenze, CET, 2007.

G. Crainz, Il paese mancato. Dal miracolo economico agli anni Ottanta, Milano, Donzelli, 2005.

Fonti normative:

D.P.R. n. 616 del 1977, Capo V, Istruzione artigiana e professionale, permalink

https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.del.presidente.della.repubblica:1977-07-24;616!vig=

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