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Lapide ad Adolfo Albertazzi a Bologna (1929)

Editore:
EUM – Edizioni Università di Macerata
Luogo di pubblicazione:
Corso della Repubblica, n. 51, 62100, Macerata (Italia)
Codice ISSN:
2785-3098
Autore della scheda:
DOI:
10.53218/1908
Scheda compilata da:
Valentino Minuto
Pubblicato il:
30/08/2022
Autore dell'epigrafe:
Gino Rocchi (si veda sinossi)
Committenza:
Istituto tecnico “Pier Crescenzi” con discepoli e amici
Data di inaugurazione:
10 maggio 1929
Occasione commemorativa e/o celebrativa:
Quinto anniversario della morte
Materiale:
Marmo di Verona
Stato di conservazione:
buono

Ubicazione

Indirizzo:

Via Santo Stefano 152
40100 Bologna BO
Italia

Emilia-Romagna
Dettagli sull'ubicazione spaziale:
La lapide è posta sulla facciata della vecchia abitazione di Adolfo Albertazzi
Testo dell'iscrizione:
ADOLFO ALBERTAZZI
MORÌ IN QUESTA SUA CASA
IL 10 MAGGIO 1924

AMMIRANDO
IL PURISSIMO SCRITTORE ITALIANO
IL SAPIENTE MAESTRO
L’ISTITUTO TECNICO
I DISCEPOLI GLI AMICI
POSERO DI LUI QUESTO RICORDO

GINO ROCCHI

Lapide in marmo di Verona voluta dall’Istituto tecnico ‘Pier Crescenzi’ di Bologna in cui Adolfo Albertazzi aveva insegnato Letteratura italiana per trent’anni, nonché da amici e discepoli. Proposta dal Preside dell’Istituto “Pier Crescenzi” prof. Italo Amaldi, da un Comitato di amici e dalla nuova proprietaria della casa, venne approvata insieme al testo dell’epigrafe. L’inaugurazione si svolse il 10 maggio 1929 in occasione del quinto anniversario della morte dello scrittore e insegnante. Erano presenti il professor Amaldi, nonché i professori Moggio, Cavazzoni e Tagliavini, il segretario Facchini e il segretario del Comitato per le onoranze, cioè il geom. Vasetti. Della famiglia del prof. Albertazzi erano intervenuti la signora Edvige Cacciari, il cav. Lazzari, la signorina Lelli e altri congiunti, unitamente al Dott. Spaccialbello, medico curante del prof. Albertazzi, al canonico prof. Alvisi e altri discepoli ed ammiratori. «Prestavano servizio d'onore alunni, avanguardisti dell'Istituto tecnico con bandiera. Essi avevano apposta alla lapide una corona di sempreverde e bacche dorate, cinta da un nastro tricolore. Dopo lo scoprimento della lapide il prof. Amaldi ha pronunciato brevi parole di omaggio alla memoria dell’illustre Estinto, ricordandone la grande figura di scrittore e di insegnante, porgendo infine un ringraziamento al Comitato che si è associato alla manifestazione tributata dall’Istituto. Il Preside lesse poi una bella lettera di adesione inviata dalla Direttrice signora Serra e dagli insegnanti della Scuola Elementare di Bertalia che si intitola il nome di Adolfo Albertazzi. Dopo di che i presenti si raccolsero alcuni istanti in religioso raccoglimento e preso il saluto ebbe termine la semplice cerimonia». Incerto l’autore dell’epigrafe. Nel documento archivistico del 1929 in cui compare la proposta di posa della lapide, il testo epigrafico è privo della firma di Gino Rocchi, il quale aveva scritto altresì «non ho nulla da opporre» in data 18 aprile 1929. Non è chiaro se e quando sia stato aggiunto il nome di Rocchi come autore. Nel «Resto del Carlino» del 1974 è indicato invece che «sotto il portico della casa dove morì, in via Santo Stefano 154, si legge ancora la lapide dettata da Achille Malavasi».

Commemorato

Fonti

Fonti archivistiche:
  • Archivio Storico del Comune di Bologna, Carteggio amministrativo, 1929, Titolo XIII, Rubrica 3 Opere Pubbliche, Monumenti, Lapidi commemorative, b. 1383
Fonti bibliografiche:
  • Lo scoprimento di una lapide in memoria di Adolfo Albertazzi, «Il Resto del Carlino», 11 maggio 1929, p. 5
  • In memoria di Adolfo Albertazzi. Numero unico della Cassa Pro Adolfo Albertazzi del R. Istituto tecnico di Bologna, 20 febbraio 1931
  • S.A., Ricordo a cinquant’anni dalla morte. Albertazzi allievo di Giosuè Carducci, «Il Resto del Carlino», 10 maggio 1974
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