
L’angoscia per l’assegnazione di una destinazione di incarico di insegnamento e per il conseguente punteggio che determina il posto in graduatoria, l’ansia per l’abilitazione e il concorso sono i sentimenti che più emergono ogni anno nella sala del Provveditorato agli Studi di Siracusa, nella quale si raccolgono i professori in attesa di conoscere la propria futura collocazione. Tra questi, anche il protagonista del racconto, Carlo Scipione, un professore di filosofia ancora inesperto delle procedure di assegnazione annuale, a differenza del «calvo» (p. 29), un professore ormai stanco e avvilito. Tra alleati e concorrenti, si finisce come ogni anno ad accettare passivamente incarichi precari, spesso in località distanti dal proprio luogo di residenza, e a svolgere numerose ripetizioni per ovviare al magro reddito derivante dallo stipendio statale. Amaro destino che toccherà anche al novello professor Scipione per il suo primo anno di insegnamento.