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Per fuggire dal qualunquismo. Memorie d'infanzia

Editore:
Dipartimento di Formazione, Lingue, Intercultura, Letteratura e Psicologia dell'Università degli Studi di Firenze
Luogo di pubblicazione:
Via Laura, n. 48, 50121, Firenze (Italia)
Codice ISSN:
2785-440X
Autore della scheda:
DOI:
10.53221/987
Scheda compilata da:
Chiara Martinelli
Pubblicato il:
29/11/2021
Nome e cognome dell'intervistatore:
Chiara Martinelli
Nome e cognome dell'intervistato:
Simonetta Soldani
Anno di nascita dell'intervistato:
1942
Categoria dell'intervistato:
Studente
Livello scolastico:
Scuola primaria
Scuola secondaria di primo grado
Liceo
Data di registrazione dell'intervista:
3 novembre 2021
Regione:
Toscana

Indicizzazione e descrizione semantica

Identificatori cronologici:
1940s 1950s 1960s

buongiorno oggi è il 4 novembre e per il  primo progetto di ricerca di rilevante   interesse nazionale school memories prince  of perception collective presentation in   italy saremo insieme a simonetta soldani e per  me è un grande piacere se si vuol presentare   indicando la data di nascita e dove stiamo  conducendo l'intervista gliene sarei grato fanno simonetta soldani sono nata il 16 dicembre  del 1942 a firenze vengo da una famiglia molto   popolare per così dire nel senso che la mia mamma  era maestra ma aveva ed era ma essa perché era   orfana perché la morta la mamma quando lei aveva  5 anni e quindi per compensarla un po da questa   perdita la nonna che era analfabeta tre dei miei  quattro nonni erano analfabeti e un aveva fatto la   terza elementare ma gli altri non sapevano neanche  fare la loro firma anzi una delle nonne non sapeva   neanche leggere l'orologio cioè era tutti di  firenze e quindi diciamo era una famiglia di   persone che come di ritiravano a campare con  difficoltà la mia mamma si era sposata con quello che è il mio babbo aveva fatto una quinta  elementare e basta e non aveva fatto altro era   allora fochista si diceva delle ferrovie cioè  spalava il carbone nelle locomotive e quindi   come dire la famiglia non erano famiglia culturali  data anche se la mamma ripeto e aveva il titolo di   maestra ma non la faceva la maestra perché quando  sono nata nel 42 si era in guerra e quindi la mia   mamma avrebbe cominciato in realtà a lavorare  undici anni dopo come maestra per il momento   faceva ripetizioni in casa dopo la guerra e  basta io ho frequentato le scuole vivevo a   firenze ma un po fuori le mura è la mia casa era  una casa oggi all'inizio all'inizio dell'isolotto   prima del quartiere dell'isolotto davanti alle  cascine la strada è una strada non asfaltata   che portava sull'arno quindi non ci passava  assolutamente nessuno se non dei barocci che   portavano l'arena quindi io per dire la cosa che  a me colpisce rispetto alla realtà di oggi è che   io sono andata al piazzale michelangelo quando  facevo la terza media ecco non vivevo vivevo   a firenze certo perché sono un km e mezzo dalla  stazione ma insomma vivevo lì vivevo a monticelli   vivevo in quello che oggi chiamiamo il quartiere  all'inizio del quartiere dell'isolotto vivevo idv   non c'è dalla scuola materna e poi c'era la guerra  quindi io ho iniziato con la scuola elementare una   scuola elementare che prendeva bambini che  appunto erano di questa zona tra la città   e la campagna lo dico perché alcune anche perché  alcune di queste che pure avvisavano a 500 metri   di distanza dalla scuola ma verso scandicci  parlavano in un altro modo e mi ricordo che   siano in giro perché diceva a radio dicevano  cenno e quando prendevano il cram cenno per   ci sono e quando prendevano il tram dicevano  vado a firenze è come se noi non si stesse   a firenze era insomma si sentiva molto quelle  che erano contadini quelle che erano proprio di   famiglie che coltivava alla terra gli ortolani  che c'erano tutti intorno si sentiva benissimo   era vamo classi numerose io ricordo bene perché  ho la foto che in terza e in quinta elementare   abbiamo 37 bambini in classe ed i codies bambini  della prima elementare oppure c'erano stati dei   cambi delle bocciature tantissime bocciato essi  le bocciature erano all'ordine del giorno non   allora non c'erano problemi di questo genere  la scuola io la facevo di pomeriggio perché   le scuole erano sovraffollate la zona della di  periferia e quindi venivano sempre nuovi abitanti   diciamo quindi noi andavamo a scuola dalle una  e mezzo a seconda della stagione alle quattro e   mezzo alle 5 o alle cinque e mezzo quindi gran  parte dell'anno facevamo tre ore non quattro   ore questo perché appunto c'erano i doppi turni  e con i doppi turni ma le classi come ho detto   erano molto molto numerose e come raggiungevo  la scuola ed il tar sola a piedi da sola con un cammino che era sotto i 20 25 minuti la  scuola è una bella scuola in muratura che era   stata fatta dalla donna delle pochissime giunte  democratica di firenze di primo di primo novecento   e che eravamo delle aule ariosi ecco delle aule  perché io sono stata sempre soltanto in aula c'era   e giardino maestra di non ci portava quindi io  non l'ho mai visto e era una classe come ce la   possiamo immaginare bisognava si cominciava alle  elezioni con una preghiera e se finiva le elezioni   con un'altra preghiera e si doveva sempre stare  con le mani dietro la schiena incrociate dietro   la schiena e naturalmente c'erano i famosi  bigliettini di lode se uno riusciva a stare   buono e io non ero la lode era una cosa avere il  biglietto io l'ho avuto una volta sola in cinque   anni perché sono sempre stata piuttosto come dire  insofferente dello stare ferma che quindi un sol   bigliettino quel bigliettino me lo ricordo  ancora con estrema precisione con su scritto   proprio lode per la condotta era la condotta era  considerata fondamentale ma voleva dire stare   zitti e fermi ecco questo si avanzavano cinque  minuti alla fine della giornata nelle elezioni si faceva a farfallina bella bianca in classe  cioè si cantava si camminava cantando a 5   minuti eppure a me me le ricordo  come dei momenti belli di di svago e l'altra cosa bella che io mi ricordo delle  elementari oltre alla mia maestra che ricordo con   grandissimo affetto e è che e c'era un gruppetto  di maestri e maestre perché c'erano anche i   maestri al piano di sopra ci stavano i maschi e  si facevano le si facevano una rappresentazione   teatrale e siccome io non ho avuto mai particolari  problemi a parlare in pubblico venivo a presa a   fare queste rappresentazioni teatrali che si  facevano nella vicina si davano nella vicina   a casa del popolo di via scandicci e che erano  devo dire delle degli avvenimenti dei piccoli   grandi avvenimenti in questo tran cannes continuo  della scuola con me molto news era una scuola poi   ci andava tante persone i poveri che io non  ero povera perché nonostante che la mamma non   lavorasse che poi mi fossero nate proprio mentre  facevo la prima elementare due sorelle però noi   non eravamo poveri o ricordo ancora come una  cosa tristissima che mentre si facevano le   prove per il teatro io restavo a mangiare perché  dovevo andare la mattina per fare le prove per   mangiare e poi andare non potevo a fare andata  al ritorno 4 volte non stavo vicinissima diciamo   h alla scuola e quindi restare alla refezione  che la refezione era per i poveri non era per   tutti era per quelli che avevano la tessera  di povertà e si mangiava su delle scodelline   di alluminio vecchissime tutte su pacchia te e  mi facevo un grande effetto dicevo che saranno   state di sicuro police e ma era come non avere la  scodella non avere il piatto insomma se non questa   cosa sporca e il bicchiere che era lo stesso  non di allora non c'è la carta con l'uso che   abbiamo ora tre questo faceva molta impressione  e ripeto anche la sabbia nei primi due o tre anni   soprattutto tra il 48 51 come dire anche mangiare  riempirsi la pancia non era facile perché però non   eravamo poveri nel senso proprio del termine io  ricordo delle bambine che non venivano a scuola   quando pioveva perché avevano solo le pantofole  non avevano scarpe e quindi saltavano la scuola   questo per dire che l'ambiente anche in tutto  torna a firenze non era un ambiente facile e   la scuola poi a tutti dava l'olio di fegato di  merluzzo che altro un altro software che è ben   periodo perché le primi i primi i primi tre  anni ci davano l'olio un cucchiaio di olio di   fegato è cattivissimo è una cosa atroce proprio  ho preso anche lei e poi alla fine uno spicchio   di mandarino per cercare di levarsi questo  sapori di bocca mentre dopo gli ultimi due   anni ci davano il latte un bicchiere di latte  quindi perché che era importante perché era un   modo per dare sostanze a bambini che mangiavano  troppo poco questo vuol dire che hanno problemi   alimentari ma proprio di base perché altrimenti  l'olio di fegato di merluzzo non si sarebbe dato   ovviamente ok no io no alcune domande visto  quello che mi ha detto uno su quali argomenti   erano queste recite teatrali se per esempio non  di argomento religioso oppure spaziavano anche   altri argomenti e poi la seconda è che è così  sono e sappiano di sopra c'erano masto vuol   dire che nei doppi turni doppi turni non erano  divisi per genere oppure erano divisi per genere allora per quanto riguarda diciamo le cose  teatrali io ne ho fatte due appunto in quarta e in   quinta e una era goldoni e io facevo la servetta  aveva visto nella prima non ricordo che cos'era   non era religiosa perché io facevo un orso che  ballava e quindi non sono ballava messo ma anche   ballava mi ricordo ancora la musica perché  c'era la maestra che con il pianoforte sotto   accompagnava le scene e c'era un maestro maschio  che faceva una specie di scenografia insomma erano   era è io gli ricordo quasi come le cose fondamenta  il mio percorso scolastico al di là della venire   andare a scuola in cui via via incontravo delle  altre bambine ci andava insieme al ritorno la   maestra ci faceva con ci faceva attraversare  perché voglio dire poi io dovevo attraversare   due strade di grande traffico una era via pisana  e un altra via che si chiama antonio del pollaiolo   ma che è ancora più trafficata certo traffico era  meno di oggi però insomma ci passava il tram si   abbassavano le automobili in abbondanza e però  poi la andare e tornare da scuola me lo ricordo   come una cosa fondamentale sia per per parlare  con la maestra che aveva il cappellino e sia   per parlare con le altre e con le altre bambine e  per i turni no non eravamo divisi per genere e da   mattina a sera sia la mattina che il pomeriggio  c'erano classi sia maschili che femminili le   femminili al primo piano e le maschili e quelle  per i bambini deficienti non so come dirlo ma era   proprio terribile perché non va dai differenziali  che c'erano ci sono state dopo anche alle medie   non le differenze differenziali ci dicevano  la maestra diceva abbassato gli occhi quando   passava perché si usciva in blocchi militari non  la scuola che tutti incolonnati un 23 mar proprio   passo cadenza era molto militarizzata l'uscita  dalla scuola e se si incrociavano le classi delle   liste c'è una classe di differenziali maschile una  classe dirigenziale femminile che si incontravano   quelle classi mi ricordo della ministra diceva di  non guardarli ecco questo era perché ero veramente   dei paria cinema era abbastanza pesante  come cosa e a me mi è rimasta questa cosa   pesantissima anche perché un mio specie di fuji  nomi era in una differenziale maschile e talvolta   vuole lui facevamo anche la strada per andare  e tornare quindi come dire mi colpiva in modo   particolare perché certo era su come si diceva era  una persona con cui potevo giocare tranquillamente dal punto di vista didattico come ricorda che  fossero scandite le giornate scolastiche e come   ricorda che fosse strutturata l'aula cioè c'era  per esempio l'abitudine di mettere i più bravi   ai primi banchi più composti ai primi banchi e  poi magari a scalare per rendimento scolastico allora l'aula era bella grande io me la ricordo  ariosa e grande e con tutto attorno delle prime   classi e cartelli con le lettere dell'alfabeto  vi ricordo benissimo questa scena perché c'era   un anello va da cucire e c'era sotto la di e  non staccava mai perché di tale era una parola   inesistente all'epoca nella zona in cui io vivevo  ma ce n'erano vari perché l'uomo per noi era un   nano è certa jenny che quello era disegnata era un  nano però si amava gnomo quindi andiamo impararla   mente in realtà è sempre attorno c'era con questi  con queste celle poi si attaccavano i disegni e   disegni dei più grandi persone delle bambine più  brave e per quanto riguarda la diciamo i banchi   erano banchi a 2 e naturalmente erano banchi  con calamaio e primi anni ce l'avevamo ancora   di quelli neri ricchissimi di dell'inizio del  novecento mentre nell'ultimo anno noi abbiamo   avuto i banchi quelli con la formica sempre un  calamaio perché quello si usava ovviamente in   quel periodo io ho fatto le elementari che la il  giugno del 48 e tra l'ottobre del 48 e il giugno   del 53 e quindi non c'è dalla birra voglio dire  ecco insomma non c'è un attendibile ma e io non   ricordo che mettessero avanti le più brave semmai  le più confusionari la mia maestra era una maestra   tradizionali cioè noi si è fatto una quantità  pazzesca di letterine di asti di quadratini   per abituare la mano voglio dire e poi dopo le  numerazioni in avanti e inglesi l'elettore idea   e li dettati io ricordo che era molto scandita  su queste su queste cose insomma come era ovvio   anche visto che da grande io ero l'unica che  aveva un genitore che aveva un diploma post   elementare diciamo in tutta la casa di 37 dei  bambini a ero l'unica quindi vuol dire che in   casa non c'era una c'era nessuno diciamo che  potesse parlare non dico aiutare ma parlare di   questioni che avessero a che fare con la cultura  all'atto senso intesa insomma ok che ruolo aveva   la memorizzazione nelle elezioni non delle  elezioni ma poi si imparavano tantissimi e   quelle che piaceva di più e lan poesie  molto semplice con rima e io mi ricordo   che mi divertiva inventare delle poesie poi a  chiedere alle mie compagne class tipo angelos   il bonario che e narratore per eccellenza o  la cuman pertile perché la scuola dei primi   anni cinquanta è una scuola identica a parte le  questioni correlate strettamente al fascismo ma   identica a quella degli anni 30 non c'è quel  periodo 48 53 ma anche le mie medie non c'è   nessun cambiamento questo a me preme sottolinearlo  quindi è imparare a mente e fare impara avere la   capacità di impadronirsi di alcune abilità di base  le tabelline le moltiplicazioni semplici insomma   quelle cose potevano essere come si diceva utili  alla vita e le poesie erano poesie in parlavano   effettivamente di fiorellini e di farfalle ci  piaceva moltissimo è naturalmente però eccetto   non non avevano nessuna attinenza con la poesia  insomma non proprio ma questo bisogna aspettare   ripeto gli anni sessanta perché questo a questo  si arrivi e non non certo a quegli anni li ok no no no no no mi dice mi dica no no io  ricordo volevo anche dire questo perché   forse è interessante che delle 37 bambini che  eravamo in quinta elementare in tre facemmo   l'esame di ammissione alle scuole medie e altri  sei andarono all'avviamento al lavoro sei tutte   le 9 37 1900 28 quelle altre 28 andarono smisero  misero tutto voglio dire non è che misero andarono   di solito andavano a fare a imparare da sarta  qui da me o altrimenti si erano dei famiglie   contadine lavoravano nei campi il mio dolce  gentile fissasse però l'obbligo a 14 anni   comunque le quasi nuova serie ma l'obbligo ci si  opera logico no no smettevano tutte smettevano   in 28 su 37 siamo alle siamo alle soglie di  firenze io insisto su questo perché voglio   dire dalla scuola giovan battista niccolini di  via scandicci alla porta san frediano ci sarà un   chilometro e mezzo non è che c'è insomma è una  scuola di periferia alle soglie ma insomma una   scuola di città non è una scuola di campagna nono  bambine smettevano di studia anche maschi forse   non lo so certo i bambini si forma le bambine  e queste tre che si fece l'esame per le medie   e poi appunto successivamente due hanno fatto le  magistrali cioè la strada più più corta diciamo   insomma mentre le sei che andarne all'avviamento  non finirono un avviamento perché di quelle finire   all'avviamento furono due sole quindi 4 smisero  prima quindi l'alfabetizzazione un alfabeto le   elementari eran tutto insomma questo volevo dire  perché perché questo segnala proprio anche il   nesso fra una classe sociale perché come ho detto  lee erano se c'era una persona una bambina una di   queste venne alle medie e non era povera per  tanzi era piuttosto benestante e babbo faceva   era capo muratore e quindi in un periodo in cui  c'era da ricostruire le case perché è per il via   dei bombardamenti e lui era uno insomma che aveva  soldi però era uno che aveva fatto le elementari   e la sua mamma lo stesso cioè voglio dire già  ha fatto di mandare la figliola che mina alle   medie era di già tanto insomma ecco questo  gli altri che famiglie erano poveri insomma ecco lei per superare l'esame di ammissione alle  scuole meglio ha frequentato le lezioni private   dei possibili vati io ci avevo la mamma maestra e  questo e ci avevo la mamma maestra che non faceva   per me lo era e che mi preparò lei ha all'esame  al terribile posso dire esame di ammissione che   veniva fatto in una scuola lontana con solo  i professori delle medie e quindi per chi era   vissuto sempre in campagna andare nella scuola di  città proprio di città gli ero in borgo pinti alla   carducci la cartuccia allora era in borgo pinti e  mi ricordo tutta la strada piena di mamme babbi la   mamma perché pago parte di lavorava ma insomma  della scuola non si interessava e queste scale   nere e questa specie di fico sport ed esecuzione  davanti mi fece un impressione terribile facevamo   quattro materie scritte orali e venivamo poi  ammesse con votazioni varie alla scuola media   e fu una cosa di ansia tremenda da questo punto  di vista anche in questo caso la il programma   era identico a quello pre bellico proprio non c'è  nessun cambiamento c'era da recitare da imparare   due brani di prosa due lunghi brani di prosa non  so ammette mi dette ma mi fece fare manzoni addio   addio di renzo al sulla sul lago sull'adda insomma  quindi e poi c'era da imparare 10 biografie di   personaggi illustri questa cosa e già questo a  me dà il senso insomma poi c'era naturalmente la   poesia e questo per quanto riguardava locali la  storia e la geografia l'italiano e la matematica   anche iscritti insomma era veramente era una  tagliola ecco perché chi non era vissuto in   anche se ci fosse andato se gli fosse venuto  in mente di andare era veramente una tagliola   che era vissuto in una famiglia non scolarizzata  particolare non particolarmente scolarizzata per   un problema non è che insomma affrontare una  prova del genere anche da un punto di vista   psicologico voglio dire ecco perché dava un senso  di estraneità atto sale di freddezza come dire   proprio piuttosto pesanti ricorda delle persone  che magari non sono passate ad esame d'ammissione   alla scuola media non ne passava tarantini io  non li conosco perchè questi tre bambine noi   andammo tutto infatti vorrei dire che un'altra di  quelle che passo delle mille e un paio di case ci   aveva il fratello maggiore che stava facendo il  magistrato e anche lei fu preparata dalla dal   fratello che preparò anche la terza quindi diciamo  sì c'era qualche germe nella famiglia precedente   ecco e tante non passarono e allora il mettevano  fuori quindi c'erano votazioni in rosso scritte   che erano votazioni insufficienti numerosissime me  la ricordo la tabellina esposta nell'atrio della   carducci in via borgo pinti me la ricordo ancora  non li conoscevo non conoscevo nessuno in borgo   pinti e per me era un mondo assolutamente lontano  noto quindi non conoscevo nessuno però mi ricordo   io la quantità notevole di rossi ecco più i rossi  di quelli che erano i blu ok e come ha vissuto il   passaggio dalle scuole elementari alle scuole  medie come sono state per lei le scuole mani   le scuole medie sono state difficili perché  noi avevamo una piccola classe e 18 bambini e   bambini intanto la prima cosa è che siamo maschi  e femmine cosa e alle elementari ho detto si era   perfino anziani diversi ci eravamo c'erano due  uscite una per i maschi e una per le femmine   quindi noi non si incontravano mai maschi a scuola  alle elementari invece li sera divisi in una fila   c'erano le femmine di banchi c'erano le femmine  e in un'altra fila i maschi eravamo una piccola   classe di diciotto bambini e bambini e vivevamo  in una un'aula bruttissima stretta piccola con una   finestra che dava sul cortile con la grata sempre  buia era uno spazio che era stato trovato perché   anche le medie comunque quando lo si vede che  erano in crescita perché non non erano fatte nella   scuola di borgo pinti ma in una stanza ricavata  in quello che allora era il duca d'aosta cioè   un istituto per ragionieri dall'altra parte di  via della colonna quindi eravamo in una stanzina trovata per per disperazione per così dire  la mia classe lo dico perché era importante   dunque le medie sono quindi tra il 53 e 56  le mie medie la mia classe e su 18 bambini   c'erano ci ha messo lì tutti i bambini ebrei  7 e perché è lì vicino c'è la sinagoga e i   bambini vivevano molti bambini vivevano vicino  alla sinagoga all'epoca e purtroppo a farci   lezioni di italiano ma quindi di lettere  che dunque prendeva larghissima parte del   dell'orario c'era un professore anziano che  ci voleva anche bene a suo modo ma che era uno   che era stato degradato che ragioni politiche  dal ruolo di insegnante di cultura fascista al   liceo galileo a insegnante di lettere alle  medie e l'avevano messo nella l'asse dove   c'erano i bambini ebrei non era una convivenza  facili mi sembra una stupidaggine terribile   il cibo e chi voleva anche bene era uno che  aveva però questo gruppo politico dentro ci   leggeva continuamente urlando infervorandosi  che non erano stati soltanto i tedeschi a   fare le repressioni che erano stati anche  gli americani che gli inglesi non avevano   badato a spese per distruggere le città cioè  c'era una carica compito diciamo politico che era molto forte e che insomma io ricordo come   un elemento pressante continuo che  si esprimeva anche in una tendenza a diciamo a colpire come dire a tenere sotto sotto  lo sguardo in maniera aspra i bambini ebrei c'era   in classe il figlio del rabbino belgrado scusate  io mi sono dimenticata il figlio del rabbino   belgrado e che veniva non della che quando  sbagliava ecco se sbagliava qualche cosa o se   faceva qualche cosa che non doveva diciamo che era  più spesso di altri picchiato perché il professore   aveva ci voleva bene ci faceva le poesie poi  vi dico la mia perché ne sono molto orgoglioso e è però picchiava l'unica femmina riavuto stata presa proprio  quelle per il grembiule con un ceffone a   destra e una sinistra perché gli avevo risposto  fondamentalmente non è che gli hanno risposto   male sostenevo che sul mio sulla mia grammatica  latina il supino passivo del verbo non so quale   l'ha scritto che faceva in un modo invece in  un'altra ora può sembrare una ridicolaggine ma   io ero così convinta perché non avendo potuto  comprare tutti i libri per ragioni economiche   che appunto allora la mia famiglia soldi ne aveva  pochi ma io studiavo sui libri della mia mamma   che li quelle avevano creato lei quindi non su  quelli della classe e e mi sembrava che ci fosse   scritto in quella maniera e lui mi disse io per  te sono un dio ma no signore neanche per idea che però mi fece anche come a tutti gli altri  è bambino per bambino ci sapevo sostenere   una terzina una cartina che ci identificava il  che indica un attenzione alle singole persone   che lo dico perché picchiare era all'epoca  una cosa più non alle medie ma insomma più   frequenti all'elementari succedeva non gravi io  volevo anche chiedere delle punizioni corporali   alle elementari non gli succedeva mentre devo  dire che dopo le elementari è successo solo con   questo professore che aveva questa coast aspro  ricordo del coupé insomma era stato degradato e   per lui questo era pesantissimo era una persona  strana quando ci dava un tema lo faceva anche   lui in classe e poi ce lo leggeva che fa  vedere effettivamente lui le apo di noi ma   insomma era anche un modo per coinvolti sentirsi  coinvolto è quella che mi riguardava io a parte   questo poi andavo bene a me è sempre piaciuto  tantissimo studiare leggere insomma quindi non   non avevo problemi scolastici e si che questo  diceva ma ero anche chiacchierona e e questa   cortina diceva ed ora battiamo battiamo  le mani a quel diavoletto della soldani   cervello a vapore elettrica fila che parla per  cento per cento e più mila che è bellissima che è un e io questo questo professore con  cui ripeto non era facile convivere e che   ci parlava sempre di queste tirava fuori  sti bigliettini pezzettini di giornale del   periodo di guerra in cui si diceva come e  qualmente degli altri erano più cattivi di   quel era stata una presenza pesante poi andò  in pensione alla fine della seconda media e   in terza infatti io ricordo ancora quella che  venne la procura professoressa una donna che era che ci parlò con simpatia di mazzini e  incredibile ma me lo ricordo ancora perché mi   colpì tantissimo perché c'è una differenza perché  tirò fuori parlando del 48 mazzini e la democrazia c'è voluto tanto per riavere in onore i principi  di mazzini e della democrazia me lo ricordo ora   che sono vecchia quindi è importante però  devo dire che a parte questo è anche gli   ato il professore abbastanza strani perché noi  ci sarà una professoressa di inglese anteguerra   anche lei ma molto anteguerra doveva essere che  veniva a scuola tutta vestita di nero perché si   vederà lutto non so se per la mamma promessa con  un cappello nero e la vela al nera davanti ci   faceva fare diario in inglese tutti i giorni  essendo si faceva come voleva lei non solo   buttava quaderni sfasciando urlando 22 meno meno  oltre più cose questo genere che sono impensabili   si era tutti terrorizzati da questa da questa  volta dei diari voglio dire che dovevamo fare   e quindi chiaro un corpo docente appunto l'unica  più giovane questa professoressa è vero in terza   media di lettere perché gli altri c'è la signorina  ci faceva economia domestica perché noi femmine   avevamo due ore in più la settimana dei maschi  per fare economia domestica per cucire ricamare   e io ero brava anche a ricamare e l'ammenda  invisibile tutte queste cose ma la signorina   che era nobile ed era proprio quella si dice  una stellina parlava sempre e soltanto della   sua povera mamma in classe una cosa terribile  per noi proprio perché era lamento sissi ma   sempre anche lei vestita di nero e con questa  cosa della del cucito che permetteva di pensare   ai nostri poveri morti ecco questa era la sua  frase preferita insomma non era semplice ma   diciamo non era semplice neanche dunque la nuova  professoressa di lettere di cui mi ricordo bene   la figlia che è impiegata in nazionale mi ha detto  che si ricorda ancora di me dovevo essere una che   faceva piuttosto confusione di classe ma insomma  però io mi ricordo che lei mi prese da parte e mi   disse ma non ti vergogni di venire vestita così da  contadina a scuola una cosa per me ma l'ha vestita   ero vestita come dire ci avevo innanzitutto ci  avevo le boccole lunghi perché andavano alla   zingara allora quindi ci avevo le boccole lunghe  lunghe ed era una bambina da d'oro con i pedali   e poi a me piaceva tantissimo vestirmi tutto d'un  colori si che probabilmente quando lei me lo disse   me lo ricordo io ci avevo un vestito che era di  velluto rosso e mi ero fatta tingere di loro le   scarpe bianche da estate in modo e forse dello  stesso colore effettivamente non so se granché   però insomma io mi senti veramente calpestata non  so come dire come mi fosse stata troppa dignità   e da allora come dire infatti e cercai di 30 mil  mil e vai questo le boccole nuvole potevo negare   perché erano una cosa e magari calato la nonna  quindi quelle non si potevano toglie avrei fatto   un dispiacere troppo grandi però vestirsi  in maniera meno vistosa e anche come dire   il meno pacchiana pronto per essere chiari forse  potevo farlo e cercai di farlo ecco cioè cerca di   uniformarmi a questa a ciò che gli altri volevano  che io forse ho apparisse insomma che sono delle   esperienze che restano abbastanza dentro insomma  perché ti colpiscono più miglianico anche molto   ecco questo è fatto le punizioni corporali alle  elementari la punizione e corporale come tali   cioè qualche schiaffo ma che scappellotto qualche  botto e tu sì perché erano considerate una cosa   normale io però non gravissime era poi più pesante  il fatto di sms dietro la lavagna con la chiesa   è rivolta al muro che non è lo scappellotto  scappellotto c'eravamo abituati anche in casa   voglia di non c'erano problemi da questo punto  di vista anzi per ma le mamme erano di solito   abbastanza tremende siano le femmine con i marchi  io me lo ricordo e ricorrevano con il battipanni   in genere perché c'ha il manico lungo e se poteva  tagliare anche se scappava figliolo o la figliola   la stessa quindi però in classe no scappellotti  qualche strattone questo sì ma non gravi episodi   contava di più la essere prescelti perché buoni  e il prescelto era bello che andava alla lavagna   a fare i buoni e cattivi degli altri questo che è  quindi e diventava il giudice dei suoi consimili   che non è una gran cosa che vista da un punto  vista educativo ma che invece piaceva moltissimo   perché poter punire e premiare dà il senso di  essere autorevoli da un'autorità e insomma questo   ci piaceva tantissimo quindi uno era più buono  per poter andare alla lavagna favole reattivi a   me è capitato più volte perché come ho detto gli  hacker hanno chiacchierato parecchio ecco alcune   domande innanzitutto ecco come come studiava  poi a casa c'è dove studiava e poi la seconda   domanda è già parlato dell'insegnante di inglese  quindi lei ci studiamo inglese non francese e la   terza invece sia comportamento della docente di  inglese sequela di economia domestica mi hanno   fatto pensare un po a un culto della morte si può  anche di ottocentesche di radice ottocentesche se allora del culto della morte diciamo anche anche  all'elementare superavano una quantità di oltre   alle farfalle ai fiori erano sempre morti è questo  lo ricordo bene del resto anche la maestra parlava   dei suoi morti e non è che cioè era una vita in  cui la morte pesava diciamo anche realmente e   poi forse si veniva dalla guerra cioè c'era  anche questo da considerare che questi anni   postbellici sono anni pieni di piani di morti  piene di morti dappertutto anche sui giornali   in casa mia giornali proprio non c entravano ma  il babbo prendeva dei treni rubava i giornali che   si impossessava dei giornali che venivano lasciati  sulle sei sulle sedie insomma sui sedili e quindi   li portava a casa e c'erano tutte le figure  dei morti cioè i morti sono dopo una guerra   è abbastanza naturale per così dire che sia così  quindi di culto esisteva ma esisteva non soltanto   il rapporto all'ottocento io penso che fosse stato  rinsaldato non solo ma poi prima c'erano stati   appena vent'anni prima c'era stata un'altra guerra  voglio dire noi non ci si pensa oggi ma è come se   ci fosse stata una guerra tra la fine degli anni  ottanta e novanta del novecento e un'altra a   ridosso negli anni 10 del 2000 morti sono quindi  credo che non sia soltanto una tradizione ma sia   anche un modo diciamo per ricordarci in chi dice  fase storica stiamo parlando e che cosa c'era   alle spalle ma non mi ricordo la prima domanda  allora la prima domanda è come studiava dove   a dover alle elementari ho studiato sempre in  cucina sul tavolo di cucina non solo perché non   ce n'erano altri ma anche perché in cucina c'era  la stufa economica a carbone a legna e in quella   tre stanze non c'era nulla quindi è un po più  caldo cina quindi studiavo sul tavolo sul tavolo   di marmo della cucina alle alle medie noi avevamo  traslocato era vanak a stare in una casa in cui la mamma non aveva voluto e ci fosse la cucina  economica perché era un villino e quindi non   era abbastanza di prestigio avessi una cucina  economica era da poco da classi popolari il   villino e da piccola borghesia non c'è niente  stufe ma non c'erano neanche riscaldamento io   studiavo nella cameretta ne avevamo una camera con  tre lettini e uno per ciascuna delle tre figlie e   in un angolo che c'era un piccolissima scrivania  con una libreria sopra perché bisogna anche   cominciare a comprare i libri i libri in casa mia  non c'erano la mia mamma leggeva ma leggeva libri   della biblioteca quindi io libri in casa non ce  l'avevo libri erano per le compravo per la scuola   o che cominciai a comprare labour che costava poco  ma al ginnasio liceo non alle medie quindi libri   io studiavo lì era freddo freddo freddo cioè  io studiavo con i guanti e col cappotto questo   ma non soltanto alle medie anche a ginnasio e  anche al liceo sempre perché in casa c'era un   gelo pazzesco era una desolata piante nere primo  piano c'è verso cioè gli interni erano terribili   infatti non poteva invitare nessuno a casa a  studiare con me perché se ci veniva una volta   non venivano la seconda però ero in una stanzina  parte perché la fame vetta con le mie sorelle ci   corre se anno e mezzo loro erano alle elementari e  potevano studiare giù in cucina mentre io studiavo   nella la camera quindi da sola e quindi studiavo  in tranquillità ma col freddo insisto perché   perché perché quel freddo mi ha veramente io non  sono affatto credono sarà però più freddo mi ha   perseguitato per molto molto tempo anche dopo  finite le scuole ecco invece poi finiti compiti   come trascorreva il tempo libero magari c'era  rapporto dei confini perché prima di cominciare   compiti andare a farmaci natanti cellino con  qualunque tempo fa ero vivevo come ho detto in una   zona che comunque anche con le costruzioni nuove  mani la casa nuova non era tanto lontana dalla   casa vecchia e quindi sempre in questa zona allora  si chiamava legnaia insomma quindi è un punto di   incontro tra la via pisana e via di scandicci  e quindi prende una bicicletta e andavo verso   soffiano e allora era tutto un reale alberato di  tigli senza case e poi da lì faceva un pezzetto   di strada sul verso marignolle oppure andavo a  punta greve e faceva un pezzo di argine nel sud   a greve io ho sempre avuto bisogno di muovermi e  quindi siccome tutto il resto era fermo in casa   a scuola allora prima di mangiare qualche cosina e  ma poco abbastanza rapidamente e che poi andavo in   bicicletta quando tornavo quindi potevano essere  le quattro per dire mi mettevo studiati e studiavo   tutta la sera io mi ricordo tutta la sera perché  alle medie poi vivevo in questo posto che era un   cantiere stavano costruendo case la nostra fu una  delle prime e quindi sì certo mi ricordo muratori   quindi delle volte sarò andata a parlare con loro  ma insomma non c'erano i giochi della sper la   strada come invece quando ero alle elementari in  via molto lì io ero sempre per la strada insomma   perché la mattina quanto ci sarà stata a fare  i compiti un'ora ma poi li faceva anche la sera   a buio quando tornavo quindi ero sempre per la  strada invece alle medie diciamo che intorno a me   c'era un cantiere di muratori e quindi non è che  ci stavo tanto andavo un po parlare con loro di   tanto in tanto però non avevo compagni di giochi  ecco non avevo compagni di giochi e non c'erano   altre cose da fare perché si poteva sentire la  radio si sentiva la sera dopo cena si sentiva la   radio delle volte con la mamma quando non c'era  il mio babbo perché la mamma sentiva programmi   intesi come culturali suo padre turoldo pure c'era  un consesso dei cinque o dei tre numeri portman   sarà una cosa di persone istruite e parlavano di  argomenti e vi fa queste cose ne voleva non ne   voleva sentire quindi non quando non c'era lui  perché babbo a quel punto era macchinista era   passato all'esame di macchinista quindi diciamo  che c'era a orari molto diversi differenziati era   uno che poteva andare a letto alle sette e mezzo  per svegliarsi a mezzanotte andare a lavorare ecco   questo quindi dipende diciamo l'andamento della  famiglia dipendeva dagli orari e dei babbo che   erano tutti i giorni diversi perché avevano  turni di fare fossero a 50 giorni quindi si   ripetevano ogni 50 giorni quindi tutti diversi  e invece sul rapporto con il cinema il rapporto   con il cinema era intenso perché la domenica  siccome appunto ripeto quella domenica non di   detto il mio babbo ci fosse e quindi andavo con  la mia bisnonna la nonna italia ma fanno il 1879   che dal 1953 quando si andò a casa nuova venne ad  atri gare con noi ma anche prima c'è anche quando   avevo sei anni sia piano e la domenica andavo con  lei al cinema e dove al cinema universale in via   pisana che poi è diventato famoso ma che era il  cinema laico di contro al chiar di luna che era   in piazza della chiesa del santa maria a pignone  dove facevano film this anche oppure stalle olio   oppure sa anche sante non è che c'era un grande  invece appunto io mi ricordo catene tormento con   le gonne sansoni con amedeo nazzari si stava  le serate perché se entrava e poi si vedevano   almeno una volta e mezzo ma spesso anche due e  la nonna mi faceva minima a tale via cose belle   visto forse belle vie si sa come va a finire ecco  invece io perché volevo rivederli quindi per me è   stato un grande amore il cinema ma erano film di  questa natura figlia ecco perché con la nonna e   con i miei genitori io si andava piuttosto  da fare una girata alle cascine al cinema   mi ricordo soltanto una volta ad esse stata un  film a vedere un film che dovrà essere pauroso   perché mi ricordo che urla ial alla disperata a un  certo punto perché si vedeva un morto e appariva   all'improvviso e e basta ma insomma ma anche con  i miei genitori non è che si sarà andata a vedere   grande film io mi ricordo ancora benissimo una  una discussione questo non c'entra nulla scuola   ma credo che sia significativo dei tempi a un  certo punto deve essere stato 54 55 e un film   in technicolor che si chiamava la sua unica e  che era un film che parlava degli antichi dei   primi cristiani dovrà essere un colossal americano  che piacque tantissimo i miei genitori e che han   camera piaciuto tantissimo venne a trovarci uno  zio giovane fratellastro della mia mamma che la   mia mamma era riuscita di nascosto a far studiare  perché il mio nonno non voleva assolutamente   perché era un alfa beta e un alfabeto zonale  sarà anche ma insomma comunque questo era uno   che faceva allora l'istituto di ragionieri per  ragionieri e che ci disse ma è uno schifo di film   il papa ma esiste rimase male e poi argomento  ma questo schifo di film lo disse e cominciò a   farci l'elogio di tutti i possibili film insomma  di un qualche livello registi e noi ci si rimasi   malissimo e quando andò via di suo si disse noi  quelli non si sono mai sentiti nominare si vede   li fanno i cinematografi speciali la cosa ci  era rimasta in mente proprio quindi io andavo al   cinema mi piaceva il cinema mi piace tantissimo  ma le cose si andava a vedere io credo che 77   sorelli per sette fratelli o qualcosa del genere  da averlo visto dieci volte per serate intere darò   un film musical americano di gente viveva nelle  foreste e me li ricordo ecco ancora perché erano   sai vissuti ma a scuola non se ne parlava e del  resto perché la vita di famiglia o di casa è come   se non esistesse nella scuola questo io penso che  sia un errore perché dividere come deve privato e   pubblico in maniera così rigida non va bene  perché quello che viviamo e abbiamo vissuto   e abbiamo alle spalle conta per come per come ci  si rapporta con la scuola per come si dialoga con   la scuola insomma io penso che sia un errore  questa questo silenzio diciamo che può essere   un silenzio pubblico ma che almeno andrebbe  interrotto diciamo su una scala privata ma non   per fare confessori e ma per avere il senso della  vita che sta vivendo ciascuno di quelli di quelle   persone di quegli allievi e abbiamo davanti  insomma così come l'attualità non penso che   fosse argomento di dibattito scolastico oppure  soltanto questo professore non era attualità   era la seconda guerra mondiale lui se ne parlava  moltissimo malati non esisteva no non esisteva non   esisteva per tutte per tutte le medie non è non  è assolutamente esistita io ricordo soltanto che   quelli erano gli anni perché rieste per ricondurre  trieste in italia e che quindi c'erano tutte le   manifestazioni di destra perché c'erano i giovani  erano di destra non erano di sinistra i giovani   e c'era tutto il duca d'aosta e la scuola di  via giuseppe giusti che avevano una foltissima   presenza di giovane italia che era associazioni  giovanili missine quindi che facevano grandi   manifestazioni mi ricordo proprio della colonna  bandiere tricolori e quindi io cercavo di sapere   a casa che cos'è voleva dire insomma però ripeto  a casa a miei giornali come tali non entravano ma   la radio c'era e la radio si sentiva ecco quindi i  babbo mi sapeva dire qualcosa anzi alla mia grande   meraviglia è che lui riconosceva anche le facce  sui giornali dei politici perché ovviamente erano   per la gran parte politici già vissuti già vissuto  in precedenza me ok ora torniamo al percorso   scolastico allora lei l'ha detto che ha proseguito  dopo le scuole medie quindi come avvenuta la   scelta della scuola secondaria di secondo grado  come si direbbe adesso è stata è stata una una   difficile conquista perché io ero destinata ad  andare a fare i magistrati non nessuno ha mai   pensato che se che io potessi andare al ginnasio  liceo ginnasio era fuori orizzonte rispetto   all'ambiente in cui si viveva allora ho detto  prima che io non avevo libri in casa per tutte le   medie non ce l'avevo quindi è cosa leggevo leggevo  i libri di scuola miei libri di scuola tutti i   libri di scuola quindi è nella dell'antologia  di inglese c'erano pezzi da tradurre in inglese   e c'era un pezzettino che riguardava socrate  la storia della moglie di socrate che era una   rompiscatole e che è una chiacchierona insulsa  diciamo così passava nella tradizione e questa   e parlava però anche di socrate come avrei potuto  parlare in una traduzione doveva essere quindici   righe al massimo non di più e questa traduzione  finiva con un philippe a push up se mons in più in terza io vinsi un premio premio  della ride e c'era uno che si amava gigli   un presentatore dovrà essere molto all'epoca  importante quindi si andò al cinema comunale   e mi premiarono mi dettero un libro che ho  ancora naturalmente in premio e nel libro si   parlava della stele di rosetta e della stele di  rosetta con questi alfabeti con questi pezzi e   diciamo in diversi alfabeti e diverse lingue che  avevano permesso di capire anche parte della dei   geroglifici grazie al fatto che c'era un pezzo  in greco e insomma io avevo un diario chiuso a   chiave in cui scrissi come vorrei poter andare  a studiare il greco sarebbe veramente una cosa   straordinaria è chiusa a chiave la lama che  non si fa ma lei lo faceva scoprì così un bel   giorno sono stata convocata dai due genitori  insieme conseguono ma è che succedesse spesso   e e mio babbo mi disse ma detto a sua mamma età  scritto di diario che e tu vorresti studiare greco   comunali sicuramente stupefatta stupefatta e  io allora litigando con la mamma perché non si   fa questo perché seguono viva a leggere allora io  non ci scrivo quello che ci voglio scrivere voglio   dire è infatti non ci scrissi più nulla perché  dentro invece io ero una bambina triste diciamo   poi mi piaceva giocare ma insomma i pensieri non  erano allegri e e quindi alla fine mi disse senti   io sono del tutto contrari perché una donna poi  la si sposa e quell'appunto mi sono anche sposarlo   quindi non finisce perché questo tu vai ginnasio  giornate faccio anche l'università dovrà stare a   studiare fino a fino a 24 anni marta possibile uno  si innamora si sposa con finisce università poi un   di vale nulla non è più che gli serve a qualcosa  insomma questo era l'elemento fondamentale e gli   esisti però mi piacerebbe comunque mi piacerebbe  tanto e bene proviamo prova se tutti siete così   decisa io non voglio metterti assolutamente  bastoni tra le ruote ma sappi però che tutto   devi conquistare e quindi non fa mi paga le tasse  del ginnasio liceo e cerca di guadagnare qualche   cosa durante l'estate questo questi furono le  carte ai patti furono tutti rispettati perché   io sono qualche una volta o due e credo di non  aver avuto proprio 8 di media ma 78 ma insomma   poi mi davano comunque le esenzioni dalle tasse  e d'estate facevo le ripetizioni e quindi mi   pagavo con quelli le spese suppletive diciamo  quindi da questo punto di vista all'andata al   ginnasio liceo fu veramente una conquista  però non fu facile perché quando entrai in   quarta ginnasio avevo ebbe una il primo anno  una professoressa di lettere lettere c'erano   19 ore settimanali anci nasi perché italiano  latino greco serio giulietti e l'inizio del   greco fu con docenti accento circonflesso grave  appunto quanto pesa alunno quanto pesa l'altro   io non capivo bene chi decideva dove stava  questo accetto perché quindi nella in questo   mio atteggiamento che se io non capisco chiedo  devo dire questo anche ora non vedo perché debba   stare zitto quindi alza la mano a un certo punto  chiesi ma questa storia dell'accento circonflesso   ma come la si agisce in doveva versare questa  gente perché diavolo deve stare proprio lì   la professoressa siti erano professoressa  molto brava che ho amato tantissimo e mi disse   cercano tante persone per togliere  la spazzatura dalle strade ce n'è bisogno è inutile avere qui persone si  fanno domande di odisseo remy girerd aver pianto   una settimana no mi sono più provate a chiedere  nulla naturalmente ma funziona fu una botta e   una botta ma poi io in classici avevo persone  e questa anche alle medie perché la zona è una   zona mista non era una zona tutta popolare e al  liceo ero andata lì al ginnasio ricevere andata   michelangelo che proprio accanto quindi se ma  noi c'erano bambini di famiglie illustri medici   tornaquinci loeb a rilasciare a tutte persone  c'era la fila di prefetto insomma e quindi oltre   a questa umiliazione diciamo intellettuale poi  quando s'andava ginnasti a ricevere una camiciola   di lana di pecora fatta maglia dalla mia mamma  con le maniche lunghe perché la raffreddo casa   quindi senza la miscela che pizzica va ma  voglio dire avere una camiciola di lana di   pecora con le mani e lunga era fondamentale quindi  effettivamente quando s'andava gina si miscelano   le mani fatta in casa di lana di pecora e sopra  e come usava allora è sotto avviso doveva essere   una cosa effettivamente orrenda e veniva presa in  giro per questo che questo effect modo di vestire   ancora una volta da pecorari a contadini da gente  che non si vede cosa centri con ridge naseri c'è   questo era di lei sentiva una differenza di classe  tremenda tremenda che di laser di possibilità   capitole barile andavano con la giulietta a sciare  a cortina il fine settimana e io invece come dire   cercavo di fregare su biglietti degli autobus  perché che per perché non c'erano soldi dovevo   appunto testate fargli ripetizioni per pagarmi le  spese vive della scuola ma c'era un abisso ma una   vera e proprio abisso che poi diminuire perché  a un certo punto vi è una rivalutazione anche   degli stipendi e la mamma soprattutto mincio a  lavorare e quindi diventa tutta un'altra storia   quando la mamma comincia a fare la maestra in 54  53 54 e quindi con il mio ingresso al ginnasio   c'è anche la mamma che eva altro 54 55 comincia  a insegnare lontano da però da lontano da firenze   quindi la nonna italia era venuta a sta di casa  con noi perché altrimenti non ce l'ha nessuno e   faceva da mangiare a pranzo che la mamma tornava  verso le tre e mezzo quattro andava via le cinque   major mattina perché non ci avevamo mia mezzi di  trasporto quindi bisognava prendere due autobus   e poi andare a piedi nella alla alla scuola  insomma quindi diciamo che a casa quando la   mamma cominciò a portare i soldi del suo stipendio  le cose cambiano ma cambiarono proprio visivamente   cambiò il cibo cambia tutto cambia tutto noi  freddo che quello il riscaldamento lo misero   nando io andar via di casa vendemmia manager  ha però il resto quindi campioni l'esame più   il consumo di carne rossa sì ma sarà la card e  si rimangiava a fettine trasparenti e non è che   io mi ricordo ancora questo colloquio che ha a  che fare anche questo non con la scuola ma con   le condizioni di vita si le sorelle diciamo mio  nonno paterno con cui però non c'erano grandi   rapporti però abitava a viareggio e un anno siamo  andati d'estate lui è venuto a casa nostra e noi   siamo andati a casa sua in modo da potere fare  un mese di mare messe di mare in cui avevamo   la possibilità di andare una volta a pattinare  sui pattini a rotelle un gelato è un disco nel   come si chiamavano nei jukebox al mese in un  mese queste tre possibilità per ciascuna delle   tre severi alla star nella spiaggia alla mamma  fa parla con un'altra vicina di ombrellone e   questo quest'area egli parla del del pollo  come se fosse pollo eccetera la mamma dice   a riguardo interessante e bello sì lo voglio fare  anch'io le mie sorelle che erano piccoli ne fanno   scusa mamma ma noi paul non si mangia e calore  pollo costavano che non c'erano all'allevamento   quindi non erano mangiare da prove di pollo  a meno non fosse un contadino e ce l'aveva   piccola parentesi quando io facevo le elementari  noi sia stata all'inizio si stava un quarto piano   ma sotto il lavandino del bagno ci avevamo la  gabbia con due poli dentro il bagno mattino   di avere le uova per avere le uova si è però  insomma io non è che mi ricordo grandi pretese   di queste due galline per prestavano chiuse lì  però è che dire se l'alimentazione doveva essere   un qualche problema perché se no questo non si  sarebbe fatto insomma no niente ma va dal 54 in   poi le cose sono migliorate tantissimo quindi  è proprio un altro un altro vivere quindi anche   il rapporto con i suoi compagni di classe  è mutato da quel punto di vista oppure no   ma non è un pane e non davano molta importanza  a questo era più la presa in giro per come ero   vestito per queste persone di alto livello diciamo  non investire contava un mio compagno di classe   di mi ricordo in quarta ginnasio che venne con  un golf invece con la giacchetta in classe fu   mandato via questo me lo ricordo bene che a fu  mandato via fu mandata davvero di coli che era   il preside perché per punizione e perché non ci  ritornasse più non ci riprovasse un'altra volta   perché in classe bisognava dire investiti per  bene con quindi i maschi con la giacchetta ecco   questo e le femmine google.com grembiule bianco  nero scusate fino a tutto il liceo sì perché e   noi entravamo perché le classi erano bensì miste  però noi si entrava da un'altra porta rispetto   agli altri ai maschi maschi entravano e portone  principale e noi si entrava da una porticina   secondaria lei è anche la la fase il periodo  diciamo della ricreazione i maschi che si sa   son più vigorosi potevano uscire di classe mentre  le femmine non potevano uscire dalla stiva dire la   re per i bandi mentre i maschi erano obbligati ad  andare fuori in modo che non ci fossero contatti   ciò nonostante io presto gresso mi fidanzai  con un compagno di classe perché naturalmente   le proibizioni servono a essere violate  fondamentalmente va beh ecco quindi come com'era   la vita studentesca all'interno del liceo del  ginnasio rosa e il liceo è un'altra all'interno   del ginnasio furono due anni difficilissimi  per me ma difficilissimi da un punto di vista   anche personali mi affezionai anche in maniera  morbosa a questa professoressa prima di lettere è nella mia vita tarda quando ho fatto i  giornali di donne io ho scoperto essere   stata in giovinezza una macchina nazista pur mai  mi sono innamorata di lei proprio innamorata come   si può fare è soltanto a quell'età era una  persona molto colta che sapeva il sanscrito   e che ci presentava la lingua greca attraverso  diciamo tutti i radicali e le trasformazioni   delle radici dal sanscrito greco quindi era una  bravissima che sapeva il ladino sapeva il tedesco e quindi io ebbi poi quando lei andò via  quell'anno e si cambiò avvenne una che aveva   l'unica preoccupazione ma terziaria francescana  quella di fink alimenti di quinta ginnasio che si   lesse tutti i promessi sposi in classi cioè noi  si passa più della metà del tempo a leggere ad   alta lei leggeva ad alta voce noi ci si annoiava  terribilmente però io quelli sono stati anche per   me anni molto difficili cioè io ho avuto alcun  quinta ginnasio con questa nuova docente che era   buona ma non francamente proprio non mi piaceva  non stimolava non era chiusa io ho avuto poi ho   iniziato una pesantissima crisi religiosa io  ero molto religiosa che è durata anche per la   prima liceo e questi anni della quinta ginnasio  e prima che ci ha permesso state difficili da   un punto di vista individuale ma naturalmente  questo si ripercuoteva nel fatto che poi come   dire non riuscivo a stringere amicizie e vivevo  abbastanza chiusa in casa insomma leggevo leggevo   compravo questi libricini appunto della bur man  insomma avevo avevo andava benissimo a scuola ma   questo non conta insomma già ero una che aveva  bisogno di di fare quel salto e quel salto se   non significa permettere a formare anche mio  modo di stare al mondo insomma quindi già alla   metà della prima liceo cominciai a fare allora  si faceva un esame è tra la quinta ginnasio e   la prima liceo e di anche in questo caso la pri  la quarta ginnasio noi eravamo 36 36 ragazzi in   quarta cina la follia ci credo che cercassero  di avere l'autorità e di perché è tenere buone   76 persone che voglio dire è difficile edifici  noi si è finito la terza liceo cinque anni dopo   i 18 quindi questo vuol dire tantissimo in  abbandonato perché certe c'era poi bocciato   sfottò avevano erano partiti insieme incolta  cina seppure ci sono state delle aggiunte cioè   stati delle aggiunte di questi 18 12 erano dalla  quarta ginnasio sei si erano aggiunti via via non   sempre perché i ripetenti qualcuno veniva da altre  scuole dal galileo mi ricordo due dalle gallerie   come appunto però ecco ripetenza era abbastanza  normale non come alle elementari e non come   le medie però insomma i presenti c'erano tutti  gli anni c'erano e quindi diciamo il passaggio   ed artigiano che è l'elemento aria nei media  forse perché al liceo già era stato attivato un   meccanismo di per sé elezioni sì perché comunque  chi andava in quarta e quinta ginnasio già appunto   aveva questo percorso lungo davanti e poi insomma  aveva in mente di dover stare a studiare quindi   improduttivo non fino a 14 anni o 15 ma insomma  per altri 10 dopo quindi sono effettivamente ci   voleva un pò infatti anche la classe sociale  cambia è perché ginnasio classi sociali c'era   qualcuno di famiglie relativamente modeste però in  genere la famiglia di impiegati per i più modesti   grandi impiegati non c'è di persone che comunque  avevano una cultura zione non propri elementari   è una è un altro mondo quello del ginnasio  rispetto era un altro mondo rispetto a quello   che le medie il salto era grosso era di nuovo  grosso era stato grosso anche alle elementari   ma si può fare una traslitterazione storica  anche negli anni 2000 ginnasi era un altro mondo   rispetto alle medie ecco si siano proprio questo  questo implicava a me dire un ri adattamento ogni   volta ha capito c'era da riprendere le misure  quello che io dico dei vestiti ma non perché   sia fissata questi risulta altro ora non lo  sono più ma all'epoca io cercavo di imitare   i vestiti classici che mettevano le ragazze di  famiglia bene con grande disperazione dei primi e   familiari perché questo significa comprare della  tipo le stoffe di scozzese buono perché andava   alle stesse la mia mamma che mi faceva golf non è  che si usavano quindi li faceva lei a maglia e che   no che fossero dei colori e della tipologia che  era seria come all'epoca può pensare le ragazze   bene diciamo degli anni cinquanta è che erano  in questa maniera quindi c'era un tentativo di   adeguarsi anche visivamente e in qualche misura  anche nel modo di parlare perché diciamo io poi   ho riconquistato come una conquista il fatto  di parlare non male ma insomma se poi si sente   che sono toscana non c'è nulla di male mentre a  scuola diciamo lo sforzo fu quello proprio di non   far sentire minimamente o il meno possibile  di dove venivo ecco questo che insomma poi   ritornarci sopra e cambiare non è stato banale  perché è stata una riconquista diciamo del me   come io dovevo essere insomma di cui nero di come  dovevo s il liceo e stato un bellissimo percorso   un triennio anche questo faticoso ma bello meno  faticoso sul piano individuale perché appunto poi   quando ero in seconda liceo mi sono fidanzata con  un allora se ci si fidanzava ufficialmente cioè   con l'invito dei genitori a casa e quindi con  un compagno di classe che era anche lui bravo   e anche lui di famiglia molto modesta tutti e due  i suoi genitori aveva fatto la quinta elementare   erano sarti in casa da uomo e quindi in crisi nera  perché con la fine degli anni cinquanta iniziano   le confezioni e quindi i vestiti non ci si va più  a farsi rifare da un sarto perché costa più cara   ovviamente anche loro come casa con pochissima  con pochissimo riscaldamenti a c'era una stufa   a legna calza lunga lunga grande grande quindi  freddo anche letto lo dico perché forse oggi non   ci si rende conto che cosa vuol dire poter vivere  in ambienti tranquilli riscaldati insomma aperti   con spazi propri e vabbé e l'attrice lo dicevo  è stato un liceo importante per miglio questo   passaggio dalla religione vissuta in modo molto  intenso quando facevo la terza media avevo vinto   un concorso per andare in un incontro speciale con  i ragazzi di 14 anni da pio xii a castel gandolfo   quindi io avevo una no stop quell'incontro come  è stata quell'incontro come la ricorda lo ricordo   l'incontro non piacevole ma la il viaggio noi  vivevamo questo viaggio a roma siamo stati a   roma quattro giorni ospiti della domus mariae con  i premi religione nostro che appunto per cui era   stata prescelta da firenze s'andò in quattro e  si andava tutti i giorni naturalmente alla messa   destro ma io questo lo facevo volentieri insomma  non mi pesava fatto e poi si faceva discussioni   anche su episodi del vangelo quindi le giornate  erano molto religiose diciamo però a me questo   non anzi mi piacque perché c'erano ragazzi e  ragazze con esperienze diverse quindi lo ricordo   con favore un piacere l'incontro con pio xii fu  abbastanza freddo la pioggia non ha veramente   gelido anche nell'incontro ci fece baciare  l'anello è però poi tutti che cantavano l'inno   in cui c'era questo pio xii che che si esaltava  e a me risulta a freddo ecco qui l'incontro però   non è che questo scalfi minimamente come dire  il mio rapporto profondo con con la religione   non soltanto con la chiesa anche con la chiesa  come come istituzione è perché non saltare in   una famiglia non religiosa perché miei non erano  cioè saranno stati anche ovviamente ram battezzati   ma non frequentava ma non solo loro ma neanche le  nonne neanche le bisnonne io vengo da una famiglia   era laica ma invece io ero molto religiose  e cercavo anche di convincere di convincere   quelli di casa s insomma la il primo anno di liceo  però questo chi vuol dire interessarsi del mondo   ecco avere una concezione del mondo e quindi la  transizione sul radicale ma fu una transizione che   non implicava disinteresse per il mondo semmai si  laicizzata quindi io cominciai già in prima alla   fine della prima liceo alla fine fine febbraio  della prima liceo organizzare uno sciopero per   avere il riscaldamento in classe perché i freddo  c'era anche a scuola non c'è male termosifoni al   ginnasio liceo michelangelo alla metà degli anni  cinquanta e nella seconda metà i termosifoni non   c'erano c'erano le stufe di terracotta rosse che  però spesso erano spente quindi in classe faceva   freddo e bisognava stare con i guanti e allora  io organizzare uno sciopero perché si accendesse   la stufa perché la stufa non funzionava doveva  venire quelli alle valli lo sporco di dentro   e non funziona e quindi organizzando sciopero  poi in seconda liceo con altri ha organizzato   il sono orgogliosissima un giornalino che si  chiamava incontri incontri tra ragazzi e ragazze   di diverse ispirazioni politiche sono liberali  purché non fossero qualunquisti e non fossero   fascisti perché ancora appunto negli anni miei del  liceo questa era 58 61 questa era la realtà quindi   avere qualcuno che si interessasse di qualcosa  era fondamentale e io per me è stato fondamentale   nel liceo la frequentazione dei un'associazione  creata da un professore del galileo cattolico che   si chiamavano i sabati dello studente i sabati  sera c'erano discussioni a tema sull'argomento   con persone che parlavano e la domenica mattina  in un cinemino di via capponi di virginio capponi   che una luce più che della parrocchia se andava a  fare il cine flat con le rappresentazioni cinema   di un film bello di un film storici come si dice  sempre l'armata potemkin e con discussione il   semplice per me quelli sono state è stata una cosa  fondamentale io andavo sempre il sabato sera e   cercavo di andare sempre ampio a domenica mattina  prima di andare ad ogni mattina prima di aver   permesso che andava alla messa ancora e il film  ha cominciato alle 10 io dovevo rifare la camera   andare alla messa è essere lì alle 10 non sempre  ci riuscivo ma spesso si diciamo ecco questo per   me fu importante e andavo lì e sentivo parlare  discutere non parlavo io ero a redona se mai   intervenuta perché alle di alle cose della mattina  perché della domenica mattina perché io non avevo   soltanto da imparare ecco però ho imparato  tante cose e quindi per me veramente è stato   sono state anni quelli del liceo importantissimi  poi appunto ha cominciato a comprarmi libriccini   della bur di letteratura io sono una fan che  all'università pensando di fare letteratura   non pensavo certa storia quindi è stato importante  perché cominciavo a leggere anche gli autori steri   quindi non soltanto i libri di scuola insomma  ai sono stati anni fondamentali e sono state   anni tanto più importante perché nel l'estate  in cui mi sarei scritta alla seconda liceo io   mi iscrissi alla federazione giovanile comunista  italiana la vicenda d'estate d'agosto allora la   federazione era de benci senza conoscere nessuno  senza essere mai stata in massa del popolo se non   per fare le recite alle elementari miei genitori  non erano politicizzati non erano iscritti a nulla   e io dissi però per fare qualche cosa insieme  a qualcuno che il giornalino e basta non serve   bisogna che io sia anche insieme a qualcun altro  ecco questo era la cosa siccome non conoscevo   nessuno non conoscevo nessuno andai a iscrivermi  allora non c'era nessuna gli iscritti studenti   medi sarà 17 di tutta firenze e non mi volevano  far riscrivere perché quello che io trovai anche   primi di agosto gli disse ma a te che ti ci ha  portato finalmente c'è qualcuno in casa no sei   andato nella casa di poco no io però diciamo di sì  ho letto ho cominciato a leggere qualche cosa di   giornali paese sera leggevo allora lo compravo  io appunto e io mi sembra di essere d'accordo   con questo provo provo quindi insomma gli anni  del liceo sono stati importanti perché i sabati   dello studente con i cattolici e l'iscrizione che  continua anche dopo è perché io questa questa cosa   ce l'ho ancora settimana scorsa ha fatto una una  giornata con le comunità di base fino all'isolotto   su gomma insomma anzi molto bene io come dire  sono molto legata alla necessità di impegnarsi   nel mondo insomma noi ci sarà la fortuna io tifo  sempre di essere nati in un posto insomma felice   rispetto a quello che sono tanti posti del  mondo di aver avuto tante opportunità insomma   bisogna riconquisti bisogna in qualche modo che  questo lo si renda al mondo in cui si viva vive   impegnandosi il più possibile però poi furono  anni belle anche dal punto di vista culturale   quelli del liceo perché io ebbi un professore di  italiano se il primo in prima anno si cambiava di   continuo anche allora in prima c'era uno che era  uno che faceva le letture dantis e che quindi ci   faceva tantissimo dante mentre seconda in terza  io ebbi un professore che si scontrava duramente   con la professoressa di greco e latino la  professoressa di latino e greco era una   fondamentalista cristiana che poi ospitò nella sua  casa la chiesa delle fer quindi una tragedia una   frenetica e il professore invece era dei gruppi  lapiriana di quello di italiano ma aperto anche   erano gli anni della nascita del centrosinistra  aperto alle istanze socialisti quindi era un   cattolico socialista ei due si scontravano  durissimamente da tutti i punti di vista e   questo peso anche per noi però il professore che  si chiama giorgio toschi era uno che in classe ci   faceva ci divideva il programma di italiano in due  parti avevamo quattro ore di italiano due ore si   faceva la letteratura dell'anno e ci spettava  e due ore si faceva discussione di cinema e   letteratura contemporanea cioè lui ci diceva tipo  andate a vedere rocco ei suoi fratelli e poi si   discuteva in classe b rocco i suoi fratelli  bellissimo è ho detto molto innovativo molto   innovativo era uno straordinario una molto  giovani giovani di un tumore ma non solo ma uscì probabilmente proprio il multi mano e 61  dell'asse del 61 ma non lo ricordo le ceneri   di gramsci di pasolini si lessero due poesie poi  ci dava da pensarci sopra e la settimana dopo se   ne discuteva in classe non tutta la nostra  classe era d'accordo perché metà classe si   ribellava questo dicevo ma ma come si può fare  a fare d'ore di algeri e due ore di pasolini che   dire no in realtà questo veramente si apre un  mondo dio insomma è una fune esperienza è stato   un personaggio assolutamente punto straordinario  lui infatti mirava e credo forse ci ha dato gli   ultimi anni dopo che noi sarebbero andati via  a magistero di arezzo ad aprirlo magistero ad   arezzo a insegnare letteratura italiana  era insomma è la mano e scriveva anche   pubblicava articoli i due si scontravano e i  due si scontravano volle dire che all'esame   di maturità questi diciotto poveretti che erano  arrivati e furono presentati dal membro interno   questa professoressa di latino e greco chiara se  glielo voglio dire perché è una cosa terribile entrò in aula davanti ai commissari esterni  disse bocciate di tutti perché sono una banda   di presuntuosi e furono rimandati a ottobre  allora s'andava ottobre anche le all'esame di   maturità due miei compagni raleigh aironi che poi  divenne docente ordinaria di letteratura francese   e roberto toni che credo di riga ancora il teatro  niccolini che la stati ammessi con 8 a italiano   furono rimandati a ottobre furono rimandati a  ottobre perché certo la nostra preparazione era   una preparazione che ruotava intorno al valore  civile della letteratura perché questo era in   di qualunque autore si studiasse con questo  professore dos che quindi era importante i   professori allora lui non parlava dell'attualità  come tale però se io dopo ritrovato quelle che   erano le discussioni del tempo sulla letteratura  l'impegno della letteratura il ruolo civile della   letteratura è la letteratura realista neorealista  nei confronti di quella invece come simbolica che   stava nascendo e lui era schierata evidentemente  da una parte e questo si trasfonde va in noi però   c'era anche una nostra sensibilità io dico il  professore di filosofia di storia e filosofia   che ci dettava regolarmente tutta la storia è  tutta la filosofia quindi si ripete che diceva   lui quello che lui diceva che si scriveva il si  ripeteva i libri lui non li considerava però io   ricordo ancora quanto effetto mi fece quando a  proposito di giordano bruno che stava spiegando   disse beh sì poi interessava certamente le  questioni teocratiche alla chiesa ma soprattutto   l'interessato è fatto che questa andava a colpire  gli interessi economici della chiesa perché poi si   arriva sempre lì disse questo si arriva sempre  lì io mi ricordo e in autobus era alta da su   sedili da com'ero fiera di quello che lui aveva  detto perché era un legare la filosofia di tanti   secoli prima a quelle che io sentivo come problemi  del presente no insomma gli e professori di liceo   delle materie umanistiche quelli delle scienze  erano non sapevano di nulla non sapeva la loro   materia era un problema ma insomma questi questi  anche la chiarastella era brava è però purtroppo   come dire è rimasta come emblema di una che quando  parlava di letteratura greca era straordinaria ma   ne parlava si e no due volte l'anno perché poi  se no interrogava e basta per ore e ore e ore   non faceva assolutamente altro quindi diciamo però  ecco del liceo yo questo ricordo largo importante   bello di persone anche miei i miei compagni e  compagne degas erano persone che amavano studiare   erano lì per studiare insomma qualcuno bocciava  qualcuno studiava meno però insomma erano persone   che non stavano come si dice a scaldare il banco  se non insomma qualcuno certamente c'era che poi   andavamo a lucio tant'è vero che il bocciatore  c'erano però insomma in generale l'atmosfera   era quella di persone interessate che anche  quando facevano le battute e facevano spesso in   correlazione con quello che se adesso diamo quindi  vuol dire che c'era una capacità di inglobare il vistoso no come di legare lo studio alla vita  come si dice di solito in questo in questa maniera   quindi diciamo all'esame di terza liceo fu  drammatico io andai bene perché è dai beni   proprio nelle materie di storia alla filosofia  di passare nova italiano e 9 a storia perché   mi ero presa libri mi era un profeta che allora  era un innovativo un testo innovativo e mi ero   studiata tutta appassionatamente anche per  ora scritto in piccolo per cui alla domanda   del professor mi ricorda ancora che fosse  la rivoluzione francese egli seppe disabili   e gli dissi mia spot e emea sport e tutte le  differenze tra altre varie costituzioni della   repubblica francese che c'erano scritte sui set  professori in cina aveva dette e questo e rimase   trovavi me e anche il che mi ricordo ancora e  c'era una apparente di di cavour che e viveva   ginevra e che era stata un po giacobina e se  ce l'ha scritto nel 63 questo io naturalmente   sapevo quindi lui dovette avere l'impressione di  una persona e chissà cosa sapeva invece sapevo   quello che c'era scritto nel libro diciamo  che avevo studiato accuratamente ecco non   è che però ripreso poi io sono andata in  realtà all'università pensando di farne   alterato italiana perché avevo quest'amore di  questo professor toschi che mi sembrava ma si   muovono potesse godere nella vita ecco è coperto  nei vari stand sarà quindi agli uomini dicendo   hai detto chi leggeva molto ci sono stati dei  libri che l'hanno influenzata particolarmente beh io leggevo tantissimo e leggevo però cose  dell'ottocento quindi tutti i romanzi russi   della grande letteratura russa dell'ottocento  sostò e dostoevskij questi rolletti tutti e poi   anche tanti francesi tutto isolato tomo passa  tutto però c'è effettivamente tanti sono questi   libriccini della pura erano veramente tanti tanti  quindi tutte queste cose io cercavo di reagire e   poi appunto questo era rimasto probabilmente da  da quando i libri non c'erano io veramente legge   no santolo ge antologia di testi che ci piaceva  a comprare per l'italiano per io li leggevo io   e leggevo anche qualcosa in più mi ricordo  benissimo di avere letto per esempio perché   essendo poi brava diciamo così i professori  mi facevano fare per le specie di esibizioni   sono viste ora mi fanno fanno un po paura ma  insomma comunque allora era era così e quindi   per esempio il professore di storia e filosofia  mi disse perché non fai una relazione in classe   su voltaire e mi dette da leggere il secolo xviii  e poi quindi a parlare di voltaire parlarvi del   secolo xviii in classe implicava è andato a  leggermi dei testi oppure e questo però aveva   a che fare con la mia iniziative diciamo così con  il fatto e si sapeva iamm e che io mi interessavo   di politica e quindi perché organizzavo anche a  quel punto negli ultimi due anni organizzato si   chiamava il venerdì del mic e cioè venerdì  pomeriggio nell'aula di storia dell'arte si   facevano degli incontri spesso di arte d arte  archeologia storia ma insomma non di non di   attualità però per fare queste cose ci vuole o  ci voleva un interesse largo per quello e tuffa   a scuola che si traduceva immediatamente nella  mente stessa anche dei professori perché ripeto   io non è che facesse attività politica ci pensavo  neanche però organizzavo il giornale organizzata e   poi andava a distribuire naturalmente organizza  volete dirmi che andava e savate lo studente   questo vuol dire interessarsi di tante cose  e questo era di tante cose impegnate non insomma non mi ricordo di essere mandata a  giorgio a giro per le vetrine insomma non mi   interessano per hartmann non m'interessava non  ci trovavo nulla di buono e cercavo sempre di   farlo insieme a qualcun altro della classe  questa mia amica brunella ero lì o appunto   anche andrea quello era il mio fidanzato serva un  gruppetto di persone la marinella filastò c'erano   tutta una serie di bonsanti che è quello è stato  direttore delle pietre dure e dell'opificio delle   pietre dure e insomma saranno tutta una serie di  persone che anche di altre sezioni parallele che   io riuscivo a coagulare anche grazie a queste  a queste iniziative no quindi diciamo poi avevo   tanti amici con cui fare le cose quindi se si  faceva qualcosa qualche iniziativa però erano   di questo genere insomma non erano direttamente  legate alla politica anche su questo di incontri   lo dico perché è stato berlino tre anni fa una  bibliotecaria di dell'università di messina ma   mandato un numero di incontri che avevano loro la  fotocopia di un numero di incontri e invece poi è   allora a questo punto da vedere se c'è ma nella  biblioteca lui c'è ma è durato tanto è durato   anche dopo perché è cominciato nel 59 ed è finito  nel 60 fatto che quando io da tre anni non ero più   all non ero più al liceo insomma quindi è durato  anche oltre insomma abbiamo abbiamo fecondato e   terreno perché sa dava anche nelle altre scuole  perché prima inizialmente si era abbastanza tutti   del mio l'angelo il barman che quindi di galileo  qualcuno dell'istituto tecnico erano modalità di   aggregazione per uscire dal qualunquismo perché  la grande bestia nera degli anni in cui io sono   cresciuta era il qualunquismo era il menefreghismo  una cosa di cui non ci si ricorda che ora sembra   sempre giovani sia stati impegnati non erano  per nulla impegnati così e si impegnavano si   impegnavano a destra ripeto questo è una  cosa è soltanto a partire dal sì forse   59 60 ma manca allora abbastanza poco insomma  ci vollero veramente i primi anni sessanta un   minimo più di benessere di rilassatezza di mondo  progressivo intorno non la durezza della guerra   fredda insomma non lo so della il clima comincia  a cambiare con i primi anni sessanta anche fra i   giovani però prima insomma quegli anni la fase di  passaggio fra 50 e 60 che sono gli anni del mio   liceo ancora c'era una battaglia da fare ecco  diciamo sera un elite e io ho avuto la grande   fortuna di avere probabilmente anche alcuni  docenti alcuni professori e in particolare   questo professore di italiano che mi hanno  aiutato a fare questo salto ok io dopo quello   che ha detto avrei alcune domande allora se si  ricorda qualche incontro con qualche persona di   lievo anni che è come erano poi strutturate  le riunioni di redazione se per esempio si   riuniva che settimanalmente dovevi riuniva  te come te levate anche i contatti tra di lui lo scontro mio è con la chiara sally è quello  l'ho patito devo dire eccola qua e lo vedeva   tutto questo impegno ma io andavo bene alla  stile greco non è che andavo male però primo   effettivamente chiacchierato cioè io tutto  queste ore di interrogazione per me erano   una cosa terribile perché quando c'erano due ore  due ore di interrogazioni di persone che in poi   venivo po interrogata perché ero preparata quindi  non mi si interrogava tanto si sapeva che io sono   secchiona e quindi studio io non ho mai avuto  problemi d'udito sempre anche miei nipoti e va   bene io sapessi da allora perché sembra quasi  un disonore avviso quindi no io mi piaceva e   lo facevo e dunque alle ore di interrogazioni  ma noi avo quindi chiacchiera in più come ho   detto organizzavo tante cose alla sel e questo  non andava giù di racconto perché perché allora   un giorno e mi annoiavo avevo hanno dato gli  mi mettevano sempre il primo banco e il liceo   e lo passa tutto il primo banco non perché ero  brava ma perché ero chiacchierona e e allora   legai al banco con il gecko nella cintura di  grembiule la mia compagna di che l'appunto la   gara sally la chiamo marinella filastò era e per  l'appunto lo chiamo e quest'anno in s'alzava che   io presto presto vedrà soltani urlò la selle e  io che venir che in quel che è di quasi paura   è che presa così alla sprovvista poi con  la cosa di dove si scioglie la svolta nodi   e rapinata mi venne fuori un esclamazione  di casa di quelli che usavano in casa che   era soldani un par di zeri successi finimondo  per comparti serie per mele da un'espressione   veniva usata correntemente ma mi rendo conto  mi sono resa conto dopo che poteva alludere   ad altri quindi lei diventò rossa un peperone  e mandò a chiamare i genitori quando due mesi   dopo probabile che stavo facendo la seconda  organizzai una seduta del venerdì del miche che diciamo in qualche modo poteva avere  qualche caratteristica diciamo di politici   che nel senso la nascita della repubblica  italiana capito il michele è insomma e si   fece in contemporanea subito dopo uno sciopero  un ricordo per che cosa la chiarastella mandò   a chiamare mi disse foglietto barbero signora  boh non sapeva neanche che classe che sezione   facevo perché non che fosse contrario ma diciamo  essendo circondato da donne studiavano cercava di   mantenere la sua autorevolezza disinteressandosi  di questo aspetto a cui lui non poteva partecipare   allora viva aboca della sel e la sel e riunisce  basta suo figlio non si può più sopportare fa   cose che ad una femmina in particolare non si  addicono organizzare scioperi fa giornalini fa   l'assemblea fa qui fa la e quindi la invito  ad a controllare meglio la sua figliola e   il babbo che come ho detto di scuole di  sapere erano persona intelligentissima   ma come dire dove a difendersi un po diletta  una risposta terrificante perché gli disse a   credevo lama avesse la mi volesse dire la mia  figliola l'andava a far marchetta alle cascine e questa la fine perché la selle girò le spalle  divento viola girò le spalle e lo lasciò li   impedito una brava detto tranquillo perché gli  sembrava che queste cose che io facevo vabbè   potevo farle o non farli nell'union importava  granché non sempre lui partecipava gli scioperi   dei di ferrovieri non era iscritto neanche alla  cgil voglio dire non ripeto però non mi sembrava   ci fosse nulla di male a fa tutto questo è  il suo modo di dire non c'era nulla di male   che poteva essere spesso con frasi molto più  carine e molto piu scolastiche invece fu detto   in questa maniera che per lui non s'è poi se n'è  discusso tanto a casa pensie madonna ignorante   latu professionista a prezzi low andati questo  punto da fare è che l'ignorante le era stata   lei e io cercavo di spiegarvi però insomma  per lei sentire questo linguaggio non era   comune ecco all'epoca non è che si usavano ma  con lui non aveva usato parolacce per le sue   chiare però questo fa marchetto alle cascine  era inequivocabile ecco un modo quindi ho con   lei mi sono scontrata tante volte tante volte  perché insomma lei proprio non sopporta ripeto   era reazionari e vabbè ma questo io non uso di  professori molte più numerose venire azionari   perché quelle dire è che la professoressa  mileti di latino e greco di quarta ginnasio   o il professor ferdinando pagni della prima e  seconda media fossero all'acqua di rose erano   persone insomma però erano anche persone  comprensive voli di poi e che riusciva   a massa a passare oltre quelle che sono delle  apparenze iniziali delle persone quindi fatto   che io fossi una che faceva domande che una che  sanno che manifestava chiaramente non che sia   non amano anche gli altri che manifestava  chiaramente quando sandriana questo per me è   un professore non deve annoiare c'è questo deve  essere il suo primo obiettivo perché si annoia   può dire chiaramente che stanno non sta facendo  bene su mestieri e a me anche per iori io a me il   mestiere dell'insegnare mi sembra una cosa molto  bella a tutti i livelli a tutti i livelli concordo   per per tornato da per invece la rivista quando  è dunque gli incontri della rivista inizialmente   alcune volte quando eravamo del michelangelo  perché all'inizio comincia si facevano prima dell'inizio del venerdì del miche prima  delle assemblee delle riunioni diciamo culturali   che si facevano nella stanza di storia dell'arte  perché delle volte si proiettava sul sullo schermo   sul telone che c'era poi quando intervennero  anche altri si fecero alla camera del lavoro   in borgo de greci che ci dava una stanza 1 spesa  che ci ospitava diciamo per per poter far sì che   venissero anche gli altri un paio di volte si  son fatte perché il sabato dello studente poi   si trasformarono in alpha 62 si chiamavano che  aveva una grande sala via degli alfani c'è ancora   un portone grande forse perché tanta 62 insomma  c'è un aula che fa parte in qualche modo grande   aula della facoltà di lettere prima dell'inizio  del muraglione e quindi ci siamo trovati un hub   82 anche lì quindi diciamo che la sede era un po  variegata che ci ospitava più di tutti poi alla   fine divenne quella della camera del lavoro perché  lì almeno non c'era ogni volta chiedere permesso   matches aveva il permesso una tantum di andare a  fare questi incontri io c'ho ancora tre o quattro   numeri di questa rivista ma soltanto tre o quattro  e mi dispiace perché insomma sarebbe interessante   avere a ora non è che ce n'era tantissime in  quegli anni i primi anni sessanta cominciano   essercene tante quindi si discuteva li della  riforma della scuola cioè una rivista in cui c'era   naturalmente il pezzo letterario come usava allora  la poesia scritta da uno studente è una recensione   un libro una recensione un film ma poi c'era la  discussione si era cominciato nel 59 a discutere   di riforma della scuola media e media superiore  quindi noi lì ci sono negativi qualcuno scritto   anche da me mi fa però insomma ragazzina di 16  anni insomma le opinioni su questi cambiamenti   sulla riforma su che cosa andava cambiato nella  scuola quindi c'era una parte iniziale politica   diciamo ecco per esempio ora nel della riforma  per esempio della scuola media sì se nella scuola   media inferiore ma anche della poi dopo della  della legge cui insomma quindi dell'inizio della   discussione sulla secondaria sì perché poi nella  seconda metà degli anni cinquanta cominciò molto   la discussione in 158 a discutere sia anche  di questo delle trasformazioni da farsi la   questione della scuola esplode 50 57 58 58 insieme  naturalmente al benessere alla esplosione di un   minimo di possibilità e anche di un bisogno di  ea farsi delle competenze maggiori e del 69 una   grande inchiesta che dicevi guardate bisogna e  vivo date delle competenze superiori a quelle   di cui sono a disposizione perché altrimenti non  si sostiene lo sviluppo poi hanno visto che erano   anche esagerate come proiezioni però insomma c'è  un interesse diciamo per lo sviluppo a sviluppare   a cambiare quindi anche la scuola ea cambiare  questi tappi di bottiglia continui c'erano per   la scuola perché messi dice sempre scuola media  unica me punto è che non c'è l'esame d'ammissione   intanto perché questo è fondamentale tanto che nei  primi anni a quella cosa iniziale la scuola media   alle classi differenziali io ho fatto supplenza  la mia prima una delle mie primissime supplenze   perché allora c'era talmente tanto bisogno che al  terzo anno di università si poteva fare domanda   ai provveditorati per fare supplenze la prima  supplenza non mi è capitata è stata in classe di   media differenziale in cui c'è la persone tra 17  e 19 anni ho avuto paura io devo dire la verità di   paura perché mi trovai circondata tutti allargate  e roero piccino anch'io ad esempio che non è che   poi se uno ha e nel settore stato l'inverno 63 64  e quindi facciamo 21 hanno ammesso lo dimostrava   anche mirino insomma avevo due anni più di 23 anni  più dei miei allievi era difficile fu difficile   15 giorni mili rivolta ancora mi sentivo aggredì  desiderate aggredita insomma gr fu un'esperienza   dura a parte l'idea di fare differenziale anche  alle medie io spero che sia andata a finire perché   io non ne ho fatte più o meno no non le accetta  i più quella il restauro di è sospesa nel 71 le   differenze nelle meni quindi allora proprio gli  angoli definitivamente nel 77 sì che si pensi ma   non ho accettato più di fallire i differenziali  io ho fatto sempre trova lì ci saranno state   al massimo delle scoreless cole media massimo  saranno sempre di studi speciali però il labbro   e quando cha da me e dal 63 a quando mi sono  laureata nel nell'estate del 67 poi nel mio mi   sono laureata a luglio ea ottobre ho avuto un  anno intero di dopo scuola alle medie statali   qui a firenze quindi subito dopo tre mesi  mai avevo anche altre esperienze perché nel   finisco qui ma questa riguarda in qualche modo  una scuola neri le 61 62 e quindi primo anno   di università il sindaco di vicchio di mugello  per bilanciare l'eccessiva fortuna di don milani la scuola barbiana tutto il giorno emise il  doposcuola comunale che alle scuole medie di   vicchio statali però non c'erano i doposcuola e  non c'era e prolungamento d'orario sulla grande   là da venire quindi dovrà pagare tutto il comune  per pagarlo poco e poi per saltare anche tutti   gli obblighi sennò di legge e chiamò attraverso la  federazione giovanile comunista perché altrimenti   se no come faceva lui sa conosce mi chiamo me a  insegnare in una classe del doposcuola io ho fatto   il primo anno di università o anche insegnato  a vicchio di mugello tutti i pomeriggi cinque   giorni a settimana e quindi potevo frequentare  solo le lezioni della mattina però insomma questo   intanto di ora sono tutti buoni tutti gli voglia  bene ma don milani all'epoca era visto contraltare   perché comune s'imbarca nell'organizzare una  perché anche c'erano varie sezioni e anche gli   altri insegnanti era insegnati e lo facevano non  senza spese e offrirgli ho guadagnato qualcosa   per però non era lo stipendio di un professore  di secondaria quindi lui poteva spendere meno   in più l'anno sulla quindi non ci metteva sopra  anche i soldi per la previdenza per gli assegni   per le assicurazioni ci sapeva nulla quindi io  prendevo il treno andavo e andavo a fare lezione   in mugello e contro in qualche modo rapido ma  a me questo mi è sempre sembrato incredibile   contro 2000 in realtà non lo facevo con totò  milan io facevo elezioni facevo i doposcuola   padre aiutavo a fare i compiti ori spiegato ai  ragazzi quello che non aveva capito la mattina   all'iniziativa e alla benemerita per intendersi  e con le scarsissime finanze aveva un collo un   comune povero come vicchio disse pure è stata  importante però l'intenzione insomma non era   proprio delle migliori al senato anche allora  ecco quindi ho cominciato a insegnare e the   path of dei tempi no e quindi lei lei parlava  di don milani ecco a firenze negli anni anche   magari immediatamente precedente lettera a una  professoressa cosa arrivava dell'esperienza di   don milani com'era percepita la mia compagna di  banco del liceo questa marinella filastò fida   dell'avvocato fino a sto che aveva che quello  che ha difeso bube diciamo il partigiano coupé era andava andata 3 4 volte quando ancora  si era il liceo king nella primavera del 61   a trovare a vedere la scuola di barbiana  a parlare con don milani e quindi lei di   famiglia comunista perché pre padre era  uno dei pochissimi agguati comunisti però   lei era molto legata a questa esperienza  quindi lo dico io ne ho sentito parlare ne avevo sentito parlare prima di essere convocata  per la supplenza e ne sentivo parlare ai primi   anni dell'università ero molto amica di un  gruppo i miei come dire amici dell'epoca   erano un gruppo di maschi e femmine femmine  poche che erano legate a questo diciamo alle   aperture del concilio vaticano insomma e quindi  erano cattolici e socialisti è descritta la   federazione giovanile ma non non avevo amicizia  in quel campo dove tu che arrivano allora era   veramente un partito di classe c'erano i contadini  e gli operai ma studenti io nell'uovo b1 dopo che   si chiamava masieri ma insomma proprio non ce  ne è un altro mondo però questo gruppo invece   in cui c'erano persone molto in gamba e che  molto discutevano di politica il senso lato   perché ci hanno visto problema della poggiare  un'apertura di centro sinistra e con la pila   di chiamare la fila sindaco di permette di  essere in forma quindi loro parlavano erano   anche perisce questo vetro e loro impronte che era  che diventerà medico poi che era già iscritto alla   facoltà di medicina lui andava da ed era amico  in qualche modo di don milani quindi loro ne   parlavano io li sentivo parlare in continuazione  non so quanto prima di lettere una professoressa   forse noto in città per così dire erano queste  élite progressiste per il periodo diciamo dei   laici aperti alle istanze del centrosinistra  catto socialista ecco un po questo erano gli   ambienti che io frequentavo erano questi ma quindi  la giungevano anche informazioni sull'esperienza   di danilo dolci in sicilia qualcosa più lenti ma  qualcuno c'era anche di danilo dolci in sicilia   soprattutto questo livello a questo gruppetto  di universitari 2 shun'an andati anche lì a   parlare e discutere a sentire stavano lì delle  giornate in modo da entrare nell'ambiente e la   cosa importante è che mi fecero leggere qualche  cosa si permetteva cime che naturalmente questo   queste erano dei momenti per me è importante  non erano frequentissime la vostra settimana   perché anche loro erano persone in studiavano  parecchio in più si occupavano di tante cose   ecco questo che a me sempre sembrata una cosa  seria questa occuparsi e vivere in più ambienti   in modo da farli entrare l'uno nell'altro  no perché sono diversi bene allora noi ci   abbiamo la conclusione dell'intervista e le  pongo una domanda ecco nel suo percorso eco   secondo lei quanto ha fatto e quanto fa adesso  la scuola per ridurre le disuguaglianze sociali allora la scuola almeno era una un luogo che  fisicamente non devo proprio annullava ma   riduceva drasticamente le differenze sociali cioè  io avevo come compagni di classe appunto il peso   una polizza medici tornaquinci figlia del torna  vinci che era stato negli uccelli nel comitato   di liberazione nazionale toscano e che viveva  nel pala grande palazzo di via giusti dove ora   c'è il consistito tanto per dirne una no io avevo  altri stufe casa le feste domenicali perché quasi   tutte le settimane c'erano delle festicciole in  casa si chiamavano quindi si andava in casa la   mia no perché appunto senza riscaldamento ma in  quelle ci aveva il riscaldamento se andava e si   ballava con giradischi e a metà serata ci portava  alle cartine di lì impalato e cielo alle cartine   numero mai viste insomma quindi e ed è ospite  di persone e casse illustri a qualcosa non mi   colpiva per nulla per me era un paio di case  che facevano la mia stessa vita quindi conta   tanto il fatto che le scuole non siano di  rigidamente suddivide per classi come però   in larga misura suona perché non è che il numero  professionale cioè lo stesso livello che in 11   all azione anche ora allora poi non se ne parla  allora poi non se ne parla l'istituto tecnico   industriale e un liceo ma neanche dal isolati  o liceo scientifico cioè proprio erano però le   persone che le frequenti che per caso per i vari  casi della vita o per meriti particolari erano lì   dentro come dire in classe io non ho mai avuto  la sensazione che ci fosse qualcosa di diverso   dal merito che valesse che i professori non è da  questo punto di vista è stata una grande scuola   poi come ho detto nelle occasioni private negli  spogliatoi on.le insomma o fuoriclasse insomma   qualcosa veniva fuori anche di pesante ripeto  però però da parte ciò che voleva e merito cioè   merito era era una cosa astratta era un merito  che aveva un andamento a strada cioè non dipendeva   per nulla non ci aveva nessuna connessione o  non era non sia considerata che avesse nessun   collegamento con la condizione sociale e come  sappiamo invece ce l'aveva io voglio dire per   quanto difficile sia stato l'ingresso senza la  mamma era perso la mamma e che era diventata   maestra io non ci sarei andata a quelle scuole  probabilmente non sarei andata nemmeno alle   medie sarei andata come usava allora ovviamente  al lavoro per diventar segretaria d'azienda al   massimo ecco io la ringrazio molto per questa  intervista dissi ma avevamo anche molto bella   e giusta è lunga perché densa e arrivederci  e auguri anche a te al tuo lavoro che vive

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Intervistato

L’intervista, della durata di 2:05:01 minuti (link: https://www.youtube.com/watch?v=npDVRji1UCs), si focalizza sulle memorie scolastiche e infantili di Simonetta Soldani. Nata nel 1942 a Firenze, è stata docente di storia contemporanea presso l’Ateneo Fiorentino. La testimonianza suscita particolare interesse in quanto Soldani ha incentrato buona parte della sua produzione saggistica sulla storia della scuola e delle istituzioni educative, e quindi può contestualizzare le sue memorie all’interno dei processi storici che ha attraversato.

Come rievoca nell’intervista, Soldani proviene da un retroterra economicamente modesto: la madre, diplomatasi presso l’Istituto Magistrale, non ha esercitato il mestiere di maestra fino al 1955 circa; il padre, invece, ha lavorato come fuochista e poi come macchinista. Dagli anni Cinquanta, con lei, i suoi genitori e le due sorelle minori, abitava anche la bisnonna materna. Il suo percorso scolastico, iniziato in prima elementare, nel 1948, si è concluso con la laurea nel 1967, attraversando pertanto gli anni del centrismo e del Centro-sinistra (Crainz 2002).

Costante nelle sue memorie è l’affermazione che, nelle sue strutture portanti, la scuola da lei frequentata riecheggiasse quella degli anni Trenta: e questo tanto negli aspetti didattici, quanto in quelli di selezione sociale. Della sua quinta elementare – esclusivamente femminile, e costituita da 37 alunne – soltanto in nove proseguirono gli studi: sei si iscrissero alla scuola d’avviamento, tre alla scuola media. L’interruzione degli studi dopo la quinta elementare, benché formalmente non consentita, era in realtà prassi normale nella società dell’epoca (Galfré 2017). La scuola, che raccoglieva un bacino di utenza compreso tra la prima periferia fiorentina e la campagna, mostrava evidenti differenze sociali tra le alunne cresciute in un contesto rurale e quelle cresciute in un contesto cittadino: primo elemento di differenziazione era, come ricorda Soldani, la lingua, ma anche il vestiario – elemento quest’ultimo che condizionava la frequenza scolastica, impedendo, ad esempio, a una sua compagna di classe di non recarsi a scuola in caso di brutto tempo in quanto non dotata dell’abbigliamento appropriato. Altro ricordo concerne la presenza, nel suo plesso, di due sezioni (una maschile e una femminile) di classi differenziali: «la maestra ci diceva “Abbassate gli occhi” quando si passava perché s’usciva in blocchi militari no da scuola cioè tutti incolonnati un due tre march proprio passo cadenza cioè era molto militarizzata l'uscita dalla scuola e se si incrociavano le classi differenziali c'erano una classe differenziale maschile e una classe differenziale femminile se si incontravano quelle classi mi ricordo che la maestra diceva di non guardarli ecco questo era perché erano veramente dei paria era abbastanza pesante come cosa e a me mi è rimasta questa cosa pesantissima anche perché un mio una specie di cugino mio era in una differenziale maschile e talvolta con lui facevamo anche la strada per andare e tornare quindi come dire mi colpiva in modo particolare perché certo era ciuco come si diceva allora ma era una persona con cui potevo giocare tranquillamente» (m. 13.33 e ss). Un’impressione destinata a tornarle in mente quando, al terzo anno di università, fu chiamata per una supplenza di due settimane in una classe media differenziale (queste ultime sarebbero state “sospese” con la L. 118/1971 e abolite con la 577/1977) (Martinelli 2017).

L’intervista prosegue con la rievocazione dell’esame di ammissione alle scuole medie. Poté accedervi, ricorda, grazie alla madre, che, avendo studiato da maestra, la preparò sugli argomenti del programma: «mi preparò lei all’esame di ammissione al terribile posso dire esame di ammissione e veniva fatto in una scuola lontana con solo i professori delle medie e quindi per chi era vissuto sempre in campagna andare nella scuola di città proprio di città io ero in Borgo Pinti alla Carducci la Carducci era allora in Borgo Pinti e io ricordo tutta la strada piena di mamme e babbi […] e queste scale nere e questa specie di plotone d’esecuzione che c’era là davanti e mi fece un’impressione terribile […] fu una cosa di ansia tremenda da questo punto di vista» ricorda dal m. 22.43. Di quei tre anni ricorda soprattutto gli insegnanti, che descrive come figure eccentriche, spesso distanti dalle esigenze e dai bisogni degli alunni: tra questi un certo rilievo è dato al professore di discipline umanistiche, destinato alla scuola media in seguito a un demansionamento. Fino alla conclusione della seconda guerra mondiale, infatti, aveva ricoperto l’incarico di docente di cultura fascista presso il Liceo classico. Il provvedimento lo aveva psicologicamente provato, tanto da dedicare parte delle lezioni alla discussione di eventi e fatti della Seconda Guerra Mondiale. Pur incline alle punizioni corporali e fedele a un rigido concetto dell’autorità, nella sua attività didattica, secondo Soldani, dimostrava una certa attenzione alle individualità dei suoi studenti, come testimoniato dalla pratica di dedicare a ciascuno di loro una quartina personalizzata. In quegli anni la videointervistata era fortemente legata alla Chiesa e alla fede religiosa; verso la conclusione della scuola media, su segnalazione del professore di religione, vinse un soggiorno di tre-quattro giorni a Castel Gandolfo nel corso del quale ebbe modo di conoscere Pio XII: «mi piacque perché c’erano ragazzi e ragazze con esperienze diverse quindi lo ricordo con favore l’incontro con Pio XII fu abbastanza freddo Pio XII era veramente gelido anche nell’incontro ci fece baciare l’anello e però poi tutti che cantavano l’inno in cui c’era questo Pio XII che che si esaltava e a me risultò freddo ecco quell’incontro ma non è che questo scalfì minimamente il mio rapporto con la religione» (m. 1.18.27 e ss.).

L’intervista si sofferma successivamente sugli anni trascorsi al Ginnasio-Liceo classico “Michelangelo”, in un ambiente in cui, almeno nel corso del primo anno, Soldani ha sentito molto le differenze di appartenenza sociale tra lei e i suoi compagni di classe. Destinata inizialmente dai suoi genitori a proseguire gli studi iscrivendosi all’Istituto Magistrale, solo dopo alcune discussioni riuscì a recarsi nella scuola che desiderava. Del triennio liceale ricorda soprattutto il suo coinvolgimento nel mondo sociale e civile: un attivismo che la condusse, in prima liceo, a indire uno sciopero contro i malfunzionamenti nei riscaldamenti della scuola; a fondare, con altri suoi compagni di scuola, una rivista studentesca – “Incontri” – deputata al dialogo tra giovani di diversa estrazione politica; a partecipare all’organizzazione di seminari settimanali di storia dell’arte e archeologia all’interno del Liceo. «alla fine della prima liceo [cominciai] a organizzare uno sciopero per avere il riscaldamento in classe perché il freddo c’era anche a scuola non c’erano i termosifoni al ginnasio liceo Michelangelo alla metà degli anni Cinquanta nella seconda metà degli anni Cinquanta i termosifoni non c’erano c’erano le stufe di terracotta rosse che però spesso erano spente quindi in classe faceva freddo e bisognava stare con i guanti e allora io organizzai uno sciopero perché si accendesse la stufa perché la stufa non funzionava […] poi in seconda liceo ho organizzato con altri e ne sono orgogliosissima un giornalino che si chiamava “Incontri” incontri tra ragazzi e ragazze di diverse ispirazioni politiche c’erano liberali purché non fossero qualunquisti e non fossero fascisti perché appunto negli anni miei del Liceo questa era la realtà quindi avere qualcuno che si interessasse di qualcosa era fondamentale» ricorda la videointervistata dal m. 1.20.06. Nella rivista, che ospitava anche scritti letterari e recensioni, trovarono spazio diverse riflessioni sulla riforma della scuola e, in particolare, sul dibattito per la scuola media unica (Oliviero 2007). Lo scopo, ricorda Soldani, era quello di promuovere interesse e coinvolgimento civile, per contrastare la diffusione tra i giovani di disimpegno politico e qualunquismo: «erano modalità di aggregazione per uscire dal qualunquismo perché la grande bestia nera degli anni in cui sono cresciuta era il qualunquismo era il menefreghismo una cosa di cui non ci si ricorda perché ora sembra che i giovani siano stati sempre impegnati non erano per nulla impegnati e quelli che si impegnavano si impegnavano a destra» (m. 1.39.23 e ss). Molti dei suoi amici al Liceo e all’Università, ricorda, erano vicini ai cattolici lapiriani, che guardavano con favore al formarsi dell’esperimento del centro-sinistra; attraverso di loro, ebbe cognizione delle esperienze di don Lorenzo Milani a Barbiana e di Danilo Dolci in Sicilia (Roghi 2018). Questo coinvolgimento nella vita civile le procurò diversi dissidi con l’insegnante di latino e greco del triennio, molto vicina ai fondamentalisti cattolici (tanto da ospitare in casa sua, in anni successivi, le riunioni lefebvriane). Per contro, esercitarono su di lei grande influenza la docente di discipline umanistiche di quarta ginnasio e il docente di lettere del Liceo, ricordato come un insegnante innovativo, aperto alla discussione di opere cinematografiche e letterarie contemporanee – di Pasolini soprattutto.

Nel concludere l’intervista, Soldani rimarca il significato sociale dell’istruzione, in quanto, soprattutto con la riforma della scuola media unica, quest’ultima ha consentito il formarsi di percorsi educativi e scolastici aderenti alle potenzialità degli individui.

Fonti

Fonti bibliografiche:

G. Crainz, Il paese mancato. Dal miracolo economico agli anni Ottanta, Milano, Donzelli, 2002. 

G. Crainz, Storia del miracolo italiano: culture, identità, trasformazioni tra gli anni Cinquanta e Sessanta, Milano, Donzelli, 1996.

M. Galfrè, Tutti a scuola! L'istruzione nell'Italia del Novecento, Roma, Carocci, 2017.

S. Oliviero, La nascita della scuola media. Un accidentato percorso legislativo, Pisa, CET, 2007.

V. Roghi, La lettera sovversiva. Da Don Milani a De Mauro, il potere delle parole, Roma-Bari, Laterza, 2018.

Fonti normative

Legge 31 dicembre 1962, n. 1859, Istituzione della scuola media statale (GU Serie Generale n. 27 del 30-01-1963), permalink: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1963/01/30/062U1859/sg

Legge 30 marzo 1971, n. 118, Conversione in legge del decreto-legge 30 gennaio 1971, n.5, e nuove norme in favore dei mutilati e degli invalidi civili (GU Serie Generale n.83 del 2-04-1971), permalink: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1971/04/02/071U0118/sg

Legge 4 agosto 1977, n. 577, Norme sulla valutazione degli alunni e sull'abolizione degli esami di riparazione (GU Serie Generale n.224 del 18-08-1977), permalink: https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/1977/08/18/077U0517/sg

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