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Lapide a Pietro Calderini a Varallo (1910)

Editore:
EUM – Edizioni Università di Macerata
Luogo di pubblicazione:
Corso della Repubblica, n. 51, 62100, Macerata (Italia)
Codice ISSN:
2785-3098
Autore della scheda:
DOI:
10.53218/207
Scheda compilata da:
Valentino Minuto
Pubblicato il:
30/01/2022
Autore dell'epigrafe:
Gioachino Toesca di Castellazzo
Autore dell'artefatto:
Casimiro Debiaggi (autore del medaglione)
Data di inaugurazione:
19 maggio 1910
Occasione commemorativa e/o celebrativa:
Quarto anniversario della morte di Calderini
Materiale:
Marmo; Bronzo

Ubicazione

Indirizzo:

Via Umberto I 62
13019 Varallo VC
Italia

Piemonte
Dettagli sull'ubicazione spaziale:
La lapide è posta sulla facciata della casa dove Calderini risiedette per quasi quarantacinque anni
Testo dell'iscrizione:
IL SACERDOTE
PROF. COMM. PIETRO CALDERINI
QUI VISSE BEN NOVE LUSTRI
IN DIUTURNE VEGLIE DI FORTI PENSIERI
E D’OPERE AL BENE PUBBLICO INTENTE
PROMOSSE GLI STUDI
LA GIOVENTÙ EDUCANDO
AL CULTO DELLA RELIGIONE E DELLA PATRIA
DANDONE PRIMO L’ESEMPIO

COLLEGHI AMICI AMMIRATORI
NEL QUARTO ANNO DELLA SUA MORTE
XIX MAGGIO MDCDX

Posta sulla facciata della casa dove «visse ben nove lustri», la lapide a Pietro Calderini reca in alto un medaglione in bronzo – opera di Casimiro Debiaggiritraente le sembianze di questo «sacerdote» che diresse per trentasei anni la Scuola Tecnica di Varallo; incorniciata da decori fogliati, l’epigrafe – di cui fu dettatore il conte Gioachino Toesca da Castellazzo – ricorda che don Pietro «promosse gli studi» ponendo a fine dell’educazione il «culto della religione e della patria». La lapide fu inaugurata il giorno in cui ricorreva il quarto anniversario della morte di Calderini – il 19 maggio 1910. Nella Collegiata di S. Gaudenzio pronunciò il discorso di commemorazione il sac. Carlo Fusi, rettore del Collegio Barolo; ad avviso dell’oratore, don Pietro considerava la disciplina a cui informava il magistero educativo come lo strumento di fortificazione del carattere: «il Can. Calderini avrebbe voluto vedere giovani che, formatosi il loro ideale, quello rigidamente e inflessibilmente seguissero, attuando il motto: “Frangar, non flectar”, e avrebbe perciò desiderato che la educazione domestica fosse meno rilassata, meno molle, che i figli fossero abituati a soffrire con pacatezza e dignità; lamentava che la nostra fibra si fosse fatta troppo delicata, che i giovani fossero avvezzati ad avere paura del dolore; e la paura del dolore classificava una vera piaga della civiltà latina» (Fusi, Al sacerdote Pietro Calderini, 1910, p. 12).

 

Commemorato

Pietro Calderini

Pietro Calderini nacque l’8 novembre 1824 a Borgosesia, in Valsesia, nel Vercellese. Al termine delle classi ginnasiali si recò a Novara, dove, mentre attendeva agli studi di Teologia presso i Padri Gesuiti, lavorò come istitutore al Collegio Gallarini. Ordinato sacerdote nel 1850, alla cura pastorale predilesse il ministero didattico. Esonerato dall’ufficio parrocchiale, tornò alla sua Borgosesia, dove fu istitutore al Collegio Zenone. Nel 1854 si iscrisse all’Ateneo subalpino. Nel 1856, ancora studente, fu nominato supplente del prof. Domenico Berti nell’insegnamento della Storia alla Scuola gratuita di S. Francesco da Paola per le Aspiranti Maestre di Torino. Nel 1857 conseguì la laurea in Lettere e Filosofia. Nel 1859, dopo aver insegnato a Ceva e a Mondovì, si trasferì a Varallo, comune anch’esso valsesiano, dove ricoprì per trentasei anni – fino al 1895 – l’incarico di direttore della Scuola Tecnica, tenendovi allo stesso tempo la docenza di Lingua italiana, Storia e Geografia e quella di Storia naturale e fisico-chimica. Conoscitore del metodo di insegnamento oggettivo, curò ed incrementò il Gabinetto di Fisica e quello di Scienze naturali dell’Istituto. Nel 1865 iniziò a riunire gli oggetti naturalistici della Scuola Tecnica e quelli della Società d’Incoraggiamento allo Studio del Disegno in Valsesia, mosso dal proposito di utilizzare gli esemplari raccolti come sussidio didattico per gli studenti. Nel 1867 istituì il Museo di Storia Naturale di Varallo; alla sezione naturalistica – dotata di collezioni mineralogiche, botaniche e zoologiche – ne integrò altre tre: archeologica, numismatica e umanistica. Oltre alla realizzazione di questo centro didattico-scientifico, i contributi allo sviluppo della vita culturale valsesiana furono poliedrici: nel 1861 collaborò alla fondazione del periodico «Il Monte Rosa»; nel 1867 aprì la sezione varallese del Club Alpino Italiano, partecipando alacremente alla vita del sodalizio; nel 1871 presentò al Ministero della Pubblica Istruzione una memoria sulle antichità e sui monumenti in Valsesia; nel 1875 patrocinò la costituzione della Società per la Conservazione delle Opere d’Arte e dei Monumenti in Valsesia; nel 1877 fu incaricato dal Comizio Agrario Valsesiano – di cui era membro – di creare una biblioteca circolante; nel 1884 fu cofondatore del periodico «Gaudenzio Ferrari»; nel 1885, nel quarto centenario della nascita dell’artista valsesiano Gaudenzio Ferrari, ideò le Feste Gaudenziane – le opere presenti all’Esposizione Artistica Valsesiana allestita in quella occasione celebrativa andarono a formare il nucleo originario della Pinacoteca di Varallo, istituita nel 1886. Questa operosissima vita, consacrata alla valle che gli aveva dato i natali, si concluse a Varallo il 19 maggio 1906. Nel testamento Don Pietro ordinò la fondazione di tre borse di studio da assegnare ad altrettanti giovani – il primo di Borgosesia, il secondo di Varallo e il terzo di uno dei comuni dell’Alta Valsesia.

Fonti bibliografiche:
  • V. Brunelli, In memoriam, 14 novembre 1909 (sul frontespizio: Discorso recitato dal Canonico Prevosto Vincenzo Brunelli nella Chiesa Collegiata di S. Gaudenzio in Varallo-Sesia addì 21 maggio 1906 in occasione dei funerali del Reverendissimo Professore Commendatore Can. D. Pietro Calderini), Varallo, Unione Tip. Valsesiana, 1909​​​​
  • Inaugurandosi il monumento dalla Valsesia riconoscente consacrato alla memoria del Comm. Prof. Sac. Pietro Calderini il 14 Novembre 1909. Pagine commemorative, supplemento della «Rivista Valsesiana», a. V, n. 49, marzo 1910, pp. 111-143
  • C. Fusi, Al sacerdote Pietro Calderini. Discorso recitato nella Collegiata di Varallo-Sesia dal sacerdote prof. Carlo Fusi nel giorno 19 maggio 1910 in cui venne murata sulla casa abitata dal Calderini la lapide commemorativa, Varallo, Unione Tipografica Valsesiana, 1910
  • R. Fantoni et al., Pietro Calderini, biografia e bibliografia, in R. Fantoni, R. Cerri, E. Dellarole (a cura di), D’acqua e di pietra. Il Monte Fenera e le sue collezioni museali, Alagna Valsesia, Zeisciu Centro Studi, 2005, pp. 30-4

Fonti

Fonti bibliografiche:
  • C. Fusi, Al sacerdote Pietro Calderini. Discorso recitato nella Collegiata di Varallo-Sesia dal sacerdote prof. Carlo Fusi nel giorno 19 maggio 1910 in cui venne murata sulla casa abitata dal Calderini la lapide commemorativa, Varallo, Unione Tipografica Valsesiana, 1910
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