
«Educare è un mestiere dannatamente serio e che ha a che fare molto seriamente con chi siamo: si tratta prioritariamente di incontro, relazione umana» (p. 33). Le riflessioni dell’autore, insegnante in Italia, in Africa, America e Asia, nascono proprio da una serie di interrogativi incalzanti, che muovono dall’esperienza più concreta e dalla comparazione delle infanzie nei vari luoghi del mondo, dove la scolarità è una realtà poco conosciuta o manca del tutto. Il suo interesse si focalizza sui luoghi del disagio e dell’esclusione, nei quali secondo l’autore occorre agire con categorie non imposte dalle contingenze politiche, ma è necessario percorrere una strada reattiva, ad esempio quella dell’empowerment, ponendosi obiettivi ed elaborando strategie per raggiungerli. Il progetto “Change” ideato da Rossi-Doria prende vita dalle osservazioni appuntate sul suo taccuino negli anni di esperienza scolastica. Nato in seno ad un’associazione di volontariato di maestri di strada a Napoli, il progetto ha come fine la costruzione della “scuola della seconda opportunità” per arginare l’esclusione e la dispersione scolastica.