
A Urbino, un intellettuale anarchico di sinistra, il professore di storia Gaspare Subissoni, è rifiutato da tutte le università, in particolare da quella della sua città, da lui stesso ritenuta poco libera. Egli è convinto della fragilità della democrazia dai tempi dell’Unità d’Italia e vive, senza soldi, con la sua compagna Vivès, conosciuta durante la guerra civile spagnola: sono entrambi due rivoluzionari in pensione. Dall’altra parte vi sono gli eredi dei conti Oddi-Semproni, tra i quali il poco brillante rampollo Oddino. Sullo sfondo, la vicenda della strage di Piazza Fontana vissuta diversamente dai protagonisti: Oddino apprende passivamente la notizia dalla televisione, così come Subissoni che però reagisce con fervore, approfittandone per uscire dal letargo e recarsi a Milano, dove spera di poter ritrovare qualche contatto e tenere lezioni di storia.