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Padre Padrone

Editore:
EDUCatt – Ente per il diritto allo studio universitario dell’Università Cattolica
Luogo di pubblicazione:
Largo Gemelli, n. 1, 20123, Milano (Italia)
Codice ISSN:
2785-3209
Autore della scheda:
DOI:
10.53164/1879
Scheda compilata da:
Giulia Gadolini
Pubblicato il:
28/06/2022
Paese di produzione:
Italia
Casa di produzione:
Cinema s.r.l.
Data di produzione:
1977
Casa di distribuzione:
C.I.D.I.F.
Articolazione:
Unica
Data di uscita nelle sale:
2 settembre 1977
Reperibilità/accessibilità:
DVD
01 Home Entertainment (2007)
Premi ricevuti:
Festival di Cannes: Palma d’Oro e Premio della Fédération internationale de la presse cinématographique (1977).
Festival di Berlino: Gran Prix (1977).
David di Donatello: David speciale (1978).
Nastri d’Argento: miglior regia e miglior attore esordiente a Saverio Marconi (1978).

Indicizzazione e descrizione semantica

Generi cinematografici:
Identificatori di luogo:
Sardegna Toscana
Identificatori cronologici:
1940s 1960s 1970s
Sinossi:

All’inizio del film, una voce narrante ne illustra il soggetto principale: Gavino Ledda, glottologo di 35 anni, da bambino è stato costretto dal padre ad abbandonare la scuola.

Nella Sardegna degli anni Quaranta, un mattino di novembre, Efisio (Antonutti) entra improvvisamente nella scuola elementare frequentata dal figlio (Forte) e spiega alla maestra di voler interrompere la frequenza del ragazzo alle lezioni, perché ha bisogno di lui per il suo lavoro come pastore.

I compagni di classe rimangono attoniti e spaventati da tale comportamento, temendo possa capitare anche a loro. A casa, mentre viene lavato dalla madre (Michelangeli), Gavino le morde un braccio e scaraventa alcuni oggetti contro il muro della stanza. La donna riesce a calmarlo, prima che il padre lo chiami per portarlo con sé ad accudire le pecore nei campi. Il padre, che fornisce a Gavino i primi rudimenti sulla pastorizia, si rivela molto severo e violento. Il ragazzo cresce lontano dagli esseri umani, tra gli animali, con i quali finisce per avere rapporti carnali.

A vent’anni, Gavino (Marconi), analfabeta e capace di esprimersi solo in dialetto sardo, rimane affascinato dal suono di una fisarmonica, trasportata da due passanti in bicicletta, e li convince a cedergliela in cambio di due agnelli. Racconta al padre di essere stato malmenato e derubato delle pecore, ma l’uomo lo punisce negandogli la cena e intimandogli di ripagarlo per il danno subito. Gavino impara, da autodidatta, a suonare lo strumento, che è per lui l’unico diversivo dalla sua vita solitaria.

Un amico del padre, Sebastiano (Molnar), muore prematuramente in seguito ad un’aggressione. La vedova regala l’uliveto del marito ad Efisio, che stabilisce ne sia proprietario Gavino. Ma una gelata di febbraio – racconta la voce narrante – distrugge l’uliveto. Il protagonista, allora, medita di andare a lavorare in Germania con altri compaesani, ma il padre nega il consenso. Vende le proprietà e pretende che Gavino si arruoli nell’esercito.

Il giovane intraprende la vita militare in Toscana, dopo aver acquisito, formalmente e con scarse competenze, la licenza elementare, requisito per accedervi; ciò gli permette di allontanarsi dalla terra natale e dal lavoro di pastore. Inizialmente, Gavino soffre il distacco dalla Sardegna, ma poi un commilitone, Cesare (Moretti), gli insegna a leggere e a scrivere. In seguito, il giovane apprende ad usare la radio e si interessa di glottologia, aiutato sempre da Cesare, che gli spiega il significato di termini italiani e latini.

Dopo aver ottenuto la licenza liceale, abbandona l’esercito e torna in Sardegna, nonostante il dissenso del padre, con cui riprende a lavorare nei campi. Durante un acceso diverbio, il giovane dice al genitore di non sentire più alcun legame di sangue con lui, poiché ha ricevuto aiuti in misura maggiore da persone estranee. Allora Efisio tenta di colpire il figlio con un bastone; si accende così un duro scontro fisico, a cui fa seguito la decisione del protagonista di lasciare la casa paterna e la Sardegna.

Alla fine del film, lo stesso Gavino Ledda, impersonando sé stesso, racconta di aver concluso gli studi e conseguito la laurea in Lettere con una tesi in glottologia, riscattandosi in tal modo dal silenzio e dall’isolamento vissuti negli anni della sua crescita.

Identificatori di grado e eventualmente di ordine scolastico:
Durata:
01:47:00
Regia:
Paolo Taviani
Vittorio Taviani
Soggetto:
Tratto dall'omonimo romanzo di Gavino Ledda
Sceneggiatura:
Paolo Taviani
Vittorio Taviani
Fotografia:
Mario Masini
Musiche:
Egisto Macchi
Scenografia:
Gianni Sbarra
Attori principali:
Omero Antonutti; Saverio Marconi; Marcella Michelangeli; Fabrizio Forte; Stanko Molnar; Nanni Moretti; Gavino Ledda.

 

Nel 2017, per la regia di Sergio Naitza, è stato prodotto il documentario Dalla quercia alla palma. I 40 anni di Padre padrone, nel quale si rievoca l’atmosfera delle riprese del film attraverso aneddoti e memorie.

 

Fonti

Fonti bibliografiche:

G. Ledda, Padre padrone, Milano, Feltrinelli, 1975.

F. Accialini, L. Coluccelli, I Taviani, Firenze, La Nuova Italia, 1979.

P. M. De Santi, I film di Paolo e Vittorio Taviani, Roma, Gremese, 1988, pp. 99-108.

D.E. Viganò, Cari maestri. Da Susanne Bier a Gianni Amelio i registi si interrogano sull'importanza dell'educazione, Assisi, Cittadella Editrice, 2011, p. 106.

G. P. Brunetta, Guida alla storia del cinema italiano, 1905-2003, Einaudi, Torino, 2016, pp. 277-278.

L., L. e M. Morandini, Il Morandini 2020. Dizionario dei film e delle serie televisive, Bologna, Zanichelli, 2019, p. 1066.

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