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Lapide a Giovanni Cena a Colle di Fuori (1918)

Editore:
EUM – Edizioni Università di Macerata
Luogo di pubblicazione:
Corso della Repubblica, n. 51, 62100, Macerata (Italia)
Codice ISSN:
2785-3098
Autore della scheda:
DOI:
10.53218/392
Scheda compilata da:
Valentino Minuto
Pubblicato il:
30/10/2021
Autore dell'epigrafe:
Pietro Fedele
Autore dell'artefatto:
Duilio Cambellotti
Committenza:
Comitato delle Scuole per i Contadini
Data di inaugurazione:
26 maggio 1918
Materiale:
Travertino; Ferro

Ubicazione

Indirizzo:

Piazza Giovanni Cena 1
00040 Colle di Fuori, fr. di Rocca Priora RM
Italia

Dettagli sull'ubicazione spaziale:
La lapide è posta a piè della prima scuola in muratura dell'Agro Romano, oggi sede della Biblioteca comunale Giovanni Cena
Credits:

PROPRIETÀMuSED - Museo della Scuola e dell’Educazione Mauro Laeng - Dipartimento di Scienze della Formazione - Università degli Studi di Roma Tre

Testo dell'iscrizione:
DALL’ALTO DEI COLLI ALBANI
GIOVANNI CENA
SCOPRÌ LE POVERE CAPANNE DI COLLE DI FUORI
QUI VENNE
A DIFFONDERE CON LA PAROLA BUONA
LUCE D’AMORE E DI CIVILTÀ
A CONFORTARE LE UMANE SVENTURE
CON LA FEDE OPEROSA NELL’AVVENIRE

IN QUESTA SCUOLA ERETTA DAGLI ABITANTI DEL VILLAGGIO
AL QUALE DETTE NUOVO NOME CONCORDIA
GIOVANNI CENA SOSTAVA
OBLIANDO LA VITA FATICOSA
NELL’AFFETTO VOSTRO O CONTADINI
CHE SERBERETE VIVO E PERENNE
IL RICORDO DI CHI VOLLE E PREPARÒ
LA VOSTRA REDENZIONE

A piè del piccolo edificio della scuola di Colle di Fuori, nei pressi di Rocca Priora, è posta la lapide in «ricordo di chi volle e preparò» la redenzione dei contadini: Giovanni Cena. Al tempo dell'inaugurazione della stele  avvenuta il 26 maggio 1918, a quasi sei mesi dalla morte del poeta-educatore – Colle di Fuori era soltanto un villaggio di capanne, a cui questo propagatore di «luce d’amore e di civiltà» aveva dato «nuovo nome Concordia». A scolpire il travertino fu Duilio Cambellotti, che pose alla sommità della lastra il vomere di un aratro. L’epigrafe fu dettata dallo storico Pietro Fedele, futuro ministro della Pubblica Istruzione: nell’immutabilità sventurata di quelle «povere capanne» Cena portò «la parola buona» dell’alfabetizzazione, che, nel destare la consapevolezza che un’altra vita fosse possibile, accendeva «la fede operosa nell’avvenire». Dei discorsi di occasione che seguirono allo scoprimento della lapide vide la stampa quello pronunciato da Alessandro Marcucci, direttore delle Scuole per i Contadini; l’oratore espose la concezione ceniana dell’istruzione come antidoto al paralizzante fatalismo che ottundeva la coscienza del proletariato della campagna romana: «ogni miglioramento non poteva che venire dai contadini stessi, poi che avessero vinto il loro più grande nemico: l’ignoranza. Se il contadino non acquista coscienza di sé, della sua umanità, del suo diritto alla vita civile, crede che il suo destino immutabile sia quello di bere acqua dei fossi, mangiare la polenta, dormire sulla rapazzola nella capanna, sfamarsi quanto basti per star su e lavorare, essere sfruttato e disprezzato. Tante leggi ci sono che lo garantirebbero come uomo e come cittadino, ma egli non le sa, non ne chiede l’applicazione, non protesta contro le violazioni che subisce e tace, e continua la sua vita nomade e tribolata, senza aspirazioni, senza speranze, senza desideri, rimanendo poco più che un bruto […]. L’ignoranza, o contadini, vi uccide, e per ciò Giovanni Cena vi portò la scuola» (Marcucci, L’apostolato di Giovanni Cena, 1918, p. 183).

Commemorato

Fonti

Fonti archivistiche:
  • MuSED - Museo della Scuola e dell’Educazione Mauro Laeng - Dipartimento di Scienze della Formazione - Università degli Studi di Roma Tre, fondo: Le Scuole per i contadini, subfondo: Raccolta fotografica, provenienza: Le scuole per i contadini, serie: Edifici scolastici, fasc. «Esterni di edifici scolastici», foto «L'edificio scolastico di Colle di Fuori durante la sua costruzione e con le modificazioni successive. 60 fotografie dal 1912 al 1988», foto 314 «Particolare della facciata della Scuola di Colle di Fuori»
Fonti bibliografiche:
  • Una commemorazione scolastica di Giovanni Cena, «I diritti della scuola. Rivista della scuola e dei maestri», a. XIX, n. 21, 20 maggio 1918, p. 334
  • Per Giovanni Cena nelle scuole dell’Agro, «I diritti della scuola. Rivista della scuola e dei maestri», a. XIX, n. 22, 30 maggio 1918, pp. 348-349
  • Onoranze a Giovanni Cena, «Nuova antologia di lettere, scienze ed arti», ser. 6, vol. CXCV - vol. della raccolta CCLXXIX, fasc. 1113, 1° giugno 1918, pp. 299-301
  • A. Marcucci, L’apostolato di Giovanni Cena, «I diritti della scuola. Rivista della scuola e dei maestri», sezione: Pagine gentili, a. XIX, n. 23, 10 giugno 1918, pp. 183-185
  • A. Marcucci, Giovanni Cena e le scuole per i contadini, Roma, Off. Poligrafica Italiana, 1919
  • La scuola Giovanni Cena a Casal delle Palme, MCMXVII - MCMXXI, Roma, Tip. Editrice Laziale A. Marchesi, 1921, p. 6
  • P. Minetti, Giovanni Cena, poeta e apostolo dell’istruzione. Note biografiche, Torino, G.B. Paravia & C., 1927, pp. 20-21
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