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Lapide a Raffaele Persichetti a Roma (1945)

Editore:
EUM – Edizioni Università di Macerata
Luogo di pubblicazione:
Corso della Repubblica, n. 51, 62100, Macerata (Italia)
Codice ISSN:
2785-3098
Autore della scheda:
DOI:
10.53218/1261
Scheda compilata da:
Valentino Minuto
Pubblicato il:
30/06/2022
Autore dell'epigrafe:
Primo Vannutelli
Committenza:
Liceo-Ginnasio Ennio Quirino Visconti
Data di inaugurazione:
28 aprile 1945

Ubicazione

Indirizzo:

Piazza del Collegio Romano 4
00186 Roma RM
Italia

Lazio
Dettagli sull'ubicazione spaziale:
La lapide è posta nel Liceo Classico Statale E.Q. Visconti, nel primo ballatoio dello scalone monumentale
  • Image:
    1) Foto della lapide a Raffaele Persichetti a Roma, nel Liceo Classico Statale E.Q. Visconti
  • Image:
    2) Foto della lapide a Raffaele Persichetti a Roma, sulla sua casa natale (ritaglio dell’originale)
Testo dell'iscrizione:
RAPHAEL PERSICHETTI
IN LYCEO NOSTRO MAGISTER
NONDVM IVVENILES EGRESSVS ANNOS
TEVTONIS AGGREDIENTIBVS VRBEM
AD PORTAM OSTIENSEM
DEVOTVM MORTI PECTVS OPPONENS
SOCIOSQVE SIBI DVRO IN CERTAMINE ADIVNCENS
DIE X SEPT ANNI MCMXLIII
LIBERE PVGNANDO OCCVMBERE MALVIT
QVAM SERVITVTE FOEDARI

(traduzione di Valentino Minuto)
RAFFAELE PERSICHETTI
MAESTRO NEL NOSTRO LICEO
NON ANCORA USCITO DALLA GIOVINEZZA
AI TEDESCHI CHE ATTACCAVANO LA CITTÀ
PRESSO PORTA OSTIENSE
OPPONENDO IL PETTO CONSACRATO ALLA MORTE
E UNENDOSI AI COMPAGNI NELL’ASPRA LOTTA
IL 10 SETTEMBRE 1943
PREFERÌ CADERE COMBATTENDO DA UOMO LIBERO
CHE ESSERE DISONORATO DALLA SOTTOMISSIONE

Il 10 settembre 1943, due giorni dopo l’annuncio dell’Armistizio con le forze anglo-americane, all’età di ventotto anni morì a Porta San Paolo Raffaele Persichetti nel tentativo di opporsi all’invasione tedesca di Roma. Una volta liberata la Capitale, il Liceo-Ginnasio E.Q. Visconti, dove Persichetti insegnava Storia dell’arte, onorò la memoria di questo «magister» con un’epigrafe in latino dettata dal professore di Lettere classiche don Primo Vannutelli. Posta sul primo ballatoio dello scalone monumentale del più antico liceo di Roma, la lapide fu inaugurata il 28 aprile 1945 insieme a quella in ricordo di Romualdo Chiesa, un ex studente del Visconti ucciso ventenne alle Fosse Ardeatine. Alla cerimonia per lo scoprimento delle due lapidi erano presenti: l’assessore Tito Staderini in rappresentanza del sindaco capitolino; il preside dell’Istituto Carlo Piersanti, che pronunciò un discorso di commemorazione;  il corpo insegnante; la scolaresca. Così molti anni dopo lo scrittore e latinista Luca Canali, che aveva frequentato il Visconti, descrisse Persichetti: «in classe non faceva discriminazioni, non seguiva schemi, spaziava nella letteratura, ci insegnava a conoscere Baudelaire, Rilke, Montale, ad amare la cultura come una cosa viva, una forza comune a tutti e che tutti rende simili, poveri e ricchi, e degni di essere uomini. Discuteva di politica, beffava il fascismo – nel suo stile la beffa era più intensa di un anatema – indicava, per ora soltanto a parole, la via della libertà. Egli era una forza della scuola e della vita, era un segnale di direzione» (Canali, Il sorriso di Giulia, 1990, pp. 71-72). A Roma, in Corso del Rinascimento, sulla facciata della casa dove «nacque e visse», un’altra lapide ricorda che questo «professore di Storia dell’arte… cadde da eroe… in difesa della libertà» (Foto 2).

Commemorato

Raffaele Persichetti

Raffaele Persichetti nacque a Roma il 12 maggio 1915. Compiuti gli studi liceali classici, si laureò in Lettere all’Università romana nel 1937. Dopo la laurea svolse il servizio militare come ufficiale dei granatieri. Specializzatosi in Storia dell'arte, insegnò dal 1939 questa disciplina al Liceo-Ginnasio E.Q. Visconti e al Collegio S. Giuseppe - Istituto De Merode. Le sue lezioni non si esaurivano nell'illustrazione delle vicende dell'arte: avverso a qualsiasi forma di oppressione, la sua cattedra fu uno strumento di formazione antifascista. Militante nel Partito d’Azione, fu anche attivo nell’opposizione organizzata al regime. Nel 1940, dopo l’entrata dell’Italia in guerra, fu richiamato alle armi; ferito sul fronte greco, fu congedato. Quando, dopo il proclama dell'armistizio di Pietro Badoglio, Roma fu abbandonata a se stessa, si unì alla resistenza spontanea all’occupazione tedesca. Il 10 settembre, verso Porta San Paolo, morì per una raffica di mitra alla testa: era tra i primi caduti della guerra di liberazione italiana. Il 15 febbraio 1945 gli fu conferita la medaglia d’oro al valore militare.

Fonti bibliografiche:
  • Raffaele Persichetti (MCMXV-MCMXLIII), a cura della Scuola Media Raffaele Persichetti, Roma, Lito-tipografia Nova Agep, 1983
  • T. De Mauro, La scuola, riforme mancate e impegno dei docenti, in O. Cecchi, E. Ghidetti (a cura di), Profili dell’Italia repubblicana, Roma, Editori Riuniti, 1985 (in particolare le pp. 121-123)
  • L. Canali, Il sorriso di Giulia, Pordenone, Ed. Studio Tesi, 1990, pp. 71-73
  • L. Canali, In memoria senza più odio, Firenze, Ponte alle Grazie, 1995, pp. 53-60

Fonti

Fonti bibliografiche:
  • L. Persichetti, In memoria del fratello caduto, «Strenna dei Romanisti», vol. VI, 1945, pp. 10-13
  • Raffaele Persichetti (MCMXV-MCMXLIII), a cura della Scuola Media Raffaele Persichetti, Roma, Lito-tipografia Nova Agep, 1983 (in particolare le pp. 37-40)
  • L. Canali, Il sorriso di Giulia, Pordenone, Ed. Studio Tesi, 1990, pp. 71-73
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